Nella delibera sulla toponomastica di Roma del 28 Febbraio 1916 il Consiglio Comunale si occupa di attribuire i nomi di diverse strade in diverse aree della città.
Vengono dunque istituite:
- Viale del Vignola
- Via Adige
- Via Ticino
- Via Oglio
- Via Albano (ma non si tratta dell'odierna Via Albano che si trova al Tuscolano, ma dell'attuale Via Rieti: il toponimo venne trasferito nel 1926 contestualmente ai cambi di confine interni alla regione Lazio)
- Vicolo della Campagna, a una strada chiamata Vicolo Cieco presso Via della Villa, per evitare l'omonimia con il Vicolo Cieco presso Via del Governo Vecchio
- Via dei Falisci, Largo degli Osci, Via degli Apuli, alle strade che compongono il primo tratto di Via Malabarba
- Largo dei Sanniti
- Via Preneste
- Via Achille Grandi
- Via Sebastiano Grandis, alla strada precedentemente chiamata Via Ludovico di Savoia (per inserire il Grandis vicino ad altri ingegneri)
- Via Ludovico di Savoia, a un tratto di Via Umberto Biancamano
- Via Volkonsky, a una strada di cui è nato solo un piccolo segmento che oggi è chiamato Via Amedeo VIII. Il nome di Via Volkonski, infatti, non viene approvato in seguito al dibattito che segue a tali proposte.
- Via Altamura
- Via Sulmona
- Via Pozzuoli
- Via Isernia
- Via Nola
- Via Giuseppe La Farina
- Via Giuseppe Manno
- Via Luigi Cibrario
- Via Mondovì, al tratto che segue l'antico Vicolo dello Scorpione
- Via Gaetana Agnesi, a un tratto di Via della Polveriera separato dal resto da Via degli Annibaldi
- Via Beatrice Cenci viene spostata al tratto tra Piazza Cenci e il Lungotevere de' Cenci, mentre il tratto sotto l'arco è detto Arco dei Cenci.
- Via dei Pierleoni, a una via oggi scomparsa per la realizzazione di Via del Teatro di Marcello (nel tratto oggi chiamato Via Luigi Petroselli)
- Via Francesco Borromini
- Via Aurelio Saliceti
- Via Mattia Montecchi
- Via Giacomo Venezian a un tratto di Via della Paglia, la cui delimitazione è ritenuta nel verbale "confusa"
- Via Luigi Masi a un altro tratto di Via della Paglia
- Via Calandrelli, alla Via Ludovico Calandrelli, per poter così ricordare in un'unica strada Ludovico e Alessandro Calandrelli evitando possibili confusioni
- Salita del Buon Pastore
- Via Enrico Tazzoli, in precedenza chiamata Via Mattia Montecchi
- Largo del Tritone
- Via Zucchelli, al Vicolo Zuccheri, elevato al rango di "Via" per la "signorilità" e l' "ampiezza"
- Salita San Nicola da Tolentino, al Vicolo di San Nicola da Tolentino, sempre per una questione di "signorilità" e "ampiezza"
- Via Romagna, al posto di Via Dogali (risarcita indirettamente, come vedremo sotto, con la dedica ai "Cinquecento", i militari italiani caduti eroicamente nella tragica battaglia contro gli Abissini al confine con l'Eritrea)
La frastagliata denominazione di Piazza delle Terme è così divisa:
- Via delle Terme, tra Piazza San Bernardo e Via Principe Umberto
- Piazza dell'Esedra, alla piazza con la fontana (oggi Piazza della Repubblica)
- Viale delle Terma, al tratto fra i due giardini
- Piazza dei Cinquecento, all'area di fronte alla Stazione Termini, in memoria dei caduti di Dogali (ricordati sul luogo da un obelisco, oggi spostato di alcuni metri)
Si decide di cambiare il nome dei diversi tratti di Viale delle Mura seguiti dall'aggettivo maschile singolare riferito alla parola viale. Vengono chiamati in quest'altro modo:
- Viale Flaminio
- Viale Tiburtino
- Viale Labicano
- Viale Castrense
- Viale Appio
- Viale Metronio
- Viale Latino
- Viale Ardeatino
- Viale Ostiense
- Viale Portuense
- Viale Aurelio
- Viale Vaticano
Vengono poi modificati i seguenti nomi di località:
- Castel Cervara alla Tenuta Cervara
- Lido di Ostia al nuovo borgo in procinto di sorgere sul litorale
Ha inizio il dibattito tra i Consiglieri.
Giammarino propone che vengano messe anche alle porte della città targhe che ne indichino il nome. Invita inoltre alla pubblicazione di un dizionario stradale in cui sia indicata l'origine e il significato del nome delle vie. Chiede anche che vengano affisse apposite tabelle presso i principali ruderi. Chiede inoltre che alla strada che da Via Palestro arriva al laboratorio di Artiglieria sia dato il nome di Via Confienza. Propone poi che una parte di Piazza dei Cerchi sia dedicata a Cesare Lucatelli, ricordando come nel 1861 la sua morte a Napoli fu causa di lutto e commozione e sia stata affissa una targa in sua memoria nel capoluogo campano.
Biagetti rileva che a Roma non erano ancora al momento state dedicate strade in memoria di artisti come il Camuccini (Via Vincenzo Camuccini, tuttavia, era stata istituita nel 1911) e lo Zabaglia, come Fra' Giovanni da Fiesole e Benozzo Gozzoli, Perugino e Sansovino.
Prende la parola il Presidente, che si associa al Giammarino e al Biagetti. Per quanto riguarda il primo, annuncia che farà apporre le targhe alle Porte di Roma, ma non può fare lo stesso per i ruderi, su molti dei quali i pareri sono discordanti. Nota anche che le stesse difficoltà potrebbero verificarsi per realizzare il "Prontuario stradale", ma annuncia che si metterà in moto perché venga realizzato degnamente.
Bazzani ritiene poco opportuno apporre targhe sulle porte e i ponti storici, perché significherebbe far notare a cittadini e visitatori la loro scarsa conoscenza dei monumenti (sic!). Nota inoltre come sia scomparso il nome di Via degli Aurunci, invitando a ripristinarla quanto prima.
Martire invita a rimanere al di sopra della politica nel dare i nomi delle strade, e critica come sia stata chiamata una strada Via Albano nella zona dei capoluoghi di circondario della provincia di Roma quando questa strada non era all'epoca capoluogo di circondario, così come nota come Via Achille Grandi sia stata inserita in una zona di strade dedicate ad eroi quando Achille Grandi fu "egregio cooperatore, ma non certamente un eroe". Invita inoltre a dedicare strade: a Cesare Cantù, al Cardinale Mezzofanti, "il più illustre conoscitore di lingue che la storia ricorda", ad Angelo Mai, al Cardinale Massaia, citando poi l'inglese Stanley (nel dire di Massaia "che può stare vicino a Stanley" si potrebbe anche interpretare con l'idea di dedicare una via all'esploratore inglese, ma è probabile sia un paragone in merito ai traguardi raggiunti: era molto raro al tempo dedicare strade a figure straniere), e a Pasquale Borelli.
Albini tiene un intervento molto condizionato dal clima bellico dell'epoca, dal momento che la Prima Guerra Mondiale era in corso, ed è strano che nessun altro prima di lui avesse fatto riferimenti al conflitto. Albini ricorda come il governo austriaco abbia cambiato i nomi delle strade di Trento e Trieste cancellando i nomi degli italiani illustri e deturpando il monumento al "Divino Poeta". Chiede quindi che venga ricordato in una strada Guglielmo Oberdan.
Bruschi chiede che venga sospesa la proposta di chiamare una strada Via Volkonski, perché sarebbe il primo caso di una strada dal nome straniero.
Il Presidente annuncia che farà presente alla Commissione quanto espresso dall'Albini e dal Bruschi.
Scaduto risponde invece al Bazzani, dicendo che apporre targhe sui ponti e sulle porte verrebbe incontro a un effettivo bisogno, e si dice favorevole alla realizzazione di un "Prontuario stradale".
Levi risponde a Martire dicendo che Via Grandi è stata realizzata in quel luogo perché tale quartiere è stato realizzato con i principi di cooperazione portati avanti dallo stesso Grandi. Ritiene poi sia opportuno usare il nome di Via delle Terme Diocleziane per almeno una parte dell'asse stradale composta da Via delle Terme e Viale delle Terme, mentre ritiene poco opportuno istituire una Via Preneste, essendo l'antica città già ricordata dalla Via Prenestina.
Capuano si associa a Levi circa la scelta di Via Achille Grandi.
Frattini invita a non cambiare i nomi delle strade con eccessiva frequenza "come attualmente accade".
Mora invita ad assegnare a Cristoforo Colombo una strada più ampia e centrale di quella al tempo dedicatagli, una breve strada nel Rione Testaccio. L'idea del Consigliere Mora sarà anni dopo abbondantemente abbracciata, come l'attuale Via Cristoforo Colombo può dimostrare.
Testa si associa a diversi oratori, nota come i nomi proposti da Bigatti siano stati riservati per la zona di Valle Giulia e saranno ufficialmente assegnati quando avverrà l'effettiva costruzione del quartiere. Si associa a Levi e Capuano sulla scelta della collocazione di Via Achille Grandi e difende la scelta di mettere Via Albano dove è stata messa, perché vicina a località dei Castelli Romani e non dei capoluoghi di circondario. Conclude poi che la Commissione per la Nomenclatura delle Strade ha provveduto ad apporre 229 targhe nel 1914 e 369 nel 1915.
Il Presidente mette poi ai voti che sia sospesa la denominazione di Via Volkonsky: la mozione è approvata, e infatti tale strada non ha preso il nome proposto originariamente.
Il verbale originale
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