La Lodigiani è una storica squadra di calcio di Roma. Le sue origini risalgono al 1972, quando venne fondata da Vincenzo Malvicini, dirigente della Lodigiani Costruzioni Spa, una delle più grandi aziende del settore edilizio italiano dell'epoca, che volle mettere in piedi una squadra di calcio aziendale per prendere parte ad alcuni tornei amatoriali. Tra il 1972 e il 1974 la squadra vinse il torneo SACOP e il trofeo Giovanni XXIII, due tornei di calcio amatoriale locale. Fu così che, complici questi risultati degni di nota, decise di affiliarsi alla FIGC. La famiglia Lodigiani, proprietaria dell'omonima società di costruzioni, sostenne la fondazione della squadra di cui sarebbe per molti anni rimasta proprietaria, lasciando sempre ampia libertà di gestione ai suoi dirigenti.
L'inizio dell'avventura nei tornei di calcio ufficiali avvenne nel 1974 quando, dopo la fusione con l'AC Orma ITR Vescovio, prese parte al campionato di Seconda Categoria e arrivare l'anno successivo grazie alla fusione con l'US Maia Cat, una formazione di Mentana, a disputare il campionato di Promozione grazie al titolo sportivo di quest'ultima società, dove rimase sei anni sotto la guida del tecnico Francesco Scaratti, ex calciatore che aveva chiuso la propria carriera proprio con la maglia della Lodigiani.
In questi primi anni, la Lodigiani disputò le partite presso lo stadio Francesca Gianni, importante struttura sportiva del Quartiere San Basilio, fatto che contribuì a legare un quartiere sempre più profondo tra la squadra e il quartiere e farla per lungo tempo identificare con esso agli occhi di molti romani.
Raggiunta la Serie D, dopo alcuni campionati la squadra venne promossa nel 1983 per la prima volta nella sua storia in Serie C2 sotto la guida dell'allenatore Guido Attardi, figura che negli anni avrebbe scritto la storia della squadra. Per l'occasione, la squadra smise di disputare le partite al Gianni (dove comunque continuò ad allenarsi) per passare al più capiente Stadio Flaminio. Il passaggio di categoria e il passaggio a uno stadio da circa 25mila posti (per quanto la media spettatori della Lodigiani fosse ben più bassa) portarono gradualmente la squadra a essere percepita sempre di più come la terza squadra di Roma e non più come una squadra legata esclusivamente a San Basilio, per quanto tale legame abbia resistito nel tempo. Gli anni '80 rappresentarono per questa e altre ragioni anni molto importanti per la storia della Lodigiani e per la sua crescita d'immagine oltre che sportiva. Dal punto di vista societario, la proprietà, la Lodigiani Costruzioni, lasciò sempre maggiore indipendenza alla dirigenza sportiva della Lodigiani Calcio, mentre al tempo stesso la società e l'allenatore Attardi inserirono con sempre più frequenza giocatori giovani provenienti dal vivaio nella prima squadra, scoprendo numerosi talenti e facendo parlare di "Modello Lodigiani". Furono anche gli anni in cui iniziò a costituirsi una tifoseria organizzata della Lodigiani, con la nascita nel 1986 del gruppo Vigilantes, cui negli anni sarebbero seguiti i Kaos, gli Official Fans e gli Ultras, questa ultime due sigle poi riunite nel gruppo Ultrà Lodigiani 1996.
Nel 1989 si registrò un provvisorio ritorno al Gianni, per via dei lavori allo Stadio Olimpico che costrinsero per una stagione Lazio e Roma a giocare presso lo Stadio Flaminio, al termine della quale la Lodigiani tornò a disputare le proprie partite casalinghe nell'impianto.
Dopo alcuni avvicendamenti in panchina (su cui sedette anche l'ex calciatore dell'Inter Saul Malatrasi) e la nomina di Enrico Borgia a presidente, nel 1992 la Lodigiani venne promossa in Serie C1. Questo fatto consolidò ulteriormente l'immagine di Lodigiani come terza squadra della Capitale: proprio in questi anni la squadra trasferì il proprio quartier generale al centro sportivo della Borghesiana (situato nell'omonima zona di Roma) e raggiunse nel 1994 i playoff per la promozione in serie B, mancata per poco dopo il doppio confronto con la Salernitana, contro cui la partita di casa fu giocata all'Olimpico alla presenza di 25mila spettatori. Proprio nel 1992, il settimanale Guerin Sportivo dedicò alla Lodigiani, alla sua storia e al suo modello di valorizzazione dei giovani un inserto speciale.
In quegli anni la proprietà, la Lodigiani Costruzioni, fu coinvolta nello scandalo noto come Tangentopoli ed ebbe grossi problemi che tuttavia non toccarono la squadra di calcio per via della forte autonomia che aveva dalla proprietà.
Il raggiungimento dei playoff, pur non portando la Lodigiani alla promozione, le permise di disputare la Coppa Italia 1994-95, dove venne eliminata dall'Inter che vinse per 0-3 al Flaminio.
La squadra continuò i suoi campionati in serie C1, potendo vantare tra i suoi giocatori anche Luca Toni, che alla fine degli anni '90 si distinse come bomber della squadra, finché nel 2002 la Lodigiani non restrocesse in Serie C2. Sempre dalla fine degli anni '90, le partite casalinghe della squadra iniziarono a essere disputate presso lo Stadio Tre Fontane, all'EUR.
La storia della Lodigiani cambia in maniera determinante negli anni immediatamente successivi: l'azienda Cisco, che aveva già investito in varie realtà calcistiche romane (come il Collatino e il Tor Sapienza), acquisisce la Lodigiani che nel 2004 cambia nome in "Cisco Lodigiani", mentre l'anno dopo prese il nome di Cisco Roma, ponendo dunque fine allo storico nome Lodigiani. Se da questo momento la strada della Cisco procedette verso la nascita dell'Atletico Roma, esperienza durata alcuni anni, diversa storia avvenne per la Lodigiani. Alcuni ex dirigenti della società, infatti, non accettarono il percorso della Cisco Roma e scelsero di mantenere lo storico nome, fondando così la Nuova Lodigiani, divenuta nel tempo A.S.D. Lodigiani e quindi Lodigiani Calcio 1972. La nuova società per alcuni anni partecipò esclusivamente ai campionati giovanili, per poi ripartire dalle categorie infieriori del campionato dilettantistico. Attualmente (2023) milita nella Promozione del Lazio.
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