Villino Tannenbaum

 
Via di Villa Pepoli Villino Tannenbaum

Il Villino Tannenbaum si trova in Via di Villa Pepoli, nel Rione San Saba. Le origini di questo villino vanno ricercate in primis nel singolare contesto di Via di Villa Pepoli, strada sorta di fatto nel 1927 sull'area della preesistente villa da cui prende il nome e in cui, dopo una lottizzazione, sono sorti soprattutto negli anni '30 una serie di villini e palazzine signorili di particolare pregio.
Tale villino rappresenta l'unica opera realizzata a Roma dall'architetto tedesco Konrad Wachsmann, e venne edificato il primis per il mercante d'arte tedesco Felix Tannenbaum tra il 1934 e il 1935. Per quanto l'edificio sia più simile a una palazzina che a un villino sotto molti aspetti, esso è conosciuto con il nome di villino nella bibliografia italiana. Curiosamente, nella bibliografia tedesca, è noto come Ferienhaus T & S, dove la T sta per Tannenbaum.
L'edificio rappresenta un raririssimo esempio di architettura strettamente legata al Bauhaus a Roma: con strettamente legata non facciamo riferimento all'indubbia ispirazione che il movimento ha dato ad architetture in tutto il mondo, ma al fatto che Wachsmann viene direttamente dal contesto della Germania a cavallo degli anni '20 e '30.
 
Wachsmann Villino Tannenbaum Villa Pepoli
Il lato del villino su Viale Guido Baccelli

Il villino è caratterizzato da linee estremamente semplici sul fronte d'ingresso in Via di Villa Pepoli, mentre su quello che affaccia su Viale Guido Baccelli è caratterizzato da una terrazza porticata all'ultimo piano. L'edificio si sviluppa su tre piani più seminterrato, cui si aggiunge l'appartamento del custode addossato al muro d'ingresso: una caratteristica estremamente simile alla Palazzina Rea, opera dello stesso periodo realizzata da Mario Ridolfi e Wolfgang Frankl.
Negli anni immediatamente successivi alla costruzione, il Villino Tannenbaum è abitato, oltre che da Felix Tannenbaum, da altre importanti personalità della scena culturale dell'epoca come l'editore Alessandro Salomone, lo scrittore Curzio Malaparte e il pittore Roberto Fasola.

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