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Villa Almagià


Villa Almagià era una villa oggi non più esistente, situata in Lungotevere Arnaldo da Brescia, nel Quartiere Flaminio

Edoardo Almagià in un ritratto di Antonio Mancini

Fu progettata da Giulio Magni per Edoardo Almagià, costruttore di infrastrutture di ingegneria edile, nel 1910, occupava metà dell'isolato posto tra Lungotevere Arnaldo da Brescia, Via degli Scialoja, Via Pisanelli e Via Pasquale Stanislao Mancini.
La villa si sviluppava su due piani, era in stile neorinascimentale, interamente rivestita la bugnato liscio. Le finestre erano architravate e inquadrate da colonnine corinzie. Su Via Pisanelli erano poste le scuderie-garage.


La facciata sul Lungotevere era caratterizzata da due grandi avancorpi laterali, con due logge doriche poste a piano terra e due balconi superiori. Il corpo centrale era decorato da un bel fregio in stucco, con putti, festoni e cartigli.


La facciata interna verso il giardino era più imponente, ritmata da due piccolissimi avancorpi, con base leggermente concava, decorati da un fregio centrale. 
Il portico di ingresso aveva nella base dell'arcata centrale una concavità di gusto floreale.


Anche la cancellata aveva le basi dei pilastri leggermente ricurve di gusto Liberty.
Gli interni, ricchissimi, erano occupati da un grande scalone centrale sormontato da un lucernario.


Un fatto importante che riguarda la villa fu il rapimento di Giacomo Matteotti che avvenne proprio davanti all'edificio il 10 giugno 1924.
Nel 1961, complice il regolamento edilizio, fu demolita per costruirvi tre grandi palazzine appartenenti alla Toro Assicurazioni e, posteriormente, una palazzina progettata da Bruno Zevi.


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