Il 20 settembre 1895 si sarebbero celebrati i XXV anni dalla Breccia di Porta Pia, e dalla liberazione di Roma.
Nel gennaio del 1895 venne fondato dunque il Comitato per solennizzare i XXV anni della liberazione della città, voluto dal Sindaco Emanuele Ruspoli e presieduto da Menotti Garibaldi.
Già nella prima riunione della commissione esecutiva del 28 febbraio, guidata dall'architetto Giulio de Angelis, si ritenne impraticabile l'inaugurazione della parte costruita del Monumento a Vittorio Emanuele, la commissione focalizzò l'impegno sull'inaugurazione del Monumento Nazionale a Garibaldi, su quella del Monumento che il Comune di Roma stava costruendo a Cavour, di Ponte Umberto, realizzato dalla ditta Allegri e Lazzeri, e anche di sistemare in maniera più monumentale la Breccia di Porta Pia.
Inoltre fu proposto il 13 luglio di inaugurare ufficialmente il monumento a Marco Minghetti, da tempo realizzato, e da collocare in Piazza San Pantaleo.
Il Comune organizzò anche convegni scientifici, un congresso ginnastico, l'esposizione di Belle Arti e la II Gara Generale del Tiro a Segno Nazionale.
La Società per il Bene Economico, presieduta dal Ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli, con vicepresidenti il Sindaco Ruspoli, Carlo Menotti, Onorato Caetani e il Ministro Ferraris, composta da 64 associazioni tra cui spiccavano le Logge Massoniche Universo, il Circolo Radicale, l'Associazione Giuditta Tavani Arquati, aveva deciso l'erezione di una colonna marmorea alla Breccia di Porta Pia e un busto di Michelangelo Caetani da porre in Campidoglio, visto che non fu finanziato il programma dal Governo Crispi, la Società decise di assumere l'iniziativa in proprio, lanciando una sottoscrizione pubblica per raccogliere fondi.
Lo scultore Ettore Ferrari fu incaricato dei lavori da effettuare alla Breccia, egli fu anche autore delle quattro corone d'alloro da deporre sotto il busto di Mazzini, la tomba di Vittorio Emanuele al Pantheon, il monumento a Garibaldi e quello a Cavour.
Da tempo infatti le aspettative degli ambienti liberali, anticlericali e radicali, erano interessati a monumentalizzare lo spazio della Breccia occupato, all'epoca, da una semplice targa posta nel 1871. Ferrari infatti fece collocare la lapide i con i 48 caduti, allora collocata a destra di Porta Pia, nel luogo della Breccia, e venne realizzata una nuova lapide, il cui testo fu supervisionato dal sindaco, da porre sulla destra della prima lapide. Inoltre venne installata una cancellata in ferro battuto, fu sempre il Ferrari a volere posizionare, poi, la colonna commemorativa al centro del Corso d'Italia, dove avrebbe goduto della maggiore visibilità pubblica.
La Commissione provvide agli addobbi e alle luminarie grazie all'Ufficio Tecnico Municipale, su progetto di Mario Moretti, con l'adattamento dei materiali di magazzino già allestiti per la visita di Guglielmo II a Roma nel 1888.
Le manifestazioni ufficiali del 1895 si aprirono il pomeriggio del 15 settembre con il III Concorso Ginnico Nazionale, al Velodromo di Porta Salaria, alla presenza del Re e della Regina e di ventimila spettatori, si esibirono due formazioni di ginnastica di Udine e Rovigo.
Il 18 settembre si svolse la II Gara di Tiro a Segno Nazionale al Poligono di tiro di Tor di Quinto, il 18 settembre, con discorso ufficiale del Presidente del Consiglio Crispi. La gara durò fino al 2 ottobre, giorno della premiazione.
Il 20 Settembre fu solennemente inaugurato il monumento a Garibaldi, alle 11 di mattina, sul Gianicolo, erano state allestite dal de Angelis la tribuna Reale, preceduta da due colonne corinzie sormontate da aquile, e una galleria per le autorità, a forma di anfiteatro, dove presero parte i rappresentanti di Comuni e delle Province.
La Carrozza Reale, con Umberto e Margherita, venne da Piazza del Popolo, Crispi fece un solenne discorso disse: "I nemici dell'unità vorrebbero interpretare la festa odierna quale offesa al capo della Chiesa Cattolica, ma il buon senso resiste a certi artifici perché tutti sanno che il Cristianesimo, di sua natura divina, non ha bisogno del cannone per resistere. Se il Cristianesimo, con la parola di Paolo e di Crisostomo, riuscì senza l'aiuto delle armi temporali, a conquistar il mondo, non si comprende perché il Vaticano debba ancora ambire al principato civile per l’esercizio delle sue funzioni spirituali. Se il Vangelo, come anche noi crediamo, è la verità, se con il solo apostolo riuscì a propagarsi, con l'apostolato potrà mantenersi e vivere. La religione non è e non deve essere funzione di Stato; essa conforta i credenti con la speranza di un avvenire eterno, essa alimenta lo spirito della fede, e perciò la religione è santa".
Si radunò, per l'occasione, una grande folla di 60.000 persone.
Il pomeriggio invece, tutte le associazioni patriottiche partirono nel grande corteo che da Piazza del Popolo, sfilò lungo Via del Corso, Piazza Venezia, Via Nazionale, il Castro Pretorio e Corso d'Italia, fino a Porta Pia, mentre i reggimenti che avevano preso parte alla campagna del 1870 vennero in corteo separatamente partendo dal Quirinale. Il Sindaco Ruspoli, che raggiunse in berlina Porta Pia, inaugurò così la colonna, con un discorso ufficiale sulla presa di Roma e sulla difesa della città come Capitale di tutta Italia contro le potenze straniere.
Il 22 settembre venne inaugurato dal Re, dalla Regina, dal Sindaco e da Crispi, il monumento a Cavour di fronte al Palazzo di Giustizia, all'epoca in costruzione.
Il 23 settembre il Re fece la rivista al Macao ai veterani e alle rappresentanze dei corpi che avevano preso parte alla campagna del 1870.
La sera fu effettuata una girandola in onore dei Sovrani al Pincio, e la festa notturna sul Tevere con barche illuminate da bengala, una grande trireme romana su cui era posto il gruppo scultoreo l'Italia che incorona Roma Capitale e girandola a Castel Sant'Angelo.
Il 24 settembre poi fu inaugurato il monumento ai Fratelli Cairoli a Villa Glori, mentre nel pomeriggio venne svelato il monumento a Marco Minghetti in Piazza San Pantaleo.
Il 25 settembre venne inaugurato il busto del Maggiore Pagliari al Gianicolo.
I festeggiamenti si conclusero il 27 settembre con l'inaugurazione, in sordina, del monumento a Pietro Cossa, in Piazza Sant'Elena, con discorso del Sindaco di Roma.
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