All'angolo tra Via Sant'Alberto Magno e Via di Santa Sabina, nel Rione Ripa, è presente una piccola Edicola Sacra contenente una statua della Madonna di Lourdes.
Pagine
▼
Concerto del Primo Maggio 2019 in Piazza di Porta San Giovanni
Come ogni anno, anche per il 2019 il Primo Maggio si svolgerà a Roma il tradizionale concertone di Piazza di Porta San Giovanni. L'evento è organizzato dai cosiddetti sindacati confederati italiani (CGIL, CISL e UIL) e si svolge ininterrottamente dal 1990 per celebrare la festa dei Lavoratori. Come da tradizione il Concerto del Primo Maggio ha inizio nel primo pomeriggio e si protrae fino alla tarda sera.
A presentare il concerto saranno Ambra Angiolini e Lodo Guenzi, e l'evento sarà trasmesso su Rai 3, Rai 3 HD e via radio su Rai Radio 2.
A seguire la lista degli artisti attesi per l'esibizione:
Subsonica
Daniele Silvestri
Carl Brave
Anastasio
Achille Lauro
Manuel Agnelli con Rodrigo D'Erasmo
Omar Pedrini
Pinguini Tattici Nucleari
La Rappresentante di Lista
La Municipàl
Ghali
Ex Otago
Motta
Negrita
Ghemon
Gazelle
Canova
Coma_Cose
The Zen Circus
Eugenio in Via di Gioia
Fast Animals and Slow Kids
Rancore
Bianco e Colapesce
Fulminacci
Dutch Nazari
Orchestraccia
LeMandorle
Izi
Eman
Piazza di Porta San Giovanni, tradizionale location del concerto |
A seguire la lista degli artisti attesi per l'esibizione:
Subsonica
Daniele Silvestri
Carl Brave
Anastasio
Achille Lauro
Manuel Agnelli con Rodrigo D'Erasmo
Omar Pedrini
Pinguini Tattici Nucleari
La Rappresentante di Lista
La Municipàl
Ghali
Ex Otago
Motta
Negrita
Ghemon
Gazelle
Canova
Coma_Cose
The Zen Circus
Eugenio in Via di Gioia
Fast Animals and Slow Kids
Rancore
Bianco e Colapesce
Fulminacci
Dutch Nazari
Orchestraccia
LeMandorle
Izi
Eman
La vera storia del nome di Viale dei Quattro Venti
Il casino dei Quattro Venti distrutto dagli eventi bellici del 1849 |
Viale dei Quattro Venti è una delle più importanti strade del Quartiere Gianicolense, meglio noto come Monteverde, e il suo nome - sicuramente singolare - è da anni protagonista di una storia che, per quanto interessante e caratteristica, non rispecchia la sua reale origine.
La storia - che, per evitare fraintendimenti, non corrisponde al vero -, si basa sul fatto reale e documentato che nell'area del Gianicolo e di Monteverde si verificarono i principali combattimenti tra truppe francesci e truppe della Repubblica Romana nel 1849: nello specifico il Casino dei Quattro Venti venne (e anche questo è un fatto documentato) quasi completamente distrutto nello scontro, e al suo posto oggi sorge il grande Arco dei Quattro Venti, posto all'ingresso di Villa Pamphilj.
La storia vuole che nello scontro che portò alla distruzione del casino, ottanta camicie rosse garibaldine si arroccarono nella struttura e resistettero fino alla loro morte. In seguito a questo gesto il generale Nicolas Charles Victor Oudinot, vincitore dell'assedio, riconobbe la resistenza di questi ottanta e volle ricordarli: il numero ottanta, infatti, in francese si dice quatre-vingt, letteralmente "quattro volte venti", e quindi i quattro venti non sarebbero - secondo questa storia - quattro vènti, ma quattro vénti. Oudinot, con non si sa bene quale autorità sulla toponomastica di Roma, avrebbe poi dedicato questo viale (istituito solo diversi decenni dopo, ma questo lo vedremo meglio a breve) ai "Quattro venti".
L'area della battaglia di Porta San Pancrazio in una mappa bellica francese dell'epoca |
Questa storia, per quanto sia suggestiva e ricca di riferimenti ai fatti della Repubblica Romana, è falsa e facilmente smentibile, ma ora vedremo nello specifico il perché.
Il Casino dei Quattro Venti, all'epoca parte della Villa Corsini (poi divenuta parte di Villa Pamphilj) era così detto per la posizione elevata ed esposta da tutti e quattro i lati, esposta quindi "ai quattro venti". Quando nel 1859 venne costruito l'Arco dei Quattro Venti che ricorda il distrutto casino, in cima alla struttura vennero collocate quattro statue che raffigurano proprio i quattro venti. Nel libro "Ville di Roma", l'autrice Isa Belli Barsali spiega come il portico sia stato realizzato con una facciata da ognuno dei quattro lati da cui è formato, aggiungendo che sarebbe questa la ragione del nome. Fatto che confermerebbe che anche il casino avrebbe avuto il nome per via della sua esposizione.
L'espressione "quattro venti" è infatti molto diffusa, sia per identificare un luogo in una posizione elevata, come abbiamo detto, e anche ad esempio per qualcosa che viene strombazzato in giro, "gridare ai quattro venti". I "quattro venti", infatti, trovano riscontro nella rosa dei venti, dove sono messi in evidenza i quattro punti cardinali, e già nel libro V dell'Odissea, Omero elenca quattro principali venti. L'espressione "quattro venti" ha dunque una storia millenaria e decisamente separata dal modo con cui i francesi chiamano il numero 80.
La storia sbagliata sul nome di Viale dei Quattro Venti racconta poi come questa strada sarebbe stata dedicata agli ottanta garibaldini dallo stesso Oudinot: è difficile pensare che un generale, inviato a Roma da Napoleone III per la sola durata dell'assedio, abbia voluto occuparsi della toponomastica di Roma, senza averne alcuna autorità, e sarebbe stato ancora più singolare dedicare la strada a dei garibaldini, in anni in cui il Papa volle ripristinare il potere temporale e lasciare alle spalle l'esperienza della Repubblica Romana, tanto da far cambiare alcuni dei busti del Pincio dedicati a figure che risultavano scomode al ripristinato Stato Pontificio. Dulcis in fundo, il Viale dei Quattro Venti all'epoca non esisteva, la zona era aperta campagna e verrà urbanizzata solo negli anni '20 del XX Secolo. L'atto di istituzione del Viale dei Quattro Venti risale infatti al 1929 (si veda il verbale originale), ben 80 anni dopo rispetto ai combattimenti del 1849, e nella spiegazione data nell'atto ufficiale recita (come si può vedere nella pagina dedicata del sito del Comune) "ricorda la strenua difesa dell'edificio omonimo nel 1849". Appunto, parlando di difesa dell'edificio omonimo, non solo ricorda "la difesa" dell'edificio prima ancora dei suoi caduti (di cui non elenca il numero specifico), ma parlando di "difesa dell'edificio omonimo" lascia intendere che il nome fosse tale già al momento della sua difesa e non sia stato dato successivamente.
Ci rendiamo conto che quella degli ottanta fosse una storia suggestiva, ma il nostro compito a volte è quello di fare i guastafeste. D'altronde non è una bella storia anche quella del braccio alzato del Rio de La Plata nella fontana dei Fiumi del Bernini? Tuttavia anche quella altro non è che una leggenda metropolitana.
Altri siti che ne parlano:
Por que Roma é a cidade eterna
Em todo o mundo, Roma, nossa cidade, quando não é chamada pelo nome, é chamada de "Cidade Eterna". Como é que isso? Vamos então descobrir por que Roma é chamada de Cidade Eterna. Este nome alternativo de Roma tem sido difundido por muito tempo, entrando tanto na linguagem comum a ponto de tornar a razão e a origem deste nome aos olhos de muitos quase secundários.
Também porque para uma cidade que, com os Imperadores e com os Papas, tanto na Antiguidade como na Renascença, pela Arte ou pela Política, desde a fundação até os dias atuais sempre foi protagonista, é um apelido que se encaixa perfeitamente com a história da cidade.
Muitas vezes, aqueles que querem saber por que Roma é chamada de Cidade Eterna, podem erroneamente pensar em uma passagem do trabalho de Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano.
Neste trabalho, em que o escritor francês imagina uma longa epístola do imperador Adriano, através do qual ela traça o período da Roma Antiga em que ele guiou o Império, em que em um determinado ponto tal sentença é pronunciada: "Outra Roma virá, e eu não posso imaginar o seu rosto, mas eu vou ter ajudado a formar ... Roma vai viver, Roma só perecerá com a última cidade dos homens". A frase, embora sugestiva e quanto à mão sobre a eternidade de Roma, não é a razão que explica porque Roma é chamada de Cidade Eterna. De fato, o romance de Yourcenar remonta a 1951, quando a definição de Cidade Eterna para Roma estava em uso por séculos.
Il poeta Tibullo in un dipinto del 1866 di Lawrence Alma-Tadema |
Mas então, por que Roma é chamada de Cidade Eterna? O primeiro autor a falar de Roma nesses termos viveu muitos séculos antes de Yourcenar.
Este é Albio Tibullo, um poeta latino elegíaco que viveu entre 54 e 19 aC. Em seu II Livro de elegias, em V o poeta escreve os seguintes versos: "Rômulo Aeternae nondum formaverat Urbis moenia", traduzível para o italiano como "Nem Rômulo levantou os muros do Eterno Urbe".
Esta é atualmente a evidência mais antiga de Roma definida como a cidade eterna, e é, portanto, provavelmente a frase que estamos procurando, se queremos saber por que Roma é chamada de Cidade Eterna.
Leggi l'articolo in Italiano
Read this article in English
Lesen Sie diesen Artikel auf Deutsch
Прочетете тази статия на български език
La Colazione Pasquale nella tradizione Romana
Quella della Colazione Pasquale è una tradizione molto diffusa nell'Italia Centrale e a Roma. Questa colazione salata, tipica del giorno di Pasqua, come molte tradizioni del nostro Paese varia di regione in regione, e nello specifico andremo a vedere come viene celebrata a Roma.
Cosa prevede la Colazione Pasquale della tradizione Romana? Questo tipico pasto prevede una serie di pietanze, che non devono per forza essere servite tutte e con una grande quantità di varianti.
Sicuramente, non possono però mancare le uova, simbolo della Pasqua e della Resurrezione. Nella tradizione di questa colazione vengono servite sode. Oltre a questo, le uova possono essere usati per la tipica frittata con i carciofi.
Può sembrare un piatto pesante per una colazione salata, ma un altro piatto tradizionale è la coratella con i carciofi, uno dei più noti piatti romani a base di interiora fatto proprio con l'agnello, animale tipico del pranzo di Pasqua.
Non mancano poi i salumi: in ogni regione se ne usa uno diverso, e a Roma quello tipico è la corallina, tipico della Capitale e dell'Umbria.
Ci sono poi due tipiche pizze dolci, quella sbattuta, simile al pan di Spagna, e la pizza di Pasqua dolce, tipica dell'Umbria. Non manca poi la cioccolata, per cui si usa lo squajo, una cioccolata calda considerata particolarmente legata alla città di Tuscania, nel Viterbese.
Monumento Continuo (Grand Hotel Colosseo)
Il Monumento Continuo, o Grand Hotel Colosseo, è un progetto realizzato dal gruppo Superstudio, che come è tipico di questo gruppo propone un'architettura radicale e sperimentale al punto da risultare principalmente una ricerca dai toni provocatori. Il progetto, infatti, risulta principalmente essere un esercizio di stile, non essendo mai stata presa in considerazione la realizzazione di tale edificio.
Nell'idea provocatoria, il Monumento Continuo è un insieme di griglie continue che vanno a sostituire l'architettura tradizionale seguendo la linea teorizzata dal movimento dell'architettura radicale secondo cui "tutto può essere architettura".
La provocazione avviene nell'inserire questo monumento - pensato per essere un albergo dalla location ultra esclusiva - esattamente sopra al Colosseo, uno dei momenti più simbolici di Roma e dell'architettura romana.
L'incendio della Basilica di San Paolo del 1823
Nella notte del 15 Luglio 1823 la Basilica di San Paolo fuori le Mura, una delle quattro Basiliche Papali di Roma e la seconda per dimensioni dopo la Basilica di San Pietro, venne colpita da un gravissimo incendio che portò alla distruzione di gran parte dell'edificio.
Nel 1823 erano in corso una serie di lavori per risolvere il problema delle infiltrazioni d'acqua che colpivano la Basilica durante le piogge, e iniziò perciò la riparazione del tetto e delle grondaie.
Nel mese di Luglio questi lavori erano in corso e la sera del 15 Luglio avvenne un fatto molto grave: uno stagnaio che stava compiendo questo intervento dimenticò acceso il fuoco che aveva usato per farsi luce. Rimasto incustodito, il fuoco si sviluppò in un incendio che in breve tempo divampò in tutta la Basilica.
L'area di San Paolo, nell'attuale Quartiere Ostiense, all'epoca era una zona di campagna e ad accorgersi di quanto stava avvenendo fu un buttero, Giuseppe Perna, che lanciò subito l'allarme. I monaci, infatti, durante l'estate lasciavano la Basilica di San Paolo per sfuggire al clima afoso, e si trasferivano presso il Palazzo di San Callisto in Trastevere.
L'area di San Paolo, nell'attuale Quartiere Ostiense, all'epoca era una zona di campagna e ad accorgersi di quanto stava avvenendo fu un buttero, Giuseppe Perna, che lanciò subito l'allarme. I monaci, infatti, durante l'estate lasciavano la Basilica di San Paolo per sfuggire al clima afoso, e si trasferivano presso il Palazzo di San Callisto in Trastevere.
Le fiamme durarono in tutto cinque ore e gran parte della Basilica andò distrutta.
Rimasero però in piedi il transetto, che così riuscì a proteggere il ciborio di Arnolfo di Cambio, una delle principali testimonianze dell'arte medievale in Italia, così come il candelabro, l'abside, l'arco trionfale e il chiostro. Anche il monastero si salvò, dal momento che l'intervento dei pompieri era riuscito a tagliare il fuoco in quella direzione.
Nonostante la gravità inaudita della notizia, il Papa, Pio VII Chiaramonti (1800-1823), non venne avvisato. Il 6 Luglio precedente, infatti, si era fratturato il femore a causa di una caduta e si trovava agonizzante: fu ritenuto più prudente tenerlo all'oscuro di quanto avvenuto. Il Pontefice morì il successivo 20 Agosto.
Sotto il nuovo Papa, Leone XII Della Genga (1823-1829), si inizia a pensare alla ricostruzione della Basilica. In quegli anni era molto vivo un dibattito sulla teoria del restauro, vengono sempre maggiormente codificate le teorie del restauro storico e del restauro filologico, e la ricostruzione di un monumento di simile importanza non può che rientrare all'interno di questo dibattito. Si decise, quindi, di ricostruire la Basilica di San Paolo in maniera fedele rispetto a come era fatta in precedenza.
Nel 1825 Papa Leone XII emanò l'enciclica Ad Plurimas, in cui invita i Vescovi a raccogliere fondi per la realizzazione della nuova Basilica. La mobilitazione è incredibile e non riguarda solamente il mondo Cattolico: arrivano doni e contributi anche dallo Zar Nicola I, che invia a Roma blocchi di malachite e lapislazzuli, mentre il Re dell'Egitto Fouad I dona finestre e colonne in alabastro e altre colonne dello stesso materiale arrivano anche dal Viceré dell'Egitto, Mohammed Alì. A dirigere i lavori è invece Pasquale Belli, ma è a Luigi Poletti che si deve la gran parte della realizzazione dell'attuale Basilica. Il cantiere, uno dei più grandi che si siano visti nella Roma del XIX Secolo, si conclude negli anni '50 e la nuova Basilica di San Paolo è consacrata dal Papa Beato Pio IX Mastai Ferretti (1846-1876) il 10 Dicembre 1854.
Altri siti che ne parlano:
L'incendio della Basilica di San Paolo fuori le Mura - in Vaticano
1823 - L'incendio di San Paolo - in Rome and Art
Nonostante la gravità inaudita della notizia, il Papa, Pio VII Chiaramonti (1800-1823), non venne avvisato. Il 6 Luglio precedente, infatti, si era fratturato il femore a causa di una caduta e si trovava agonizzante: fu ritenuto più prudente tenerlo all'oscuro di quanto avvenuto. Il Pontefice morì il successivo 20 Agosto.
Sotto il nuovo Papa, Leone XII Della Genga (1823-1829), si inizia a pensare alla ricostruzione della Basilica. In quegli anni era molto vivo un dibattito sulla teoria del restauro, vengono sempre maggiormente codificate le teorie del restauro storico e del restauro filologico, e la ricostruzione di un monumento di simile importanza non può che rientrare all'interno di questo dibattito. Si decise, quindi, di ricostruire la Basilica di San Paolo in maniera fedele rispetto a come era fatta in precedenza.
Nel 1825 Papa Leone XII emanò l'enciclica Ad Plurimas, in cui invita i Vescovi a raccogliere fondi per la realizzazione della nuova Basilica. La mobilitazione è incredibile e non riguarda solamente il mondo Cattolico: arrivano doni e contributi anche dallo Zar Nicola I, che invia a Roma blocchi di malachite e lapislazzuli, mentre il Re dell'Egitto Fouad I dona finestre e colonne in alabastro e altre colonne dello stesso materiale arrivano anche dal Viceré dell'Egitto, Mohammed Alì. A dirigere i lavori è invece Pasquale Belli, ma è a Luigi Poletti che si deve la gran parte della realizzazione dell'attuale Basilica. Il cantiere, uno dei più grandi che si siano visti nella Roma del XIX Secolo, si conclude negli anni '50 e la nuova Basilica di San Paolo è consacrata dal Papa Beato Pio IX Mastai Ferretti (1846-1876) il 10 Dicembre 1854.
Altri siti che ne parlano:
L'incendio della Basilica di San Paolo fuori le Mura - in Vaticano
1823 - L'incendio di San Paolo - in Rome and Art
Strade scomparse del Rione Sant'Angelo
A seguire un elenco delle strade del Rione Sant'Angelo oggi non più esistenti. Per le strade attualmente esistenti del quartiere, rimandiamo a quest'altro elenco.
Vicolo delle Azimelle
Targa in memoria delle vittime del bombardamento della Fabbrica Fiorentini
La targa in questione si trova all'interno della sede dell'Organismo Paritetico per la formazione e la sicurezza edilizia di Roma e Provincia (CEFMECTP), in Via Filippo Fiorentini, nel Quartiere Collatino, e ricorda i 120 operai della fabbrica Fiorentini rimasti uccisi il 3 Marzo 1944 in un bombardamento Alleato.
Targa in memoria della visita di Papa San Paolo VI alla Chiesa di Santa Maria Janua Coeli nel suo Cinquantenario
La targa in questione si trova sulla facciata della Chiesa di Santa Maria Janua Coeli, in Piazza Cornelia, nella parte del Suburbio Aurelio nota come Montespaccato, ed è stata posta dalla Congregazione dei Figli di Santa Maria Immacolata e dai parrocchiani della Chiesa per ricordare la visita di Papa San Paolo VI Montini (1963-1978) in occasione dei 50 anni da tale evento, avvenuto il 26 Marzo 1967. La targa è stata infatti posta il 26 Marzo 2017, e tra la facciata e il portico della Chiesa ve ne sono altre due che ricordano l'evento: una lo ricorda singolarmente, l'altra insieme alla visita di San Giovanni Paolo II Wojtyla (1978-2005).
Targa in memoria delle visite dei Papi San Paolo VI e San Giovanni Paolo II presso la Chiesa di Santa Maria Janua Coeli
La targa in questione si trova sulla facciata della Chiesa di Santa Maria Janua Coeli, in Piazza Cornelia, nella parte del Suburbio Aurelio nota come Montespaccato, e ricorda le visite di Papa San Paolo VI Montini (1963-1978) e San Giovanni Paolo II Wojtyla (1978-2005), avvenute rispettivamente nel 1967 e nel 1994 e ricordate anche da due targhe che ricordano le visite singolarmente poste sotto il portico della Chiesa (qui quella di San Giovanni Paolo II, qui quella di San Paolo VI).
Targa in memoria della visita di Papa San Giovanni Paolo II alla Chiesa di Santa Maria Janua Coeli
La targa in questione si trova sotto il portico della Chiesa di Santa Maria Janua Coeli, in Piazza Cornelia, nella parte del Suburbio Aurelio nota come Montespaccato, e ricorda la visita presso la Chiesa del Papa San Giovanni Paolo II Wojtyla (1978-2005) avvenuta il 6 Febbraio 1994.
Targa in memoria dell'affidamento della Parrocchia di Santa Maria Janua Coeli alla Congregazione dei Figli di Santa Maria Immacolata
La targa in questione si trova sulla facciata della Chiesa di Santa Maria Janua Coeli, nella zona del Suburbio Aurelio nota come Montespaccato, e ricorda come il 4 Febbraio 1962 tale Parrocchia sia stata affidata dal Vicariato di Roma alla Congregazione dei Figli di Santa Maria Immacolata.
Graffito "Fanfani tappetto hai perso lo scudetto"
In Via del Falco, nel Rione Borgo, è ancora visibile - anche se in parte coperto - un graffito realizzato nel 1975 rivolto all'allora Segretario della Democrazia Cristiana (DC), Amintore Fanfani, scon scritto "Fanfani tappetto hai perso lo scudetto", con sotto una lapide cimiteriale con lo scudo crociato, simbolo del suo partito, e la data 15 Giugno 1975.
La scritta - verosimilmente relativa a quell'anno - fa riferimento al risultato della Democrazia Cristiana alle elezioni regionali svoltesi proprio il 15 Giugno 1975 la data riportata nel graffito - che videro una notevole avanzata del Partito Comunista Italiano (PCI), in grado tra le altre cose di vincere nel Lazio. Tale risultato contribuì alla fine della segreteria di Fanfani il mese successivo, quando fu sostituito da Benigno Zaccagnini.
La lapide col simbolo della DC e la data delle regionali del 1975 |
Il nome di Fanfani coperto da successiva vernice ma ancora leggibile |
Vicolo delle Azimelle
Il suo nome talvolta è riportato anche come Via delle Azimelle o come Arco delle Azimelle, in riferimento a un carratteristico arco che si trovava all'inizio di questa strada.
Le azimelle che danno il nome a questo vicolo sarebbero le forme di pane matzah (al plurale matzot), a Roma chiamata anche mazzà. Si tratta di una piccola focaccia di pane azzimo (da cui quindi il nome di azzimella), ovvero senza lievito, tipica della tradizione ebraica che viene consumata spesso nelle celebrazioni della Pasqua Ebraica, la Pesach.
Le azimelle che danno il nome a questo vicolo sarebbero le forme di pane matzah (al plurale matzot), a Roma chiamata anche mazzà. Si tratta di una piccola focaccia di pane azzimo (da cui quindi il nome di azzimella), ovvero senza lievito, tipica della tradizione ebraica che viene consumata spesso nelle celebrazioni della Pasqua Ebraica, la Pesach.
In questo Vicolo si trovava il forno che forniva il pane per il Ghetto, e per questo la strada assunse tale nome.
Vicolo delle Azimelle in una mappa del 1876 |
Il Vicolo aveva una andamento a zig zag, e tagliava in due il vecchio Ghetto, compreso tra le due strade parallele Via della Fiumara e Via Rua.
L'origine della strada era in Piazza delle Tre Cannelle, che si apriva su Via della Fiumara, quì si trovava l'Arco delle Azimelle, superato l'arco iniziava il vicolo.
Il ballatoio situato all'inizio di Via delle Azimelle, soggetto dell'acquerello di Roesler Franz |
Esso era affiancato da molti edifici con profferli, scale esterne medioevali, e ballatoi, testimonianze preziose dell'epoca medioevale.
Vicolo delle Azimelle, in fondo l'Arco delle Azimelle |
Dopo uno slargo, a volte identificato come Piazzetta delle Azimelle, la strada si biforcava in due, la parte rettilinea, era a fondo cieco, occupata da rientranze contenenti vari ballatoi e ripide scalette.
Il tratto centrale di Vicolo delle Azimelle |
La strada voltava a destra dove terminava in un altro vicolo cieco e poi piegava a sinistra dove incrociava Via della Scola Catalana, da lì saliva rettilinea fino a intersecare Via Rua.
Vicolo delle Azimelle visto da Via della Scola Catalana |
Targa in memoria di Alessandro Paganelli
La targa in questione si trova all'interno dei locali della ASL di Via Tripoli, nel Quartiere Trieste, e ricorda Alessandro Paganelli. Questa targa è testimone di un'autentica vergogna: è stato infatti eretto un muro provvisorio che la divide letteralmente in due e ne copre gran parte. Sommato allo stato non buono di gran parte dell'iscrizione, questo fatto rende anche difficile leggere la targa.
Era proprio necessario mettere lì quel muro? Se proprio era necessario non sarebbe stato il caso di spostare la targa come avvenuto altrove?
Fratelli d'Italia - I candidati - Speciale Europee 2019
L'elenco dei candidati della lista Fratelli d'Italia nel collegio Italia Centrale (Lazio-Toscana-Umbria-Marche) alle Elezioni Europee 2019:
Giorgia Meloni
Francesco Acquaroli
Arianna Alessandrini
Roberta Angelilli
Alfredo Antoniozzi
Monica Stefania Baldi
Marco Bertolini
Ida Collu
Fabrizio Ghera
Alessia Pestelli
Diego Petrucci
Federica Picchi
Nicola Procaccini
Luca Romagnoli
Michele Sciurpa
Altre informazioni: Fratelli d'Italia aderisce a livello europeo all'Alleanza dei Conservatori e dei Riformisti Europei, che raccoglie al suo interno forze politiche di orientamento conservatore e nazionalista.
Forza Italia - I candidati - Speciale Europee 2019
L'elenco dei candidati della lista Forza Italia nel collegio Italia Centrale (Lazio-Toscana-Umbria-Marche) alle Elezioni Europee 2019:
Antonio Tajani
Alessandra Mussolini
Raffaella Buonsangue
Giovanni Paolo Bernini
Salvatore De Meo
Maria Di Masi
Alessandra Feduzi
Jacopo Maria Ferri
Salvatore Ladaga
Rita Pieri
Mario Razzanelli
Simone Rebichini
Anna Maria Costanza Rozzi
Olimpia Tarzia
Arianna Veraci
Altre informazioni: Forza Italia aderisce al Partito Popolare Europeo, la formazione europea cui aderiscono numerose forze popolari, moderate, conservatrici e di centrodestra. Silvio Berlusconi sarà capolista in tutte e quattro le altre circoscrizioni italiane, ma non in quella dell'Italia Centrale dove ha ceduto questa posizione al presidente uscente del Parlamento Europeo Antonio Tajani.
Targa in memoria di Aurelio Mistruzzi e Melanie Jaiteles
La targa in questione si trova in Viale Carso, nel Quartiere Della Vittoria, e ricorda Aurelio Mistruzzi (Villaorba 1880- Roma 1960) e Melanie Jaiteles (1884-1977), che qui vissero. Mistruzzi, scultore e incisore della Santa Sede, e la moglie, sono stati proclamati Giusti tra le Nazioni per aver salvato Ebrei durante le persecuzioni nazifasciste.
La targa è stata qui posta dal Comune di Roma nel 2019.
Europa Verde - I candidati - Speciale Europee 2019
L'elenco dei candidati della lista Europa Verde nel collegio Italia Centrale (Lazio-Toscana-Umbria-Marche) alle Elezioni Europee 2019:
Annalisa Corrado
Ferdinando Bonessio
Beatrice Brignone
Adriano Cardogna
Elena Pulcini
Bengasi Battisti
Carmela Luongo
Mario Canino
Pippo Civati
Alessandro Crescenzi
Nicoletta Dentico
Caterina Di Bitonto
Anna Chiara Forte
Nicolas Micheletti
Umberto Zimarri
Altre informazioni: la lista è composta dalla Federazione dei Verdi e da Possibile e aderisce allo European Green Party, il partito europeo delle liste verdi e ambientaliste.
Partito Democratico - I candidati - Speciale Europee 2019
L'elenco dei candidati della lista Partito Democratico nel collegio Italia Centrale (Lazio-Toscana-Umbria-Marche) alle Elezioni Europee 2019:
Simona Bonafé
David Sassoli
Roberto Gualtieri
Camilla Laureti
Pietro Bartolo
Beatrice Covassi
Nicola Danti
Alessandra Nardini
Angelo Bolaffi
Lina Novelli
Mamadou Sall
Alessia Centioni
Massimiliano Smeriglio
Olimpia Troili
Bianca Verrillo
Altre informazioni: in occasione di questa tornata elettorale, il Partito Democratico ha ospitato nella propria lista il movimento Siamo Europei fondato da Carlo Calenda, che compare anche nel simbolo della lista. Il PD aderisce a livello europeo al Partito Socialista Europeo e al gruppo Socialisti e Democratici.
Movimento Cinque Stelle - I candidati - Speciale Europee 2019
L'elenco dei candidati della lista Movimento Cinque Stelle nel collegio Italia Centrale (Lazio-Toscana-Umbria-Marche) alle Elezioni Europee 2019:
Daniela Rondinelli
Fabio Massimo Castaldo
Filippo Nogarin
Dario Tamburrano
Laura Agea
Silvia Noferi
Elisabetta Zuccaro
Tiziana Alterio
Lisa Giuggiolini
Luca Ciarrocca
Stella Visconti
Gianluca Macone
Concetta Maestrini
Nicola Magi
Cosimo Giorgetti
Altre informazioni: il Movimento Cinque Stelle a livello europeo aderisce al gruppo Europa della Libertà e della Democrazia Diretta.
Lega - I candidati - Speciale Europee 2019
L'elenco dei candidati della lista Lega nel collegio Italia Centrale (Lazio-Toscana-Umbria-Marche) alle Elezioni Europee 2019:
Matteo Salvini
Simona Renata Baldassarra
Matteo Adinolfi
Jacopo Alberti
Leo Bollettini
Cinzia Bonfrisco
Susanna Ceccardi
Mauro Lucentini
Stefano Pastorelli
Angelo Pavoncello
Francesca Peppucci
Luisa Regimenti
Antonio Maria Rinaldi
Maria Veronica Rossi
Elena Vizzotto
Altre informazioni: la Lega a livello europeo fa parte del gruppo Europa delle Nazioni e della Libertà, di cui fanno parte numerose formazioni di orientamento euroscettico e sovranista, tra cui il Rasemblement National francese di Marine Le Pen. Dalle politiche 2018 il partito si presenta con il solo nome Lega, e non più come Lega Nord, come avveniva in precedenza.
CasaPound Italia - Destre Unite - I candidati - Speciale Europee 2019
L'elenco dei candidati della lista CasaPound Italia - Destre Unite nel collegio Italia Centrale (Lazio-Toscana-Umbria-Marche) alle Elezioni Europee 2019:
Simone Di Stefano
Carlotta Chiaraluce
Sara Benigni
Piergiorgio Bonomi
Sergio Fucito
Elisa Gasparroni
Arianna Grandinetti
Cristina Iacovacci
Giampiero Joime
Giuseppe Lavalle
Nunziata Provitina
Chiara Romano
Michele Sgariglia
Augusto Sinagra
Claudio Taglia
Altre informazioni:CasaPound Italia ha costituito per le elezioni Europee 2019 una lista insieme al partito Destre Unite. Entrambi aderiscono in Europa all'AEMN(Alleanza Europea dei Movimenti Nazionali).
Partito Comunista - I candidati - Speciale Europee 2019
L'elenco dei candidati della lista Partito Comunista nel collegio Italia Centrale (Lazio-Toscana-Umbria-Marche) alle Elezioni Europee 2019:
Marco Rizzo
Laura Bergamini
Alessandro Mustillo
Eleonora D'Antoni
Lorenzo Lang
Daniela Giannini
Salvatore Catello
Laura Biancini
Tiziano Censi
Lucia Firmani
Fabio Massimo Vernillo
Silvia Stefani
Benedetto Crocco
Ingrid Sattel
Yuri Di Benedetto
Altre informazioni:il Partito Comunista aderisce in Europa all'Iniziativa dei Partiti Comunisti e Operai d'Europa, di cui fa parte anche il greco KKE, il cui simbolo compare nel contrassegno elettorale del PC per le Europee.
Partito Pirata - I candidati - Speciale Europee 2019
L'elenco dei candidati della lista Partito Pirata nel collegio Italia Centrale (Lazio-Toscana-Umbria-Marche) alle Elezioni Europee 2019:
Maria Chiara Pievatolo
Felice Zingarelli
Sara Bonanno
Marco Anselmo Luca Calamari
Monica Amici
Michele Pinassi
Cristina Diana Bargu
Emmanuele Somma
Valentina Piattelli
Luigi Di Liberto
Flavio Del Soldato
Altre informazioni: il Partito Pirata si presenterà per la prima volta con il proprio simbolo a elezioni su scala nazionale in Italia. In altri Paesi europei è già presente e ha eletto diversi europarlamentari.
Targa in memoria delle vittime degli ordigni abbandonati di Montespaccato
La targa in questione si trova in Piazza Cornelia, nella parte del Suburbio Aurelio nota come Montespaccato, e ricorda le persone rimaste uccise "per negligenza dai proiettili abbandonati durante la guerra 1939-1945".
Vengono ricordati nello specifico (non tutti i nomi sono perfettamente leggibili, e accanto a ognuno è riportata l'età, anch'essa poco leggibile): Marino Stazzi, Nicola Romanell..., Adriano ..langina, e Ovidio Volpi, quest'ultimo ucciso "da piombo nazista mentre usciva dal ricovero comunista coadiuvato dal popolo della borgata".
Targa in memoria della visita di Papa San Paolo VI alla Chiesa di Santa Maria Janua Coeli
La targa in questione si trova sotto il portico della Chiesa di Santa Maria Janua Coeli, in Piazza Cornelia, nella zona del Suburbio Aurelio nota come Montespaccato, e ricorda la visita di Papa San Paolo VI Montini (1963-1978) alla Parrocchia di Santa Maria Janua Coeli, dove celebrò la Santa Messa di Pasqua il 26 Marzo 1967.
Targa in memoria di Evan Gorga
La targa in questione si trova nell'androne di un palazzo di Via Cola di Rienzo, nel Rione Prati, e ricorda il tenore e lirico italiano Gennaro Evangelista Gorga, noto con lo pseudonimo di Evan Gorga (Brocco 1865-Roma 1956), che in questa casa visse.
Elezioni Europee 2019 a Roma e nel Lazio - SPECIALE
Il 26 Maggio i 27 Paesi dell'Unione europea (il 28esimo, il Regno Unito, ha iniziato un complesso iter per lasciare l'organizzazione) sono chiamati alle urne per eleggere i 705 membri del Parlamento Europeo. L'Italia, nello specifico, ne eleggerà 76.
Roma fa parte della circoscrizione elettorale Italia Centrale, che comprende le regioni Lazio, Toscana, Umbria e Marche: questo significa che queste quattro regioni avranno la stessa scheda elettorale con le stesse liste e potranno votare esattamente gli stessi candidati.
Le circoscrizioni elettorali italiane per il Parlamento Europeo |
Le liste che si presenteranno alle Europee (in ordine alfabetico):
CASAPOUND ITALIA - DESTRE UNITE
EUROPA VERDE
FORZA ITALIA
FORZA NUOVA
FRATELLI D'ITALIA
LEGA
MOVIMENTO CINQUE STELLE
PARTITO ANIMALISTA
PARTITO COMUNISTA
PARTITO DEMOCRATICO
PARTITO PIRATA
+EUROPA - ITALIA IN COMUNE - PDE
POPOLARI PER L'ITALIA
POPOLO DELLA FAMIGLIA - ALTERNATIVA POPOLARE
LA SINISTRA
I partiti che non ci saranno
I RISULTATI
Per votare, sarà necessario recarsi al proprio seggio elettorale (la sezione di riferimento e l'indirizzo sono scritti sulla tessera elettorale) muniti di tessera elettorale e di un documento di identità valido tra le 7 e le 23 di Domenica 26 Maggio. Si vota barrando il simbolo ed esprimendo fino a tre preferenze negli spazi di fianco al contrassegno (in caso di più d'una preferenza, bisogna votare almeno un candidato di sesso maschile e uno di sesso femminile).
Per votare è necessario essere cittadini italiani con almeno 18 anni di età. Per i cittadini di altri Paesi dell'Unione europea regolarmente residenti in Italia, è possibile votare le liste e i candidati italiani in un seggio elettorale italiano purché ne abbiano fatto formale richiesta.
Strade del Rione Sallustiano
A seguire, un elenco delle strade attualmente esistenti nel Rione Sallustiano. Qui invece trovate un elenco delle strade scomparse del Rione.
Via Belisario
Via Belisario è una strada del Rione Sallustiano compresa tra Via Piave e Via Collina. Le origini della strada risalgono a quando negli anni '80 del XIX Secolo venne realizzato il quartiere Spithover, così originariamente chiamato perché sorgeva presso la Villa Spithover, e che oggi corrisponde grossomodo al Rione Sallustiano.
Nel 1885, in Consiglio Comunale decise di stabilire i nomi delle strade del nuovo quartiere, decidendo di dedicarle a fatti e persone legati alla storia della zona: per questa strada si scelse il nome di Flavio Belisario (Germania 500 circa - Costantinopoli 565).
Via Belisario in una mappa del 1888 |
La figura del generale Bizantino è molto legata a quest'area, nello specifico al vicino tratto delle Mura Aureliane, che difese durante l'assedio di Roma del 537 lanciato dai Goti di Vitige. Inoltre, una leggenda medievale vuole che l'Imperatore Giustiniano lo avrebbe fatto accecare, riducendolo a mendicare per le strade di Costantinopoli o, secondo un'altra versione, presso Porta Pinciana a Roma. Per quanto non vi sia alcun fondamento storico, la storia ha contribuito a legare la figura di Belisario a questo tratto di Mura Aureliane: al generale è infatti anche dedicata una statua addossata alle mura in Via Campania.
Terme Littorie
Il progetto di Duilio Torres per le Terme Littorie |
L'origine di questo progetto risale al 1926, quando Giacomo Paolucci de' Calboli e Manlio Morgagni decisero di bandire un concorso per le Terme Littorie su La Rivista illustrata del Popolo d'Italia, grazie anche al sostegno dell'Associazione artistica tra i cultore di Architettura.
Il tema delle Terme è insolito nell'architettura italiana del XX Secolo, e al di là della funzione legata al benessere dell'edificio, in quel preciso contesto storico veniva incontro alle esigenze del regime fascista di tracciare una continuità con Roma Antica (di cui le Terme sono elemento architettonico tipico) e di creare luoghi che potessero essere fruiti dalle masse.
Il concorso - per quanto rimasto senza seguito e messo in secondo se non terzo piano da molte altre opere progettate e realizzate a Roma in quegli anni - all'epoca ricevette notevoli attenzioni, a partire da quelle di Benito Mussolini che lo patrocinò direttamente, e dalla giuria composta da figure di primo piano del mondo dell'architettura dell'epoca: Alberto Calza Bini, Gustavo Giovannoni, Adolfo Zacchi, Gelasio Caetani, Margherita Sarfatti e il già citato Giacomo Paolucci de' Calboli. Il concorso fu inoltre abbinato a un altro per l'arredamento di un'ambasciata italiana all'estero.
Il bando fu dunque lanciato nel Febbraio 1926 nella rivista Architettura e Arti Decorative con un articolo di presentazione di Roberto Papini che evidenziava il nobile scopo di creare un arte "schiettamente romana e italiana". Il contenuto del bando fu tuttavia un compromesso tra le diverse correnti del dibattito architettonico italiano che di lì a poco avrebbe visto l'arrivo l'irruzione del razionalismo sulla scena.
Particolare del progetto di Duilio Torres |
Tra i progetti scartati, si ricordano quello di Ottorino Aloisio (probabilmente il più noto tra quelli che non hanno ottenuto il riconoscimento), quello di Alberto Jacopini e Luigi Codini e quello di Ettore Sottsass.
La piazza delle terme nel progetto di Oscar Prati |
Più riferimenti al mondo tardoantico arrivano invece dal progetto di Oscar Prati: a favorire i riferimenti alle grandi aule termali tipiche dell'Antica Roma è il cemento armato, che permette strutture di una monumentalità più flessibile. L'interno della grande sala pensata da Prati, infatti, ricorda quasi un Palazzo dello Sport proprio per questo uso dei nuovi materiali.
Il progetto di Ottorino Aloisio |
Planimetria del progetto di Oscar Prati per le Terme Littorie |
In ogni caso, il progetto delle Terme Littorie rimaste tale. Quest'area, che nel Piano Regolatore del 1909 sarebbe dovuta essere destinata a "villini", non vide sorgere la nuova struttura, tanto che nel Piano Regolatore del 1931 l'area venne destinata a "palazzine"; accantonando così il progetto. Dall'altra parte del Tevere, a poca distanza, a partire dal 1928 iniziarono i lavori per il Foro Mussolini, poi Foro Italico: le due aree avrebbero in qualche modo potuto costituire un pendant. Non siamo però sicuri che gli urbanisti di Roma abbiano dimenticato completamente questo progetto negli sviluppi successivi dell'area: qui infatti, in vista delle Olimpiadi del 1960, venne sviluppato il complesso sportivo dell'Acqua Acetosa.