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Villino Ciangottini

Il villino Ciangottini (foto Memorie di Roma)


Il Villino Ciangottini era un villino oggi non più esistente situato in Via Giovanni Battista de Rossi nn. 13-15, nel Quartiere Nomentano.
Fu costruito dall'ingegner Marcello Ciangottini come propria residenza nel 1914.
Il origine la strada era chiamata Vicolo di Pietralata, e il villino fu il primo edificio ad esservi edificato, si trovava al civico 12c poi 24, all'epoca era immerso nella campagna e vi si potevano ammirare Villa Massimo e Villa Torlonia.
L'edificio era semplice, di gusto floreale, si sviluppava su due piani, il pjanterreno era rivestito a bugnato liscio, sulla destra della facciata si trovava una torretta di tre piani, con un terrazzo sommitale.

Progetto del Villino Ciangottini (ASC)

L'importanza del villino è dovuta al fatto che dal 1918 al 1925 vi abitò Luigi Pirandello, con i figli Stefano, Fausto e Lietta. Mentre quì risiedeva compose Sei personaggi in cerca d'autore e molte novelle.

Pirandello nel 1919

Pirandello abitava all'ultimo piano, ed aveva accesso anche alla terrazza situata sul tetto del villino. L'appartamento era caratterizzato da un'anticamera, l'ampio salone era separato da un'arcata con vetrata liberty dallo studio.
Negli anni Cinquanta venne demolito per costruire una palazzina di cinque piani.

Villino Stefanucci



Il Villino Stefanucci era un villino oggi non più esistente situato in Via Giuseppe Antonio Guattani n. 16 nel Quartiere Nomentano.
Venne costruito nel 1913 dall'ingegner Venuto Venuti per la famiglia Stefanucci.

La facciata del villino lungo Via Guattani (ASC)

Il villino si estendeva su tre piani, era decorato in stile barocco.
La pianta quadrangolare si sviluppava longitudinalmente verso l'interno.
Il pianterreno era ricoperto a bugnato liscio, mentre le finestre erano decorate da una conchiglia sommitale, elaborate erano anche le volute del cornicione, inoltre si aprivano piccoli avancorpi decorati da bugnati angolari.
Anche questo villino, come altri presenti nella strada, fu barbaramente demolito nel 1966 per realizzare la sede dell'ANCE, su progetto di Giulio Pediconi.


Villino Sanderson



Il villino Sanderson era un villino oggi non più esistente situato in Via Giuseppe Antonio Guattani n. 9, nel Quartiere Nomentano.
La costruzione del villino venne avviata nel 1910, per William Robert Sanderson, industriale di origini inglesi, trapiantato in Sicilia dove il padre aveva avviato un'industria nel settore degli agrumi.

William Robert Sanderson

Proprio a causa delle sue attività in Sicilia il proprietario volle che villino fosse in pietra tufacea, ispirato alle costruzioni di Messina, dove aveva sede la sua attività.
Nel 1920 venne ampliato dall'ingegnere Guido Beretta.
La fine dell'edificio fu decretata nel 1954, quando venne barbaramente abbattuto per costruire il palazzo della Lega Nazionale delle Cooperative, su progetto di Cairepro.


Musei Capitolini

I Musei Capitolini sono un complesso museale situato sul Campidoglio, nel Rione Campitelli.
 
Sale dei Musei Capitolini:
 
Palazzo dei Conservatori:

Piazza di San Pantaleo



Piazza di San Pantaleo è un'importante slargo situato lungo Corso Vittorio Emanuele II nel Rione Parione.
La Piazza si trovava in origine lungo la Via Papalis che da Piazza Venezia arrivava Ponte Sant'Angelo, sulla strada nel 1216 venne consacrata la Chiesa di San Pantaleone, martire sotto Diocleziano nel 305, che presto venne rinominata dal popolo San Pantaleo.

Piazza San Pantaleo nel Catasto Gregoriano del 1835 

In origine lo slargo era ricavato in una rientranza del Palazzo Massimo e del Palazzo Orsini, oggi Palazzo Braschi, che all'epoca aveva un fronte diagonale.
La realizzazione di Palazzo Braschi nel 1794 nobilitò la piazza perchè venne edificata una grande facciata a cinque finestre per piano, con un ampio portone d'ingresso e una maestosa balconata al piano nobile.
Nel 1829 la Presidenza delle Strade diede il nome ufficiale allo slargo:"Piazza di San Pantaleo".
I lavori per la costruzione di Corso Vittorio Emanuele II comportarono nel 1883 l'allargamento della piazza che venne ampliata verso Sud-Ovest con la costruzione di Palazzo Russo, realizzato sul tracciato del vecchio Vicolo dell'Aquila. La facciata di Palazzo Russo è molto simile a quella di Palazzo Braschi e crea un gioco di rimandi e citazioni. 

La piazza ai primi del Novecento 

Nel 1895 venne infine costruito il Monumento a Marco Minghetti, che abbellisce notevolmente l'area.


Strade della Zona Torre Angela

A seguire, un elenco di tutte le strade attualmente esistenti nella Zona Torre Angela.

Strade del Quartiere Alessandrino

A seguire, un elenco di tutte le strade attualmente esistenti nel Quartiere Alessandrino.
 

Edicole Sacre del Quartiere Ostiense

A seguire un elenco delle Edicole Sacre situate nel Quartiere Ostiense, elencate in base all'ordine alfabetico della strada in cui si trovano. 
 
Via del Gazometro
 
Via Ostiense
 
Via del Porto Fluviale
 
Via di Sant'Adautto
 
Via delle Sette Chiese

Edicole Sacre del Quartiere Appio-Latino

A seguire un elenco delle Edicole Sacre situate nel Quartiere Appio-Latino, elencate in base all'ordine alfabetico della strada in cui si trovano. 
 
Via Cerveteri

Strade della Zona Ottavia

A seguire, un elenco di tutte le strade attualmente esistenti nella Zona Ottavia
 
 
 

Strade scomparse della Zona Tomba di Nerone

A seguire un elenco delle strade della Zona Tomba di Nerone oggi non più esistenti. Per le strade attualmente esistenti del quartiere, rimandiamo a quest'altro elenco.
 

Santa Maria in Aracoeli

Santa Maria in Aracoeli è una Chiesa situata nel Rione Campitelli, sul Campidoglio, cui si può accedere dalla monumentale scala che arriva a Piazza d'Aracoeli.

Statue all'interno della Chiesa:

Le targhe commemorative del Quartiere Monte Sacro Alto

A seguire, suddivise per strada (elencate in ordine alfabetico), trovate l'elenco delle targhe commemorative presenti nel Quartiere Monte Sacro Alto.
 
Via Nomentana

Statue e monumenti scomparsi del Rione Campo Marzio

A seguire un elenco in ordine alfabetico relativo alle statue e i monumenti non più esistenti del Rione Campo Marzio.
 

Ristoranti scomparsi nella Zona Acilia Sud

Galletto d'Oro, Largo Girolamo da Montesarchio 16
King Ranch, Viale Alessandro Ruspoli 196

Via di Santa Balbina


Via di Santa Balbina è una strada che conduce da Viale Giotto a Piazza di Santa Balbina, nel Rione San Saba.
La strada ricalca perfettamente l'antico Clivus Delphini, di origine romana, di cui varie testimonianze sono affiorate negli scavi archeologici.

Il primo tratto da Viale Giotto
In origine la via partiva da Via Aventina, sul Piccolo Aventino, e terminava, dopo un tratto in discesa in Via di Porta San Sebastiano.

L'antico portale della Vigna del Capitolo di San Pietro
La strada aveva un aspetto agreste ed era immersa nelle vigne, tra cui spiccavano la Vigna Boccapaduli e la Vigna del Capitolo di San Pietro, circa a metà della via si trovava l'ingresso alla Chiesa di Santa Balbina.

La strada nella mappa del Nolli del 1748
Nel 1909 la strada fu inevitabilmente interessata dai lavori per la realizzazione della Passeggiata Archeologica, che comportarono la distruzione della parte finale, dalla Basilica di Santa Balbina a Via di San Sebastiano.

La strada nei pressi della Basilica di Santa Balbina
Oggi rimane intatto il tratto che da Viale Giotto arriva a Santa Balbina, completamente privo di costruzioni moderne.

Il muro della strada termina presso la Basilica di Santa Sabina, dove si apre un ampio panorama sul Celio
Lungo la strada è presente una Via Crucis con raffigurazioni in ceramica.




Via delle Palme

Centocelle anni 30 mappa Via delle Palme

Via delle Palme è una strada del Quartiere Prenestino-Centocelle, meglio noto semplicemente come Centocelle, compresa tra Via Tor de' Schiavi e Viale Palmiro Togliatti. L'origine della strada risale al 1925, quando venne istituito gran parte del principale nucleo di strade del quartiere Centocelle, tutte dedicate a diversi tipi di piante: la strada in questione fu dedicata alle palme.
Originariamente, la strada andava da Via Tor de' Schiavi alla campagna, per poi essere prolungata nel 1950 fino a Via Lucera, strada che nel 1976 venne inglobata dal nuovo Viale Palmiro Togliatti, portando i limiti della strada a quelli attuali.
 
Centocelle strada

Via delle Palme è anche il titolo di un libro di narrativa scritto da Tiziano Loreti e ambientato a Centocelle, in modo specifico nella via che da il titolo al volume.
Lungo la strada sorgono numerosi esercizi commerciali, come ad esempio una delle sedi della catena di ristoranti peruviani Inka Chicken.
La strada si trova nella zona urbanistica Centocelle e il suo Cap è 00171.

Rino Gaetano Day

Rino Gaetano Day Parco Talenti 2023

Il Rino Gaetano Day è un evento musicale che si svolge ogni anno per ricordare il cantautore Rino Gaetano (Crotone 1950-Roma 1981), calabrese e romano d'adozione, strettamente legato al Quartiere Monte Sacro, dove viveva e che viene citato più o meno direttamente in molte sue opere.
Il concerto si svolge dal 2011, anno del trentennale della morte prematura del cantante, e viene organizzato dalla sorella Anna e dal nipote Alessandro. Nel corso dell'evento si esibisce la Rino Gaetano Tribute Band che ripropone alcuni classici del cantautore e si uniscono molti artisti e personalità del mondo dello spettacolo e della musica.
Nel corso degli anni, la manifestazione si è svolta a Piazza Sempione e al Parco Talenti. L'evento rappresenta, oltre ovviamente a un modo per ricordare Rino Gaetano, non solo un'importante manifestazione musicale, ma anche un importante evento per la vita e l'identità del quartiere cui il cantautore era particolarmente legato.
Le citazioni e i riferimenti a Monte Sacro, ai suoi mezzi pubblici, al percorso per spostarsi dal quartiere e tornarvi sono molteplici nelle canzoni di Rino Gaetano. "Chi prende il 60", in riferimento all'autobus che collega Monte Sacro al centro, "Chi va a Porta Pia", proprio in riferimento al percorso lungo la Nomentana fatto dall'autobus e da chi va verso il centro.
Proprio sulla Nomentana, il 2 Giugno 1981, Rino Gaetano trovò la morte appena 30enne in un incidente stradale all'altezza di Via Carlo Fea, nel Quartiere Nomentano.

Viale Pinturicchio

 
Via Pinturicchio Flaminio vecchia mappa
Via Pinturicchio nel 1944

Viale Pinturicchio è una strada del Quartiere Flaminio compresa tra Via Flaminia e Piazza Gentile da Fabriano. Le origini della strada risalgono al 1925, quando una serie di strade del quartiere vennero istituite e dedicate ad artisti. Tale strada venne dedicata a Pinturicchio, nome con cui è divenuto noto Bernardino di Betto Betti (Perugia 1453 circa - Siena 1513), importante artista rinascimentale.
Originariamente la strada doveva limitarsi a congiungere il Viale Tiziano con Via Flaminia, ma successivamente fu prolungata fino a Piazza Gentile da Fabriano, da cui forma il lato nord di un tridente insieme a Via Guido Reni e Viale del Vignola.
 
Flaminio Pinturicchio
 
La strada ebbe il grosso dello sviluppo progressivo, e il grosso dell'urbanizzazione avvenne dopo la Seconda Guerra Mondiale: le mappe precedenti al conflitto, infatti, mostrano chiaramente come la zona ancora non fosse del tutto edificata.
La strada si trova nella Zona Urbanistica Flaminio e il suo Cap è 00196.

Casa Provinciale delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia

Istituto Santa Maria Giuseppa Rossello

In Via Flaminia, nel Quartiere Flaminio, al civico 351 è presente l'edificio della Casa Provinciale dell'ordine delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia. L'ingresso dell'edificio è riconoscibile perché sormontato da un bassorilievo. Tale Congregazione venne fondata nel 1837 da Santa Maria Giuseppa Rossello, cui è dedicata la scuola annessa alla Casa Provinciale.
La Congregazione si stabilì a Roma nel 1906, aprendo la propria prima Casa Provinciale e l'asilo presso Santa Maria del Popolo.
Nel 1917 la Congregazione si è stabilita nel Quartiere Flaminio e nel 1921 costruisce il primo nucleo della Casa Provinciale e dell'annesso Istituto Santa Maria Giuseppa Rossello, complesso che viene ampliato tra il 1927 e il 1931 con l'aggiunta di nuove strutture.

Altri siti che ne parlano:

Aula Ottagona dei Musei Capitolini



L'Aula Ottagona era una struttura espositiva, oggi non più esistente, dei Musei Capitolini, nel Rione Campitelli.
Con la proclamazione di Roma a Capitale d'Italia iniziarono presto le lottizzazioni di nuove aree destinate alla costruzione dei nuovi quartieri impiegatizi e per il ceto medio, le aree maggiormente interessate furono quelle del Quirinale, del Viminale, con la realizzazione di Via Nazionale, e dell'Esquilino, all'epoca occupate da vigne e ville suburbane.
Per realizzare le fognature e le fondamenta degli edifici furono i ritrovati moltissimi reperti archeologici, sia strutture, che vennero demolite, o sotterrate, che oggetti e statue, che vennero catalogati e sistemati nei depositi comunali. La supervisione degli scavi archeologici fu affidata alla Commissione Archeologica Comunale, guidata da Rodolfo Lanciani. 
Per ospitare i reperti di maggior prestigio fu commissionata all'architetto Virginio Vespignani la progettazione di una grande aula con cupola, da realizzare all'interno del cortile del Palazzo dei Conservatori.
Egli realizzò un'aula di pianta ottagonale, a imitazione dell'Aula Ottagona della Domus Aurea, interamente in legno, con la cupola sostenuta da colonnine in ghisa. Le vele della cupola erano decorate da elaborare pitture a grottesche e girali fogliati.
La sala fu solennemente inaugurata nel 1876, con una cerimonia cui presenziò il Sindaco di Roma. All'epoca conteneva 133 reperti, tra cui spiccava la Venere Esquilina, i due geandi crateri degli Horti Vettiani, la fontana a forma di corno e il cane degli Horti Maecenatis.


Man mano che venivano scoperte nuove statue, queste venivano collocate nella sala, che si arricchì progressivamente di opere.
Nel 1903 i Musei Capitolini si espansero occupando nuovi locali al pianterreno del Palazzo dei Conservatori, fu decisa la demolizione dell'aula otragona e, sotto la supervisione dell'archeologo Rodolfo Lanciani, i reperti vennero riallestiti nelle nuove sale espositive.





La Torre

Festa Capodanno La Torre
La pubblicità del veglione di capodanno del 1995 presso il ristorante La Torre


La Torre era un ristorante situato in Via Tiburtina Km 10,2 (successivamente, dopo la sua istituzione, in Via Padre Lino da Parma 5), nel Quartiere Ponte Mammolo.

Via Acate

Via Acate è una strada della Zona Torre Angela, compresa tra Via Achemenide e Via Anchise. La strada venne istituita nel 1969, e in linea con la toponomastica locale venne dedicata a una figura mitologica, in questo caso il troiano Acate, amico di Enea citato più volte da Virgilio nell'Eneide.
Acate è inoltre il nome di un comune siciliano in provincia di Ragusa.

Dosso Dossi, Enea e Acate sulla costa libica (1520), National Gallery of Art, Washington

La strada ricade nella Zona Urbanistica Torre Angela. Il suo Cap è 00133.

Via degli Acanti

Via degli Acanti è una strada del Quartiere Alessandrino, che ha inizio da Via del Prato e non ha uscita. In linea con la toponomastica della zona, la strada è stata dedicata nel 1951 a una pianta, nello specifico all'acanto, genere di piante delle acantacee usata spesso a fini decorativi. Tale pianta compare spesso anche nell'arte: nel contesto bizantino, ad esempio, possono comparire più volte capitelli decorati con bassorilievi di foglie di acanto.
 
Pianta Acanto Via degli Acanti

La strada si trova nella Zona Urbanistica Alessandrina, il suo Cap è 00172.

Via dei Sansovino

Via dei Sansovino Via Flaminia

Via dei Sansovino è una strada del Quartiere Parioli compresa tra Via Flaminia e Viale Tiziano. La zona in cui si trova, a ridosso della Via Flaminia e allo Stadio Flaminio, è tuttavia da molti identificata con il Quartiere Flaminio.
La strada sorge nel primo tratto di quello che fu il Vicolo della Rondinella, che attraversava un tempo l'area dell'attuale Villaggio Olimpico. Questo piccolo tratto di quel vicolo venne chiamato nel 1921 Via dei Sansovino, in linea con la toponomastica locale che vede le strade dedicate ad artisti di fama della storia d'Italia. In questo caso si scelse di ricordare in un'unica strada Andrea di Niccolò di Menco di Muccio (o Contucci) detto il Sansovino (Monte San Savino 1460 o 1467 - Monte San Savino 1529) e il suo allievo Jacopo Tatti (Firenze 1486 - Venezia 1570), detto anche lui il Sansovino, scultore il primo e scultore e architetto il secondo.
Sul lato nord della strada si affaccia un edificio per uffici e abitazioni realizzato dall'architetto Domenico De Riso tra il 1961 e il 1963.
La strada fa parte della Zona Urbanistica Flaminio e il suo Cap è 00196.

Madonna del Divino Amore in Via del Porto Fluviale angolo Via del Gazometro

Edicola Sacra Divino Amore Porto Fluviale

 
In Via del Porto Fluviale all'angolo con Via del Gazometro, nel Quartiere Ostiense, è presente un'Edicola Sacra raffigurante la Madonna del Divino Amore. L'Edicola è realizzata in mosaico e riporta la scritta "Anno Mariano 1954". Sono molto particolari i colori dell'Immagine, particolarmente intensi.

Madonna del Divino Amore in Via Cerveteri

Divino Amore Appio Latino

In Via Cerveteri, nel Quartiere Appio-Latino, è presente un'Edicola Sacra raffigurante la Madonna del Divino Amore. Sotto l'Edicola è presente una targa con scritto "Vergine Santa del Divino Amore siamo tuoi figli abbi di noi pietà noi ricordiamo al tuo materno cuore ed il tuo cuore ci soccorrerà".

Via Acaia

Via Acaia è una strada del Quartiere Appio-Latino, compresa tra Piazza Armenia e Piazza Galeria. Le origini di tale strada risalgono al 1925, quando vennero istituite parte delle strade del primo nucleo dell'Appio-Latino, che vennero dedicate ad antiche città e provincie d'Italia e dell'Impero Romano. Nello specifico, questa venne dedicata all'Acaia, o Achea, la regione greca che corrisponde al nord della penisola del Peloponneso, intorno alla città di Patrasso.
 
Mappa Via Acaia Appio Latino
 
La strada aveva dal punto di vista urbanistico una funzione molto strategica: il collegamento del sistema viario dell'Appio-Latino verso Sudovest, nella direzione dell'Appia Antica. Una funzione che nel tempo sarebbe stata resa molto più strategica, soprattutto nell'ottica del progetto di espansione di Roma verso il Tirreno configuratosi pian piano fin dal PRG del 1931 e meglio ancora nelle sue varianti successive. 
Nei progetti, Via Acaia e il suo proseguimento Via Bitinia avrebbero dovuto formare una parte di un asse viario tra l'Appio-Latino e l'Ostiense che sarebbe passato lungo l'Appia Antica.
Tale progetto venne interrotto per via dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, dopo la quale fu inizialmente ripreso, salvo poi essere accantonato per via della scelta di preservare il primo tratto dell'Appia Antica dall'urbanizzazione.
Il ruolo di raccordo Appio-Latino-Ostiense venne quindi ricoperto dall'asse Via Cilicia-Via Marco Polo, ma Via Acaia rimane comunque un asse viario strategico all'interno di tale quadrante.
La strada è caratterizzata dalla presenza di edifici residenziali intensivi.

Via delle Acacie

Centocelle Via delle Acacie

Via delle Acacie è una strada del Quartiere Prenestino-Centocelle, compresa tra Largo della Primavera e Viale Palmiro Togliatti. Le sue origini risalgono al 1925, quando il nucleo principale del quartiere Centocelle venne tracciato e le sue strade presero i nomi di piante: nel caso della via in questione si optò per l'acacia.
Per quanto il quartiere Centocelle si sia sviluppato in gran parte intorno al nucleo tracciato negli anni '20, molti sono stati gli interventi urbanistici decisi, che hanno influito in maniera determinante soprattutto sulle delimitazioni di molte strade, anche risalenti al primo nucleo: Via delle Acacie in questo senso non fa eccezione.
La strada, infatti, andava da Via di Tor de' Schiavi alla campagna, e negli anni ha leggermente cambiato i suoi limiti pur rimanendo pressoché identica nell'estensione: il tratto verso la campagna si è esteso prima fino a Via dei Ginepri e oltre per poi raggiungere Via del Fosso di Centocelle, l'altro lato ha visto prima la soppressione (1959) di un breve tratto secondario tra la strada stessa e la Via Tor de' Schiavi, quindi ha raggiunto il Largo della Primavera appena questo è stato istituito (1961). Quando poi, nel 1976, il Viale Palmiro Togliatti ha assorbito un tratto di Via del Fosso di Centocelle, allora la strada ha raggiunto le sue delimitazioni attuali.

Via Abruzzi


Via Abruzzi è una strada del Rione Ludovisi, compresa tra Via Boncompagni e Via Campania. 
Venne istituita nel 1887, quando una volta pianificato il nuovo quartiere di lottizzazione della Villa Ludovisi, si decise di attribuire alle nuove strade i nomi delle regioni del neonato Regno d'Italia. Questa strada venne dedicata agli Abruzzi, regione che oggi ci limitiamo a chiamare Abruzzo e che in passato è stata un tutt'uno col vicino Molise.

Ludovisi Via Abruzzi
Via Abruzzi in una mappa dell'Istituto Cartografico Italiano del 1896

Al momento dell'istituzione, tuttavia, per la strada venne proposto il nome di "Via Dogali", volendo ricordare non solo le regioni italiane ma anche i territori di quello che all'epoca era l'Impero coloniale italiano. Tuttavia, in sede di delibera, si optò per chiamare tale strada Via Abruzzi e dedicare a Dogali un'altra strada, originariamente pensata per chiamarsi "Via Massaua". 
Nel 1916 si decise di cambiare il nome di questa strada, dedicata a un luogo come Dogali la cui memoria è legata per gli italiani soprattutto alla disfatta militare del 1887, in Via Romagna, mentre Dogali fu indirettamente risarcita con la dedica del piazzale di fronte alla Stazione Termini ai Cinquecento italiani caduti nella battaglia (appunto, Piazza dei Cinquecento) e dove all'epoca sorgeva l'obelisco in loro memoria, attualmente situato nel vicino Viale delle Terme di Diocleziano.
Come per il resto del Rione Ludovisi, la strada fu pensata all'epoca come una zona residenziale da edificare a palazzi, la crisi edilizia del 1887 bloccò le costruzioni, e ai primi del Novecento vi sorsero numerosi villini, non tutti però sopravvissuti fino ai giorni nostri.

Via Abruzzi nel 1903, in primo piano il Villino Florio

Nello specifico, nella via sorgono il Villino Kaiser, oggi sede dell'Hotel Villa Pinciana, il Villino Florio, opera di Ernesto Basile per l'imprenditore siciliano Ignazio Florio, il Villino Morani, il Villino Amero d'Aste Stella

Il Villino Morani e, in secondo piano il Villino Florio

Vi sorse inoltre il Villino de Frankenstein, opera di Carlo Busiri Vici del 1906 e demolito negli anni '60 per fare posto a più moderni edifici per uffici, stessa sorte toccò alla grande Villa Dusmet, opera di Edgardo Negri per il Marchese Alfredo Dusmet de Smours.
In Via Abruzzi, come in molte altre strade della zona e del vicino Quartiere Pinciano, negli anni '50 e '60 molti villini ed edifici estensivi sono stati purtroppo demoliti, poiché il regolamento edilizio lo permetteva, per dare spazio a nuovi palazzi spesso per uffici che hanno in parte trasformato la zona in quartiere terziario.

Via Abetone

Mappa Monte Sacro 1944
Via Abetone nella mappa degli Alleati del 1944

Via Abetone è una strada del Quartiere Monte Sacro, compresa tra Viale Adriatico e Piazza Monte Tufone. Le origini di questa strada risalgono al 1921, negli anni in cui veniva edificata la Città Giardino Aniene, il principale nucleo del Quartiere Monte Sacro. In linea con la toponomastica scelta per il nuovo quartiere, le cui vie vennero dedicate a mari, monti, isole e altri elementi geografici italiani, questa strada venne dedicata all'Abetone, passo dell'Appennino al confine tra Toscana ed Emilia-Romagna nonché comune in provincia di Pistoia (nel 2017 unito al limitrofo comune di Cutigliano).

Spaghetti alla Trasteverina

Gli Spaghetti alla Trasteverina sono un primo piatto romano, come si capisce dal nome legato al Rione Trastevere. Si tratta di un piatto di pasta condito con pomodoro, filetti di alici e funghi.

Cannolicchi alla bersagliera

Cannolicchi alla Bersagliera Testaccio pasta Perilli

I Cannolicchi alla bersagliera sono un piatto della cucina romana, legato al ristorante Perilli a Testaccio, situato in Via Marmorata. La famiglia Perilli lo propose anche al concorso "Posate d'oro" nel 1964, dove il piatto si piazzò in quarta posizione.
Si tratta cannolicchi conditi con pomodoro, tonno e funghi cardoncelli, arricchiti da aglio, cipolla, peperoncino e prezzemolo. 
Il nome "alla bersagliera" nacque quando un avvocato napoletano, recatosi da Perilli, ordinò i cannolicchi alla marinara, piatto a base di pomodoro, tonno e funghi ideato sempre dalla famiglia Perilli, ma andando di fretta e chiedendo se si potesse preparare rapidamente, i cannolicchi divennero..."alla bersagliera", dalla rapidità del passo di marcia del corpo militare.
 
Altri siti che ne parlano:

Rigatoni democratici

Rigatoni Democratici Trastevere
 
I rigatoni democratici sono un piatto della cucina romana legato al ristorante Capo de Fero, situato a Trastevere in Via di San Cosimato, del quale rappresenta la principale specialità. Si tratta di un piatto di rigatoni con formaggio fuso e salsiccia macinata.

Via degli Abeti

Centocelle Via degli Abeti anni 30
Via degli Abeti ancora priva di costruzioni nella mappa di Roma di Marino e Gigli del 1935

Via degli Abeti è una strada del Quartiere Prenestino-Centocelle compresa tra Via dei Lauri e Via dei Pini. Venne istituita nel 1925, insieme a quello che sarebbe divenuto il principale nucleo di strade di Centocelle, e in linea con la toponomastica del nuovo quartiere venne dedicata a una pianta, nello specifico agli abeti.
Originariamente la strada era compresa tra Via Tor de' Schiavi e la campagna, e solo nel 1950 i confini vennero nuovamente definiti rendendola compresa tra Via dei Faggi e Via dei Pini per poi arrivare nel 1954 a quelli che sono i confini attuali.

Via delle Abelie

Via delle Abelie è una strada situata nel Quartiere Prenestino-Centocelle, compresa tra Viale Palmiro Togliatti e Via Pietro Romualdo Pirotta. Tale strada venne istituita nel 1952 e, in linea con la toponomastica locale che vede molte strade dedicate a fiori e piante, venne dedicata alle abelie, varietà delle caprifogliacee.
Nel 1952, tuttavia, la strada fu inizialmente pensata per una collocazione leggermente diversa, ma sempre a Centocelle: tra Via delle Robinie e Via dei Glicini, una zona che, come specificato anche nel verbale di istituzione, era ancora in costruzione.
Tuttavia, lo sviluppo del quartiere avvenne in maniera leggermente diversa e alcune strade non vennero realizzate, ragione per cui i nomi vennero attribuite ad altre aree nello stesso quartiere: nello stesso 1952 il nome di Via delle Abelie fu dunque attribuito alla via che, all'epoca, da Via Lucera raggiungeva Via dei Larici per poi proseguire oltre.
 
Pianta Abelie
Le abelie, piante che danno nome alla strada
 
Nel 1976, tuttavia, l'istituzione e successiva realizzazione del Viale Palmiro Togliatti non solo cambiò in maniera incisiva la circolazione della zona est di Roma, ma portò a molti mutamenti toponomastici, assorbendo una serie di strade preesistenti, tra cui Via Lucera, da cui aveva inizio Via delle Abelie.
Tale cambiamento dei confini di Via delle Abelie terminò nel 1990 quando venne istituita Via Pietro Romualdo Pirotta, cambiando così le delimitazioni della strada in quelli attuali.

Via Abbiategrasso

Via Abbiategrasso è una strada situata nella Zona Ottavia, compresa tra Via di Casal del Marmo e Via della Palmarola Nuova. Venne istituita nel 1971 e, in linea con la toponomastica locale, dedicata al comune lombardo di Abbiategrasso, in Provincia di Milano.

Via Abbadia San Salvatore

Via Abbadia San Salvatore è una strada non più esistente che sorgeva nella Zona Tomba di Nerone. La strada era dedicata al comune di Abbadia San Salvatore, in provincia di Siena.

Targa in memoria della prima vittoria della Ferrari nel Gran Premio di Roma

Gran Premio Roma Franco Cortese 1947

 
La targa in questione si trova in Viale delle Terme di Caracalla, nella parte compresa nel Rione Celio, e ricorda come nel 1947, passando proprio nel viale, la Ferrari 125S guidata da Franco Cortese vinse per la prima volta il Gran Premio di Roma.
Nel 2023 l'associazione "La Manovella" ha richiesto lo spostamento della targa in un punto del viale che la valorizzi meglio, ritenendola poco visibile nell'attuale posizione.

Altri siti che ne parlano:

Statua della Vergine di Fatima nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli



La Basilica di Santa Maria in Aracoeli, nel Rione Campitelli, ospita una statua della Vergine di Fatima, situata nella Cappella di Santa Margherita da Cortona.
La storia di questa statua risale al 1954 quando l'americana Adele Marie Merille McCloskey, di New Orleans, decise di commissionare una statua della Vergine di Fatima, in memoria del marito Harry B. McCloskey, e di regalarla al Pontefice Pio XII in occasione dell'Anno Mariano.
La statua fu realizzata in legno da una bottega di scultura Portoghese.
Passata in proprietà alla Santa Sede rimase, per alcuni anni, nel deposito di oggetti religiosi di San Giovanni in Laterano, finchè negli anni Novanta fu donata al francescano Fra Vincenzo, che diventato rettore dell'Aracoeli nel 2002 la collocò nella cappella.


La statua raffigura la Vergine Maria così come apparve il 13 maggio 1917, il vestito è bianco mentre il velo è merlettato d'oro, copre il capo e le spalle fino ai piedi, le mani sono giunte, fra queste è posto un rosario bianco con la croce d'argento, come cintura la Madonna ha un cordone d'oro. 
Sulla statua è stata posta una corona dorata decorata con perle identica a quella presente nel santuario di Nostra Signora di Fatima.