Villa Crespi è una delle più belle ville del Quartiere Nomentano, si trova il Via Giuseppe Antonio Guattani n. 17.
Fu costruita nel 1907 sui terreni lottizzati di Villa Ferrari, tra le nuove vie Guattani e Nibby, e l'antico Vicolo di Pietralata, oggi Via Giovanni Battista de Rossi.
Villa Crespi in una mappa del 1911 |
Il progetto fu affidato all'ingegner Giuseppe Tallero dal commendator Agostino Crespi, direttore della Navigazione Generale Italiana, l'edificio fu decorato in un esuberante stile rococò.
La cancellata d'ingresso, costituita da pilastri bugnati sostenenti vasi avvolti in volute, si trova in Via Guattani; una cancellata simile si trovava anche all'entrata su Via Nibby, poi demolita con la costruzione di un altro edificio.
Il casino principale ha una pianta quadrangolare e si sviluppa su tre piani.
La facciata principale è formata da due avancorpi laterali fra i quali si trova il portico d'ingresso carrabile. Le finestre, di cui quelle ai primi due piani dotate di balaustra, sono incorniciate da architravi mistilinei con elaboratissime decorazioni in stucco con cartigli e volute.
La splendida facciata |
Il portico, preceduto anteriormente da una scalinata, è dotato di una serliana con colonnine ioniche in finto marmo, e culmina in un parapetto in parte in muratura e in parte in elaborate balaustre in ferrobattuto.
L'ingresso di Villa Crespi |
Gli interni sono caratterizzati da una profusione di stucchi rococò, soprattutto nella magnifica sala da pranzo, rivolta verso Via Giovanni Battista de Rossi.
Le pareti sono di colore verde acqua, e vi sono posti ritratti ad olio di dame in elaborati stucchi settecenteschi. Anche il soffitto è una peofusione di cartigli e nastri.
Splendido è il grande scalone centrale in noce che porta ai piani superiori, è dotato di una maestosa trifora decorata con abbondanti elementi floreali, alle pareti è posta una grande tela del pittore barocco Ottavio Leoni, raffigurante i Santi Francesco, Carlo e Nicola.
Alla morte di Agostino Crespi nel 1915 la villa rimase alla vedova, che decise di dedicarsi ad opere di beneficienza.
Negli anni trenta il vasto giardino fu lottizzato parzialmente e da quel momento ne rimane solo una piccola parte.
Dal 1937 vi risiede il Conservatorio di Sant'Eufemia, in quell'anno infatti la sede in Via Alessandrina fu distrutta dalle demolizioni per l'apertura di Via dell'Impero, oggi Via dei Fori Imperiali.
La cappella contiene opere d'arte provenienti dal Conservatorio di Sant'Eufemia e dalla demolita Chiesa di Sant'Urbano ai Pantani. Fra i quadri ricordiamo l'Annunciazione di Cesare Nebbia e la Sant'Eufemia di Andrea Camassei
Nella villa sono stati girati numerosi film, tra cui Quattro mosche di velluto grigio di Dario Argento, Il giardino dei Finzi Contini di Vittorio de Sica, il film cult di Sergio Leone C'era una volta in America, Il prefetto di ferro, tra gli altri.
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