Il 28 Ottobre del 312 dopo Cristo, le truppe di Costantino sconfissero quelle di Massenzio nella celebre battaglia di Ponte Milvio, uno scontro armato dall'importante significato non solo storico ma anche religioso.
Dal 306 l'Impero Romano era sconvolto da una guerra civile causata dalla crisi del sistema tetrarchico messo in piedi da Diocleziano nel 293, con Cesari e Augusti che ben presto non si riconobbero a vicenda, dividendosi in numerose quanto frammentarie fazioni.
Nel 312 Costantino, proclamato Cesare nel 306 alla morte del padre Costanzo Cloro, mosse verso Roma contro Massenzio, che lo stesso anno era stato acclamato Augusto e controllava l'Italia e l'Africa. Una volta entrato in Italia, Costantino sconfisse le truppe di Massenzio prima nella battaglia di Torino e quindi a Verona, da cui si diresse verso Roma tramite la Via Flaminia in cerca dello scontro decisivo contro il suo avversario.
Giunto in prossimità della Capitale, si accampò nella località di Malborghetto, presso Prima Porta.
La tradizione vuole che proprio mentre fosse accampato qui, la sera prima della battaglia, Costantino ebbe una visione, cui la battaglia e la sua memoria sono strettamente legate. Tale visione è leggermente diversa tra le diverse fonti, ma la sua sostanza rimane la stessa. Secondo Lattanzio, Costantino ebbe una visione in cui gli si chiedeva di apporre sugli scudi dei propri soldati "Un segno riferito a Cristo", e decise di porvi uno staurogramma, una Croce Latina con una "P" nella parte superiore. Eusebio, invece, riporta due versioni differenti: nella "Storia Ecclesiastica" si limita a parlare di un aiuto da parte di Dio nei confronti di Costantino, mentre nella "Vita di Costantino" parla di una croce di luce sotto la quale comparve la scritta Εν Τουτω Νικα, "Con questa vinci", che sarà latinizzata in "In Hoc Signo Vinces". Costantino non avrebbe compreso la visione, ma la sera ebbe un sogno in cui Cristo gli spiegò che avrebbe dovuto usare il segno della croce contro i suoi nemici. Eusebio spiega poi che nell'ultima battaglia della guerra civile Costantino usò labari con il simbolo del "Chi-Rho".
Il 28 Ottobre, Costantino ingaggiò lo scontro decisivo con Massenzio lungo la Flaminia presso Saxa Rubra. Le fonti sono discordanti, ma dalla parte di Costantino ci sarebbero stati tra i 40.000 e i 98.000 uomini armati, tra fanti e cavalieri di cui molti di origine celtica e germanica, mentre Massenzio poteva contare su una forza compresa tra i 100.000 e i 198.000 uomini, principalmente Romani, Italici, Siculi e Africani.
Nello scontro di Saxa Rubra gli uomini di Massenzio ebbero una completa disfatta, che li portò a ritirarsi verso Ponte Milvio, con l'obiettivo di varcare il Tevere e usarlo come barriera naturale, fu infatti demolita l'ultima arcata del ponte per renderlo inservibile.
Nell'ultima parte della battaglia i Pretoriani di Massenzio cercarono di fermare il nemico sul ponte di barche. |
Proprio in questa fase Massenzio, che stava attraversando il ponte provvisorio realizzato per far passare le truppe, cadde nel Fiume, annegando.
La vittoria di Costantino fu decisiva nello scontro con Massenzio, e venne accolto trionfalmente a Roma. Dedicò la vittoria al Dio dei Cristiani e, come già dal 306 aveva fatto in Gallia e Britannia, pose fine alle persecuzioni, arrivando nel 313 a proclamare l'Editto di Milano, che concesse libertà di culto in tutto l'Impero, permettendo ai Cristiani di professare liberamente la loro religione. La vittoria, e la tradizione della visione della Croce, rappresentano un episodio molto importante per la tradizione Cristiana, che attribuisce una notevole importanza alla battaglia nell'ambito della diffusione del Cristianesimo nell'Impero Romano.
Tale battaglia e la visione di Costantino sono infatti raffigurate in numerose opere d'arte.
Dopo la battaglia Costantino volle realizzare nella zona di Malborghetto, dove fece accampare il suo esercito, un grande arco trionfale, che negli anni è stato riutilizzato e ha visto il suo aspetto alterato.
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