Il casale dell'ex Vigna Lancellotti visto dall'inizio di Via Nomentana, accanto all'ingresso di Villa Patrizi nel 1880 |
L'osteria Pozzo di San Patrizio si trovava in Via Nomentana n.107, l'odierno n.133, nella parte compresa nel Quartiere Salario, e sorgeva nei pressi dell'attuale isolato posto tra la Nomentana, Via Reggio Emilia e Via Cagliari.
Il casale di Vigna Lancellotti, nella mappa del Nolli |
Il ristorante fu fondato nel 1889 da Giovanni Scagnetti, il nome deriva probabilmente dalla presenza sul luogo di un pozzo romano.
L'antico casale aveva una pianta asimmetrica con tre corpi, che comprendevano una corte centrale.
Nel 1841 la vigna era stata comprata dal Colonnello Cesare Lomellini di Pinerolo, che aveva restaurato il casale trasformandolo in una specie di castelletto merlato e turrito, che era passato con tutta la vigna nel patrimonio dei Torlonia.
Qui nel 1904 un gruppo di artisti si riunì e fondò il gruppo dei XXV della Campagna Romana, a prova dell'importanza assunta del ristorante.
Sempre quell'anno, Via Nomentana venne allargata e il ristorante fu leggermente spostato per allinearsi con il nuovo margine stradale.
Il 12 marzo 1921 i pini del Pozzo di San Patrizio furono vincolati dal Ministero della Pubblica Istruzione.
Nel 1922 il ristorante cessò di esistere: per un breve periodo il suo proprietario Pietro Baracchini ne aprì un altro con lo stesso nome in Piazza San Lorenzo in Lucina, che rimase in funzione per alcuni anni, il casale fu venduto alla Società Generale Immobiliare.
Nel 1925 venne costruito sul luogo del ristorante il grande palazzo, tuttora esistente, della cooperativa dei ferrovieri. Esso conserva ancora al suo interno la collina, vincolata con i pini, da cui la leggenda metropolitana sostiene che venne sparato il colpo di cannone della Breccia di Porta Pia, che fu sparato in verità dai terreni di Villa Albani, e ci permette in parte di ricostruire il giardino del ristorante.
Nel 1922 il ristorante cessò di esistere: per un breve periodo il suo proprietario Pietro Baracchini ne aprì un altro con lo stesso nome in Piazza San Lorenzo in Lucina, che rimase in funzione per alcuni anni, il casale fu venduto alla Società Generale Immobiliare.
Nel 1925 venne costruito sul luogo del ristorante il grande palazzo, tuttora esistente, della cooperativa dei ferrovieri. Esso conserva ancora al suo interno la collina, vincolata con i pini, da cui la leggenda metropolitana sostiene che venne sparato il colpo di cannone della Breccia di Porta Pia, che fu sparato in verità dai terreni di Villa Albani, e ci permette in parte di ricostruire il giardino del ristorante.
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