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Grand Hotel



Il Grand Hotel di Roma, oggi Hotel St.Regis, è uno dei più antichi e lussuosi Hotel della Capitale, si trova in Via Vittorio Emanuele Orlando n. 3, nel Rione Castro Pretorio.
A volere nella capitale un grande albergo che potesse competere con quelli delle altre grandi città europee era il Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri Marchese di Rudinì. Egli nel 1891, mentre era in visita ufficiale a Londra, durante un ricevimento serale all'Hotel Savoy, aveva avuto un incontro con l'imprenditore svizzero César Ritz, all'epoca era direttore del Savoy, e lo aveva convinto a costruire un grande albergo a Roma, che ancora non conosceva simili livelli di accoglienza.


Intanto nel 1892 il finanziere e deputato Filippo Cavallini, presidente della Banca della Lomellina, iniziò la demolizione dell'Ospizio dei Sordomuti, posto in Via delle Terme accanto alla fontana del Mosè per costruire un grande albergo su progetto di Giulio Podesti, già architetto del Policlinico Umberto I e del Villino Durante.
I lavori di costruzione furono rallentati presto per il ritrovamento di un'esedra che faceva parte delle Terme di Diocleziano, con l'intervento della Commissione Archeologica Municipale. Nel 1893 a causa dei problemi finanziari del Cavallini, fu sospeso il cantiere, così il vasto edificio rimaneva incompiuto.

Il progetto di Giulio Podesti del grande albergo alle Terme

Quando César Ritz venne a Roma in cerca di un immobile dove impiantare il grande albergo, l'impresario svizzero Franz Josef Bucher Durrer, proprietario dell'Hotel Minerva, gli suggerì di acquistare il fabbricato in costruzione il Piazza delle Terme. Dopo un sopralluogo sommario Ritz si convinse che la sede era perfetta: vicino alla nuova Piazza Esedra, alla recente Via Nazionale e alla Stazione Termini, affianco a da Via XX Settembre, su cui erano posti i ministeri e che conduceva al Quirinale.
Fu così che il 19 luglio 1893 la società londinese Grand Hotel Syndacate comprò a Filippo Cavallini l'edificio e il terreno circostante per £ 2.050.000.
Ritz designò il fidato Alphonse Pfyffer come direttore dell'albergo, con il compito di terminare i lavori e di effettuare l'inaugurazione il 17 gennaio 1893, ma non fu possibile realizzarla perchè i lavori furono più lunghi del previsto.

Il Grand Hotel appena costruito visto da Piazza Esedra con la fontana delle Naiadi nel 1902

L'11 gennaio 1894 César Ritz inaugurava solennemente il Grand Hotel de Rome in Piazza Esedra con una magnifica festa a cui furono invitate oltre mille persone. Il banchetto fu presenziato da 150 invitati tra cui il Sindaco don Emanuele Ruspoli, i membri del Consiglio Comunale, militari e diplomatici, politici, molti aristocratici e rappresentanti della ricca borghesia.
Il grande Salone da pranzo, dove fu organizzato il banchetto, ricco di marmi e affreschi lasciò tutti incantati, così come dell'ampio foyer, il concerto inaugurale si svolse invece nella Serra d'Inverno, al centro del cortile.
Le cronache dell'epoca definirono l'albergo per la distribuzione degli interni e la loro ricca decorazione, uno dei più splendidi alberghi d'Europa.
Il Grand Hotel offriva quindi un prodotto di prestigio in grado di richiamare ospiti internazionali di altissimo livello: tutto l'albergo era dotato di illuminazione elettrica e due ascensori; ognuna delle trecento suite aveva tre punti luce con lampade in sfere di cristallo e un bagno incorporato, dotato di acqua calda e fredda, primo caso in Italia, i cui servizi igienici venivano direttamente da Londra.


L'edificio si sviluppa su quattro piani più quello ammezzato, la facciata principale si affaccia su Via Vittorio Emanuele Orlando con diciassette finestre per piano, le cinque del corpo centrale sono maggiormente decorate. Il pianterreno è occupato da un bugnato liscio, con finestre ad arco a tutto sesto che vi si aprono. Il piano nobile è caratterizzato da grandi finestre a edicola, con davanzale su colonnine e architrave ricurvo su semicolonne doriche nel corpo centrale, e a timpano su lesene doriche sui lati. Negli altri piani le finestre sono architravate, mentre nel secondo piano del corpo centrale sono sovrastate da un timpano. L'ultimo piano è occupato da medaglioni decorati con rosette, posti tra le finestre, mentre nel corpo centrali sono presenti bassorilievi raffiguranti divinità dall'antichità.


L'ingresso è costituito da tre grandi arcate, nel cui arco di volta è posta una protome di Mercurio. È sormontato da un portico con quattro colonne doriche sostenente un balcone con balaustri. Le due finestre ai lati del portico sono ad arco, molto ampie e incassate nella facciata, incorniciate da arcate modanate poste su paraste doriche. Sul fastigio del corpo centrale era presente la scritta LE GRAND HOTEL, oggi non più presente.


Il fronte su Piazza delle Terme è identico alle facciate dei corpi laterali del prospetto principale, con undici finestre su ogni piano. Sul cornicione è posta una grande cornice con la scritta originale LE GRAND HOTEL.

Pianta del piano terra

Gli interni dell'albergo sono particolarmente raffinati e mantengono l'aspetto originario del 1894 e dei restauri del 1906. Fu in quell'anno che venne costruita la Hall al posto del giardino d'Inverno progettata dal famoso architetto parigino René Sergent, in stile francese di epoca Luigi XVI.
I tre ingressi su Via Vittorio Emanuele Orlando immettono in un atrio carrabile maestoso, decorato da paraste e nicchie con statue, da cui una scala conduce all'elegante Hall.


L'ampio ambiente è situato su due livelli, con una doppia rampa di scale che porta al foyer, le pareti sono decorate da boiseies di legno, vi si aprono arcate che conducono agli altri ambienti. Sul soffitto si trova un grande lucernario, decorato da ghirlande di fiori. Al culmine della scala, un'ampia apertura sul  fronte convesso, affiancata da una coppia di colonne ioniche, conduce alla sala ovale che porta al foyer. Tutta la sala era decorata con colori chiari, con variazioni a contrasto color crema.

La Hall con i colori originari
Ai lati della Hall si aprivano vari ambienti: il giardino d'inverno, salotti privati, sale da fumo, il bar Americano e la sala da biliardo.
Il foyer, oggi chiamata Ritz Ballroom, è una lunga stanza con volta a botte, a vele e pennacchi, fu decorata ad affresco dal pittore Mario Spinetti nel 1894.


L'artista realizzò scene di ambiente mitologico, con le divinità che presiedono al nutrimento umano: Bacco e la vendemmia, Minerva e la raccolta delle olive, Nettuno e la pesca marina, Diana e la caccia, Cerere e l'agricoltura e Pan e la pastorizia.
Altro ambiente particolarmente raffinato era il Ristorante Internazionale, cui si poteva entrare anche da un'altro ingresso dalla Piazza delle Terme, illuminato da due serre che conducevano direttamente al giardino interno. Gli interni sono ancora quelli di Podesti con arcate modanate, lesene e marmi alle pareti.


Lo scalone d'onore, posto vicino al Ristorante, è affrescato e conserva le decorazioni originali con colonne ioniche in marmo rosso e pareti bugnate.
Inoltre è presente l'antico ascensore, uno dei primi di Roma, ancora in funzione.


Il piano nobile era riservato alle visite di monarchi e capi di Stato, era occupato da vari appartamenti completi di saloni affrescati, sala da pranzo, da fumo, cucina privata, varie camere da letto, sala da bagno privata, anticamere e salottini.
Ad arredare le stanze fu la stessa Madame Ritz con mobili in stile Luigi XVI e Chippendale, argenti in stile Luigi XV e quadri del Settecento.
Per dirigere il Restaurant Ritz chiamò lo Chef Auguste Escoffier del Savoy di Londra e Pierre Louis del Grand Hotel di Lucerna, i due astri della gastronomia "belle époque", che lanciarono appieno il Ristorante.
L'Hotel riscosse subito un enorme successo, il Re Umberto e la Regina Margherita ospitarono un pranzo, il giorno successivo all'apertura. Presto l'Holel divenne sede di cene di gala per reali, principi e duchi.
La Principessa Victoria di Svezia, che per motivi di salute doveva passare l'inverno in climi temperati, fu ospite per molte stagioni nell'albergo romano.
Fra gli ospiti di riguardo si segnalano Leone Tolstoj, il Cancelliere Von Bülow e Mussolini, subito dopo aver compiuto la marcia su Roma, Von Ribentropp e Göering. Negli anni della Dolce Vita molti attori vi risiedettero, tra cui Ava Gardner, Zsa Zsa Gábor, Lauren Bacall, Martine Carol.
In anni più recenti sono stati ospitati Robert de Niro, i Kennedy e gli Agnelli.
La proprietà dell'Albergo passò negli anni venti al Sindacato Italiano Sviluppo Alberghi, che deteneva anche l'Hotel Excelsior, nel 1923 il sindacato fu messo in liquidazione, e fu rilevato dalla CIGA (Compagnia Italiana Grandi Alberghi).

La Hall dopo i lavori di restauro degli anni sessanta

Il 1963 iniziò un ciclo di lavori di ammodernamento ad opera del nuovo direttore Natale Rusconi, che comportarono la doratura della Hall e delle altre sale, il cambio degli arredi e delle tappezzerie, nel 1965 fu aperto il nuovo Ristorante Rallye.
L'Aga Kahn comprò la CIGA tramite la società Fimpar nel 1985.


Il 1999 la Compagnia fu venduta alla Starwood Hotels, filiale della Marriott International.
L'Hotel fu ristrutturato per dieci mesi, con un costo di 35 milioni di dollari, e fu riaperto il 16 dicembre 1999 con il nuovo nome di St. Regis Grand Hotel, con 138 camere e 21 eleganti suite, tre cui la Royal Suite, di trecento metri quadri che si affaccia sulla balconata del piano nobile.
Il 2014 la Starwood ha ceduto l'Albergo per 110 milioni di euro alla Constellation Holding dello sceicco del Quatar Hamad bin Jassim Al Thani.

Il nuovo aspetto della grande Hall

Questa volta sono stati fatti dei lavori radicali di ristrutturazione, dal costo di 40 milioni di euro e la durata di tre anni.
Il progetto è del designer Pierre Ives Rochon, sono state rimosse le dorature dalle boiseries della Hall e delle sale di rappresentanza per il pubblico, cui è stato dato il tortora come colore di fondo, con i dettagli architettonici e le modanature a contrasto bianco. I pavimenti sono stati rifatti tutti con marmi grigi e, in altre sale, in forme geometriche bianche e nere.


La Library invece è di color blu zaffiro, ed è collegata al Lounge bar. La sala ovale d'anticamera alla Ritz Ballroom, è stata lasciata con il soffitto dorato, con un effetto un poco kitsch.


La Ritz Ballroom, vincolata dalla Sovrintendenza, ha subito un importante lavoro di restauro, della durata di sei mesi, sulle dorature e sugli affreschi di Spinetti, ed oggi splende nei vividi colori delle pitture.
Il nuovo albergo, rinominato St. Regis Hotel, ha riaperto nuovamente il 9 novembre 2018.

La splendida Sala Ritz dopo il restauro



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