Villino Folchi



Il villino Folchi è un villino situato in Via Boncompagni ad angolo con Via Marche nn. 1 3, nel Rione Ludovisi.
Fu costruito nel 1887 da Giovanni Battista Giovenale per Monsignor Enrico Folchi (1838-1919), che il 1886 aveva comprato un lotto di terreno nella lottizzazione di Villa Ludovisi.
Il Monsignore era stato Canonico Lateranense e amministratore del patrimonio della Basilica, interessata in quegli anni dai grandiosi lavori di restauro intrapresi da Leone XIII, da quel momento era entrato nelle grazie del Pontefice, che lo aveva nominato nel 1880 Segretario dell'Amministrazione dei Beni della Santa Sede, in questa veste aveva guidato in maniera poco oculata le finanze Vaticane, che furono legate strettamente al Banco di Roma e alla Società Generale Immobiliare. La crisi del Banco di Roma del 1890 portò enormi danni finanziari alla Santa Sede e nel 1891 Folchi fu rilevato dall'incarico, da quel momento la sua carriera terminò miseramente.
Il villino rappresenta la più importante opera realizzata dall'architetto Giovenale, fondatore e Presidente dell'Associazione Artistica tra i Cultori di Architettura.


Egli progettò un grandioso villino in stile rinascimentale, uno dei migliori esempi di architettura eclettica di Roma.
Il corpo di fabbrica principale, di pianta quadrangolare, è rivolto su Via Boncompagni, ed ha le facciate di tre piani con cinque finestre architravate per i primi due piani. Posteriormente si apre un cortile su cui affaccia un secondo edificio minore.


La facciata del corpo principale sul cortile è costituita da due avancorpi laterali, fra cui sono poste le aperture di ingresso inquadrate da colonne ioniche, e sormontate da bassorilievi incorniciati.
Al piano nobile la porta finestra centrale è decorata da un timpano spezzato contenente un grande stemma, avvolto in un cartiglio, della famiglia Marini Clarelli, le porte finestre laterali sono decorate superiormente da nicchie contenenti busti.
Sopra il cornicione, occupato da una balaustra, è posta centralmente la splendida loggia, costituita da una serliana su colonne ioniche, cinta di lesene doriche, sormontata, sopra il cornicione, da quattro sfere decorative e un'asta segnavento.


Il corpo minore è una interessante architettura manierista, che rimanda all'antico splendore di Villa Ludovisi. 
È occupato centralmente da una facciata a serliana su colonne ioniche, mentre lateralmente sono presenti delle serliane cieche, con nicchie strombate, su lesene ioniche. I riquadri sono occupati da ovali incorniciati contenenti busti. Al piano superiore si trovano due logge laterali, con colonne corinzie e parapetto a balaustri.

Particolare di una finestra nel muro di cinta esterno
Lungo Via Marche è presente l'alto muro di cinta, in cui si trovano piccole finestrine manieriste, superiormente è posta una balaustra, nel muro si apre la grande arcata carrabile, bugnata, che immette nel cortile interno.
Gli interni sono decorati al piano nobile da affreschi di Giovanni Capranesi e Gioacchino Pagliei.


Gli affreschi più importanti sono quelli degli ambienti di rappresentanza, uno raffigura putti che sorreggono lo stemma Folchi, l'altro è occupato dall'allegoria della Fama. Il giovane che la incarna è rappresentato nell'atto di suonare la tromba, accanto un putto sta dipingendo uno stemma, inferiormente si trova una rappresentazione della Basilica di San Giovanni in Laterano, di cui Monsignor Folchi aveva direttamente seguito i restauri promossi da Leone XIII.
Nel 1905 il villino passò in proprietà alla famiglia Marini Clarelli, che lo ha avuto fino agli anni novanta.
L'edificio è la sede del Gruppo Tosinvest, che attraverso i proprietari Angelucci ha effettuato un restauro conservativo impeccabile.


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