Cagoia (o Cagoja) è un termine con cui Gabriele d'Annunzio soprannominò al tempo dell'Impresa di Fiume, nel 1919, l'allora Presidente del Consiglio dei Ministri Francesco Saverio Nitti. Il termine in dialetto Giuliano significa "lumaca", "chiocciola", nel caso specifico "lumaca senza guscio", e d'Annunzio, storicamente abile nel coniare nuove parole e nell'attribuire epiteti, la affibbiò a Nitti nell'ambito dello scontro tra il Vate e il Primo Ministro rispetto all'impresa fiumana.
D'Annunzio occupò Fiume, allora territorio conteso tra Italia e Jugoslavia, creando la Reggenza Italiana del Carnaro. Ne nacque una crisi di governo che portò alle dimissioni da Presidente del Consiglio Vittorio Emanuele Orlando, che anche per questo venne tacciato di essere responsabile della "vittoria mutilata" (altra espressione d'annunziana) che venne sostituito quindi da Nitti. Quest'ultimo condannò l'impresa fiumana, definendola la "follia di un vanesio" e condannando chi ne aveva preso parte.
In risposta, d'Annunzio rispose a Nitti usando per lui il termine "Cagoja" con cui avrebbe poi continuato a chiamarlo in tutti i suoi discorsi nel periodo fiumano. Il soprannome ebbe successo, tanto che molti nazionalisti in quel periodo chiamarono Nitti allo stesso modo.
Il termine giuliano si dice nasca dal cognome di un cittadino triestino rivoltoso che, finito di fronte alle autorità, mostrò un carattere totalmente opposto, divenendo così sinonimo di lumaca inteso come essere privo di spina dorsale.
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