Madonna col Bambino in Via di Villa Ricotti

Edicola Sacra Villa Ricotti Nomentano
 
In Via di Villa Ricotti, nel Quartiere Nomentano, su uno degli edifici parte del complesso di Villa Massimo, è presente un'Edicola Sacra raffigurante la Madonna col Bambino.

Targa in memoria di Lorenzo Fino

Istituto Agrario Targa Lorenzo Fino

La targa in questione si trova in Via Domizia Lucilla, nel Quartiere Trionfale, presso il giardino dell'Istituto Agrario Federico Delpino presso l'IIS Domizia Lucilla. Essa ricorda Lorenzo Fino, allievo dell'istituto agrario morto nel 2021 a 24 anni in un incidente sul lavoro a Panzano in Chianti, dove lavorava presso un'azienda agricola.
 
Lorenzo Fino morto lavoro targa

La targa, posta il 21 Novembre 2022, mostra una sagoma in bicicletta e menziona appunto la bicicletta, la terra (su cui la targa è posta) e l'albero: di fianco alla targa, infatti, è stato piantato un albero alla memoria del ragazzo.

Fonopoli

Rendering Fonopoli Magliana

Fonopoli è il progetto per uno spazio adibito ad auditorium e luogo per concerti ed eventi di natura musicale nato da un'idea di Renato Zero, nell'anni portato avanti dallo stesso cantautore ma che non ha trovato particolare pace, proposto in diverse aree di Roma dalle varie amministrazioni e non è mai stato realizzato. Il luogo in cui è stato più vicino a essere realizzato è stata l'area della Magliana, dove fu anche posta una prima pietra dal cantautore.
L'origine di questo progetto è strettamente legata al Festival di Sanremo del 1993, quando Renato Zero, in gara con il brano Ave Maria, annunciò la volontà di realizzare a Roma uno spazio polifunzionale per attività musicali, culturali e formative rivolto principalmente ai giovani e che presenti un programma a tutto tondo. Un'idea che può tranquillamente essere inserita lungo la scia (o forse esserne vista come l'evoluzione) di Zerolandia, il tendone in stile circense che Renato Zero aveva voluto lungo Via Cristoforo Colombo e che rimase attivo tra il 1979 e il 1983.
 
Renato Zero progetto coccodrillo
Renato Zero con il primo modellino di Fonopoli

Il cantautore presentò poi un modellino della struttura, pensata in forma di un coccodrillo: secondo la biografia di Renato Zero scritta da Andrea Pedrinelli, la scelta dell'animale sarebbe stata "perché è come i giovani, tranquillo finché non vai a stuzzicarlo". Il cantautore, inoltre, immagina una spazio (come dirà in un'intervista al settimanale Gente nel 1994) in cui la musica e l'arte possano esprimersi a tutto tondo, in cui nelle varie sale possano svolgersi in contemporanea un musical in stile Broadway, un concerto rock, una sinfonia di Mozart, le canzoni di un cantautore e lo spettacolo di un mimo. Per finanziare l'ambizioso progetto, negli anni Renato Zero inizierà a realizzare dischi e prodotti finalizzati proprio a trovare fondi per la costruzione di Fonopoli, dal mini album Passaporto per Fonopoli a concerti ad hoc.
Tra il 1993 il cantautore e l'associazione Fonopoli, nata per la promozione del progetto, cercarono un'area per la realizzazione della struttura, individuandone una al Divino Amore di proprietà del Conservatorio di Santa Caterina della Rosa, per il quale viene presentato un progetto firmato dallo Studio Valle.
Nel 1996, tuttavia, il Rettore del Santuario del Divino Amore esprime le sue perplessità sulla realizzazione di Fonopoli nell'area dell'Ardeatina, e dopo l'apertura di un tavolo aperto anche ai residenti verrà alla fine scartata la possibilità di costruire il complesso in quella zona. Il Comune di Roma allora, prontamente, decise di abbinare il progetto di Renato Zero a una delle centralità urbane in via di definizione, nello specifico quella della Rustica, che offriva una serie di punti favorevoli: vicina al GRA, all'A24 e alla ferrovia poteva risultare sufficientemente aperto alla periferia - fatto molto caro all'idea che il cantautore ha di questo luogo - e raggiungibile da numerosi quartieri di Roma. L'area, tuttavia, divenne rapidamente non più disponibile per ospitare il progetto, per cui fu proposta Lunghezza, all'epoca molto poco servita e quindi ritenuta non idonea dai promotori di Fonopoli.
Fonopoli Magliana Mappa

 
Fu però nel 1997 che fu individuata una nuova area, presso la Muratella, vicino al Centro Direzionale dell'Alitalia, che divenne probabilmente quella andat più vicina a ospitare effettivamente la struttura. Nella centralità all'epoca in via di sviluppo fu individuata per Fonopoli un'area lungo la curca tra Via Amedeo Mecozzi e Via Alessandro Marchetti. Nel 1999 viene presentato il progetto che viene approvato: sembra veramente che il sogno di Renato Zero stia per diventare realtà, tanto che lo stesso cantautore pone simbolicamente la prima pietra dell'opera in diretta tv in collegamento con il programma di Raffaella Carrà Carramba che Fortuna.
Negli anni successivi, i promotori del progetto Fonopoli procedono con una serie di adempimenti formali per realizzare la struttura, con un iter lungo durante il quale il Campidoglio continua a sostenere il progetto, al punto da inserirlo nel Piano Regolatore Generale approvato nel 2008. Nel 2009, tuttavia, la nuova giunta comunale, impegnata in un piano per ridurre il debito, non inserisce Fonopoli tra le opere da finanziare per il sostegno all'urbanizzazione delle periferie. Il Sindaco Gianni Alemanno, eletto l'anno precedente con una giunta di centrodestra e quindi che punta a una rottura con le precedenti giunte di centrosinistra di Francesco Rutelli e Walter Veltroni che avevano promosso il progetto di Fonopoli, continua comunque a sostenere il progetto di Renato Zero. Tuttavia, nel 2010 dichiara di volerlo realizzare in un'altra zona, e di volerlo inserire nel piano per la centralità Anagnina-Romanina, partendo da una riqualificazione delle Officine Marconi per realizzare intanto il primo nucleo dell'opera intorno a cui sviluppare il resto.
Tale idea, tuttavia, non ha avuto seguito e il progetto Fonopoli è gradualmente stato abbandonato dagli amministratori locali, per quanto Renato Zero non abbia mai smesso di crederci e, pur senza l'entusiasmo iniziale, di provare a portarlo avanti. Nel 2019 Zero ha raccontato di aver proposto a Virginia Raggi, divenuta sindaca nel 2016, di utilizzare spazi inutilizzati come le vecchie caserme per realizzare Fonopoli, e l'architetto Valle ha dichiarato di aver ricevuto una telefonata da Virginia Raggi per proporre uno spazio per l'opera, ma tale spazio è stato ritenuto inadeguato.
Attualmente, l'opera sembra essere finita nel dimenticatoio, dopo anni di progetti, ritardi, spostamenti e speranze.
 
Altri siti che ne parlano:

Monumento ai caduti di Ostia Lido di tutte le guerre

Monumento Piazza Regina Pacis Ostia Lido

In Piazza Regina Pacis, nel Quartiere Lido di Ostia Levante, in uno dei giardini della piazza è presente un monumento che ricorda i caduti di tutte le guerre di Ostia Lido.

Targa in memoria dei caduti del Ricreatorio Borgo-Prati

Via Giordano Bruno Targa

La targa in questione si trova in Via Giordano Bruno, nel Quartiere Trionfale, e ricorda i giovani che si erano formati presso il limitrofo Ricreatorio Borgo-Prati caduti nella Prima Guerra Mondiale. La targa è stata qui posta dal suddetto Ricreatorio il 20 Settembre 1920.
Sono nello specifico ricordati i nomi dei seguenti caduti:
Rodolfo Balducci
Umberto Banci
Ferdinando Bianchedi
Ferdinando Brignardelli
Arnaldo Calcioli
Iro Casetti
Alfredo Cruciani
Umberto Fabiani 
Basilio Filacchioni
Cesare Mari
Felice Matteotti
Edoardo Mozzetti
Alfredo Palmieri
Filippo Proietti
Ezio Puca
Emilio Sgreccia
Carlo Spaziani
Achille Stazzonelli

Targa in memoria di Ettore Marchiafava

Targa Marchiafava Sant'Egidio Museo di Roma Trastevere

La targa in questione si trova all'interno del Museo di Roma in Trastevere, in Piazza Sant'Egidio, nel Rione Trastevere, e ricorda il medico Ettore Marchiafava (Roma 1837-Roma 1935). Essa fa riferimento a quando l'edificio in cui si trova fu sede, a partire dal 1918, di un sanatorio che ospitava le persone colpite da malaria, e ricorda l'impulso di Marchiafava per la creazione di tale struttura.
La targa è stata qui posta dal Comune di Roma il 23 Gennaio 1921.

Възпоменателни плочи в Райони Трастевере

 Пассеггиата дел Гианицоло

Възпоменателни плочи в Рим

Възпоменателни плочи в Райони Трастевере

Placas conmemorativas en el Rione Trastevere

Passeggiata del Gianicolo

Placas conmemorativas en Roma

Placas conmemorativas en el Rione Trastevere

Motti e parole inventati da Gabriele d'Annunzio

Altre parole, detti e proverbi

Motti e parole inventati da Gabriele d'Annunzio

Pourquoi Rome est-elle appelée "Ville éternelle"?

Rome Ville Eternelle


Dans le monde entier, Rome, notre ville, lorsqu'elle n'est pas appelée par son nom, est appelée "la Ville Éternelle". Pourquoi est-ce ainsi? Découvrons pourquoi Rome est appelée la Ville éternelle.

Ce nom alternatif pour Rome existe depuis très longtemps, entrant tellement dans le langage courant qu'aux yeux de beaucoup, la raison et l'origine de ce nom sont presque secondaires. Aussi parce que pour une ville qui, avec les Empereurs et les Papes, dans l'Antiquité comme à la Renaissance, pour l'Art ou pour la Politique, depuis sa fondation jusqu'à nos jours a toujours été protagoniste, c'est un surnom qui correspond parfaitement à l'histoire de l'Urbe.



Souvent, ceux qui veulent savoir pourquoi Rome est appelée la Ville éternelle peuvent penser à tort à un passage de l'ouvrage de Marguerite Yourcenar, Mémoires d'Hadrien. Dans cette œuvre, dans laquelle l'écrivain français imagine une longue épître de l'empereur Hadrien, à travers laquelle elle retrace la période de la Rome antique où il dirigeait lui-même l'Empire, à un certain moment la phrase suivante est prononcée:

"Altre Rome verranno, e io non so immaginarne il volto; ma avrò contribuito a formarlo...Roma vivrà, Roma non perirà che con l'ultima città degli uomini".

La frase, per quanto suggestiva e per quanto calchi la mano sull'eternità di Roma, non è la ragione che ci spiega perché Roma è detta la Città Eterna. Il romanzo della Yourcenar, infatti, risale al 1951, quando da secoli la definizione di Città Eterna per Roma era in uso.

Le poète Tibulle dans un tableau de Lawrence Alma-Tadema de 1866


Mais alors, pourquoi Rome est-elle appelée la Ville Éternelle ?

Le premier auteur à parler de Rome en ces termes vécut plusieurs siècles avant Yourcenar. Il s'agit d'Albius Tibullus, un poète élégiaque latin qui vécut entre 54 et 19 av. J.-C. Dans son deuxième livre d'élégies, dans le cinquième, le poète écrit les vers suivants :

"Romulus Aeternae nondum formaverat Urbis moenia", que l'on peut traduire en français par "Romulus n'avait pas encore élevé les murs de la Ville Éternelle".

Il s’agit actuellement de la plus ancienne preuve que Rome est définie comme la ville éternelle, et c’est donc probablement l’expression que nous recherchons si nous voulons savoir pourquoi Rome est appelée la Ville éternelle.

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Il primo flashmob di Roma alle Messaggerie Musicali

Via del Corso Messaggerie Musicali
Un'immagine del negozio Messaggerie Musicali

Il 24 Luglio 2003 a Roma, presso il negozio Messaggerie Musicali, ebbe luogo il primo flash mob organizzato di cui si abbia notizia non solo nella Capitale, ma anche in Italia e in tutta Europa. In quel periodo il fenomeno dei flash mob, grandi assembramenti improvvisi di durata molto limitata (flash indica la rapidità, mob la folla), ebbe una prima vasta diffusione. Tali iniziative possono avvenire per varie ragioni, che vanno dalla protesta alla performance artistica fino al mero divertimento.
Il primo flash mob di cui si abbia notizia si svolse nel 2002 nella metropolitana di Manhattan ed era chiamato "No pants subway": in quell'occasione i partecipanti all'iniziativa salirono sulla metropolitana di New York senza pantaloni.
Il 24 Luglio 2003, dunque, un numero di persone comprese tra le 200 e le oltre 300 (gli articoli danno numeri leggermente diversi) si dettero appuntamento presso il McDonald's allora presente in Via del Corso e da lì si diressero insieme al negozio di libri e musica Messaggerie Musicali, sito in Via del Corso 473, nel Rione Campo Marzio, dove per diversi secondi i partecipanti si riunirono in un corale applauso e quindi si recarono alle casse e ai banchi delle informazioni chiedendo libri inesistenti, talvolta insistendo con la pretesa di ordinarli, lasciando stupidi i commessi di fronte a tale quantità di insolite richieste.
Il flash mob era stato organizzato tramite alcuni siti di informazione alternativa, newsgroup e mailing list: la notizia si era diffusa nell'ambiente e le cronache riportano infatti anche la presenza di agenti di polizia in borghese per verificare che non avvenissero incidenti.
L'iniziativa romana non aveva uno scopo preciso, era una performance fine a sè stessa senza dover inviare messaggi di alcun tipo, come spesso accadeva nei primi flash mob. Probabilmente tale fenomeno è da collegarsi alle prime iniziative della diffusione sempre pù capillare di internet e ai primi slanci di socialità tra utenti.
 
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Via Dora

Quartiere Trieste Via Dora

Via Dora è una strada del Quartiere Trieste, nello specifico della zona nota come Quartiere Coppedè, compresa tra Via Tagliamento e Piazza Mincio.
La prima Via Dora venne istituita nel 1911, quando una strada con questo nome venne assegnata per una strada per la quale, tuttavia, fu preferito il nome di Via Oglio. Il quartiere in questione fu pensato con strade dedicate ai principali fiumi italiani, e il nome di Via Dora fu pensato per celebrare sia la Dora Baltea che la Dora Riparia, entrambi affluenti del Po.
Successivamente, nel 1921, il nome di Via Dora fu assegnato all'attuale strada nell'ambità della realizzazione - come si legge nella delibera - del nuovo quartiere al tempo in costruzione da parte della cooperativa La Moderna. Tale quartiere è quello noto come Coppedè, dal nome di Gino Coppedè che lo ha progettato, e cui la storia di Via Dora è strettamente legata.
La strada, infatti, rappresenta un po' l'ingresso monumentale al quartiere, passando questa sotto il suggestivo arco che collega i Palazzi degli Ambasciatori. Poco prima dell'arco è presente una statua della Madonna col Bambino.
La strada si trova nella Zona Urbanistica 2D Salario. Il CAP di Via Dora è 00198.

Madonna col Bambino in Via Dora

Madonna col Bambino Via Dora

In Via Dora, nella parte del Quartiere Trieste conosciuta come Quartiere Coppedè, è presente su un angolo del Palazzo degli Ambasciatori che si affaccia sulla strada una statua della Madonna col Bambino.

Monumento ai Caduti Giuliani e Dalmati

Giuliano Dalmata monumento ai caduti

In Via Laurentina, nella parte compresa nel Quartiere Giuliano-Dalmata, è presente un monumento composto da una pietra carsica dedicata ai caduti giuliani e dalmati. E' stato realizzato nel 1961 e sulla pietra - prelevata dai campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale - è presente uno stemma bronzeo con gli emblemi di Istria, Fiume, Trieste, Gorizia e Dalmazia.

Centro Romano della Chitarra

Scuola Chitarra Sergio Notaro

Il Centro Romano della Chitarra è stato una scuola musicale, attiva anche con concerti e altre attività culturale, con sede in Via Arenula 16, nel Rione Regola, attivo tra il 1975 e i primi anni 2000. Fondatore e principale animatore delle attività del centro fu il maestro Sergio Notaro, che ne fece un grande punto di riferimento per gli amanti della chitarra a Roma.
Il Centro svolgeva una propria stagione musicale che spesso si è svolta presso il Teatro delle Muse di Via Forlì. 
 
Altri siti che ne parlano:

Borghetto dei Cessati Spiriti

 
Via dei Cessati Spiriti case spontanee

Lungo Via dei Cessati Spiriti, nel Quartiere Appio-Latino, erano presenti tre agglomerati spontanei, che rappresentavano di fatto una prosecuzione del contiguo Borghetto Latino. La storia di questi agglomerati va dunque a disperdersi in quella del vicino borghetto e del vasto sistema di alloggi spontanei e informali sorto tra le vie Latina, Appia Nuova e Tuscolana e rimasto in piedi per decenni, in cui hanno abitato migliaia di persone.
L'origine dei borghetti lungo la Via Latina risale agli anni '30, ed è difficile fare precise distinzioni storiche tra i diversi insediamenti sorti nell'area. In quel periodo, sappiamo bene nacquero tra l'Appia Nuova, la Latina e la Tuscolana numerosi insediamenti del genere a partire dal Borghetto Latino e dal Borghetto dell'Arco di Travertino, ma ne potremmo citare diversi altri. L'area era molto favorevole a far nascere insediamenti spontanei, sia per lo spazio a disposizione che per la vicinanza del tram che collegava il centro di Roma ai Castelli Romani, in un periodo in cui la zona centrale della città era coinvolta da numerosi cambiamenti urbanistici che portarono a diversi sventramenti e in cui numerose persone da fuori si trasferirono nella Capitale, favorendo così il fenomeno degli alloggi spontanei.
 
Borghetto Latino Cessati Spiriti

 
L'indagine sugli alloggi precari a Roma realizzata dal Comune nel 1957 rileva l'esistenza di tre insediamenti in Via dei Cessati Spiriti in cui complessivamente abitavano 284 persone divise in 71 diverse abitazioni.
A partire dagli anni '60 le proteste degli abitanti che vivevano in questo tipo di alloggi si fece sempre più presente (nel 1969 alcune baracche furono date alle fiamme da alcuni abitanti esasperati), e il miglioramento delle politiche abitative unito alla nascita di movimenti volti a migliorare le condizioni dei baraccati, misti a un aumento del benessere, portarono i borghetti a spopolarsi nel corso degli anni '70. Le ultime demolizioni del sistema di borghetti intorno al Borghetto Latino risalgono al 1981.  
 
Cessati Spiriti Via Latina borghetti


Panchina in memoria di Norma Cossetto e tutte le vittime delle Foibe Istriane

Norma Cossetto Foibe Istriane Via Laurentina

In Via Laurentina, nella parte compresa nel Quartiere Giuliano-Dalmata, è presente una panchina dipinta con il tricolore italiano e sopra posta una targa che ricorda Norma Cossetto (Visinada 1920 - Antignana 1943), italiana d'Istria uccisa nell'eccidio delle Foibe.
La targa ricorda Norma cossetto e tutte le vittime delle Foibe Istriane.

Viale Oscar Sinigaglia

Giuliano Dalmata Viale Sinigaglia

Viale Oscar Sinigaglia è una strada del Quartiere Giuliano-Dalmata compresa tra Via Laurentina e Piazza Giuliani e Dalmati. L'origine della strada risale al 1957, in anni in cui quello che era noto come Villaggio Giuliano - Dalmata, l'ex villaggio per gli operai dell'E42 dove numerosi profughi Giuliani e Dalmati trovarono rifugio dopo l'annessione delle loro terre da parte della Jugoslavia e il loro succcessivo esodo, si era ormai trasformato in un vero e proprio quartiere e continuava a consolidarsi.
In quest'ottica, le strade della nuova zona presero i nomi di persone legate alla storia dell'Istria, della Venezia Giulia, di Fiume e della Dalmazia: questa strada venne in origine chiamata Viale dei Giuliani, in onore proprio degli abitanti di tale regione.
Nel 1962, tuttavia, una specifica delibera del Comune sancì il cambiamento di nome di questa strada, che venne dedicata a Oscar Sinigaglia (Roma 1877 - Roma 1953), ingegnere e industriale italiano di religione ebraica, estromesso dalla vita pubblica in seguito alle leggi razziali che, al termine della guerra, insieme alla moglie triestina Marcella Meyer, creò l'Opera per l'Assistenza di Profughi Giuliani e Dalmati, sostenendoli in seguito al loro esodo. Il Comune di Roma aveva già deciso nel 1958 di dedicare una strada a Sinigaglia e nel 1962, dunque, attuò tale decisione, avvenuta in deroga alle disposizioni che prevedono di attendere almeno 10 anni dalla morte di una persona prima della dedica di una strada con il nulla osta ad hoc del Ministero dell'Interno. Con l'occasione venne anche istituita Piazza Giuliani e Dalmati, nello spiazzo creatosi lungo quello che era il Viale dei Giuliani.
In Viale Oscar Sinigaglia è presente un'Edicola Sacra raffigurante la Madonna col Bambino.