Fustuarium
Il Fustuarium era una forma di punizione militare usata come esecuzione capitale all'epoca dell'Antica Roma. La parola deriva dal latino fustis, termine che designa un fascio di bastoni. Come è noto, all'epoca, la disciplina militare era ferrea e le sue trasgressioni erano punite spesso con severe punizioni corporali o con la morte, il cui più noto esempio è forse la decimazione. Questo accadeva proprio per evitare che un episodio di negligenza potesse compromettere il funzionamento di un intero corpo militare, e la punizione serviva perciò da monito verso gli altri soldati.
Il fustuarium, nello specifico, consisteva nel far passare il condannato, una volta denudato, in mezzo a due file di commilitoni che lo avrebbero dovuto bastonare fino alla morte.
La punizione era applicata soprattutto verso i disertori, ma anche verso gli autori di furti all'interno dell'accampamento, di falsa testimonianza e coloro che avessero compiuto la stessa infrazione per tre volte. Lo storico greco Polibio, inoltre, riporta che era talvolta usato contro gli omosessuali. Nell'Antica Roma, infatti, l'omosessualità era generalmente accettata, ma solo in forma attiva era considerata compatibile con la mascolinità. Nell'esercito, un atto sessuale passivo per un uomo era assimilato alla sconfitta (lo stupro verso i soldati sconfitti era una pratica di cui si hanno diverse testimonianze come forma di umiliazione post-bellica), e praticarla era visto come qualcosa che potesse rendere vulnerabile il corpo di un soldato: chi avesse acconsentito a tali atti, rischiava perciò di incorrere in una punizione.
Polibio cita tale punizione nel VI Libro delle Storie con il termine greco ξυλοκοπία, parola che richiama appunto i legni e i bastoni (ξυλοκόπος in greco significa boscaiolo, per intenderci): questo ha portato perciò alcuni traduttori di questo autore a tradurre la parola con bastinado, che tuttavia è una punizione differente che ha in comune col fustuarium di avere a che fare con la bastonatura. Il bastinado, infatti, consiste nel colpire con un bastone, una canna o una verga le piante dei piedi scalzi di chi la subisce e, fatto non secondario, diversamente dal fustuarium non ha come fine l'uccisione della persona che lo subisce. Questo chiarimento è necessario per il fatto che spesso, soprattutto in testi in lingua inglese, il fustuarium viene citato come bastinado, fatto che ha contribuito a creare una confusione tra queste due punizioni corporali.
Importante menzione il fatto - tipico di molte punizioni corporali romane - che il condannato al fustuarium veniva denudato: diversamente dall'Antica Grecia, nella Roma Antica il vestiario costituiva un segno distintivo del proprio stato sociale. Essere denudati rappresentava una forma di umiliazione perché privava il condannato del proprio status, per questo esso si verificava spesso nelle punizioni militari.
Non sappiamo quando questo tipo di punizione sia stato adottato dall'esercito romano, ma le Storie di Polibio fanno riferimento al III-II Secolo avanti Cristo, e per questo sappiamo che a quel tempo era usato. Tale punizione militare venne, con alcune varianti, riutilizzata anche da eserciti esistiti nei secoli successivi all'Antica Roma.
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