Il mosaico della Villa del Casale di Piazza Armerina |
Al di là della biancheria femminile in due pezzi, i costumi da bagno così composti si sono diffusi a partire dagli anni '30 del XX Secolo, e hanno avuto una svolta nel 1946, quando il sarto francese Louis Reard lanciò ufficialmente il bikini, all'epoca ritenuto molto audace ed entrato solo con il tempo nella moda di largo consumo femminile.
In realtà, per quanto Reard abbia avuto modo di rilanciare questa tipologia di abbigliamento, non si può imputare a lui l'invenzione dell'abbigliamento femminile in due pezzi.
Nell'Antica Roma, infatti, si usavano due distinti capi d'abbigliamento che le donne potevano talvolta combinare: il subligacum, usato sia dagli uomini che dalle donne, che copriva le parti intime, e lo strophium, usato come reggiseno dalle donne.
Il subligacum rappresentava un vero e proprio antenato delle attuali mutande, ed era composto da un rettangolo di stoffa con due lacci che si legava in vita sulla parte davanti. Diverso ed esclusivamente femminile era invece lo strophium, una fascia usata per reggere e nascondere il seno, senza comprimerlo (per questo si usava invece il mamillare, un altro accessorio). Il seno nell'Antica Roma era considerato qualcosa che abbondava nelle donne anziane o che era ritenuto comico, e per questa ragione si tendeva a nasconderlo con capi d'abbigliamento di questo tipo.
Questo due pezzi che vediamo nei mosaici, diversamente dal bikini, non era comunque usato come costume da bagno: nella Villa del Casale, infatti, le donne ritratte fanno diverse attività sportive ma non il bagno. Nelle numerose terme dell'Antica Roma, infatti, sia donne che uomini usavano farsi il bagno nudi.
Pubblicità di un moderno bikini |
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