Un misterioso errore dietro il nome di Via Leopoldo Ruspoli?

 
Via Leopoldo Ruspoli sindaco di Roma targa

Via Leopoldo Ruspoli è il nome di una strada del Quartiere Portuense istituita nel 1955 in una zona la cui toponomastica è dedicata a "sindaci e amministratori" di Roma. Nella delibera in cui questa strada viene istituita, appunto nel 1955, si legge infatti accanto al nome di Leopoldo Ruspoli la qualifica di "Sindaco di Roma", la stessa che oggi ancora compare sul sito ufficiale della toponomastica del Comune di Roma. Tuttavia, basta guardare qualsiasi elenco dei sindaci di Roma per sapere che mai la Capitale ha avuto un primo cittadino con questo nome.
Questo elemento, un evidente errore che non era passato inosservato, ha attirato la nostra attenzione, e una segnalazione del nostro lettore Davide Riparbelli, col quale abbiamo unito le forze per provare a capire qualcosa in più sulle possibili ragioni di questo errore e la mancata correzione nello schedario ufficiale toponomastico, ci hanno portato ad attivarci.
Partiamo dall'inizio. Le origini di Via Leopoldo Ruspoli, come abbiamo detto, risalgono al 1955: nei primi anni '50 iniziò la realizzazione di questa parte del Quartiere Portuense, a sud dell'area di Vigna Jacobini, all'epoca urbanizzata soprattutto a ridosso della Via Portuense, e si decise di dare a queste strade i nomi di "sindaci e amministratori di Roma", come chiaramente risulta nello schedario del sistema informativo toponomastica del Comune. In questo contesto, nel 1955 la strada viene dedicata a "Leopoldo Ruspoli", indicato chiaramente sia nella delibera numero 360 dell'8 Marzo 1955 che nello schedario della toponomastica del Comune di Roma come "Sindaco di Roma", dicitura che compare anche in una targa stradale marmorea posta nella suddetta strada (in alcune, tuttavia, è riportato solo il nome senza didascalia). Ma, come abbiamo detto, non è mai esistito alcun sindaco chiamato Leopoldo Ruspoli. C'è chiaramente un errore, ma quale?
Le possibilità a questo punto sembrano essere principalmente due. O è stata dedicata la strada a un sindaco sbagliandone il nome, o è stata dedicata a un amministratore locale sbagliandone la carica. Partiamo da un presupposto: un sindaco "Ruspoli" è esistito, ma non si chiamava Leopoldo, bensì Emanuele, che fu sindaco prima tra il 1877 e il 1880 e poi tra il 1892 e il 1899. Nel 1955, quando Via Leopoldo Ruspoli venne istituita, Emanuele Ruspoli non aveva ancora alcuna strada dedicata. Il nostro lettore di cui sopra, lo studioso Davide Riparbelli, ha approfondito i nomi dei Consiglieri Comunali, usando come fonte anche il libro "Biografie dei Consiglieri comunali di Roma dal 1870", testo opera di Riccardo Fait del 1877 che racconta il Consiglio comunale nei primi anni successivi all'annessione di Roma al neonato Regno d'Italia, ma non risulta alcun Leopoldo Ruspoli. Nella storia dell'amministrazione comunale, oltre ovviamente a Emanuele Ruspoli, della nobile famiglia romana risulta essere stato attivo nell'ambito dell'amministrazione locale anche Augusto Ruspoli, tra gli animatori del Circolo Cavour intorno al 1870, ma comunque non si tratta di un Leopoldo. L'unico Leopoldo Ruspoli di cui si ha notizia vissuto nel periodo successivo all'istituzione dell'amministrazione comunale di Roma nell'Italia unitaria è stato il Leopoldo Ruspoli figlio di Sigismondo, del ramo dei Principi di Cerveteri, nato a Roma nel 1847 e morto a Genazzano nel 1932, che fu Luogotenente della Guardia Nobile. Un fatto che può apparentemente risultare insolito, trattandosi di un corpo che, immediatamente dopo l'annessione di Roma al Regno d'Italia, risultava appannaggio della "nobiltà nera", come era nota la nobiltà rimasta più vicina al Papa, mentre i Ruspoli con una serie di figure, Emanuele in primis, avevano aderito pienamente alla vita del nuovo stato. Su questo Leopoldo Ruspoli si hanno poche informazioni, ma non risulta abbia avuto ruoli nell'amministrazione comunale e, per questa ragione, non si spiegherebbe l'inserimento tra le strade del gruppo toponomastico di sindaci e amministratori di Roma, peraltro con una delle principali strade della zona. Si ha notizia poi di un altro Leopoldo Ruspoli, nato nel 1791 e deceduto nel 1817, ma parlandosi del periodo preunitario non può aver a che fare con il gruppo toponomastico della zona.
A questo punto, si propende per l'errore nel nome del sindaco: è verosimile immaginare che nel 1955 il Comune di Roma avesse inteso dedicare la strada, che ribadiamo risultare una delle più in vista della zona, a Emanuele Ruspoli, figura di spicco dell'amministrazione comunale della Roma di fine '800 che fu sindaco per ben 10 anni, ma abbia commesso un errore. La ragione? Possiamo solo supporla, ma certo la vicinanza temporale con il sindaco Leopoldo Torlonia può far propendere per una confusione che abbia generato una crasi, ma questa è una mera supposizione.
 
Via Leopoldo Ruspoli targa senza didascalia

La morale è che, chiunque abbia trascritto male il nome, quale che sia la ragione, tale nome, "Leopoldo Ruspoli", qualificato come "Sindaco di Roma", è finito su una delibera sulla denominazione di nuove strade, delibera regolarmente approvata ed entrata in vigore, dando ufficialmente alla nuova strada il nome di "Via Leopoldo Ruspoli". Ovviamente, gli errori capitano e non vanno criminalizzati: la toponomastica è gestita da esseri umani e come tali possiamo commettere degli errori. Si pensi al curioso caso di Via Antonio Fibonacci, esistita nel Rione Monti tra il 1956 e il 1996, quando venne soppressa dopo che fu certificato che un personaggio con tale nome non era mai esistito ed era stato confuso con Leonardo Fibonacci, cui - fatto che rende la vicenda ancora più curiosa - erano dedicate non una, ma due strade di Roma (sono entrambe esistenti e una lo come Leonardo Pisano), vicenda che era molto cara allo studioso di cose romane Willy Pocino. E attenzione, perché anche la didascalia dello schedario ufficiale, quella eventualmente riportata nelle targhe delle strade, può cambiare con una delibera, come dimostra il caso di Via delle Botteghe Oscure, che nel 1986 vede la sua didascalia ufficiale cambiare con apposita delibera da "Dalle botteghe artigiane che ivi esistevano ricavate nelle arcuazioni che sostenevano il Circo Flaminio" a "Dagli archi semisepolti del Teatro e della Crypta di Balbo", in seguito alla nuova interpretazione successiva a ricerche archeologiche.
Quindi, per quanto l'errore almeno nella didascalia sia palese (e non siamo noi adesso ad accorgercene: per intenderci, nel libro "La grande guida alle strade di Roma" di Claudio Rendina e Donatella Paradisi del 2003 è scritto apertamente), nessuno ha posto rimedio. E qui subentra un'altra supposizione. Nel 1958, infatti, viene istituito Largo Emanuele Ruspoli, dedicato appunto al sindaco che abbiamo più volte citato in questa disquisizione e che potrebbe essere stato colui cui si sarebbe voluta originariamente dedicare Via Leopoldo Ruspoli. Si tratta dell'unica strada del gruppo dei sindaci e degli amministratori locali al Portuense a essere un "largo", e se andiamo a vedere questo luogo, occupato principalmente da un giardino situato alla confluenza tra Via Leopoldo Ruspoli e Via Giorgio Pallavicino, dà l'idea di un'area stradale che poteva tranquillamente far parte di quest'ultima strada. In una zona in cui non sono stati istituiti altri "larghi", viene da pensare sia stata una scelta quasi improvvisata, per dedicare una strada a qualche figura che era rimasta fuori dall'assegnazione dei nomi alle aree stradali fino a quel momento realizzate e in progetto. Viene quasi da pensare che sia stata messa, appunto, una rapida toppa per dedicare una strada a Emanuele Ruspoli in seguito all'errore di tre anni prima, e che cambiare il nome di Via Leopoldo Ruspoli fosse ormai troppo complicato, ma siamo ancora nell'ambito delle supposizioni.
Dunque, se così fosse, sarebbe comprensibile aver scelto di mantenere il nome di "Via Leopoldo Ruspoli", sia per evitare i disguidi legati al cambio di nome di una strada così lunga, sia perché di figure con questo nome, seppur né sindaci né amministratori, sono state due, di cui vi sono poche notizie biografiche ma fino a prova contraria è ragionevole pensare che nulla ostacoli il dedicare almeno a uno dei due una strada. Ma, se così fosse, è possibile che a quasi 70 anni dall'istituzione di Via Leopoldo Ruspoli, nessuno abbia mai pensato di correggere l'errore marchiano della didascalia "Sindaco di Roma", presente sia nello schedario ufficiale che in una targa marmorea?
Ora, vicini ai 70 anni dall'istituzione di questa strada, una delle principali di quell'area del Portuense, ha poco senso pensare di cambiarne il nome, ormai pienamente radicato nella zona nonché indirizzo di residenza di numerose persone. Ma oltre a questo, ripediamo che fino a prova contraria non c'è ragione di pensare che almeno uno dei due Leopoldo Ruspoli esistiti sia degno di una strada, poco importa se non abbiano a che vedere con il gruppo toponomastico delle strade limitrofe. I gruppi toponomastici sono dei punti di partenza, ma la città è qualcosa che si sviluppa in modo fluido, così come i gruppi di nomi delle sue strade, e gli esempi sarebbero innumerevoli. Certo è che la didascalia ufficiale, riportata anche in una targa marmorea, andrebbe corretta: come dimostra il caso di Via delle Botteghe Oscure, tra gli altri, è qualcosa che si potrebbe fare tranquillamente. Anzi, si dovrebbe, perché si tratta di un errore: non è certo la massima urgenza tra i problemi di Roma, è vero, ma è qualcosa che non costa troppe difficoltà e andrebbe fatto. Chissà che l'attuale amministrazione, con un Sindaco che di professione fa il professore universitario di Storia contemporanea, non trovi questa sensibilità, a ormai quasi 70 anni dall'istituzione di questa strada.

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