In Via dei Cerchi, nel Rione Campitelli, sopra un caratteristico edificio che faceva parte del complesso degli Orti Farnesiani ed era parte del Monastero della vicina Chiesa di Sant'Anastasia, è presente una curiosa mano in pietra dall'indice alzato nota tra i romani come "Mano di Cicerone".
La morte del grande oratore Marco Tullio Cicerone, avvenutanel 43 avanti Cristo, è raccontata in maniera diversa da diversi autori. Secondo Plutarco, una volta ucciso, gli vennero tagliate la testa ed entrambe le mani, con le quali aveva scritto le Filippiche. Secondo Tito Livio, invece, gli fu tagliata solo la mano destra. L'unico punto comune sulle mutilazioni cui il corpo di Cicerone venne sottoposto è che gli venne tagliata la mano destra. Proprio una mano destra, copia in gesso di un originale in pietra andato perduto, è posizionata sopra all'edificio degli Orti Farnesiani e, per questo, è chiamata "Mano di Cicerone".
Non si conosce l'origine dela scultura: potrebbe trattarsi di un ex voto che si trovava nella vicina Chiesa di Santa Maria de Manu, oggi scomparsa e che proprio da questa mano prendeva il nome, o di un resto di una statua colossale. Della Chiesa di Santa Maria de Manu sono ancora visibili, in Via dei Cerchi, alcuni resti dell'abside, rimasti dopo la sua demolizione avvenuta con la sistemazione del Circo Massimo negli anni '30.
Non è dato sapere con precisione da quando la mano si trovi sopra l'edificio, ma intorno a essa sono nate numerose storie. Nel XVI Secolo, ad esempio, si diceva che con l'indice indicava il prezzo del vino, che era pari a un bajocco a fojetta. Tale unità di misura del vino corrispondeva a mezzo litro.
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