Il 16 Novembre 1919 gli Italiani furono chiamati a votare per eleggere i 508 membri della Camera dei Deputati. Furono elezioni molto importanti, perché le Prime dopo la Prima Guerra Mondiale e svolte in piena apertura del periodo noto come Biennio Rosso, perfettamente inserite in quel lasso di tempo breve ma particolarmente importante posto tra la fine della Prima Guerra Mondiale e l'inizio del Fascismo. Furono inoltre le prime elezioni in cui si votò con un sistema elettorale proporzionale e le seconde che videro il suffragio universale maschile tra maggiorenni (all'epoca la maggiore età iniziava a 21 anni), cui vennero aggiunti i minori che avevano combattuto la guerra (è bene ricordare che dopo la rotta di Caporetto l'Italia chiamò alle armi i Ragazzi del '99, che in seguito a quella battaglia del 1917 avevano 18 anni, qualcuno nemmeno compiuti). Furono inoltre le prime elezioni che videro una partecipazione diretta del mondo Cattolico che non aveva più singoli referenti nel mondo della maggioranza liberale ma un partito di riferimento, il Partito Popolare Italiano fondato nel Gennaio 1919 da Don Luigi Sturzo. Questa situazione portò a risultati ben differenti da quelli precedenti al conflitto, che fino a quel momento avevano visto un netto predominio delle maggioranze liberali, spesso gestite con grande esperienza da Giovanni Giolitti. Poco prima del voto, inoltre, aveva tenuto banco il dibattito sull'inadeguatezza dei territori ottenuti dall'Italia in seguito alla guerra, cui non era stata riconosciuta nella conferenza di Pace tenuta a Parigi la sovranità sulla Dalmazia e che cercava di ottenere Fiume, dando luogo alla locuzione, coniata da d'Annunzio, di "Vittoria mutilata". Lo stesso d'Annunzio a settembre era entrato nella città sulla costa adriatica, in quella nota come Impresa di Fiume.
Al momento del voto il Presidente del Consiglio era Francesco Saverio Nitti, sostenuto da una variegata maggioranza composta da liberali, radicali, popolari e socialisti riformisti, che sarebbe rimasto in carica anche dopo il voto.
A livello nazionale, il Partito Socialista Italiano ottenne oltre il 32% dei voti divenendo il partito più votato, seguito dal Partito Popolare al 20,5 e le liste di liberali, radicali e democratici di poco sotto al 16. Si presentarono in tutto oltre 200 liste, molte delle quali raggruppate in alcuni schieramenti più ampi e che, anche se alleate, potevano essere presenti nella stessa circoscrizione. Furono in tutto 12 gli schieramenti, che potevano andare da un'unica denominazione (come nel caso dei Socialisti, dei Popolari e dei Repubblicani) fino a raggruppamenti più complessi. Solo Socialisti e Popolari furono presenti in tutte e 51 le circoscrizioni.
Le elezioni rappresentarono la prima prestazione elettorale dei Fasci Italiani di Combattimento, formazione appena fondata da Benito Mussolini, che prese parte con la propria lista nella formazione del Partito dei Combattenti. La formazione fu presente esclusivamente nella Circoscrizione di Milano, ottenendo appena 4.657 voti pari allo 0,08%, una prestazione che deluse profondamente le loro aspettative e non portò ad alcun eletto, nemmeno lo stesso Mussolini. A sostenere la lista dei Fasci c'era anche il Partito Politico Futurista di Filippo Tommaso Marinetti.
Nel Collegio di Roma (il cui territorio corrispondeva ai confini dell'epoca della Provincia di Roma, ovvero l'odierna provincia, quella di Viterbo e parte delle attuali Provincie di Latina e Frosinone) furono presenti in tutto cinque schieramenti, e anche a Roma, seppur con un risultato diverso da quello nazionale, emersero le stesse istanze che si possono rilevare nei risultati elettorali del resto d'Italia: i Popolari divenuti riferimento dell'elettorato Cattolico, i Socialisti che catalizzano il voto delle classi sociali più basse divenuto un blocco sociale ed elettorale, le istanze dei reduci della Prima Guerra Mondiale tornati dal fronte alla loro vita quotidiana, segnati, talvolta rimasti invalidi di guerra, talvolta privati di un adeguato riconoscimenti e frustrati dalla cosiddetta "vittoria mutilata".
A Roma il primo partito fu il Partito Popolare Italiano con oltre il 26% dei consensi, seguito a stretto giro dai socialisti e i liberali, entrambi sopra il 24%. A seguire i risultati completi nel Collegio di Roma:
Partito Popolare Italiano 26,22%
Partito Socialista Ufficiale 24,67%
Liberale Democratico 24,49%
Liberale Nazionalista 12,66%
Fascio Repubblicano-Socialista-Combattenti 11,95%
A seguire, gli eletti dei diversi partiti:
Partito Popolare Italiano, 4 eletti:
Egilberto Martire
Francesco Boncompagni Ludovisi
Filippo Meda
Amanto Di Fausto
Partito Socialista Ufficiale, 4 eletti:
Giulio Volpi
Giuvanni Monici
Alceste Della Seta
Domenico Marzi
Liberale Democratico, 4 eletti:
Alfredo Baccelli
Vincenzo Carboni
Giorgio Guglielmi
Raffaele Zegretti
Liberale Nazionalista, 2 eletti:
Luigi Federzoni
Gioacchino Mecheri
Fascio Repubblicano-Socialista-Combattenti, 1 eletto:
Attilio Susi
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