"Alea Iacta Est" è una frase latina attribuita a Giulio Cesare che si può tradurre come "Il dado è tratto", anche se sarebbe più corretto dire "Il dado è stato lanciato".
Tale frase viene attribuita a Cesare dallo scrittore latino Svetonio, che nella sua Vita dei Cesari ritiene che Cesare, dopo aver varcato il Rubicone il 10 Gennaio del 49 avanti Cristo, avrebbe detto tale frase il 13 Gennaio, in riferimento al fatto che ormai aveva compiuto un gesto tale da non poter tornare indietro, come un dado che è stato ormai lanciato.
Varcando il fiume Rubicone, alla testa del proprio esercito, lasciava quella che all'epoca era la Provincia della Gallia Cisalpina ed entrava nell'Italia, parte integrante del territorio di Roma. Così facendo, violava l'ordine arrivato dal Senato di congedare il proprio esercito, reduce dalla Guerra Gallica e tornare a Roma, e dava inizio alla Guerra Civile contro Pompeo.
Cesare varca il Rubicone, incisione di Pinelli |
Tuttavia, il fatto che la frase pronunciata da Cesare sia stata "Alea Iacta Est" è oggetto di dibattito, e molti studiosi pensano che si tratti in realtà di una traduzione sbagliata.
Secondo quanto scritto dallo scrittore greco Plutarco nelle Vite Parallele, Cesare avrebbe detto "Ἀνερρίφθω κύβος", in lingua greca, che significa "sia lanciato il dado", con un significato dunque leggermente diverso da "il dado è tratto". La frase sarebbe stata pronunciata proprio in greco perché si tratterebbe di una citazione dall'opera Arreforo, del poeta greco Menandro.
Tuttavia, la versione "Alea Iacta Est", così come la conosciamo, deriva dalle Vite dei Cesari di Svetonio, le ragioni per cui sia stata tramanda in questa formula sono oggetto di dibattito. Può sembrare strano, ma secondo una ricostruzione attribuita addirittura a Erasmo da Rotterdam, potrebbe trattarsi molto banalmente di un errore di trascrizione. Svetonio avrebbe omesso una "o" dalla frase, e invece di scrivere "Iacta Alea Esto" avrebbe scritto "Iacta Alea Est", di fatto uguale alla più nota formula "Alea Iacta Est". La frase "Iacta Alea Esto" significa infatti "Il dado venga lanciato", con un imperativo futuro di seconda/terza persona compatibile con quello citato in greco da Plutarco.
Nonostante questo, la forma più tramandata della frase è divenuta "Alea Iacta Est", ancora oggi utilizzata sia in latino che in italiano nel linguaggio comune per definire un gesto dal quale non si può tornare indietro.
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