Borghetto della Circonvallazione Trionfale

Circonvallazione Trionfale borghetto mappa
La circonvallazione interrotta nella mappa di Marino e Gigli del 1935
 
Nell'area dove oggi sorge la parte settentrionale della Circonvallazione Trionfale, nei pressi dell'odierna sede del Mercato dei fiori, nel Quartiere Trionfale, esistette tra gli anni '40 e '50 del XX Secolo un borghetto.
La storia di questo insediamento spontaneo è complessa, e si collega all'importante tema urbanistico della prima circonvallazione che si sarebbe dovuta realizzare a Roma, come da piano regolatore del 1909, un piano che non ha mai avuto piena attuazione: il sistema di circonvallazioni intorno ai quartieri centrali, per quanto in gran parte esistente, è infatti ancora oggi un anello interrotto.
Quando nei decenni successivi al 1909 iniziarono a essere realizzate le prime strade del sistema, nel Quartiere Trionfale la Circonvallazione Trionfale, che da Piazzale degli Eroi avrebbe dovuto raggiungere la Via Trionfale, venne realizzata solo nel tratto tra Piazzale degli Eroi e Via Bernardino Telesio, mentre il suo proseguimento oltre la Trionfale, la Circonvallazione Clodia, venne regolarmente realizzata, come si può vedere bene nella mappa di Roma di Marino e Gigli del 1934. 

La Fornace Rosazza ai primi del Novecento, vista da Monte Mario 

La ragione di questa brusca interruzione era data dalla presenza in quel luogo della Fornace Rosazza (talvolta erroneamente riportata come Lusazza) e della Fornace Falcone, alcune delle tante fornaci della zona e all'epoca in piena attività. 
Una situazione che frenò lo sviluppo urbano pianificato nell'area, e che tra le tante conseguenze ebbe la mancata realizzazione in questo luogo di Via San Roberto Bellarmino, che trovò poi sistemazione all'Ardeatino.
 
1950 Circonvallazione Trionfale interrotta
La circonvallazione interrotta nella mappa IGM del 1950
 
La fornace rimase operativa fino probabilmente al secondo conflitto mondiale, non si hanno dati precisi. Con maggiore precisione sappiamo invece che dopo la chiusura della fornace, la "terra di nessuno" tra i due tratti di circonvallazione versava in uno stato di totale incuria e vi era sorto un borghetto spontaneo. Apprendiamo infatti da un articolo dal titolo "Trionfale, un quartiere dimenticato" uscito nel 1955 su Il Popolo che l'area era occupata da una trentina di baracche sudice e indecenti.
Nei due anni successivi, tale borghetto venne smantellato e la circonvallazione terminata.
A dirci questo con precisione ci sono due elementi: il fatto che tale borghetto non è in alcun modo menzionato nel censimento degli alloggi informali di Roma del 1957 e che, sempre nel 1957, vennero istituite nell'area Via Giovanni Bovio e Via Raffaele Caverni.
Nell'area venne inoltre costruito il mercato dei fiori, che aprì i battenti nel 1965.

Garbatella Lotto VIII



Il Lotto VIII della Garbatella è situato tra Via Ansaldo, Largo Giovanni Ansaldo, Via Edgardo Ferrati, Piazza Bartolomeo Romano e Via Luigi Fincati, nel Quartiere Ostiense.
È occupato da tre fabbricati a corte, sviluppati su tre e quattro piani, collegati fraloro da grandi arcate, che ne costituiscono l'ingresso, progettati da Plinio Marconi.

Pianta dei tre fabbricati 

Si tratta di un grande complesso ad elevata densità abitativa, destinato alla piccola borghesia e agli anziani, non adatti a vivere nei villini dei lotti I-II-III-IV e VI-VII della città giardino.

Costruzione del lotto VIII nel 1925

Il progetto fu redatto da Marconi nel 1923, mentre i lavori si conclusero nel 1926. 

Prospetto dei tre fabbricati lungo Via Fincati

L'edificio condensa nello stile le idee elaborate da Gustavo Giovannoni dell'architettura regionale, che doveva imporsi nella borgata rurale, per dialogare con la campagna circostante.


L'architetto Plinio Marconi, che aveva già partecipato alla progettazione di alcuni villini dei lotti I-II-III-IV, realizzò un imponente complesso con elementi architettonici rustici e, come aveva fatto Innocenzo Sabbatini nel lotto V di Piazza Benedetto Brin, l'utilizzo di ballatoi di ispirazione medievale.


Gli edifici sono dotati di soluzioni angolari curvilinee, inoltre le facciate sono movimentate con corpi aggettanti su mensoloni, balconate, ballatoi, logge e arditi comignoli, che danno una linea molto caratteristica al complesso e lo qualificano notevolmente dal punto di vista architettonico.
All'interno si trova un grande cortile occupato da un giardino condominiale.
L'unico angolo presente è quello tra Piazza Pantera e Via Fincati, caratterizzato da una loggia al terzo piano, con tetto a spioventi, e una rientranza angolare, nei piani superiori, culminante in due particolari comignoli simmetrici.




Via del Corea

Augusteo Via del Corea
 
Via del Corea è una strada del Rione Campo Marzio, compresa tra Via della Frezza e Piazza Augusto Imperatore. 
L'origine di questa strada è strettamente connessa agli sventramenti che hanno portato all'isolamento del Mausoleo di Augusto e alla realizzazione di Piazza Augusto Imperatore, compiuti tra il 1934 e il 1938. Tali lavori portarono alla demolizione di gran parte degli edifici a ridosso dei resti di epoca romana e alla costruzione di nuovi palazzi che si affacciano sulla nuova piazza, progettata attorno al Mausoleo.
Tra questi palazzi, in quello sul lato verso Via della Frezza vennero realizzati due passaggi che collegavano, e collegano tuttora, la piazza alla strada limitrofa: nel 1939 si decise di attribuire a questi passaggi un nome.
Le nuove strade vennero dunque chiamate Via Soderini e Via Correa, in memoria delle due famiglie che avevano posseduto nell'arco dei secoli il Mausoleo di Augusto.

Uno spettacolo pirotecnico nel Teatro Corea

I Portoghesi Correa, nello specifico, vi fecero un grande teatro-arena che era conociuto tra i romani come "Er Corea", costruito sui resti del Mausoleo d'Augusto. 
Proprio per questa ragione, il Governatorato di Roma nel 1942 ritenne maggiormente opportuno chiamare la strada Via del Corea, ritenendo più opportuno ricordare il teatro che la famiglia.

Garbatella Lotto V

 


Il lotto V della Garbatella è situato in Piazza Benedetto Brin n. 6 nel Quartiere Ostiense.
È il punto focale del primo insediamento della Borgata Giardino Concordia (lotti I-V), costruita nel 1920 dall'ICP.
Si tratta dell'edificio di maggiori dimensioni di tutto il quartiere originario, ed è indicato come fabbricato N, esso fu progettato da Innocenzo Sabbatini, si affaccia scenograficamente su Piazza Benedetto Brin e sulla scalinata d'accesso.


Il complesso ha una pianta ad U, con due corpi asimmetrici, collegati da un piccolo padiglione ad arco centrale, che costituisce l'ingresso alla Borgata giardino, lo stile adottato da Sabbatini è quello dell'architettura tradizionale regionale,  con elementi medievali, un bugnato rustico, in peperino e tufo, riveste il pianterreno e l'arco di ingresso.
Il corpo di sinistra è a due piani, è dotato di un balconcino su mensoloni e di una terrazza sommitale, mentre posteriormente si apre una torretta con tetto a spioventi, quello di destra, a tre piani, è dotato di un importante ballatoio angolare, su mensoloni, con colonnine e di un portico al primo piano all'angolo destro.


Agli angoli si trovano dei bassorilievi di animali che funzionano da gocciolatoi, di ispirazione medioevale.

Gocciolatoio nella corte interna del lotto V

L'arco centrale è rivestito a bugnato in peperino e in mattoni, nella base destra si trova la lapide che commemora l'inizio dei lavori della città giardino. In alto è sormontato da uno stemma dell'ICP.


Dall'arco si entra in una strada curvilinea che conduce ai villini dei lotti II e III e a Via della Garbatella.





Villini del Rione Sant'Angelo

A seguire un elenco alfabetico dei villini presenti nel Rione Sant'Angelo:

Villino Arcieri, Lungotevere de' Cenci
Villino Astengo, Lungotevere de' Cenci angolo Via del Tempio
Villino Lupi, Piazza delle Cinque Scole angolo Via Catalana

Lotti della Garbatella

 A seguire un elenco dei lotti della Garbatella

(Foto Gasterstadt)


Lotto I (demolito), tra Piazza Brin, Via Cialdi e Via Guglielmotti
Lotto II, tra Via della Garbatella e Via Guglielmotti
Lotto III, tra Via della Garbatella, Via Guglielmotti e Via delle Sette Chiese
Lotto IV (demolito), tra Piazza Brin, Via Cialdi, Via Guglielmotti e Via delle Sette Chiese
Lotto V, Piazza Benedetto Brin
Lotto VI
Lotto VII
Lotto VIII, tra Via Ansaldo, Largo Ansaldo, Via Ferrati, Piazza Romano e Via Fincati
Lotto VIII bis
Lotto IX
Lotto X, tra Via delle Sette Chiese, Via della Garbatella, Via Orlando, Via Cravero e Piazza Romano
Lotto XI
Lotto XII, tra Piazza Romano, Via Cravero, Via Passino e Via Odero
Lotto XIII, tra Piazza Romano, Via Passino, Via Ferrati, Via Vettor e Via Guidotti
Lotto XIV, tra Via Passino, Via Vettor, Via Guidotti e Via Cuniberti
Lotto XV
Lotto XVI
Lotto XIX
Lotto XX
Lotto XXI
Lotto XXII
Lotto XXIII
Lotto XXIV
Lotto XXV
Lotto XXVI, tra Piazza da Triora, Via de Nobili, Via Cavazzi, Via Magnaghi e Via Giovanni da Montecorvino
Lotto XXVIIA, tra Piazza Longobardi, Via Cavazzi e Via Rocco da Cesinale
Lotto XXVIIB
Lotto XXVIIC
Lotto XXVIII
Lotto XXIX
Lotto XXX
Lotto XXXI
Lotto XXXII
Lotto XXXIII
Lotto XXXVII
Lotto XXXVIII
Lotto XXXIX
Lotto XLI
Lotto XLII
Lotto XLIII
Lotto XLIV
Lotto LI
Lotto LII
Lotto LIII
Lotto LIV
Lotto LV

Villino Astengo


Il Villino Astengo è situato in Lungotevere de' Cenci, ad angolo con Via del Tempio n. 1, nel Rione Sant'Angelo, è l'architettura liberty più importante del Centro Storico di Roma.

Il Senatore Carlo Astengo

L'edificio fu progettato da Ezio Garroni nel 1909 in stile liberty, per i fratelli Giulio e Carlo Astengo, rispettivamente avvocato e Senatore del Regno, i lavori terminarono nel 1910.

Il Villino Astengo nel 1911 (foto Roma Ieri Oggi)

Il villino si sviluppa su tre piani, ha cinque finestre per piano sulla facciata del Lungotevere e tre finestre lungo Via del Tempio. 


Le finestre del piano terra sono ad arco a tutto sesto, decorate di una piattabanda in stucco con chiave di volta floreale, e un affresco. Quelle del primo piano sono quadrangolari, con mensole floreali e cornici stilizzate. 
Ai lati della facciata si trovano due lesene doriche, sostenenti colonnine, che inquadrano una lesena ionica, sopra la quale si trova un affresco.


Gli affreschi raffigurano l'allegoria della Legge, della Giustizia, la Scienza e la Verità, vennero realizzati dal pittore Giuseppe Zina. 
All'angolo tra il Lungotevere e Via del Tempio si trova un piccolo bowindow di un piano, sormontato da un bel balcone liberty con ringhiera in ferro.


L'edificio è stato vincolato dal Ministero dei Beni Culturali il 30 settembre 1976.
Negli anni Ottanta il villino fu restaurato facendogli assumere un color senape completamente sbagliato.


Nel 2001 è stato correttamente riportato agli originali colori chiari da un corretto restauro curato dalla Società SIACI.


Via Vibo Valentia

Via Vibo

Via Vibo Valentia è una strada del Quartiere Tuscolano, compresa tra Via Rimini e Via Cesena. Tale strada venne istituita nel 1931, e in linea con la toponomastica della zona venne dedicata a quello che fino a poco tempo prima era un capoluogo di circondario. Questa suddivisione amministrativa, infatti, era stata abolita nel 1927, ma le strade continuarono per anni a essere dedicate, in quest'area, ai capoluoghi di circondario che erano fino a quel momento rimasti esclusi dalla toponomastica.
 
Via Vibo Valentia San Giovanni

 
Per questa strada si decise di attribuire il nome di Vibo Valentia, comune calabro che aveva preso questo nome nel 1928 e che in precedenza era chiamata Monteleone di Calabria.
La strada costeggia il giardino di Via Cesena, un area più volte al centro di progetti edilizi mai realizzati e divenuta un giardino pubblico: questa presenza ha contribuito a creare un tratto cieco di Via Vibo Valentia.
Via Vibo palazzi


Garbatella Lotti I II III IV



I Lotti I-IV della Garbatella costituiscono i primi edifici costruiti della Borgata Giardino Concordia, conosciuta oggi come Garbatella, essi sono situati tra via Alessandro Cialdi, Via della Garbatella e Via delle Sette Chiese, nel Quartiere Ostiense.
L'insediamento sorse come borgo operaio e marinaro, sui Colli di San Paolo, per volere dell'Assessore all'Agro Romano e Presidente dello SMIR Paolo Orlando, per dare una casa agli operai della zona industriale dell'Ostiense, da egli fortemente voluta.
La pianificazione del quartiere fu affidata all'Istituto Case Popolari, su progetto di Gustavo Giovannoni, Massimo Piacentini e Innocenzo Costantini, gli ultimi due architetti dell'ICP. 
La città giardino sarebbe stata costituita da piccoli villini economici, con giardino annesso, e fabbricati di dimensioni maggiori, che servivano a rompere la monotonia degli edifici di piccole dimensioni. Le strade sarebbero state in parte rettilinee in parte curvilinee, seguendo le linee altimeriche del terreno. I nomi delle strade furono intitolati ad armatori, ammiragli e storici marinari.

Pianta del nuovo quartiere con il numero dei lotti e il tipo di fabbricati

Il centro del quartiere era la Piazza Benedetto Brin su cui si affacciava l'edificio di maggiori dimensioni, il lotto V, da qui partiva una scalinata che raggiungeva scenograficamente Via Cialdi e Via Giulio Rocco, con il cavalcavia della ferrovia Roma-Lido.
Lo stile degli edifici sarebbe stato principalmente quello pittoresco dell'architettura tradizionale regionale, teorizzato da Gustavo Giovannoni, che serviva ad integrare la nuova borgata nella campagna circostante.
Furono costruiti 44 edifici, che contenevano 190 alloggi, le planimetrie e le disposizioni vennero curate da Innocenzo Costantini, i fabbricati a più piani (M, N, O) furono progettati da Innocenzo Sabbatini, l'edificio P venne disegnato da Camillo Palmerini, i villini furono realizzati dagli architetti Felice Nori, Camillo Palmerini e Plinio Marconi (A-L), la scalinata fu disegnata da Plinio Marconi.


I lavori iniziarono il 18 febbraio 1920 alla presenza del re Vittorio Emanuele III, di Paolo Orlando e del commendator Magaldi, presidente dell'ICP, una targa ricorda l'evento.
Le prime case vennero abitate nel 1921, mentre gli ultimi edifici furono completati nel 1923.
Punto focale dell'intero quartiere è l'edificio di maggiori dimensioni del fabbricato N (lotto V) di Sabbatini, che si affaccia scenograficamente  su Piazza Benedetto Brin e sulla scalinata d'accesso.

Vista dalla corte del lotto V: villino tipo H a sinistra, tipo B F e C a destra

Dall'arco centrale, rivestito a bugnato in peperino e in mattoni, si entra in una corte da cui origina una strada curvilinea, che conduce ai villini e a Via della Garbatella.

Fabbricato di tipo M

Molto interessanti architettonicamente sono anche i fabbricati M, in Via della Garbatella, che riprende lo stile del fabbricato V, con bugnato angolare e prospetti movimentati, e O, in Via delle Sette Chiese, con un aspetto più rustico, ispirato ad edifici agricoli, sempre di Innocenzo Sabbatini.

Fabbricato di tipo O


Villino di tipo A

Il fabbricato di tipo A, di piccole dimensioni, è dotato di un bel ballatoio su colonnine, al primo piano.


Il fabbricato di tipo C è in parte rivestito in cortina laterizia ed è dotato di un arco di ingresso.


Il fabbricato di tipo D è decorato una grande porta finestra al primo piano, con cornice in stile Secessione Viennese.


Il fabbricato di tipo H è dotato di finestrelle strette sulla facciata breve, ha dei semplici decori in stucco di stile Secessione.
I fabbricati tipo I ed L si sviluppano, invece in lunghezza, con portici, scalinate porticate e archi.

I lotti I e IV demoliti

Purtroppo questo primo nucleo della Garbatella, è stato sconvolto, negli anni Cinquanta dalla inspiegabile e radicale demolizione dei lotti I e IV, e dei 4 fabbricati del lotto II, posti a sinistra del fabbricato N.

Fabbricato di tipo C, a sinistra, e D a destra, che inquadravano la scalinata e la piazza

Questo tragico evento ha alterato completamente la piazza, la scalinata e l'equilibrio che era stato creato tra i piccoli villini che vi si affacciavano e il grande edificio del lotto V.  

Il fabbricato E in Piazza Benedetto Brin, demolito

È stato distrutto anche il fabbricato P di Palmerini, che era un un interessante stile Secessione.
Sarebbe auspicabile che venissero ricostruiti fedelmente i villini dei due lotti demoliti, per ridare al quartiere l'aspetto originario, vista l'importanza fondamentale che ha la Garbatella nella storia dell'urbanistica e dell'architettura Italiana.

Via Guglielmotti, tutti gli edifici di sinistra sono stati abbattuti








Garbatella



La Garbatella è un'area urbanistica di Roma del Quartiere Ostiense.
Le origini dell'insediamento sono legate ai progetti dell'ingegnere Paolo Orlando per il settore meridionale della città, infatti egli voleva sviluppare il Porto di Roma, ad Ostia e un canale navigabile che lo collegasse alla città, dove sarebbe stata costruita una darsena nei pressi della Basilica di San Paolo.
Contemporaneamente, nella pianura lungo la Via Ostiense, sarebbe sorto un quartiere industriale, contenente il Gazometro, il Porto Fluviale e i nuovi Mercati Generali.

Progetto dell'area industriale dell'Ostiense e degli insediamenti sui Colli di San Paolo di Gustavo Giovannoni, 1916

Inoltre lo SMIR stava costruendo, a partire dal 1918, la ferrovia Roma-Lido che collegava il centro della città con le nuove aree portuali litoranee.
Per realizzare le case destinate ai lavoratori della nuova zona industriale si decise di costruire un nuovo quartiere sui Colli di San Paolo, ad opera dell'Istituto delle Case Popolari (ICP) e dell'Ente Autonomo per lo Sviluppo Marittimo Industriale (SMIR).
Il primo nucleo dell'insediamento fu progettato da Gustavo Giovannoni e Massimo Piacentini, con strade che seguivano il profilo delle colline, secondo le teorie delle garden cities. 
Essi elaborarono una città giardino, costituita di piccoli villini economici con giardino annesso, e alcuni fabbricati di dimensioni maggiori, da costruire in uno stile rustico e vernacolare, che rimandava alla tradizione dell'architettura locale. 

Il lotto V di Innocenzo Sabbatini 

I primi lotti I-IV ruotano intorno a Piazza Benedetto Brin su cui si apre l'edificio centrale ad arco (lotto V) e confinano con Via della Garbatella, erano costituiti da 44 palazzine per un totale di 190 alloggi.

La posa della prima pietra da parte del Re Vittorio Emanuele III

I lavori iniziarono il 18 febbraio 1920, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, di Paolo Orlando, l'Onorevole Amici, il comm. Magaldi e dell'Assessore Lanciani, una lapide ne ricorda l'evento

La Borgata Concordia appena costruita

Il nuovo quartiere, abitato a partire dal 1921 e terminato nel 1923, fu ribattezzato "Concordia", i nomi delle strade sono di ispirazione marinara, dedicate ad ammiragli, storici della navigazione, costruttori navali e ministri della Marina.

Via Luigi Orlando 

Il secondo gruppo di edifici fu sviluppato dall'ICP tra 1923 e 1925, in Via di S. Adautto (lotti VI e VII) lungo Via della Garbatella e Via Luigi Orlando (lotti IX e X) con 'case rapide'.

Villini in Piazza Masdea

Tra Via Giovanni Ansaldo e Piazza Masdea fu costruito, a partire dal 1924 il quartiere degli sfrattati (lotti XIV, XV, XVI, XX, XXI e XXV), gli edifici, le cosiddette 'case rapide', avevano una bassa densità abitativa ed erano costituiti da villini e piccole palazzine, in stile rustico e barocchetto.

Il lotto VIII 

Tra Largo Giovanni Ansaldo, Piazza Pantera e Piazza Bartolomeo Romano Plinio Marconi costruì nel 1926 un vasto palazzo a corte, dotato di balconi e ballatoi, con interessanti soluzioni angolari curvilinee (lotto VIII).

Via Francesco Passino 

Tra 1926 e 1928 venne realizzato un importante nucleo a palazzine ad opera degli architetti Sabbatini, Palmerini e Trotta, lungo Via Francesco Passino (lotti XII, XIII e XIV) e in Via Roberto de Nobili (lotto XXVI).

Via Rubino con i villini per i baraccati

A partire dal 1925 e finol al 1927, fu costruito, su un colle posto ad oriente, un ampio quartiere di palazzine e villini rustici per i baraccati, su progetto di Gian Battista Trotta, tra Via Guglielmo Massaia e Via Roberto De Nobili (lotti XXVIII, XXIX, XXX, XXXI, XXXII, XXXVII e XXXVIII). Nel lotto XXVIII è compresa la famosa fontana della Carlotta, diventata un monumento iconico del quartiere.

Palazzina in Piazza Sapeto

Sempre nello stesso anno venne realizzato un altro comprensorio di pregio destinato la piccola borghesia, con villini riscattabili in stile rustico, tra Via Adorno e Via Ansaldo, progettato da Plinio Marconi (lotti LII, LIII, LIV e LV).

La Garbatella nel 1926, a sinistra il nucleo originario, al centro il quartiere degli sfrattati lungo Via Giovanni Ansaldo, a destra il quartiere dei baraccati

Nel 1927-28 Innocenzo Sabbatini progettò tre grandi Alberghi suburbani, il Rosso, il Bianco, e il Giallo, in Piazza Eugenio Biffi, destinati ad ospitare di sfollati degli sventramenti di Via dell'Impero e di Via del Mare e i baraccati (lotti XLI, XLII e XLIII).
Il 1929 venne bandito un importante concorso per la costruzione di casette modello di tipo economico, che occuparono il lotto XXIV, si trattava di un concorso in cui le opere sarebbero state premiate soltanto dopo la costruzione, vi parteciparono giovani architetti che realizzarono interessanti villini. 

Piazza Bartolomeo Romano, con il lotto VIII, a sinistra, e lo Stabilimento dei Bagni Pubblici, a destra

Tra 1927 e 1930 Innocenzo Sabbatini realizzò il grande Stabilimento dei Bagni Pubblici e il Cinema-Teatro Palladium, in Piazza Bartolomeo Romano, che rappresentano importanti servizi di igiene e svago per l'intero quartiere.

La Chiesa di San Francesco Saverio

Negli anni Trenta la Piazza principale divenne Piazza Damiano Sauli, progettata già nel 1925, in cui furono costruite la Chiesa di San Francesco Saverio, dell'architetto Alberto Calza Bini, inaugurata nel 1933 e la monumentale Scuola Michele Bianchi, oggi Cesare Battisti, inaugurata nello stesso anno.

Piazza Damiano Sauli con la Scuola Cesare Battisti 

Nel 1934 fu costruito il quarto albergo suburbano in stile razionalista (lotto XLIV).
Il 1940 fu terminato il lungo edificio su Piazza Damiano Sauli, rivestito in mattoni (lotto XIX).
Durante la II Guerra Mondiale i bombardamenti della Stazione Ostiense del marzo 1944 colpirono gli alberghi suburbani con notevoli danni, l'Albergo Bianco fu colpito da 7 bombe che uccisero tragicamente 50 persone, fra cui i bimbi dell'Asilo Nido.
Gli anni Cinquanta hanno visto la saldatura dei lotti inedificati a intensivi, e l'inspiegabile demolizione completa degli originari lotti I e IV, per fortuna tutti gli altri edifici del quartiere sono rimasti intatti, e ancora oggi la Garbatella rimane il più importante atlante degli anni Venti e Trenta dell'architettura romana dell'ICP, e un luogo dal fascino particolare. Quasi tutti i lotti versano in stato di grave degrado e necessitano di un restauro conservativo.
Gli unici edifici che sono stati restaurati sono il Lotto VIII, una palazzina del Lotto XIII, L'Albergo Rosso e alcuni villini sparsi.