In Via degli Orti d'Alibert, nel Rione Trastevere, è presente un complesso edilizio realizzato dall'Istituto delle Case Popolari (ICP), che rappresenta un luogo poco conosciuto e molto caratteristico, ma sul quale si hanno poche notizie.
Questo luogo originariamente era un convento di frati, e all'inizio del XX Secolo era provvisoriamente occupato dallo stabilimento di candele della Mira-Lanza. Nel 1925, nell'ambito del programma per la realizzazione degli alloggi popolari a Roma, la struttura venne trasformata in un complesso di alloggi popolari su iniziativa dell'ICP.
L'area del complesso come si presentava nella mappa del Nolli del 1748 |
Si tratta di un'opera con pochissima letteratura a riguardo, che nonostante rappresenti un lavoro particolarmente singolare e interessante, oltre che caratteristico, è molto poco conosciuto. Non è neanche semplice risalire all'autore: i progetti, avvenuti sotto la direzione dell'ICP il cui ufficio tecnico era all'epoca guidato da Innocenzo Costantini, risultano dell'architetto Ridenzoni, figura di cui non si conosce purtroppo praticamente nulla. Alcuni testi parlano di un'opera a quattro mani di Camillo Palmerini e Tito Bruner, ma le notizie sono poche e l'intervento, evidentemente, era ritenuto poco più di un adattamento a complesso abitativo di una ex fabbrica, qualcosa di per sé insolito rispetto ai grandi interventi di edilizia popolare dell'epoca. Viene quasi da pensare che "Ridenzoni" sia un refuso per Paolo Fidenzoni, architetto che, non a caso, negli anni '20 e '30 fu attivo a Roma e si occupò principalmente di restauri e sistemazioni di edifici, come il restauro del Teatro di Marcello e la ricostruzione della casina dei Vallati, sempre nella zona tra il Portico d'Ottavia e il Teatro di Marcello. L'intervento di Via degli Orti d'Alibert, effettivamente, ha molte analogie con restauri, liberazioni e adattamenti, trattandosi comunque di un intervento su una struttura preesistente. I lavori al Teatro di Marcello, inoltre, iniziarono nel 1927 e avvenero sotto la direzione dell'ICP, lo stesso ente che poco prima aveva realizzato il complesso di Via degli Orti d'Alibert.
Il complesso, come abbiamo detto singolare nell'ambito dell'edilizia popolare dell'epoca, risulta tra i più piccoli realizzati negli anni '20, composto da appena 100 alloggi, e non segue né la tipologia, ad esempio, della città giardino come la Garbatella, né della borgata rurale come capiterà ad Acilia, né un complesso di condomini o di casette economiche.
Le costruzioni dell'Istituto per le Case Popolari a Roma in una mappa nel 1929 in cui è visibile anche il complesso di Via degli Orti d'Alibert |
Si tratta infatti di uno spazio chiuso, che rimane nel lotto tutto sommato piccolo occupato in precedenza dal convento, creando all'interno del perimetro del complesso una sorta di piccolo borgo in uno spazio definito, compreso tra i due tratti di Via degli Orti d'Alibert, il giardino di Palazzo Salviati (poi Collegio Militare) e il Collegio Tiberino.
L'attuale ingresso è situato al numero 27 di Via degli Orti d'Alibert, ed è costituito da un arco sormontato da un "occhialone" posto sul tratto senza uscita della strada. In precedenza, prima del tratto senza uscita era presente un cancello.
All'interno gli abitati sono bassi, non vanno oltre i tre piani, e molto vicini tra di loro, talvolta muniti di ballatoio e che ruotano intorno a un sistema di cortili.
Su un muro esterno del complesso è stata posta, nel 1948, un'Edicola Sacra della Madonna del Divino Amore, su iniziativa di Roberto Finizio, un abitante del complesso particolarmente impegnato. La presenza dell'Edicola Sacra ha contribuito a sviluppare nel complesso una forte devozione verso la Madonna del Divino Amore, e ogni 13 Maggio per molti anni è stata celebrata con la "Festa della Madonnella", una celebrazione che, si legge nel libro "La Sacra Città: itinerari antropologico-religiosi nella Roma di fine millennio", si è svolta tra il 1948 e gli anni '50, ed era una grande festa che coinvolgeva tutti gli abitanti del complesso.
Anche in occasione della Festa de' Noantri, che si svolge in tutto il Rione Trastevere tra il 16 e il 30 Luglio, storicamente il complesso si è molte volte animato per unirsi coralmente alla festa rionale.
Ad oggi questo complesso continua a mantenere una sua identità, in una realtà appartata e ben circoscritta urbanisticamente e architettonicamente che conserva le caratteristiche di un borgo, troppo spesso rare da trovare in una metropoli.
Interessante!
RispondiEliminaGrazie. Notizie utili
RispondiEliminaGrazie per l'interessante e stimolante lavoro che continuate a fare!
RispondiEliminaatmosfera magica e rilassante. meraviglioso
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