Il vecchio Ponte della Magliana era il predecessore dell'attuale Ponte della Magliana, e sorgeva lungo il Tevere tra l'attuale Quartiere Europa e il confine tra il Quartiere e il Suburbio Portuense.
La storia di questo ponte, seppur rimasta poco conosciuta, è molto interessante, in quanto più complessa e intricata di quanto si possa pensare.
Le origini di questo manufatto metallico non vanno infatti individuate nella sua messa in opera alla Magliana avvenuta nel 1901, ma al 1873, e in tutt'altra zona di Roma. Proprio in quell'anno, mentre iniziavano a essere costruiti i primi nuovi quartieri successivi all'annessione di Roma al Regno d'Italia, il Conte Cahen, che era a capo del consorzio di costruttori che stava realizzando quello che sarebbe diventato il Rione Prati, chiese al Comune di Roma la realizzazione di un ponte che collegasse l'area del Rione Campo Marzio al quartiere in costruzione. Il Comune accossentì, e progettò così il Ponte Cavour, che tuttavia impiegò ben 28 anni per essere realizzato.
Nell'attesa, il Conte Cahen aveva comunque bisogno che il ponte venisse realizzato, e fece installare un ponte metallico provvisorio a una società belga. Si trattava di una struttura semplice, adibita anche al traffico carrabile, a travata unica e poggiante su otto tubolari, lungo esattamente 100 metri. Per transitare sulla passerella fu imposto un pedaggio, con il quale il consorzio di Cahen avrebbe ripagato i costi di costruzione, interamente a suo carico.
I lavori per il ponte provvisorio ebbero inizio nel 1878, e il ponte fu aperto al transito l'anno successivo, ribattezzato Passerella di Ripetta, perché originava dal centro dell'antico Porto di Ripetta.
Nel 1901 venne inaugurato il Ponte Cavour, rendendo obsoleta la passerella metallica. Il Comune, dunque, riscattò dal consorzio di Cahen la passerella e si accollò gli oneri del suo smantellamento. Ma trattandosi di una struttura ancora intera e funzionante era possibile utilizzarla nuovamente in un'altra zona, e così fu.
Venne dunque individuato un attraversamento del Tevere tra la Magliana e l'Ostiense ritenuto idoneo alla posa del ponte.
Le ragioni che portarono a questa scelta furono di natura sanitaria e militare. Le norme sanitarie avevano infatti sancito che i pastori impegnati nella transumanza non sarebbero potuti entrare in città per evitare l'eventuale diffusione di malattie. Una regola che fino a poco tempo fa ci sarebbe sembrata un ricordo lontano, ma che l'emergenza coronavirus che ci siamo trovati ad affrontare la rende perfettamente comprensibile per ciascuno di noi. Roma all'epoca non aveva attraversamenti del Tevere extraurbani tra la Città e la foce del Tevere, e un ponte avrebbe permesso ai pastori di non dover passare dall'abitato di Roma durante la transumanza.
A questo si aggiunse una valutazione militare, dal momento che un attraversamento extraurbano avrebbe favorito la mobilità delle truppe italiane in caso di invasione del Paese.
Si decise così di porre il ponte metallico provvisorio nel tratto preso in considerazione. Tuttavia, sorse un problema, il ponte, come abbiamo detto, era lungo 100 metri, ma la distanza delle due sponde del Tevere nel tratto scelto era di 130 metri. Si trovò tuttavia una soluzione: il ponte venne tagliato a metà, e i 30 metri di scarto tra le due furono colmati con un ponte levatoio azionato a energia elettrica. Questo elemento è ben riconoscibile in una delle rare foto del ponte alla Magliana.
Il ponte in una foto aerea |
Il ponte divenne ben presto un luogo di strategica importanza per i pastori impegnati nella transumanza e contribuì a far nascere il cosiddetto Procojo della Magliana. Il procoio è un tipo di insediamento provvisorio, fatto spesso di capanne, per la sosta dei pastori e degli animali al pascolo. Fu probabilmente anche per via del ruolo di questo attraversamento che nel 1915, un gruppo di pastori di Rendinara che non poterono tornare nella loro terra d'origine per via delle devastazioni del terremoto della Marsica, costruirono un piccolo borgo spontaneo proprio nella zona della Magliana, ancora oggi esistente e noto come Borgata Petrelli.
Col passare degli anni, si iniziò a ragionare sulla possibilità di sostituire il ponte in metallo, soprattutto dopo la piena del Tevere del 1915, per quanto il ponte abbia resistito egregiamente. I progetti del regime fascista, che prevedevano l'espansione di Roma verso il Tirreno e la realizzazione di una cittadella per ospitare l'Esposizione dell'E42, divenuta poi il quartiere EUR, dettero un importante impulso alla necessità di sostituire il ponte metallico. Fu così che già nel 1930 l'architetto Romolo Raffaelli progettò un ponte, ma tale progetto, come d'altronde il Ponte Cavour, da cui tutta la storia del ponte metallico ebbe inizio, non vide una rapida realizzazione.
Nel 1937, gli sviluppi genesi del ponte furono rallentati da una grande piena del Tevere che danneggiò i lavori per la realizzazione dell'Aeroporto della Magliana e che costrinse il governo ad accelerare per la costruzione del Drizzagno della Magliana, una deviazione del Tevere nella zona che aveva l'obiettivo di evitare le piene.
Nel 1938 viene posta la prima pietra del nuovo ponte, ma l'ingresso dell'Italia nella Seconda Guerra Mondiale nel 1940 dette il definitivo blocco all'avanzare del progetto.
Il ponte nel 1940 |
Proprio la guerra sancì la fine dell'esistenza del ponte metallico. Dopo l'armistizio dell'8 Settembre 1943, con l'Italia che si schierò come cobelligerante al fianco degli Alleati, i tedeschi entrarono rapidamente a Roma, e combatterono i primi scontri con l'esercito italiano proprio nella zona dove era in costruzione l'EUR. Uno degli scontri in questa zona si svolgse intorno al ponte, con diversi cambi di fronte per il controllo della struttura. Come noto, nei giorni successivi i tedeschi entrarono a Roma, occupandola e rimanendovi fino al Giugno 1944.
E' sicuramente in questo periodo che il ponte metallico venne smantellato, ma non vi sono fonti certe sulle modalità e le ragioni che portarono a questo fatto.
Potrebbe essere stato pesantemente danneggiato durante lo scontro avvenuto nella battaglia successiva all'8 Settembre 1943, in cui è altamente probabile vi siano stati gravi danni per il cantiere del nuovo ponte, mentre un'altra teoria ritiene sia stato smantellato dai tedeschi nel 1944 per ragioni strategiche in vista di una possibile battaglia per Roma. Un'ulteriore teoria vuole sia stato colpito ed irrimediabilmente danneggiato in un bombardamento alleato.
Non sappiamo le ragioni dell'abbattimento, ma sappiamo che dopo la Seconda Guerra Mondiale non era più in piedi e vennero ripresi i lavori per un nuovo ponte, che riiniziarono nel 1945 e furono terminati nel 1948.
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