La Casa per i dipendenti del Governatorato di Piazza Mazzini è un complesso edilizio situato nell'isolato posto tra Piazza Giuseppe Mazzini, Viale Giuseppe Mazzini, Via Angelo Brofferio e Via Giuseppe Andreoli, nel Quartiere della Vittoria, è uno dei più importanti edifici costruiti negli anni Venti a Roma.
Nel 1925 il Governatorato di Roma bandì il primo concorso per la realizzazione di case d'abitazione destinate ai propri dipendenti, alla competizione parteciparono molti giovani architetti e il primo premio venne assegnato, nel 1926, al progetto realizzato dall'architetto Mario de Renzi e l'ingegner Luigi Ciarrocchi.
L'edificio fu progettato in un elaborato stile manierista, a volte erroneamente identificato come barocchetto romano, anche se in questo caso non si può parlare di barocco quanto di uno stile rinascimentale maturo, di ascendenza Toscana. I lavori terminarono nel 1929.
Il complesso è costituito da due grandi corpi di fabbrica, di cinque piani, che si sviluppano uno su Piazza Mazzini, Via Brofferio e parte di Via Andreoli, l'altro su Viale Mazzini e parte di Via Andreoli. I due corpi sono uniti fra loro dagli ingressi, costituiti da grandi arcate bugnate, culminanti in balaustre.
Le facciate lungo Piazza Mazzini e gli angoli delle strade, queste ultime due identiche, sono particolarmente monumentali, con bugnature che arrivano lateralmente fino al terzo piano, e attici culminanti in belle cimase a edicola con timpano.
La facciata d'angolo fa Via Brofferio e Via Andreoli |
Il piano terreno e il mezzanino sono decorati da una bugnatura liscia color pietra serena, le finestre del piano nobile sono tutte architravate e dotate di parapetti a balaustri bianchi. Centralmente vi si trovano balconi su mensoloni pronunciati. Sugli attici sono presenti caratteristici abbaini dotati di timpano e volute.
La facciata lungo Viale Mazzini è caratterizzata dallo stacco centrale dei due edifici, con facciate digradanti a terrazze, fra cui si apre l'ingresso principale.
Proprio all'altezza di quest'ultimo sono situate due splendide altane gemelle, decorate da arcate e lesene, con parapetto a balaustra.
Un restauro particolarmente curato ha restituito al complesso il colore originario, con bugnatura grigia e alcuni inserti architettonici color travertino.
Purtroppo negli anni Settanta sono stati rimossi la lunga serie di candelieri che decoravano le cimase, gli attici e le altane dell'edificio, che andrebbero assolutamente ripristinati.
Anche sopra le trabeazioni delle lesene bugnate del terzo piano erano presenti grandi mascheroni in stucco oggi perduti.
La serie ininterrotta di candelieri che caratterizzava in origine l'attico del complesso |
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