Statua di Santa Sofia


La Statua di Santa Sofia si trova in Piazza Sveta Nedelnya, nel distretto di Vazrazhdane, a Sofia. Questa statua rispecchia in gran parte la complessa storia della Bulgaria, di Sofia e dell'area compresa tra Santa Domenica, il Largo e la metropolitana Serdica, fatta di stratificazioni, incontri, contrasti e compromessi tra culture, idee e visioni. Tale strada occupa infatti lo spazio dove sorgeva, tra il 1966 e il 1991, la statua di Lenin, abbattuta dopo la caduta del comunismo nel Paese, e dove in precedenza erano sorti la porta settentrionale della città e la Basilica di San Salvatore, abbattuta nei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

Nel 2000 venne dunque posta in questo luogo la nuova statua, che si decise avrebbe dovuto raffigurare Santa Sofia, da cui la capitale bulgara prende il nome.

La statua venne realizzata in bronzo dallo scultore Georgi Chapkanov ed è alta 8 metri, 26 compreso il piedistallo, caratterizzato da un alto pilastro in cemento armato. Alla sua realizzazione ha collaborato anche l'architetto Stanislav Konstantinov.

Il monumento rappresenta la personificazione di Santa Sofia, la Sapienza Divina da cui prende il nome la capitale bulgara, in antichità chiamata Serdica. Di conseguenza, i motivi allegorici in questa statua sono molti, diversi dei quali ripresi dalla tradizione pagana: la corona che ha in testa, simbolo di potere, la corona d'alloro che tiene nella mano destra, simbolo di gloria, e la civetta, simbolo di sapienza, sono elementi ripresi dalla mitologia greca e in particolare dalla Dea Tiche (o Tyche), la divinità greca del destino. La civetta, nello specifico, vuole raffigurare in maniera particolare la Sapienza, la Sapienza Divina soprattutto, da cui Sofia prende come abbiamo detto il nome.

Tale raffigurazione venne duramente contestata dalla Chiesa Ortodossa, che fece notare come la Sapienza Divina non venga raffigurata da un'immagine femminile, ma dal Logos, e come tale da Gesù Cristo, criticando anche i numerosi riferimenti pagani. Oltre a questo, suscitò notevoli critiche perché la figura femminile venne considerata eccessivamente sensuale.

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