La Villa Reale, poi Telfener, era una villa del Quartiere Macao, situata in Via San Martino della Battaglia, nel Rione Castro Pretorio, oggi non più esistente.
Fu costruita nel 1872 da Re Vittorio Emanuele II, tramite il segretario Natale Aghemo, che compare come committente nella richiesta della licenza edilizia, per la Contessa di Mirafiori, amante del Re.
Il terreno apparteneva alla Società Generale di Credito Immobiliare e Costruzioni, che stava procedendo alla lottizzazione del nuovo Quartiere del Macao, il primo a sorgere dopo la creazione di Roma Capitale, assieme al Quartiere Esquilino.
La lussuosa villa era posta tra le Vie San Martino della Battaglia, Gaeta e Palestro e Viale del Castro Pretorio, in un lotto di terreno grossomodo trapezioidale. Oltre Via Gaeta confinava direttamente con Villa Torlonia, poi Reinach.
Il progetto fu curato dall'ingegner Faustino Anderloni e prevedeva un casino principale, posto in diagonale, e un edificio per le scuderie, situato lungo Viale del Castro Pretorio.
Il casino della villa aveva due piani, con cinque finestre sul lato breve e sette lungo la facciata principale, lo stile adottato era quello rinascimentale. Le finestre del piano terra erano architravate su mensole, mentre quelle del piano nobile avevano un coronamento a timpano e il davanzale poggiava su colonnine. Sulla sommità dell'edificio si trovava una grande terrazza con balaustre e pilastrini.
La facciata principale, rivolta verso Via Gaeta e Via Palestro, era formata da due avancorpi laterali, contenenti due finestre, tra i quali era posto un portico d'ingresso a serliane, che poggiava su una scalinata, su cui si trovava una terrazza con balaustra.
La villa fu affittata come sede di rappresentanza dell'Ambasciata dell'Impero Ottomano, che vi rimase fino al 1877.
Nel 1878 il Conte Giuseppe Telfener, industriale e amministratore dei Beni della Casa Reale, rilevò contemporaneamente, e a prezzo di favore, due Ville Reali, quella sulla Via Salaria, da lui ribattezzata Villa Ada, e quella al Macao, da quel momento chiamata Villa Telfener.
La villa fu affittata dall'ex Governatore d'Egitto in esilio Hidiv Ismail Pascià, che vi risiedette fino al 1885.
La proprietà passò alla Banca Provinciale di Genova, che progettò un piano di lottizzazione, che prevedeva la distruzione completa della villa; l'istituto fu però messo in liquidazione nel 1890.
I lotti della villa furono allora utilizzati per risarcire i creditori, il casino principale fu demolito e venne tracciata al suo interno la nuova Via Sommacampagna.
La villa Reale nel 1876 |
La lussuosa villa era posta tra le Vie San Martino della Battaglia, Gaeta e Palestro e Viale del Castro Pretorio, in un lotto di terreno grossomodo trapezioidale. Oltre Via Gaeta confinava direttamente con Villa Torlonia, poi Reinach.
Il progetto fu curato dall'ingegner Faustino Anderloni e prevedeva un casino principale, posto in diagonale, e un edificio per le scuderie, situato lungo Viale del Castro Pretorio.
Il casino della villa aveva due piani, con cinque finestre sul lato breve e sette lungo la facciata principale, lo stile adottato era quello rinascimentale. Le finestre del piano terra erano architravate su mensole, mentre quelle del piano nobile avevano un coronamento a timpano e il davanzale poggiava su colonnine. Sulla sommità dell'edificio si trovava una grande terrazza con balaustre e pilastrini.
La facciata principale, rivolta verso Via Gaeta e Via Palestro, era formata da due avancorpi laterali, contenenti due finestre, tra i quali era posto un portico d'ingresso a serliane, che poggiava su una scalinata, su cui si trovava una terrazza con balaustra.
La villa fu affittata come sede di rappresentanza dell'Ambasciata dell'Impero Ottomano, che vi rimase fino al 1877.
Nel 1878 il Conte Giuseppe Telfener, industriale e amministratore dei Beni della Casa Reale, rilevò contemporaneamente, e a prezzo di favore, due Ville Reali, quella sulla Via Salaria, da lui ribattezzata Villa Ada, e quella al Macao, da quel momento chiamata Villa Telfener.
La villa fu affittata dall'ex Governatore d'Egitto in esilio Hidiv Ismail Pascià, che vi risiedette fino al 1885.
Villa Telfener nel 1884, prima della lottizzazione |
La proprietà passò alla Banca Provinciale di Genova, che progettò un piano di lottizzazione, che prevedeva la distruzione completa della villa; l'istituto fu però messo in liquidazione nel 1890.
I lotti della villa furono allora utilizzati per risarcire i creditori, il casino principale fu demolito e venne tracciata al suo interno la nuova Via Sommacampagna.
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