Via Farini



Via Farini è una strada del Rione Castro Pretorio situata tra Via Vincenzo Gioberti e Via Cavour.
Venne istituita nell'agosto del 1873 assieme alle vie limitrofe della lottizzazione della I zona Esquilino realizzata dall'Impresa dell'Esquilino, sui terreni di Villa Massimo Montalto.

Via Farini nel 1876

È costruita a grandi palazzi in stile neorinascimentale, alcuni realizzati dal giovane Gaetano Koch nel 1873, i due edifici gemelli ad angolo con Via Cavour sono stati progettati dall'architetto Angelo Diaz e costruiti nel 1873.
Lungo la strada si affaccia la facciata posteriore del liceo Classico Albertelli, mentre accanto al liceo si trova il Palazzo per appartamenti di Gaetano Koch, del 1873.




Targa in memoria dei caduti nella Prima Guerra Mondiale del Rione Ludovisi



La targa in memoria dei caduti nella Prima Guerra Mondiale del Rione Ludovisi è situata in Largo Federico Fellini, nel Rione Ludovisi.
La targa è addossata alle Mura Aureliane, ed è inserita in un vero e proprio monumento progettato dall'Architetto Vincenzo Fasolo nel 1923 e realizzato nel 1925.
La targa contiene i nomi dei 110 caduti, incorniciata da un timpano contenente un elmo e un gladio. Ai lati della targa sono posti due bassorilievi in travertino simboleggianti le Armi dell'Esercito. Superiormente si trovano due aquile imperiali, mentre al centro due Vittorie Alate sorreggono una palma e una corona d'alloro, sotto cui è posta la scritta PRO PATRIA.
Il monumento venne inaugurato il 13 giugno 1925.


Villino Primoli



Il Villino Primoli è situato in Via Sallustiana n. 57, nel Rione Sallustiano.
L'edificio venne costruito per il Conte Luigi Primoli nel 1902 dall'architetto Cesare Salvatori.
Luigi, fotografo e collezionista, aveva deciso infatti di costruirsi una propria casa, mentre il fratello Giuseppe aveva intrapreso la ristrutturazione del palazzo di famiglia in Via Zanardelli, realizzata tra il 1904 e il 1911 e oggi sede del Museo Napoleonico.

Luigi Primoli

Il villino si sviluppa su tre piani ed è in un elegante stile eclettico. Il pianterreno è ricoperto da bugnato liscio, le finestre del primo piano sono architravate, sostenute da una voluta centrale poggiante su un triglifo.
Bella la balconata angolare sorretta da volute decorate da protomi femminili.
Nel 1913 il Conte realizzò l'adiacente Palazzo Primoli.
Negli anni Luigi raccolse una discreta collezione di oggetti di epoca napoleonica, che poi alla sua morte, nel 1925, confluì nella raccolta del fratello che costituisce l'odierno Museo Napoleonico.
I colori originali erano chiari, con le parti in pietra color travertino.

Casa per i dipendenti del Governatorato di Via Napoleone III



La casa per i dipendenti del Governatorato in questione è situata in Via Napoleone III n. 6 ad angolo con Via Vincenzo Gioberti n. 54, nel Rione Esquilino.
Il lotto era rimasto libero dalle edificazioni della I zona dell'Esquilino perché rientrava nell'area dell'Ospedale Militare di Sant'Antonio. 
Venne progettata nel 1925 dall'architetto Vincenzo Fasolo ed era inserita nei concorsi indetti dal Governatorato di Roma per la costruzione di nuovi alloggi per i propri dipendenti.


Fasolo elaborò un grande edificio, con pianta ad u, in stile neorinascimentale, sviluppato su sei piani, mostrando una concezione radicalmente diversa e in aperta polemica con gli edifici umbertini del Quartiere Esquilino
Uno dei principali aspetti che i nuovi architetti criticavano era proprio la linearità e l'uniformità delle facciate neorinascimentali, la concezione di questi nuovi progettisti era di realizzare gli edifici in uno stile rustico, con fronti mosse, e facciate digradanti, con la presenza di elementi architettonici tipici dell'architettura minore: torri, loggiati, balconate, altane, tetti spioventi.


Non a caso tutti questi elementi compaiono nel palazzo, l'elemento di spicco infatti è la grande balconata loggiato che si sviluppa su due piani all'angolo dell'edificio e nella corte d'ingresso, su cui si affacciano anche due semplici altane ad arcate.


La facciata su Via Napoleone III è caratterizzata da un corpo centrale decorato con arcate al piano terreno e lesene corinzie d'ordine gigante al secondo e terzo piano. Ai lati si trovano due avancorpi decorati da balconi, posti tra secondo e terzo piano, su cui si innestano lesene doriche che sostengono arcate in cui si aprono alcune finestre del quinto piano.


I colori originali erano chiari, le parti architettoniche in stucco che simulavano la pietra erano color travertino. In parte l'edificio è stato restaurato in maniera corretta.


Architetture civili nella Zona Fregene

A seguire, in ordine alfabetico, una serie di architetture civili comprese nella Zona Fregene.

- Casa Albero (o Casa Sperimentale), tra Via Porto Azzurro, Via Marina di Campo e Via Maiori

Statue e monumenti della Zona Tor Cervara

A seguire un elenco in ordine alfabetico relativo alle statue e i monumenti attualmente esistenti nella Zona Tor Cervara.
 
- L'uomo si libera liberando la natura, in Viale Ettore Franceschini

Panettoni artigianali a Roma - Natale 2023

Si avvicinano Natale, Santo Stefano e Capodanno. Si avvicina il momento delle festività da trascorrere con i propri cari e il momento delle tradizionali cene e dei tradizionali pranzi del periodo. A Roma, è d'uso celebrare il Natale con molte tradizioni, dalla cena della vigilia al pranzo del 25 Dicembre, ma ci sono anche usanze più antiche e in parte perse nel tempo, come il cottìo dell'antivigilia. Ma come sappiamo, ognuno ha il suo modo per festeggiare, che sia la Vigilia, il Natale, Santo Stefano o Capodanno.
Ogni anno, come sempre, in questo periodo si apre la diatriba se sia più buono il panettone o il pandoro (il pangiallo, dolce tipicamente romano, rimane un prodotto di nicchia), un dibattito che non coinvolge solo i milanesi e i veronesi, cittadini dei luoghi di nascita dei due dolci Natalizi, ma tutta Italia, trattandosi dei due più popolari dolci di Natale del Paese.
In questo articolo, ci si occupa dei panettoni, e nello specifico dei panettoni artigianali realizzati e venduti da vari pasticcerie, forni e gastronomie di Roma in vista del Natale e delle Festività del 2023. Come da tradizione di questo sito, i luoghi sono elencati per suddivisione toponomastica.
Nota importante: questo non è un articolo commerciale, ma puramente informativo ed è nostra intenzione cercare di essere più precisi possibili. Potete segnalarci tranquillamente altre attività di Roma che producono panettoni artigianali commentando questo articolo e scrivendoci in privato alla nostra pagina Facebook, e sarà nostra cura aggiornare la lista.

Rione Monti:
- Taliani, Via Genova 26

Rione Ponte:
- Tulipane, Via del Pavone 28
 
Rione Parione:
- Antico Forno Roscioli, Via dei Chiavari 34
- Forno Monteforte, Via del Pellegrino 129
 
Rione Regola:
- Roscioli Caffé Pasticceria, Piazza Benedetto Cairoli 16
 
Rione Trastevere:
- Biscottificio Innocenti, Via della Luce 21 
- Ercoli 1928, Via Giggi Zanazzo 4
- Le Levain, Via Luigi Santini 22
 
Rione Borgo:
- Federico Prodon Patisserie, Vicolo del Farinone 19 
- Vizio, Via del Mascherino 32
 
Rione Esquilino:
- La Bottega di Federico Prodon (Mercato Centrale), Via Giovanni Giolitti 36 
- De Santis Santa Croce, Via di Santa Croce in Gerusalemme 17/21
- Forno Conti, Via Giusti 18
 
Rione Sallustiano:
- Le Levain Café, Via Piave 8
 
Rione San Saba:
- Casa Manfredi, Viale Aventino 91/93
 
Rione Prati:
- Cantiani, Via Cola di Rienzo 234-236
 
Quartiere Flaminio:
- Artesano, Via Giulio Romano 12
 
Quartiere Parioli:
- Ercoli 1928, Viale Parioli 184
 
Quartiere Pinciano:
- Federico Prodon Patisserie e Cremerie, Via Giovanni Schiapparelli 21
 
Quartiere Salario:
- Santi Sebastiano e Valentino, Via Tirso 107
 
Quartiere Tuscolano:
- Gelateria Fratelli Vecchio, Via di Tor Pignattara 12a
 
Quartiere Appio-Latino:
- Santo Palato, Piazza Tarquinia 4
 
Quartiere Ostiense:
- Julietta Pastry and Lab, Via Francesco Negri 25/27
- Nero Vaniglia, Circonvallazione Ostiense 201
 
Quartiere Portuense:
- Triticum Micropanificio, Via Giuseppe Peano 10
 
Quartiere Gianicolense:
- Cristalli di Zucchero, Via di Val Tellina 114 
- Forno Maurizi, Via Luigi Ronzoni, 43-45-47
- Giano Pasticceria, Circonvallazione Gianicolense 226
- Pasta e Dolci da Simone, Via Giacinto Carini, 62e
 
Quartiere Aurelio:
- Cresci, Via Alcide De Gasperi 11/17
 
Quartiere Trionfale:
- Manny's gelateria artigianale, Via Andrea Doria 1
 
Quartiere Della Vittoria:
- Caffè Tornatora, Via Igea 14
- Ercoli 1928, Via Montello 26
- Panificio Marè Prati, Viale Angelico 88
- Sabotino, Via Sabotino 19/29 
 
Quartiere Trieste:
- Pasticceria Gruè, Viale Regina Margherita 95/99 

Quartiere Tor di Quinto:
- Panificio Nazzareno, Piazzale di Ponte Milvio 35

Quartiere Ardeatino:
- Lievito Pizza Pane, Via Simone Martini 6
- Walter Musco, Largo Benedetto Bompiani 8
 
Quartiere Collatino:
- D'Antoni, Via Dino Penazzato 83
 
Quartiere Appio-Claudio:
- Sorelle Giordano, Viale Giulio Agricola 129
- Zampa Forno Etico, Via Valerio Publicola 73
 
Quartiere Europa:
- Lievito Pizza Pane, Viale Europa 339
 
Suburbio Aurelio:
- Kozman Pasticceria, Via Ugo da Porta Ravegnana 22/24
 
Suburbio Della Vittoria:
- Arte Bianca di Gabriele, Via Sangemini 7b/c 

Zona Acilia Nord:
- Spiga d'Oro Bakery, Via di Dragone 32
 
Zona Casal Palocco:
- Spiga d'Oro Bakery, Via Umberto Lilloni 62
 
Zona Fiumicino (Comune di Fiumicino):
- Micro Forno Luca Pezzetta, Via Giovanni Battista Grassi 22 (comune di Fiumicino)
 
Zona Prima Porta:
- Pasticceria Fagotti, Via della Giustiniana 81

Santa Maria della Neve al Colosseo

 
Chiesa Via del Colosseo


La Chiesa di Santa Maria della Neve al Colosseo, nota anche come Santa Maria ad Nives, si trova in Via del Colosseo all'angolo con Via del Cardello, nel Rione Monti.
Non è noto l'anno di origine di questa Chiesa, che secondo Mariano Armellini sarebbe stata già esistente nel XII Secolo e sarebbe stata nota nei secoli anche come Sant'Andrea de Tabernula e Sant'Andrea de Portugallo. Fu originariamente una Parrocchia, divenendo successivamente un Beneficio Ecclesiale di proprietà del Cardinale di San Pietro in Vincoli.
Nel 1607 la Chiesa venne affidata all'Università dei Rigattieri che alla fine del secolo decisero di ricostruirla in forme barocche: non è noto l'autore del nuovo edificio, ma potrebbe trattarsi di Francesco Fontana, figlio di Carlo Fontana, o di Giuseppe Sardi.
L'attuale nome venne attribuito alla Chiesa dopo la Rivoluzione Francese, quando venne affidata alla Confraternita di Santa Maria della Neve.


La Chiesa presenta un interno a navata unica con tre altari, presso i quali si trovano pitture raffiguranti il Battesimo di Gesù (a destra), San Francesco e Santa Chiara (a sinistra) e l'Assunzione (sull'altarmaggiore). Tutti i dipinti risalgono al XVII Secolo.
L'edificio oggi è un luogo di culto sussidiario della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria ai Monti, ed è usata dalla Comunità di Sant'Egidio come luogo di preghiera.

Altri siti che ne parlano:

Via Natale del Grande

Via Del Grande Trastevere

Via Natale del Grande è una strada situata nel Rione Trastevere, compresa tra Via di San Francesco a Ripa e Piazza di San Cosimato. Le origini di questa strada risalgono al 1887 quando, in occasione della realizzazione del nuovo "Quartiere Gianicolense e di San Cosimato", come venne definita l'espansione fineottocentesca di Trastevere, vennero assegnati i nomi alle nuove strade, dedicandole in gran parte a patrioti e garibaldini.
Questa strada venne dunque dedicata a Natale Del Grande (Roma 1800-Vicenza 1848), patriota che si arruolò con il contingente dello Stato Pontificio voluto dal Papa Beato Pio IX Mastai Ferretti a sostegno degli indipendentisti italiani del Lombardo-Veneto nella Prima Guerra d'Indipendenza.
La strada, peraltro, si presenta come un proseguimento della "Via Nuova Mastai", l'attuale Via Cardinale Merry del Val, realizzata proprio per volontà del Beato Pio IX nell'ambito della costruzione del Quartiere Mastai.
La strada, come altre del suo quartiere, fu colpita dalla crisi edilizia della fine del XIX secolo, che lasciò vuoti alcuni lotti dedicati alla realizzazione di nuove costruzioni: in uno di questi venne realizzato, dopo una lunga diatriba con i cittadini che ritenevano vi fossero già troppi cinema a Trastevere, il cinema Lamarmora il quale, negli anni '50, venne ricostruito perché troppo piccolo per le nuove esigenze. Al suo posto fu costruito il Cinema America, che negli ultimi anni è stato al centro di una grande battaglia per salvarlo che ha dato inizio a una fiorente attività di proiezioni cinematografiche in giro per Roma. Nella strada è inoltre presente anche il Teatro Argot, attivo dal 1984.
La strada si trova nella Zona urbanistica Trastevere e il suo Cap è 00153.

Altri siti che ne parlano:

Villa Farinacci



Villa Farinacci è situata all'interno del Parco di Aguzzano in Viale Rousseau n. 90, nel Quartiere Ponte Mammolo.
L'edificio fu fatto edificare nel 1940 dal gerarca Roberto Farinacci, per farne la propria abitazione e ad uso agricolo, nei suoi terreni di 14 ettari, la Tenuta Ignis, acquistati nello stesso anno, assieme ad Achille Talenti, nella Tenuta di Aguzzano.


Il progetto fu redatto dall'architetto Lorenzo Chiaraviglio, la domanda di licenza di costruzione, del luglio 1940, prevedeva infatti la realizzazione di "una casa ad uso rurale per il conduttore proprietario del fondo".
L'architetto elaborò una splendida architettura in stile razionalista che fondeva elementi tipici rurali e tradizionali del Lazio, come la torre in laterizio, che evoca le antiche torri medioevali dell'Agro Romano, ad elementi più monumentali, come il portico, rivestito in travertino, sul versante posteriore.


Gli ambienti del pianterreno erano destinati ad usi quali rimessa, ufficio e deposito dei cereali, al primo piano erano poste le camere da letto e il soggiorno, mentre nella torre vi erano il granaio e i serbatoi dell'acqua. In realtà sembra che queste destinazioni d'uso rurale fossero soltanto di facciata, mentre in realtà venne tutta utilizzata come residenza privata del gerarca.


La facciata principale è occupata dalla porta d'ingresso alla torre, rivestita di bugnato in travertino, le finestre del primo piano sono incorniciate da lastre di travertino, mentre quelle al pianterreno sono quadrangolari.
L'edificio fu terminato alla fine del 1941 e il gerarca vi risiedette dagli inizi del 1942 fino al 25 luglio del 1943.
Con la caduta del Fascismo tutti i beni romani di Farinacci furono sottoposti a sequestro conservativo, tuttavia la villa non venne incamerata nel demanio dello Stato.
Negli anni sessanta vi fu installato un ristorante, nel 1975 l'edificio è è entrato nella proprietà del Comune di Roma, in questo momento c'è stato un periodo di abbandono. Nel 1996 il Ministero per i Beni Culturali ha apposto un vincolo, solamente nel 2008 la Soprintendenza del Comune di Roma ha iniziato i lavori di restauro e adeguamento funzionale.
Nel maggio 2018 la struttura è passata al Municipio IV e il 18 luglio è stata riaperta al pubblico, oggi ospita eventi culturali.


Camerette di Don Bosco

(foto Agenzia Info Salesiana)


Le Camerette di Don Bosco sono le stanze abitate da San Giovanni Bosco nel 1887, situate nel complesso dell'Ospizio del Sacro Cuore di Gesù, in via Marsala n. 42 nel Rione Castro Pretorio.
Questi locali sono posti dietro alla Sacrestia della Basilica del Sacro Cuore di Gesù, all'angolo di Via Magenta e Via Vicenza. Furono utilizzati dal Santo nel ventesimo e ultimo viaggio a Roma, svolto dal 30 Aprile al 18 maggio 1887, per l'inaugurazione dell'adiacente Basilica del Sacro Cuore

Le camerette negli anni Trenta

Si trattava di due camere semplici, una da letto e l'altra utilizzata come parlatorio per le visite.
Nel 1934 dopo la canonizzazione del Santo gli spazi vennero aperti alla devozione dei fedeli, nel 1969 vennero trasformati in cappella demolendo la parete divisoria.
Nella stanza, al centro, è situato l'altare armadio, utilizzato per la celebrazione privata da Don Bosco, accanto vi sono da un lato, il letto in ferro battuto, dall'altro l'inginocchiatoio, lungo le pareti un divano e il tavolo utilizzato dal Santo per scrivere. 
Di fronte alle camerette vi è uno spazio con varie teche che raccoglie oggetti appartenuti a Don Bosco e al suo successore don Michele Rua.


Ospizio Salesiano del Sacro Cuore di Gesù


L'Ospizio Salesiano del Sacro Cuore di Gesù è situato in Via Marsala n. 42, nel Rione Castro Pretorio, è contiguo alla Basilica del Sacro Cuore di Gesù
Quando nel 1880 Don Bosco assunse dal Pontefice Leone XIII la direzione dei lavori della costruenda chiesa del Sacro Cuore da parte dei Salesiani, pretese di erigervi accanto un ospizio per i fanciulli, contenente le scuole serali, le scuole diurne e un oratorio.

L'isolato acquistato dai Salesiani nel 1882, occupato dalla Chiesa in costruzione e dalla palazzina angolare

Nel giugno del 1880 Don Bosco fece delle trattative con la Banca Tiberina per acquistare l'intero isolato su cui insisteva la chiesa del Sacro Cuore, posto tra Via di Porta San Lorenzo, Via del Castro Pretorio, oggi Via Vicenza, Via Marghera, su cui era stata costruita solamente una palazzina angolare, inoltre il Santo voleva acquistare anche l’isolato adiacente posto tra Via Marghera e Via Milazzo. Gli ingenti finanziamenti necessari per la costruzione della chiesa portarono però i padri Salesiani a sconsigliare a Don Bosco l'acquisto di questo secondo isolato, che avrebbe permesso la realizzazione di un enorme edificio adibito ad ospizio.
Il 31 dicembre 1881 l'Istituto Salesiano ratificò l'acquisto del lotto di 4.927 metri quadri su cui si trovava la chiesa in costruzione.


Il progetto del grande complesso venne affidato all'ingegnere Giacomo Cucco che coadiuvava l'architetto Vespignani nella realizzazione della chiesa del Sacro Cuore.
Già nell'ottobre del 1882 nella cosiddetta "casa vecchia" la palazzina angolare esistente e comprata dai Salesiani, vennero inaugurate le prime classi elementari.
I lavori del primo edificio su Via Marsala, posto tra la Basilica e la "casa vecchia", iniziarono nel settembre del 1884 e si conclusero nel 1887, ma già nel 1886 era stato aperto il primo dormitorio per i ragazzi.


La facciata è caratterizzata da lesene ioniche al piano terra e corinzie al primo piano, le finestre del primo piano sono architravate.
Purtroppo Don Bosco non poté mai vedere realizzata la l'opera da lui tanto voluta perché alla sua morte, nel 1888 ancora dovevano essere realizzate le due ali su Via Marghera e Via Magenta. 
I lavori per completare l'Ospizio iniziarono nel giugno del 1891.
Il 7 marzo 1893 l'edificio venne solennemente inaugurato alla presenza di Monsignor Cagliero, del Cardinal Vicario Parocchi, e di don Rua, successore di Don Bosco. 


Il vasto cortile interno, a pianta quadrangolare, è caratterizzato da un porticato su colonne doriche di granito, sviluppato su tre lati, al primo piano le finestre sono architravate, mentre quelle al piano superiore hanno semplici cornici.


La struttura ospitava 400 giovani interni, i quali frequentavano la scuola e apprendevano le arti tipografiche, di legatoria, falegnameria, calzoleria e sartoria.






La massima espansione del collegio avvenne intorno al 1910 con un movimento complessivo di circa 1000 giovani.
Nel 1930 la sezione artigianale emigrò nel nuovo Istituto Pio XI sulla Via Tuscolana. Dal 1958 l'ospizio accolse le due facoltà di Diritto Canonico e Filosofia poi trasferite nell'Ateneo Salesiano.
All'interno del convento sono presenti i locali chiamati Camerette di Don Bosco, che servirono da dimora al Santo quando venne a Roma nel 1887.
Dopo essere stato per alcuni anni una casa per ferie salesiana si è deciso di trasformarlo nella nuova Curia Generalizia dell'ordine, dopo che l'edificio della Casa Generalizia di Via della Pisana 1.111, del 1969, è stato messo all'asta dal tribunale di Roma, per la nota vicenda dell'eredità della Fondazione Gerini.




Via Aurelio Saliceti

Via Saliceti Trastevere Gianicolense

Via Aurelio Saliceti è una strada del Quartiere Gianicolense compresa tra Via Carlo Armellini e Via Mattia Montecchi. L'origine della strada risale al 1916, quando si decise di dare un nome all'area stradale venutasi a formare dietro un isolato di Viale Trastevere che avrebbe collegato Via Mattia Montecchi e Via Carlo Armellini. Si decise quindi di dedicarla ad Aurelio Saliceti (Ripattoni 1804-Torino 1862), che proprio con Montecchi e Armellini prese parte al primo Triumvirato provvisorio della Repubblica Romana nel 1849.
Lungo la strada si trova il Teatro Le Maschere.

Targa in memoria di Maurits Cornelis Escher

Via Poerio targa Maurits Cornelis Escher


La targa in questione si trova in Via Alessandro Poerio, nel Quartiere Gianicolense (nella parte meglio nota come Monteverde Vecchio), e ricorda l'incisore e grafico olandese Maurits Cornelis Escher (Leeuwarden 1898 - Laren 1972). Molto attratto dall'Italia, il celebre artista visse a Roma tra il 1923 e il 1935 e vi conobbe la svizzera Jetta Umiker, che divenne sua moglie. Il lavoro di Escher, inoltre, si rifà moltissimo alle opere di Giovanni Battista Piranesi che, pur veneziano, operò e lasciò il segno a Roma.

Escher Monteverde Gianicolense

La targa è stata qui posta dal Comune di Roma nel 2022.