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Villino Ximenes



Il Villino Ximenes si trova in Piazza Galeno, con ingresso in Via Bartolomeo Eustachio n. 2, nel Quartiere Nomentano, è uno dei più importanti edifici in stile liberty della Capitale.


Fu costruito nel 1902 per lo scultore Siciliano Ettore Ximenes, su progetto di Ernesto Basile e Leonardo Paterna Baldizzi, con la collaborazione diretta dello stesso Ximenes che realizzò tutti i bassorilievi esterni.


L'edificio è a due piani con cinque finestre per ogni piano, le pareti sono rivestite in blocchi di tufo siciliano brunito, un grande fregio in marmo è posto come cornice marcapiano, vi sono raffigurati grandi artisti che si recano in corteo all'altare delle arti (ara artium), posto nel centro, dall'ara partono fiamme ardenti affiancate da rami di palma, che cingono la grande arcata a loggia del primo piano. 
Le finestre sono monofore di stampo normanno, con cornici in marmo contenenti fregi floreali, sormontate da piattebande di maiolica. 
Altro elemento spettacolare è la balaustra di coronamento, costituita di pilastrini arcuati fra cui sono poste transenne, formate da girali fogliati intrecciati, sopra l'arcata centrale due giovani cariatidi sostengolo le aste portabandiera, che sono in ferro battuto particolarmente elaborato, fra le due aste c'è un ricco fregio con putti che sostengono un'aquila ad ali spiegate.
L'interno conserva ancora gran parte delle splendide decorazioni originali, che sono state conservate nel tempo con cura.

Il vestibolo completamente affrescato

Il vestibolo è caratterizzato da una volta a botte con vele e pennacchi, è decorato con affreschi di gusto medioevale. Una volta si affacciava sul grande studio dell'artista contenente le statue.

Affresco della sala del biliardo

Da quì si passa nel fumoir, poi in un disimpegno di passaggio che conduce al salone e alla sala del biliardo, dove è presente un affresco floreale sul soffitto.


Il salone è diviso in due da un elaborato arco scolpito a crisantemi intrecciati, una parte è decorata con soffitti a cassettoni, l'altra da un affresco raffigurante i grandi scultori della storia dell'arte: Donatello, Bernini e Fidia. In origine era presente un grande camino scolpito da Ximenes, con fanciulle di gusto floreale.

Lo studio

Da quì si accede allo spettacolare studio, dotato di una boiserie liberty intrecciata di tralci di fiori, con una grande decorazione a coda di pavone, il soffitto è occupato da stucchi raffiguranti fanciulle danzanti circondate di nastri svolazzanti. Lo studio affacciava, con una grande vetrata, sulla grande sala laboratorio contenente la galleria delle statue. Accanto allo studio si trovavano la Biblioteca e un salottino.

Lo splendido soffitto dello studio 

Nel 1950 il villino è passato in proprietà all'Istituzione Teresiana, che lo ha trasformato in residenza universitaria. La grande sala di scultura è stata frazionata in vari ambienti, fra cui c'è una cappella.
Il 6 giugno 1952 è arrivata la notifica di vincolo dal Ministero della Pubblica Istruzione, alla proprietaria Carmelina Pantano, da quel momento non sono state più effettuate alterazioni dell'immobile.
L'edificio è stato restaurato esternamente nel 1999.

Villino Cirilli



Il Villino Cirilli si trova in Via Gerolamo Fracastoro n. 7 ad angolo con Viale Regina Margherita nel Quartiere Nomentano.
È uno dei più interessanti villini della lottizzazione di Villa Patrizi, fu costruito dall'architetto Guido Cirilli come propria residenza a Roma nel 1908.
È posto al bivio tra le due vie con un angolo smussato, su cui è presente una loggia sovrastata da un'arcata. Sopra l'attico si apre una bella altana su colonnine binate.


Particolare è l'uso dei materiali sperimentato dal Cirilli: mattoncini per il pianterreno e il corpo della torre, intarsi geometrici in in cotto per la cornice marcapiano e fasce ad affresco con motivi floreali lungo le pareti della torre, mentre sul cornicione terminale sono affrescati festoni. Il resto delle facciate è ricoperto ad intonaco di colore giallo.

Il villino visto da Via Gerolamo Fracastoro

Il 16 luglio del 1956 il Ministero della Pubblica Istruzione ha posto il vincolo sull'immobile, notificato nell'ottobre del 1966 alle famiglie all'epoca proprietarie Salandra e Biscotti.

Fontane del Rione Trevi

A seguire un elenco delle fontane presenti nel Rione Trevi, elencate in ordine alfabetico.

Fontana di Trevi, in Piazza di Trevi
Fontana del Tritone
Quattro Fontane
Fontana di Palazzo Antamoro, nel cortile di Palazzo Antamoro, in Via della Panetteria

Chiese del Rione Ludovisi

A seguire un elenco relativo alle Chiese del Rione Ludovisi, elencate in ordine alfabetico. In questa lista riteniamo inserire tutte le Chiese la cui struttura è ancora esistente, anche se sconsacrata. Per quanto riguarda le Chiese non più esistenti o di cui restano avanzi particolarmente ridotti, abbiamo realizzato una lista apposita che trovate anche qui sotto.

Corpus Christi
San Giuseppe Calasanzio
Sant'Isidoro a Capo le Case
San Lorenzo da Brindisi
Santa Maria Immacolata a Via Veneto (Santa Maria della Concezione dei Cappuccini)
Santa Maria Regina di Cuori
San Marone, Via Aurora
San Patrizio a Villa Ludovisi
Santissimo Redentore e Santa Francesca Saverio Cabrini

Siti archeologici nel Rione San Saba

A seguire una lista dei siti archeologici presenti nel Rione San Saba, elencati in ordine alfabetico.

Cippo di Augusto, in Via Baccio Pontelli
Edicola di Piazza Numa Pompilio, in Piazza Numa Pompilio
Terme di Caracalle, Viale delle Terme di Caracalla

Siti archeologici nel Rione Celio

A seguire una lista dei siti archeologici presenti nel Rione Celio, elencati in ordine alfabetico.

Acquedotto Claudio
Arco di Costantino
Arco di Dolabella
Colosseo
Edicola di Piazza Numa Pompilio, Piazza Numa Pompilio
Ludus Magnus
Sepolcro degli Scipioni
Tempio di Claudio

Archeologia industriale nel Quartiere Lido di Castel Fusano

A seguire un elenco alfabetico delle strutture identificabili come archeologia industriale presenti nel Quartiere Lido di Castel Fusano:

- Casetta dell'Italcable, in Lungomare Lutazio Catulo

Targhe commemorative del Quartiere Lido di Castel Fusano

A seguire, suddivise per strada (elencate in ordine alfabetico), trovate l'elenco delle targhe commemorative presenti nel Quartiere Lido di Castel Fusano.

 Lungomare Lutazio Catulo:
- Cippo dell'Italcable

Viale Etiopia



Viale Etiopia è una strada situata nel Quartiere Trieste, nella sua parte nota come Quartiere Africano, ed è compreso tra Via Tembien e Piazza Gondar.
Già dagli anni Venti, per numerose strade nella zona di Sant'Agnese, erano stati destinati i nomi di territori coloniali italiani in Africa: un quartiere che con gli anni Trenta vide una crescente espansione in chiave intensiva, che travolse letteralmente il primo nucleo del quartiere, lasciando spazio a nuovi edifici più alti.
In quest'ottica vennero assegnati nomi di nuove strade, alcune delle quali presero i nomi di luoghi dell'Etipia, conquistata dall'Italia nel 1936. Fu così che, nel 1937, venne formalmente istituito Viale Etiopia, pensato come arteria per congiungere Via Nomentana a Viale Libia, costeggiando grossomodo la ferrovia.
Quando la Seconda Guerra Mondiale interruppe gran parte delle opere pubbliche in fase di realizzazione a Roma, anche i palazzi del nuovo Quartiere Africano videro un'interruzione nello sviluppo. 

Viale Etiopia, qui ancora praticamente privo di edifici, nella mappa IGM del 1950

In questo senso la mappa di Roma del 1950 dell'IGM mostra bene la situazione, con strade in parte tracciate e solo una piccola parte di edifici realizzati. Sul Viale Etiopia non è presente quasi nessun edificio e si vedono chiaramente, a ridosso della ferrovia, le baracche del Borghetto Nomentano, uno dei tanti borghetti spontanei sorti a Roma negli anni.
La svolta nella storia di questa strada, tuttavia, affonda le radici nel Piano Fanfani del 1949, con cui nacque l'INA-Casa che in pochi anni realizzò centinaia di migliaia di alloggi in tutta Italia.
Fu così che nei primi anni '50 venne realizzato, sul lato meridionale di questa strada, un complesso abitativo INA, le cosiddette Case a Torre, opera di Mario Ridolfi e ritenuto un esempio di architettura neorealista. Negli anni successivi, un secondo complesso, sull'altro lato della strada, venne realizzato in uno stile simile, sempre con edifici a torre, da Mario Fiorentino.

Case a Torre di Mario Fiorentino


Lungo Viale Etiopia, nella parte del Quartiere Trieste nota come Quartiere Africano, è presente questo complesso edilizio di case a torre, realizzato tra il 1957 e il 1960. Esso viene realizzato pochi anni dopo le vicine Case a Torre di Mario Ridolfi, poste dall'altro lato di Viale Etiopia, e tale complesso, realizzato da Mario Fiorentino, allievo di Ridolfi, dialoga ed è concettualmente legato all'altro complesso.
Viale Etiopia fino agli anni '50 rappresentava un limite urbano prima delle ferrovia, oltre la quale vi era l'area di Sacco Pastore e poi, oltre l'Aniene, si sviluppava Monte Sacro. 
Le torri di Mario Fiorentino sorgono tra Viale Etiopia e la ferrovia, nell'area in cui si trovavano le baracche del Borghetto Nomentano.



Fiorentino, coadiuvato da Dubois, realizza otto edifici divisi in quattro coppie, a torre come quelli di Ridolfi, alti nove piani e con cinque alloggi per piano: una tipologia intensiva mutuata da quella del suo maestro. Gli edifici hanno la parte strutturale in cemento armato a vista, mentre le pareti sono rivestite in blocchetti di tufo.

Ponte Nomentano


Il Ponte Nomentano è un ponte sull'Aniene situato lungo la Via Nomentana, nel Quartiere Monte Sacro. Le origini di questo ponte sono antichissime, anche perché posto lungo un'importante Via Consolare, e probabilmente già esisteva quando Menenio Agrippa nel 494 avanti Cristo dette vita alla Secessione della Plebe sul vicino Monte Sacro.
Originariamente costruito in tufo con alcune parti in travertino, fu uno dei principali ponti extraurbani durante la Roma Antica. Originariamente a tre arcate, venne ricostruito nel VI Secolo dopo l'assedio di Roma da parte di Totila.


Nell'VIII Secolo, Papa Adriano I (772-795) fece costruire due torri sul ponte per fortificarlo. A tali strutture si aggiunsero, nel XII-XIII Secolo, i muri. Le torri vennero poi innalzate sotto il Pontificato di Papa Niccolò V Parentucelli (1447-1455). La tradizione vuole che questo ponte sia stato inoltre teatro dell'incontro tra Papa Leone III (795-816) e Carlo Magno nell 800, l'anno in cui il Pontefice incoronò il sovrano dei Franchi come Imperatore del Sacro Romano Impero nella notte di Natale.
Nell'arco dei secoli, il ponte appartenne a diversi proprietari e fu testimone di numerosi eventi storici.
Nel X Secolo il ponte appartenne al Monastero di San Silvestro in Capite, per poi passare nel 1205 alla Chiesa di San Lorenzo in Lucina. Successivamente, passò al convento di San Pietro in Vincoli e alla Chiesa di Sant'Agnese fuori le Mura.

Nel 1433 il condottiero Niccolò Fortebraccio, insieme ad Antonio da Pontedera, muovendo contro Roma prese il controllo del ponte. Similmente, il ponte venne occupato da Paolo Orsini nel 1485. Dopo tali scontri, il ponte dovette essere in parte restaurato, finché nel 1532 non divenne una delle dogane della città.
Nel 1849 il ponte fu nuovamente danneggiato negli scontri tra truppe francesi e Repubblica Romana, venendo nuovamente restaurato.

Nel XX Secolo, la realizzazione del nuovo quartiere di Monte Sacro portò il piccolo ponte a diventare insufficiente per le nuove esigenze di traffico, rendendo necessaria la costruzione del nuovo Ponte Tazio, realizzato nel 1924, che ha ridimensionato il ruolo del ponte per l'attraversamento del ponte.
Le sue piccole dimensioni hanno portato a timori per la sua capacità di essere a lungo attraversato dalle automobili e per questo, nel 1997, venne chiuso alle auto, divenendo esclusivamente pedonale e parte di una suggestiva passeggiata tra la Pineta di Monte Sacro e la Nomentana.


Altri siti che ne parlano:
- Ponte Nomentano (Ponte Vecchio) - in Andrea Gaddini
- Ponte Nomentano - su Studio del Passato

Pommidoro


Il ristorante Pommidoro si trova in Piazza dei Sanniti 44, nella parte del Quartiere Tiburtino nota come San Lorenzo. Si tratta di uno storico ristorante romano, noto per la sua cucina e anche perché qui vi cenò Pier Paolo Pasolini la sera del suo omicidio.

Siti che ne parlano:
- Pier Paolo Pasolini: da Pommidoro a San Lorenzo l'assegno dell'ultima cena - in Fanpage

Yotvata


Yotvata è un ristorante kosher situato in Piazza Cenci 70, nel Rione Regola, a pochi passi dal Ghetto. Il ristorante deve il proprio nome a un'oasi del deserto del Neghev, in Israele, e propone cucina di latte kosher, con produzione propria di formaggi.



Il sito ufficiale

Sant'Anna


Il ristorante Sant'Anna si trova in Via di Sant'Anna 9, nel Rione Sant'Eustachio. Il ristorante offre cucina tradizionale italiana e romana.


La Tonneria


La Tonneria è un ristorante situato in Via della Scala, nel Rione Trastevere. Come si può facilmente capire dal nome, si tratta di un luogo specializzato in piatti a base di pesce.
L'ambiente è informale ed è possibile consumare il pasto sia al bancone che al tavolo, e la formula è basata su questo elemento e su un rapporto qualità prezzo che permette ai piatti di essere accessibili.


Il sito ufficiale

Portale di Villa Balestra


Il portale di Villa Balestra oggi è situato in Piazza Pietro d'Illiria n 5 e costituisce l'ingresso principale al Parco Savello, meglio conosciuto come Giardino degli Aranci, nel Rione Ripa.
Il portale fu costruito nel 1553 come ingresso dell'ex Villa Poggi, acquistata l'anno precedente da Papa Giulio III Ciocchi del Monte, ad opera di Bartolomeo Ammannati. Era posto poco prima dell'Arco Oscuro, lungo l'omonima via, poi ribattezzata Via di Villa Giulia, ed era formato da conci di bugnato rustico in peperino, nella chiave di volta era posto lo stemma di Papa Giulio III, sormontato dalle Chiavi di San Pietro.

Il portale di Villa Balestra e l'Arco Oscuro 

Dal portale si accedeva alla villa, attraverso una strada a tornanti si arrivava alla Casina del Curato, poi si giungeva alla sommità del monte San Valentino, dove era posto il casino principale della villa.
Già nel Seicento il portale cadde in disuso poichè per entrare nella proprietà gli si preferiva un'altro ingresso sulla Via Flaminia oppure quello su Vicolo dei Monti Parioli, oggi Via dei Monti Parioli.
Nel 1880 la villa fu comprata dal Cavaliere Giuseppe Balestra, imprenditore agrario che stabì nei terreni le sue vigne, da quel momento tutto il complesso è conosciuto come Villa Balestra.
La fine del portale arrivò quando nel 1910 fu tracciato il Viale delle Belle Arti, che dal Ponte del Risorgimento conduceva all'Esposizione Internazionale di Valle Giulia, del 1911, e alla nuova Galleria d'Arte Moderna.
Il portale fu smontato e le sue componenti furono sistemate nei depositi Comunali.
Soltanto nel 1936 Antonio Muñoz ne decise la ricostruzione sull'Aventino, come ingresso al Giardino degli Aranci, così come decise di realizzare la fontana del Mascherone sul muro affianco.
I conci delle bugne furono composti a serie alternate, mentre fu inserito un breve tratto di travertino prima dell'arco di volta, vennero ridotti i conci orizzontali e l'altezza del portale è minore rispetto a quella originale, anche la chiave di volta con lo stemma papale fu sostituita da un nuovo elemento in peperino. Il nuovo portale fu inaugurato nel 1937, come ricorda una targa in marmo posta accanto.


Santa Teresa del Bambin Gesù in Panfilo



La Chiesa di Santa Teresa del Bambin Gesù in Panfilo si trova all'incrocio tra Via Giovanni Paisiello e Via Gaspare Spontini, nel Quartiere Pinciano.
Le origini di questa Chiesa risalgono al 1928, quando in questo luogo venne realizzata la cripta dell'attuale edificio ecclesiastico. Tra il 1929 e il 1932 venne costruita la Chiesa, opera dell'architetto Guglielmo Palombi, che la realizzò in forme neobarocche. Nel 1932 venne consacrata da Monsignor Adeodato Giovanni Piazza.
Limitrofo alla Chiesa è un convento dei Carmelitani Scalzi, che officiano il luogo di culto, terminato nel 1929.
All'interno della Chiesa è presente un affresco raffigurante Santa Teresa e Gesù Bambino, opera di G. Morgante, situato nell'abside, dove è presente anche un dipinto raffigurante Santa Teresa che sparge fiori, di E. Ballerini. I due altari laterali, invece, provengono dalla Chiesa di Santa Maria in Macello Martyrum, demolita negli anni '30 per la realizzazione di Via dei Fori Imperiali.

Piazza Cola di Rienzo



Piazza Cola di Rienzo è un'importante piazza del Rione Prati.
Lo slargo si trova lungo Via Cola di Rienzo, l'arteria principale del rione, che parte da Piazza della Libertà, sul Lungotevere, e arriva al Vaticano sfociando in Piazza del Risorgimento.
Il progetto della piazza compare nel PRG del 1883, in cui è disegnato tutto il rione nella forme che poi ha realmente assunto. Si estende per la lunghezza di due isolati con una larghezza minima, che le fa assumere un aspetto piuttosto stretto, ed è posta in asse con Piazza Cavour, a cui è collegata da Via Cicerone.

Piazza Cola di Rienzo nel PRG del 1883

Il nome della piazza e della strada fu deciso nel 1885, nella seduta in cui vennero approvati i nomi di tutte le vie e le piazze del rione.
Cola di Rienzo, al secolo Nicola di Lorenzo Gabrini (Roma 1313-Roma 1354), era ritenuto a quei tempi, soprattutto in ambiente massonico, un eroe repubblicano e anticlericale, poichè aveva tentato di restaurare la repubblica romana nella città, all'epoca dominata dalle baronie degli Orsini e dei Colonna, per questo motivo gli venne dedicata la strada più importante del rione.
L'edificazione del quartiere iniziò subito dopo l'approvazione del PRG del 1883, furono progressivamente realizzate le strade, ad un livello più alto rispetto a quello del piano della campagna, anche la piazza era completata nel 1885. La lottizzazione del rione con grandi caseggiati di cinque o sei piani, si arrestò bruscamente con la cirsi edilizia del 1888.

Piazza Cola di Rienzo, parzialmente edificata nel 1891

Lungo la piazza erano stati costruiti fino a quell'anno solamente il grande isolato tra Via Ezio e Via Marcantonio Colonna e i due palazzi sul lato breve lungo Via Ezio e Via Tacito.
La piazza era sostanzialmente priva di edifici, e tale rimase fino ai primi anni del secolo, anni in cui vennero realizzati sugli ampi lotti lasciati liberi dalla crisi una serie di eleganti villini.
Il primo fu nel 1900 il Villino Lucernari, compreso tra Via Tacito e Via Cicerone, costruito per l'Onorevole Annibale Lucernari, Deputato al Parlamento Italiano, il 1905 venne realizzato il Villino Allievi da Pio Piacentini, tra la piazza e Via Alessandro Farnese, il 1907 fu costruita Villa Scialoja, per il Senatore Vittorio Scialoja, ad angolo con Via Cicerone, in uno stile eclettico con elementi medioevo-rinascimentali, mentre attorno al 1910 furono edificati i due villini ad angolo con Via Marcantonio Colonna.

Piazza Cola di Rienzo nel 1910, delimitata dai due villini Scialoja, con la sua torre, e Lucernari

Nel 1915 fu realizzato il grande palazzo contenente il Cinema Cola di Rienzo, oggi Eden, dall'ingegnere Giudo Zevi, e nello stesso anno furono edificati due palazzi accanto al Villino Lucernari.

Piazza Cola di Rienzo nel 1925

La piazza aveva assunto il proprio assetto definitivo proprio poco prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, e così rimase fino alla fine degli anni trenta quando fu demolito il Villino Lucernari per costruirvi una palazzina, stessa sorte toccò a Villa Scialoja negli anni cinquanta, e al villino ad angolo con Via Marcantonio Colonna.
Oggi la piazza conserva il suo fascino ed è molto movimentata, ospitando negozi di abbigliamento e caffè di tendenza, nonchè una libreria Mondadori.
Nel 2002 è stato posto, davanti al Cinema Eden, il busto di Totò.



Via Giovanni Battista Martini

La palazzina di Marcello Piacentini
Via Giovanni Battista Martini è una strada del Quartiere Pinciano compresa tra Via Giovanni Paisiello e Piazza Giuseppe Verdi. La strada, una prosecuzione di Via Niccolò Porpora verso Piazza Giuseppe Verdi, fu formalmente istituita nel 1924 e, in linea con la toponomastica locale che vede le strade dedicate a importanti compositori, fu dedicata a Giovanni Battista Martini (Blogna 1706-Bologna 1784), frate francescano, compositore e teorico della musica.
All'angolo con Piazza Verdi, sorse la Casa dell'Automobile, demolita negli anni '60 per fare spazio a un edificio per uffici opera di Attilio La Padula.
Al civico 6 della strada è presente un'interessante palazzina realizzata nel 1923 da Marcello Piacentini.

Altri siti che ne parlano:
- Via Giovanni Battista Martini - in Roma2Pass

Case a torre di Viale Etiopia




Le Case a torre di Viale Etiopia si trovano lungo l'omonimo viale, situato nella parte del Quartiere Trieste nota come Quartiere Africano, e rappresentano un opera di architettura particolarmente significativa per l'Italia del dopoguerra.
Questo complesso abitativo affonda le radici nel Piano Casa di Amintore Fanfani, che dette importante impulso all'edilizia abitativa a partire dal 1949, e nel Neorealismo architettonico, che caratterizzò alcuni dei principali esempi di edilizia abitativa dell'epoca. Tale stile architettonico si basa sulla ricerca di un modo di abitare che guarda al passato e ritrova molti elementi nella vita di borgo, declinandosi partendo da questo in numerosi esempi anche apparentemente diversi tra di loro ma legati da numerosi tratti comuni.
A commissionare questo intervento fu l'INA Casa, il ramo dell'Istituto Nazionale Assicurazioni creato nel 1949 nell'ambito del Piano Fanfani e che fino al 1963 realizzò 350mila alloggi in tutta Italia. Per il luogo fu scelto Viale Etiopia, una strada all'estremo nord del Quartiere Africano, all'epoca in costruzione.

Viale Etiopia nella mappa dell'IGM del 1950

Nello specifico, l'area prevista era quella compresa tra il viale e Via Tripolitania, mentre la strada dall'altra parte si affacciava sulla ferrovia, e quel lato era all'epoca in parte occupato dalle baracche del Borghetto Nomentano. Tale area, secondo il piano regolatore, sarebbe dovuta essere occupata da edifici di carattere intensivo, e le torri vanno esattamente in questo senso.
A progettare il nuovo complesso fu in primis l'architetto Mario Ridolfi, coadiuvato dal tedesco Wolfgang Frankl e contando anche sul lavoro dell'ingegnere Arrigo Caré.
Ridolfi, sempre nell'ambito dell'INA-Casa, stava lavorando insieme a Quaroni e ad altri architetti al Tiburtino IV, opera radicalmente differente che richiama molto di più quella di un paesino. Nelle torri di Viale Etiopia, il lavoro è molto diverso.

La mappa del progetto

Il progetto di Ridolfi e Frankl è costituito da otto edifici di nove piani, caratterizzati da una struttura a vista di cemento armato dove le logge si alternano a pannelli montati a filo della struttura creando un'armoniosa alternanza di pieni e vuoti.



L'idea del progetto si pone in rottura con i progetti intensivi che si stavano sempre più diffondendo nelle città italiane in quel periodo, soprattutto negli interni, dove distribuisce gli alloggi in maniera più libera rispetto ai modelli schematici che stavano prendendo piede.



L'opera viene realizzata tra il 1951 e il 1954, ma nel 1953 ottiene già una notevole fortuna critica grazie a un articolo pubblicato sulla rivista Casabella da Giancarlo De Carlo, che definisce le torri un'opera "barbarica, robusta, abbandonata all'impeto dei sentimenti".

Le torri di Mario Fiorentino 


Nel 1960 l'architetto Mario Fiorentino, sull'altro lato di Viale Etiopia, realizzarà altri otto edifici a torre, differenti ma che rappresentano un dialogo, così come una continuazione urbana, delle torri di Ridolfi.


Altri siti che ne parlano:

Via di Sacco Pastore


Via di Sacco Pastore è una strada del Quartiere Monte Sacro compresa tra Via Nomentana e Largo Valsugana. Essa venne istituita nel 1937, prendendo il nome dall'omonima tenuta che sorgeva in quest'area posta lungo l'ansa dell'Aniene all'altezza della Via Nomentana.
L'origine del nome risale al Medioevo ed è un'evoluzione di forme precedenti, probabilmente non legate alla presenza di pastori che verosimilmente, come in tutta l'area di Roma prima della sua urbanizzazione, era frequentata da pastori.
Nella zona di Sacco Pastore, proprio limitrofa a questa strada, vennero rinvenuti nel 1929 e nel 1935 due crani risalenti al periodo neanderthaliano, divenuti noti come Uomo di Saccopastore.

Via Marziale


Via Marziale è una strada del Quartiere Trionfale, compresa tra Viale delle Medaglie d'Oro e Piazza Giovenale.
Tale strada venne istituita nel 1925, quando si iniziò a urbanizzare l'altura di Monte Mario. In quell'occasione si decise di dedicare le nuove strade a scrittori latini che non avevano trovato spazio tra i nomi delle strade del Rione Prati, molte delle quali dedicate a letterati dell'Antica Roma.
Questa, nello specifico, venne dedicata a Marco Valerio Marziale (Augusta Bilbilis 38 o 41 dopo Cristo-Augusta Bilbilis 104 dopo Cristo), ritenuto il principale epigrammista della letteratura latina. Tuttavia, tale strada, seppur istituita formalmente tra Viale Tito Livio e Viale del Monte Mario, non trovò effettiva realizzazione. A questa anomalia (più frequente di quanto possa pensarsi nella dinamica toponomastica romana) venne posto rimedio nel 1947, quando Marziale venne risarcito con una nuova strada ricavata dal primo tratto di Via Lattanzio.

Via Andrea Doria



Via Andrea Doria è una strada del Quartiere Trionfale compresa tra Largo Trionfale e Piazzale degli Eroi. 
Le origini di questa strada risalgono all'inizio del XX Secolo, quando nacque il primo nucleo del Quartiere Trionfale: Via Andrea Doria, in quell'occasione, venne pensata come uno degli assi portanti del nuovo quartiere, proseguimento di Viale delle Milizie, ideato per inserirsi nella futura circonvallazione e proseguire poi, arrampicandosi su Monte Mario, come avvenne con la realizzazione successiva del Viale delle Medaglie d'Oro.
In linea con la toponomastica del quartiere, le cui strade sono dedicate a importanti ammiragli e battaglie navali, questa strada prese,  nel 1901, il nome di Via Andrea Doria, in onore del grande ammiraglio genovese (Oneglia 1466-Genova 1560).


Questa zona fu caratterizzata dalla costruzione di alloggi popolari, fatti per ospitare un ceto principalmente operaio, costituito in gran parte dai fornaciari che lavoravano soprattutto nella zona di Valle Aurelia.

Via Andrea Doria nel 1925

In questa strada sorsero dunque diversi edifici popolari di interesse architettonico, cui si affiancò presto, negli anni Venti, il Cinema Doria, opera di Innocenzo Sabbatini, autore anche di diversi edifici del quartiere.
Nel 1927 venne realizzato sulla strada l'interessante edificio per abitazioni per gli impiegati del Governatorato, opera di Luigi Ciarrocchi e Mario De Renzi.
Nella strada è poi presente una targa che ricorda gli abitanti del Quartiere Trionfale caduti nella Prima Guerra Mondiale.
Via Andrea Doria è storicamente sede del Mercato Trionfale e dei festeggiamenti della festa di San Giuseppe il 19 Marzo: a pochi metri dalla strada è infatti presente la Basilica di San Giuseppe al Trionfale.
Tra il 2003 e il 2009 è stata realizzata, sull'arteria, la nuova moderna sede del Mercato Trionfale.



Targa del circolo Giustizia e Libertà di Via Andrea Doria


La targa in questione si trova in Via Andrea Doria, nel Quartiere Trionfale, in corrispondenza del Circolo Giustizia e Libertà, dedicato a Fernando Norma. Tale circolo è gestito dall'organizzazione erede del movimento liberal-socialista antifascista che contribuì alla Resistenza.

Via Ruggero di Lauria


Via Ruggero di Lauria è una strada del Quartiere Trionfale, compresa tra Via Andrea Doria e Via Sebastiano Veniero. Tale strada venne istituita nel 1914 e, in linea con la toponomastica locale che vede le strade dedicate a battaglie navali e grandi ammiragli, venne dedicata a Ruggiero di Lauria (Lauria o Scalea 1250-Concentaina 1305), ammiraglio al servizio dei sovrani aragonesi.