Via Piemonte


Via Piemonte è una strada che conduce da Via Giosuè Carducci a Corso d'Italia, nei Rioni Sallustiano e Ludovisi.
La via venne realizzata nel 1886 nell'ambito della lottizzazione del Quartiere Ludovisi, ad opera della Società Generale Immobiliare, il nome le venne assengato nel 1887.

Via Piemonte nel 1887 con un solo palazzo presente

La prima parte della strada fu realizzata in trincea rispetto al livello del terreno, l'unico edificio esistente sulla strada era il casino di Villa Spithover, che verrà demolito nel 1909.

Via Piemonte nel 1908, il casino di Villa Spithover

L'edificazione dei lotti non venne effettuata a causa della crisi edilizia del 1887, per cui l'unico edificio costruito fu il palazzo ad angolo con Via Boncompagni.

Il Villino Corbi a sinistra, e il Villino Casati Stampa a destra

Ai primi del Novecento vennero dunque realizzati lussuosi villini per l'aristocrazia e l'alta borghesia. Il Villino Corbi, ad angolo con Via Sallustiana, lo splendido Villino Spierer e il Villino Pignatelli, dall'altro lato il Villino Casati Stampa, il Villino Berti e il Villino Rasponi.

Il Villino Spierer, uno dei più bei villini di Roma

Oltre Via Boncompagni il lato destro è occupato da palazzi, mentre quello sinistro dai Villini Almerici e Ferrari, mentre verso Via Campania si trova il grande complesso conventuale della Curia Generalizia dei Frati Cappuccini, costruito nel 1910. 


Nel 1910 venne consacrata la grande Basilica di San Camillo de Lellis, progettata da Tullio Passarelli.

Via Boncompagni


Via Boncompagni è una strada compresa tra Via Vittorio Veneto a Via Lucania, è situata nel Rione Ludovisi al confine col Rione Sallustiano. 
La strada venne tracciata come via principale del nuovo Quartiere Ludovisi, realizzato con la lottizzazione dell'omonima villa, ad opera della Società Generale Immobiliare, per conto dei Principi Rodolfo e Ignazio Boncompagni Ludovisi, a partire dal 1886.

Via Boncompagni nel 1888

La via sorse lungo il limite meridionale della villa, e venne tracciata nel 1886.
I primi edifici costruiti, nel 1887, furono grandi palazzi posti tra Via Puglie e Via Lucania, la Casa Generalizia dei Frati Cappuccini e il Villino Folchi, ad angolo con Via Marche. 

Il Villino Folchi

Poi arrivò la crisi edilizia che bloccò temporaneamente ogni edificazione.
Nel 1890 Gaetano Koch costruì due villini lungo la strada, nel tratto residuo di Villa Ludovisi rimasto ai Boncompagni Ludovisi.

Il Villino Boncompagni Ludovisi ad angolo con Via Quintino Sella

Il versante della strada che si affaccia sul Rione Sallustiano venne edificato ai primi del Novecento a villini: il Piaggio, il Rattazzi e il Pignatelli, tra Via Lucullo e Via Piemonte, il Villino Rasponi ad angolo con Via Piemonte, il Villino Boncompagni Ludovisi, ad angolo con Via Quintino Sella, e il Villino Levi ad angolo con Via Nerva.

La facciata dell'Hotel Excelsior

Il 1906 fu inaugurato, ad angolo con Via Veneto, l'Hotel Excelsior, uno dei più lussuosi della Capitale.
Nel 1908 Aristide Leonori progettò la Chiesa di San Patrizio per il Collegio degli Agostiniani Irlandesi. 
Il 1972 venne aperto in Via Boncompagni n. 11 il locale Jackie O' ancora oggi uno dei più importanti ritrovi della vita notturna chic di Roma. Lungo la strada oggi sono presenti molti alberghi di lusso.


San Giorgio (Georgskirche)

Chiesa San Giorgio Vienna Quartiere Greco

La Chiesa di San Giorgio, nota in lingua tedesca come Georgskirche, si trova a Vienna, in Griechengasse, nella Innere Stadt, ed è una Chiesa Cristiana Greco-Ortodossa che fa riferimento al Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli. Si trova nello specifico in quello che è noto come Griechenviertel (Quartiere Greco), in cui dalla fine del XVII Secolo si stabilirono numerosi mercanti greci.
E' proprio in questo contesto che nacque la Chiesa Greco-Ortodossa di San Giorgio, sorta originariamente all'interno della casa della famiglia fanariota dei Mavrokordatos nel 1709. Nel 1723 un decreto imperiale permise la costruzione di una Chiesa, ma soltanto nel 1802 venne acquistata la locanda "Kuss den kleinen Pfenning", che venne quindi smantellata e, nel 1806, sostituita con la nuova Chiesa di San Giorgio progettata dall'architetto Franz Wipplinger.
La Chiesa di San Giorgio divenne così la principale Chiesa del Quartiere Greco di Vienna rivolta ai greci sudditi dell'Impero Ottomano presenti nella capitale austriaca, mentre la vicina Chiesa Greco-Ortodossa della Santissima Trinità era rivolta ai greci sudditi dell'Impero Asburgico.
Nel 1898 la Chiesa fu restaurata grazie a numerose donazioni, tra cui quelle di alcuni imprenditori di origine greca come Nikolaus Dumba, capo della comunità greca di Vienna, e Simon von Sina, ma anche dello Zar Nicola I di Russia. In questi lavori di restauro viene costruito il campanile, opera dell'architetto Ludwig Tischler e del capomastro Johann Sturany.
La facciata dell'edificio, oggi non più adibita a ingresso della Chiesa, è quella che affaccia sulla Hafnersteig ed è modellata sulla base di un tempio greco classico con un rilievo nel timpano raffigurante San Giorgio, Santo titolare della Chiesa, che uccide il drago, opera dello scultore Franz Vogl. Sulla parte sinistra della facciata si erge invece il campanile, di forma cilindrica, sormontato da una cupola in rame. L'ingresso si presenta a navata unica, preceduta da una piccola anticamera. All'interno, sopra l'ingresso principale è raffigurata la Madonna col Bambino, mentre sopra l'iconostasi un Cristo Pantocratore, e sul soffitto, a forma di cupola, sono raffigurati i quattro Evangelisti sui pennacchi. Sono inoltre presenti alcuni dipinti, realizzati da Kostantinos Parthenis intorno al 1907, raffiguranti San Paolo ad Atene, San Sergio, la Natività, San Nicola e i Santi Costantino ed Elena.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale la preziosa ed elaborata vetrata venne danneggiata e in parte ricostruita. L'ingresso su Hafnersteig è oggi adibito a locale in affitto, e l'ingresso della Chiesa è posizionato su un lato della struttura lungo Griechengasse. A fianco della porta d'ingresso è presente una targa in memoria di Rhigas Velestinlis-Pheraios.

Cinema Moderno, The Space Cinema Moderno


Il Cinema Moderno, oggi The Space Cinema Moderno, è un cinema situato in Piazza della Repubblica nn. 43 45, nel Rione Castro Pretorio.
Venne inaugurato il 20 gennaio 1904, con il nome di Cinematografo Moderno, ne era ideatore e proprietario l'imprenditore Filoteo Alberini, fondatore della Casa cinematografica Alberini & Santoni, poi divenuta Cines.

Filoteo Alberini

Il locale era costituito in origine da tre sale: quella al centro costituiva l'ingresso, quella a sinistra era la sala d'aspetto e a destra c'era la sala di proiezione. La sala era lunga 20 metri e larga 6 metri, i posti erano 180, in una piccola zona anteriore erano presenti 20 poltroncine di prima categoria, la decorazione era molto semplice: alle pareti vi erano quadri dello scienziato Italiano della Porta, dei Francesi Daguerre e Niepce, dell'Americano Edison.
Il successo del locale fu enorme, veniva aperto al pubblico dalle due del pomeriggio fino a mezzanotte, gli spettacoli erano costituiti da pellicole drammatiche o fantastiche, da un documentario e da una scena comica, la durata di circa trenta minuti nel complesso, in complesso venivano effettuate almeno 20 rappresentazioni al giorno.
Il pubblico accoreva entusiasta e spesso c'erano lunghe file per entrare nel locale.


Nel 1906 Alberini decise la costruzione di una seconda sala di proiezione, iniziò dunque ad acquistare i locali situati accanto al cinema, la nuova sala fu inaugurata il 18 dicembre 1907. Questa sala venne ribattezzata Moderno, mentre quella originale Modernetta.


La sala era lunga 25 metri, larga ed alta 9 metri, ospitava 300 persone, ai lati vi erano dieci porte decorate dal Boggio, intorno al soffitto era presente un fregio floreale, sulla volta era stato dipinto dai pittori Enrico Guazzoni e Federico Ballster l'affresco "Il trionfo della Luce".

I Quattro Continenti nell'affresco

Nella pittura le allegorie dei Quattro Continenti, America, Africa, Europa ed Asia rendono omaggio alla Luce, che, quasi come una nuova aurora, è trainata da quattro cavalli al galoppo.

La Luce

Negli anni Settanta i due cinema divennero sale a luci rosse e poi chiusero definitivamente.
Soltanto nel 1999 il cinema venne ristrutturato come multisala, con 5 sale, ad opera della Warner Village Cinemas. In tale occasione venne riscoperto e restaurato l'affresco della sala n. 4, coperto da controsoffitti realizzati negli anni Trenta del Novecento.







Via del Fornetto

Via del Fornetto arco

Via del Fornetto è una strada del Quartiere Gianicolense, compresa tra Via Portuense e Via Quirino Majorana e che attraversa la zona nota come Nuovo Trastevere. La strada sorge in una località nota come "Fornetto", verosimilmente per la presenza di un forno in passato, quando questa zona era campagna. La strada venne formalmente istituita nel 1921, quando il Comune decise di assegnare un nome alla strada senza uscita che iniziava in Via Portuense, quasi di fronte alla "Scuola comunale del Fornetto", e le venne dunque dato il nome della località.
All'epoca la zona aveva ancora elementi fortemente agresti, per quanto lì passava già la ferrovia e a quell'altezza della portuense erano presenti alcuni stabilimenti industriali, tipologia che caratterizzava la vicina riva del Tevere. Proprio la ferrovia, attraverso due archi che le permettono di passare sulla via, forniscono alla strada un caratteristico accesso dalla Portuense.
 
Via del Fornetto Portuense vecchia mappa

Per anni, la strada come la località sono state legate soprattutto alla vicinanza con la ferrovia e con la raffineria Purfina, ma la chiusura e lo smantellamento di quest'ultima hanno portato a rivoluzionare la zona con la nascita del quartiere residenziale di Nuovo Trastevere. Proprio la nascita di questa nuova realtà urbana ha cambiato dalla fine degli anni '60 anche la storia di Via del Fornetto, divenuta il principale accesso al quartiere dalla Portuense.
Un ulteriore possibile (e più che auspicabile) sviluppo futuro della strada, attualmente in progetto, è legata alla creazione di un accesso alla vicina Stazione Trastevere lungo Via del Fornetto, che permetterebbe ai residenti del quartiere di raggiungere lo scalo ferroviario, utile anche per gli spostamenti all'interno della città, senza dover fare un giro lungo al punto da rischiare di scoraggiarli.

Le opere di Gilberto Valle a Roma

A seguire un elenco delle opere realizzate o presenti a Roma dall'architetto Gilberto Valle:
 
Palazzina in Via Panama (1970-1973), Via Panama

Gilberto Valle

Gilberto Valle è un architetto italiano.
 

Le opere di Tommaso Valle a Roma

A seguire un elenco delle opere realizzate o presenti a Roma dall'architetto Tommaso Valle:
 
Palazzina in Via Panama (1970-1973), Via Panama

Tommaso Valle

Tommaso Valle è un architetto italiano.

Le opere di Riccardo Morandi a Roma

A seguire un elenco delle opere realizzate o presenti a Roma dall'architetto Riccardo Morandi:

- Due palazzine in Via delle Terme Deciane (1941), Via delle Terme Deciane

Riccardo Morandi

Riccardo Morandi (Roma 1902 - Roma 1989) è stato un ingegnere italiano.
 

Le opere di Venturino Ventura a Roma

A seguire un elenco delle opere realizzate o presenti a Roma dall'architetto Venturino Ventura:

Due palazzine in Via Misurina (1982), Via Misurina

Venturino Ventura

Venturino Ventura (Firenze 1910 - Roma 1991) è stato un architetto italiano.
 

Le opere di Ugo Luccichenti a Roma

A seguire un elenco delle opere realizzate o presenti a Roma dall'architetto Ugo Luccichenti:

- Due palazzine in Via Proba Petronia (1960), Via Proba Petronia

Ugo Luccichenti

Ugo Luccichenti (Isola del Liri 1899 - Roma 1976) è stato un architetto e ingegnere italiano.
 

Negozio Jesurum


Il negozio Jesurum & C. era situato in Piazza di Spagna ad angolo Piazza Mignanelli nel Rione Campo Marzio.
Venne aperto nel 1899 dall'imprenditore Veneziano Michelangelo Jesurum, nel pianterreno dell'Albergo dell'Europa, che aveva avviato la produzione di merletti a Venezia.


Il negozio di Roma esponeva merletti, pizzi, ricami, stoffe. 
Le vetrine vennero ristrutturate ai primi del Novecento dall'architetto Giovanni Battista Milani, che le disegnò in forma neobarocca.
Nel 1923 l'American Express comprò l'intero edificio e insediò al pian terreno una filiale.

Via Jacopo Belgrado

Nuovo Trastevere Via Jacopo Belgrado

Via Jacopo Belgrado è una strada del Quartiere Gianicolense, situata nell'area nota come Nuovo Trastevere, compresa tra Via Giovanni Caselli e Via del Fornetto. Le sue origini risalgono al 1970, quando dopo la dismissione della raffineria Purfina questa zona venne urbanizzata e le sue strade vennero dedicate a matematici e fisici. Questa, nello specifico, venne dedicata a Jacopo Belgrado (Udine 1704-Udine 1789), Gesuita che fu matematico, fisico e astronomo.

Via Colle Rosato

 
Targa Via Colle Rosato Fornetto

Via Colle Rosato è una strada del Quartiere Gianicolense, che da Via dei Prati di Quinzio arriva alla campagna. L'origine della strada risale al 1937, quando venne istituita insieme alla vicina Via dei Prati di Quinzio nell'ambito dell'organizzazione toponomastica della zona del Fornetto, e prese il nome di Via Colle Rosato in riferimento al nome di una vicina località scomparsa al tempo di Papa Urbano VIII Barberini per la costruzione dei bastioni del Gianicolo.
La zona del Fornetto, negli anni, ha subito numerose modifiche urbanistiche prima con la costruzione della raffineria Purfina e poi, in seguito alla dismissione di quest'ultima, con la realizzazione del quartiere Nuovo Trastevere.

Palazzi Ronchetti Stradella


I palazzi Ronchetti Stradella erano due edifici, di cui oggi ne rimane uno soltanto, situati in Via Appia Nuova n. 41 e n. 59 nel Quartiere Tuscolano.
Erano le prime costruzioni realizzate nel quartiere ed i più pregevoli esteticamente. 
La proposta di costruzione del primo palazzo fu inoltrata al Comune di Roma nel 1883 dalla ditta Ronchetti Stradella proprietaria dei terreni, all'epoca occupati da stalle e magazzini, che da Via Appia Nuova arrivavano al Vicolo dei Canneti.

L'area fuori Porta San Giovanni nel 1880

Vista la presenza del fosso dell'Acqua Mariana proprio lungo la Via Appia Nuova si chiedeva al Comune un'indennizzo per la costruzione del  collettore che però non venne concessa.
La ditta presentò una nuova licenza di costruzione di due palazzi, nel 1885, progettati dall'architetto Ferdinando Mazzanti e terminati nel 1888.
Entrambi erano sviluppati su tre piani, avevano botteghe al pianterreno, che si aprivano su arcate a tutto sesto. 

I due palazzi Ronchetti Stradella nel 1891

Fu la la ditta stessa a costruire un collettore sotto i due nuovi isolati, che venivano realizzati su un terrapieno alto alcuni metri sopra al livello della campagna.

La facciata del palazzo demolito

Il primo edificio era decorato da un bugnato liscio al pianterreno, le finestre del primo e del secondo piano erano architravate, era inoltre presente un bugnato angolare.


Il secondo palazzo, monumentalmente ispirato al Rinascimento Toscano, è interamente rivestito a bugnato rustico. Le finestre del primo piano sono architravate, quelle del secondo sono ad arco a tutto sesto, imponente il cornicione terminale, con ovoli e dentelli.
Il portone d'ingresso è sormontato da una balconata, una volta dotata di balaustra oggi rimossa. Al piano nobile sono presenti due scudi con altorilievi decorativi.
Entrambi i palazzi furono le uniche costruzioni presenti lungo la Via Appia Nuova per moltissimi anni, assieme a grande edificio Bonitatibus verso Ponte Lungo.

L'area dell'Appia Nuova nel 1911

Le strade delimitate dai due edifici, Via Rimini, Via Pontremoli e Via Faenza furono istituite soltanto nel 1920.
Nel 1980 purtroppo il primo palazzo venne demolito per la realizzazione del grande centro commerciale Gallery Center.






Via dei Prati di Quinzio

Prati di Quinzio targa stradale

Via dei Prati di Quinzio è una strada del Quartiere Gianicolense compresa tra Via Portuense e Via Colle Rosato e oltre. La sua istituzione risale al 1937, quando venne deliberata la nascita di quella strada in quella che era all'epoca nota come località Fornetto. Il nome scelto, "Via dei Prati di Quinzio", fu legato al fatto che la strada sorgeva dove per tradizione si trovava una tenuta la cui proprietà era attribuita a Lucio Quinzio Cincinnato.
La strada, venendo da Via Portuense, si apre attraverso un soggettivo passaggio sotto un cavalcavia ferroviario. All'epoca della sua formale istituzione, avvenuta insieme a quella della vicina Via Colle Rosato, si trattava praticamente di una strada senza uscita, riconoscibile nella mappa di Marino e Gigli del 1935.
 
Prati di Quinzio Fornetto mappa
Via dei Prati di Quinzio, non ancora istituita, nella mappa di Marino e Gigli del 1935

Successivamente, la zona vicina a Via dei Prati di Quinzio ospitò la raffineria della Purfina, e dopo la sua dismissione la zona cambiò totalmente connotazione con la nascita del quartiere residenziale di Nuovo Trastevere.

Collegamenti tra Roma e Milano

Roma è la capitale d'Italia, nonché una delle città più note al mondo per la sua storia e le sue bellezze, un importante centro per la cultura e per le istituzioni ma anche per l'economia, Milano è il principale centro economico italiano, nonché una bellissima città e importante centri sotto moltissimi aspetti. Roma e Milano sono inoltre le due città più popolose d'Italia. Per queste ragioni, il numero di persone che si spostano tra le due metropoli è altissimo, anche per semplici spostamenti in giornata. Quindi, quali sono i collegamenti tra Roma e Milano? Che possibilità ci sono per spostarsi da Roma a Milano e da Milano a Roma? Ecco le possibilità.
 
IN TRENO

 
Roma Milano in treno
La stazione Termini. Credit: Ingolf/Wikicommons

Il treno è una delle principali opzioni per spostarsi tra Roma e Milano, e soprattutto da quando esiste l'alta velocità è diventato un gettonatissimo modo per spostarsi tra le due città anche in giornata. Tra le maggiori stazioni ferroviarie di Roma (Termini, Tiburtina e Ostiense) e di Milano, infatti, sono attivi con ampia frequenza servizi di alta velocità, come il Frecciarossa di Trenitalia e Italo di NTV sia diretti che con alcune fermate intermedie, attraverso i quali ci si può spostare tra le due città anche in poco meno di tre ore con i treni diretti o in circa tre ore e mezzo per quelli con fermate intermedie.

IN AEREO

Per quanto i treni abbiano negli anni notevolmente ridotto i tempi di percorrenza, l'aereo rimane il mezzo di trasporto più rapido tra Roma e Milano se si calcola il solo tempo del viaggio. C'è però da considerare che per prendere l'aereo è comunque necessario recarsi in aeroporto con un minimo di anticipo. Il tema degli aeroporti tendenzialmente distanti dalle principali attrazioni delle due città è in gran parte ovviato da mezzi di collegamento tra i principali scali aeroportuali di Roma e Milano e le rispettive aree centrali.

IN AUTOMOBILE
 
Per spostarsi tra Roma e Milano con l'automobile privata esiste prima di tutto l'A1, l'Autostrada del Sole, costruita negli anni '50 proprio per unire l'Italia dal Nord al Sud e collegare le tre principali città italiane (Roma, Milano e Napoli).

Colonna con targa stradale di Via del Circo Massimo


La colonna con targa stradale in questione è situata in Via del Circo Massimo ad angolo con Viale Aventino, nel Rione Ripa
Ricorda la costruzione della strada e l'inaugurazione il 28 ottobre 1934 ad opera del Governatore Francesco Boncompagni Ludovisi, fu disegnata da Antonio Muñoz, ci sono altre tre colonne identiche, due in Piazzale Ugo la Malfa e una tra Via del Circo Massimo e il Clivio dei Publicii.
È costituita da un fusto di colonna in peperino, con alla base una corona di alloro scolpita.
A mezza altezza vi si trova un inserto cubico in travertino in cui è scritto il nome della strada.
Il capitello è in stile tuscanico, l'abaco è in travertino.


Sul fusto della colonna è scritto a caratteri romani in rosso:

APERTA 
IL XXVIII OTTOBRE MCMXXXIV 
REGNANDO VITTORIO EMANVELE III
(BENITO MVSSOLINI) CAPO DEL GOVERNO
FRANCESCO BONCOMPAGNI LVDOVISI
GOVERNATORE DI ROMA

Il nome di Mussolini è stato cancellato dopo la caduta del Fascismo.

Villa Carrega Odescalchi


Villa Carrega Odescalchi è situata in Lungotevere Arnaldo da Brescia n. 10, ad angolo con Via Cesare Beccaria n. 35 nel Quartiere Flaminio.
Fu progettata da Giovanni Battista Milani e realizzata nel 1912 per il Marchese Andrea Carrega Bertolini, Principe di Lucedio, che aveva sposato nel 1907 la Principessa Paola Odescalchi. Nello stesso periodo Milani realizzava per il padre Francesco Carrega di Lucedio la villa omonima ai Parioli.
L'edificio è in stile neorinascimentale, si sviluppa su due piani ed è coronato da un cornicione sormontato da una balaustra.


La facciata sul Lungotevere è ricoperta a bugnato liscio al pianterreno, mentre ai piani superiori è ripartita da grandi lesene corinzie, le finestre al piano nobile sono ad arco a tutto sesto e architravate, nel centro della facciata si apre un grande portico d'ingresso, preceduto da una scalinata, caratterizzato da colonne doriche binate, e tre arcate, su cui si trova una lunga balconata a balaustra. Sulla facciata sono posti due grandi stemmi in marmo: quello principesco degli Odescalchi e quello marchionale dei Carrega Bertolini.

Particolare del portico d'ingresso

Nel bugnato del pianterreno, fra le finestre del mezzanino si trovano, incorniciati da piccole lesene doriche, bei bassorilievi con putti rinascimentali.


La facciata laterale riprende quella sul fiume, è impreziosita da un piccolo portico di ingresso ad un'arcata su colonne e pilastri dorici.
L'edificio dal 1939 ospita la sede dell'Aereo Club d'Italia.

Salone interno (foto Aereo Club d'Italia)

Gli interni purtroppo hanno perduto parte delle decorazioni originali, resta la volta a lunette del grande salone, con alcuni stucchi, che prospetta sul portico del giardino.


Villino Morpurgo


Il Villino Morpurgo è situato in Lungotevere Arnaldo da Brescia n. 11, nel Quartiere Flaminio.
Fu costruito nel 1911 dall'ingegnere Garibaldi Burba per il Barone e Deputato Elio Morpurgo, ex Sindaco di Udine.

Il Senatore Elio Morpurgo

Si sviluppa su tre piani, la facciata è costituita da due corpi leggermente sfalsati, a tre finestre per piano. L'edificio è caratterizzato da bugnati angolari, e bugnato liscio al piano terra, le finestre del piano nobile sono architravate ed hanno parapetto a balaustra.
L'ingresso principale è inquadrato da due colonne ioniche e sormontato da un balcone.


È dalla finestra del salotto al piano nobile di questo edificio che l'avvocato Cavanna fu testimone del rapimento di Giacomo Matteotti, avvenuto nei pressi del villino il 10 giugno 1924.
I colori originari erano chiari, l'intonaco color terra di Siena è dunque scorretto.

Villa Almagià


Villa Almagià era una villa oggi non più esistente, situata in Lungotevere Arnaldo da Brescia, nel Quartiere Flaminio

Edoardo Almagià in un ritratto di Antonio Mancini

Fu progettata da Giulio Magni per Edoardo Almagià, costruttore di infrastrutture di ingegneria edile, nel 1910, occupava metà dell'isolato posto tra Lungotevere Arnaldo da Brescia, Via degli Scialoja, Via Pisanelli e Via Pasquale Stanislao Mancini.
La villa si sviluppava su due piani, era in stile neorinascimentale, interamente rivestita la bugnato liscio. Le finestre erano architravate e inquadrate da colonnine corinzie. Su Via Pisanelli erano poste le scuderie-garage.


La facciata sul Lungotevere era caratterizzata da due grandi avancorpi laterali, con due logge doriche poste a piano terra e due balconi superiori. Il corpo centrale era decorato da un bel fregio in stucco, con putti, festoni e cartigli.


La facciata interna verso il giardino era più imponente, ritmata da due piccolissimi avancorpi, con base leggermente concava, decorati da un fregio centrale. 
Il portico di ingresso aveva nella base dell'arcata centrale una concavità di gusto floreale.


Anche la cancellata aveva le basi dei pilastri leggermente ricurve di gusto Liberty.
Gli interni, ricchissimi, erano occupati da un grande scalone centrale sormontato da un lucernario.


Un fatto importante che riguarda la villa fu il rapimento di Giacomo Matteotti che avvenne proprio davanti all'edificio il 10 giugno 1924.
Nel 1961, complice il regolamento edilizio, fu demolita per costruirvi tre grandi palazzine appartenenti alla Toro Assicurazioni e, posteriormente, una palazzina progettata da Bruno Zevi.


Palazzine Venturini


Le palazzine Venturini sono situate nell'isolato posto tra Via Giuseppe Pisanelli, Via Pasquale Stanislao Mancini e Via Emanuele Gianturco nel Quartiere Flaminio.
Gli edifici vennero costruiti dall'architetto Ghino Venturi nel 1920-1922 per la famiglia Venturini. Il giovane Ghino realizzò due edifici simmetrici, sviluppati su quattro piani, influenzato dalle architetture di Marcello Piacentini in stile Secessione Viennese, tuttavia impresse al bugnato, che riveste il pianterreno e il mezzanino, un carattere manierista Toscano.

La facciata in Via Pisanelli

Particolare l'inserimento di due bow window su tutte le facciate, nella palazzina su Via Pisanelli sopra i bow window l'attico termina con cimase mistilinee occupate da una finestrella ovale.

La facciata in Via Mancini

Nella palazzina su Via Mancini e Via Gianturco invece l'attico termina con un tetto a tegole centrale, occupato da tre finestre a mansarda.
Il bugnato era color pietra serena, il piani superiori era di colore chiaro con gli intonaci rustici in grigio chiaro.


I portali dei portoni d'ingresso, in stile manierista, sono impreziositi da timpani mistilinei, con putti di stucco bianchi.
Al numero 40 di Via Pisanelli, al quarto piano, abitava Giacomo Matteotti, che uscì di casa il 10 giugno 1924 per essere poi rapito sul Lungotevere Arnaldo alla Brescia, e poi ucciso, una targa posta accanto all'ingresso ricorda l'evento.