Piazza Edmondo De Amicis era una strada, non più esistente, situata nel Suburbio Della Vittoria.
Le origini di tale strada risalgono al 1921, quando la Cooperativa "La Casa Nostra" realizzò numerosi villini nella zona di Monte Mario presso Santa Maria della Pietà.
Proprio in quell'anno il Comune di Roma decise di dedicare le strade nel nuovo quartiere a pedagogisti e figure distintasi nel settore dell'educazione. Tra i nomi scelti per le strade vi fu anche quello di Edmondo De Amicis (Oneglia 1846 - Bordighera 1908), noto per aver scritto il romanzo Cuore, libro di letteratura per ragazzi di fama mondiale. Tuttavia, a De Amicis fu solo genericamente dedicata una strada del quartiere, senza ulteriori specificazioni. Sappiamo però che nel 1935 la strada finì per avere un luogo definito, come vediamo nella mappa coeva di Marino e Gigli: a De Amicis venne intitolata una piazza tra Via Filippo Neri (oggi Via del Colle di Sant'Agata) e Via Teresa Gnoli.
Nel 1945, tuttavia, tale largo non era in alcun modo percepito come piazza, e si decise di spogliarlo del nome del noto scrittore, lasciandolo semplicemente parte dell'incrocio tra Via Filippo Neri e Via Teresa Gnoli. La cosa avvenne mentre, a pochi mesi dall'ingresso degli Alleati a Roma, iniziò un'opera di cambio dei nomi stradali legati al fascismo. Si colse dunque l'occasione per risarcire Edmondo De Amicis per la perdita del largo dedicandogli la strada chiamata in precedenza Via del Collegio Littorio, strada che ancora oggi si chiama infatti Via Edmondo De Amicis.
Come detto in precedenza, una testimonianza dell'esistenza di tale piazza è data dalla mappa di Marino e Gigli del 1935. In essa è interessante vedere come molte strade di Montemario abbiano visto i propri nomi cambiati: non solo non c'è più Piazza De Amicis, ma nemmeno la vicina Piazza Ferrante Aporti, così come Via Filippo Neri ha cambiato nome in Via del Colle di Sant'Agata, Piazza Thouar è diventata Piazza Nostra Signora di Guadalupe e Thouar è stato risarcito con la piazza che nella mappa è dedicata a Enrico Pestalozzi. Un fatto che può risultare insolito per un quartiere all'epoca di tale mappa periferico (oggi perfettamente integrato nel tessuto urbano) e in cui i percorsi delle strade non sono praticamente cambiati se non marginalmente.
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