Il lotto era rimasto libero dalle edificazioni della I zona dell'Esquilino perché rientrava nell'area dell'Ospedale Militare di Sant'Antonio.
Venne progettata nel 1925 dall'architetto Vincenzo Fasolo ed era inserita nei concorsi indetti dal Governatorato di Roma per la costruzione di nuovi alloggi per i propri dipendenti.
Fasolo elaborò un grande edificio, con pianta ad u, in stile neorinascimentale, sviluppato su sei piani, mostrando una concezione radicalmente diversa e in aperta polemica con gli edifici umbertini del Quartiere Esquilino.
Uno dei principali aspetti che i nuovi architetti criticavano era proprio la linearità e l'uniformità delle facciate neorinascimentali, la concezione di questi nuovi progettisti era di realizzare gli edifici in uno stile rustico, con fronti mosse, e facciate digradanti, con la presenza di elementi architettonici tipici dell'architettura minore: torri, loggiati, balconate, altane, tetti spioventi.
Non a caso tutti questi elementi compaiono nel palazzo, l'elemento di spicco infatti è la grande balconata loggiato che si sviluppa su due piani all'angolo dell'edificio e nella corte d'ingresso, su cui si affacciano anche due semplici altane ad arcate.
La facciata su Via Napoleone III è caratterizzata da un corpo centrale decorato con arcate al piano terreno e lesene corinzie d'ordine gigante al secondo e terzo piano. Ai lati si trovano due avancorpi decorati da balconi, posti tra secondo e terzo piano, su cui si innestano lesene doriche che sostengono arcate in cui si aprono alcune finestre del quinto piano.
I colori originali erano chiari, le parti architettoniche in stucco che simulavano la pietra erano color travertino. In parte l'edificio è stato restaurato in maniera corretta.
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