Nozze d'Argento di Umberto I e Margherita nel 1893


Il 22 aprile 1893 cadeva il venticinquesimo anniversario delle nozze del Re Umberto I e sua cugina Margherita di Savoia, avvenute nel 1868 a Torino.
Per per volere affermare il nuovo assetto politico dell'Italia e di Roma sotto la Casa di Savoia, si decise di organizzare dei festeggiamenti imponenti, che prevedevano l'invito di una buona parte delle case regnanti dell'epoca in Europa. 


La visita più importante sarebbe stata quella dell'Imperatore Guglielmo II e di sua moglie Augusta Vittoria, l'alleato della Triplice Intesa, che era stato accolto trionfalmente a Roma nel 1888. I festeggiamenti sarebbero durati circa una settimana.
Il Sindaco di Roma Emanuele Ruspoli, il 19 aprile, pubblicò un manifesto che recitava "le Nozze d'argento degli Augusti Sovrani, si compiono in Roma redenta per sempre alla civiltà e all'Italia".
Oltre all'Imperatore all'Imperatrice di Germania l'unico sovrano che venne a Roma fu la Regina di Portogallo, Maria Pia, con il figlio, il Principe Alfonso. Questo fatto dimostrava l'isolamento politico che il giovane Regno d'Italia soffriva, con la pesante assenza dell'alleato, l'Imperatore Francesco Giuseppe, membro della Triplice Alleanza, ma nemico nelle guerre d'Indipendenza, e degli importanti membri della Triplice Intesa, la Regina Vittoria d'Inghilterra, il Presidente della Repubblica Francese e lo Zar di Russia, e di tutti gli altri Sovrani regnanti Europei.

La rivista militare del 24 aprile, da sinistra Guglielmo II, Umberto I, il Duca d'Aosta, l'Arciduca Ranieri d'Austria, il Duca d'Oporto e il Principe di Napoli, Vittorio Emanuele

Per l'occasione vennero a Roma l'Arciduca Ranieri d'Austria, in rappresentanza dell'Imperatore Francesco Giuseppe, il Duca di York, in rappresentanza della Regina Vittoria, il Granduca Vladimiro, in rappresentanza dello Zar di Russia, l'Ambasciatore Spagnolo Carlos Pontocarrero, Duca d'Alba, in rappresentanza del Re di Spagna, il Principe Giorgio di Grecia, il Principe ereditario del Montenegro Danilo, il Generale de Parseval, in rappresentanza del Re di Baviera, il Generale Fischer in rappresentanza del Re di Belgio, il Generale von Carlowitz, il rappresentanza del Re di Sassonia, l'Ammiraglio Bosch, in rappresentanza della Regina dei Paesi Bassi, il Visir Hassan Fehmi Pascià in rappresentanza del Sultano.
Inoltre erano presenti i diplomatici di Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Danimarca, Stati Uniti, Francia, Giappone, Messico, Monaco, Romania, Serbia, Svezia, Norvegia, Svizzera e Uruguay.
I festeggiamenti vennero vissuti intensamente dalla popolazione Italiana, secondo alcuni si radunarono a Roma per l'occasione circa 200.000 persone.


Il 20 aprile arrivarono alla Stazione Termini i Sovrani di Germania, furono accolti calorosamente da Re Vittorio Emanuele, dai membri di Casa Savoia e dalla folla, lungo il corteo che sfilò in Piazza dell'Esedra e in Via Nazionale, per l'occasione addobbata con gli stemmi di cento città Italiane. 


Il pomeriggio il Sovrano e Guglielmo II effettuarono una passeggiata in carrozza a Villa Borghese e vennero attorniati da centinaia di carrozze che si radunarono nel parco.
Il 21 aprile, la mattina, furono ricevuti al Quirinale tutti i rappresentanti esteri. 

Il derby a Capannelle verso il Palco Reale

Nel pomeriggio vi fu il derby alle Capannelle, dopo venne effettuato un grande pranzo regale al Quirinale.

Umberto e l'Imperatrice di Germania al ricevimento del Quirinale

La serata si concluse al Teatro Argentina con la rappresentazione del Falstaff di Verdi, organizzata dal Sindaco di Roma Emanuele Ruspoli.

I Sovrani nel Palco Reale del Teatro Argentina

Il 22 aprile, alle cinque di pomeriggio, le associazioni operaie e i reduci si radunarono davanti al Quirinale e lanciarono in cielo 500 colombi che sganciarono migliaia di cartoline sulla folla.
La sera venne organizzato al Quirinale un altro pranzo di gala con gli ospiti stranieri, Guglielmo II elevò un brindisi ai Sovrani d'Italia.
Il 23 aprile l'Imperatore di Germania effettuò la sua seconda visita al Pontefice Leone XIII, dopo quella del 1888, partendo dalla Legazione Prussiana presso la Santa Sede, il Villino Sforza di Santa Fiora in Via Torino.
Dei Principi cattolici venuti a Roma, ospiti nel Quirinale, nessuno ebbe il permesso di fare visita al Papa, né la regina Maria Pia di Portogallo né l'Arciduca Ranieri d'Austria. I Principi protestanti invece non avevano veti per cui non solo il Kaiser, ma anche il fratello dello Zar il Granduca Vladimiro di Russia, il Principe Giorgio di Grecia e il Principe Danilo di Montenegro, poterono recarsi dal Pontefice il 27 aprile.


Il 24 aprile fu organizzata la grande rivista militare di 20.000 uomini ai Prati di Castello, vi presero parte il Re d'Italia, Guglielmo II, in uniforme di Colonnello della Guardia del Corpo, i Principi Reali, i Principi stranieri, generali e ufficiali.


Il 25 aprile si svolse un particolare torneo storico in Piazza di Siena, a Villa Borghese. La piazza era gremita di una folla elegante, parteciparono al torneo i rampolli dell'aristocrazia Italiana in costumi d'epoca, tutti gli occhi erano puntati sul Palco Reale.


Il carosello venne effettuato da trecento cavalieri guidati dal Duca d'Aosta, come capo dei moschettieri e dal Conte di Torino, come Umberto da Biancamano.


Il 26 aprile si svolse un grande garden party nei Giardini del Quirinale, fu un susseguirsi di balli e per tutta la sera gli invitati furono allietati da musiche tratte da canzoni napoletane, eseguite dal maestro Achille Sgrò, primo violinista dell'Orchestra dei Gran Balli di Napoli, con 50 musicisti in costume. 


I festeggiamenti continuarono a Napoli il 27 aprile, poi l'Imperatore Guglielmo si recò a La Spezia, da dove tornò in Germania.
Questo evento, oltre a rimanere memorabile per Roma, fu probabilmente il momento di maggiore esultanza durante tutto il regno di Umberto e Margherita.


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