Il Cottìo


Il Cottìo era la tradizionale vendita del pesce che si svolgeva a Roma la notte dell'antivigilia di Natale in vista del cenone della Vigilia. Tale tradizione risale ai tempi dello Stato Pontificio, e deve il suo nome al termine latino medievale coctigium. E' legata al fatto che la tradizione vuole che alla vigilia di Natale si ceni di magro e, per questa ragione, i Romani si recavano ad acquistare il pesce la notte del 23 Dicembre presso il tradizionale cottìo.

I Romani si recavano dunque in massa presso il principale mercato del pesce della città, che per secoli fu quello del Portico d'Ottavia, dove acquistavano il pesce da consumare la sera successiva. In anni in cui non esistevano i moderni frigoriferi, il pesce fresco era un privilegio di poche persone, e la maggior parte dei Romani acquistava quello conservato. Il cottìo, in ogni caso, era un momento che univa tutti i cittadini, e vi si riversavano popolani, rappresentanti dell'alta società, ogni classe sociale, che iniziavano contrattazioni in cui si usava un gergo particolare che solo i cottìatori, come si chiamavano i venditori del mercato, erano in grado di comprendere.

Gli acquisti di pesce proseguivano tutta la notte fino all'alba, quando il pesce rimasto veniva messo all'asta.

La tradizione del cottìo proseguì anche quando Papa Pio VII Chiaramonti trasferì il mercato del pesce in Via delle Coppelle, così come quando dopo l'Unità d'Italia si trasferì a San Teodoro. Nel 1927, invece, venne assorbito dai Mercati Generali.

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