Tale strada è l'antica Via della Ferratella, cui nel 1936 il Governatorato di Roma volle conferire il nome di Via dell'Amba Aradam per commemorare la decisiva vittoria italiana nella Guerra d'Etiopia, combattutasi presso l'omonimo monte nel febbraio 1936.
Un reparto di truppe Italiane di fronte all'Amba Aradam nel 1936 |
Contemporaneamente, una strada nel Rione Trastevere, di fronte all'edificio della GIL, prese il nome di Via Ascianghi, in memoria della battaglia del Lago Ascianghi, combattutasi nella stessa guerra.
Sempre nel 1936, il Governatorato decise di "risarcire" la storia Via della Ferratella con una nuova strada, parallela a Via dell'Amba Aradam, ovvero l'attuale Via della Ferratella in Laterano.
Negli anni trenta la strada era in gran parte non urbanizzata, e si presentava come una stretta via che si concludeva alla Basilica di San Giovanni in Laterano. Dai primi anni del XX Secolo vi furono collocate alcune delle casette provvisorie volute dal sindaco Ernesto Nathan, ma negli anni trenta vennero rimosse.
Nel 1936 il Governatorato di Roma promosse dei lavori di allargamento per aumentarne il traffico, dai quartieri Ostiense all'Appio Latino. Furono attuati degli sventramenti di edifici in prossimità di San Giovanni in Laterano.
Il 21 Aprile 1936 lo stesso Mussolini inaugurò la strada con il nuovo nome di Via dell'Amba Aradam.
Tra il 1932 e il 1937 l'architetto Giuseppe Momo fu incaricato di costruire, a ridosso di questa strada, la nuova sede della Pontificia Università Lateranense.
Negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale sorsero lungo l'arteria i nuovi edifici dell'Ospedale San Giovanni - Addolorata, realizzato a partire dal 1958, e del palazzo dell'INPS, risalente al 1959.
Via della Ferratella, attuale Via dell'Amba Aradam, in una mappa del 1930 dell'Istituto Geografico De Agostini |
Negli anni trenta la strada era in gran parte non urbanizzata, e si presentava come una stretta via che si concludeva alla Basilica di San Giovanni in Laterano. Dai primi anni del XX Secolo vi furono collocate alcune delle casette provvisorie volute dal sindaco Ernesto Nathan, ma negli anni trenta vennero rimosse.
Lavori in Via della Ferratella nell'aprile del 1936 |
Nel 1936 il Governatorato di Roma promosse dei lavori di allargamento per aumentarne il traffico, dai quartieri Ostiense all'Appio Latino. Furono attuati degli sventramenti di edifici in prossimità di San Giovanni in Laterano.
Il 21 Aprile 1936 lo stesso Mussolini inaugurò la strada con il nuovo nome di Via dell'Amba Aradam.
Tra il 1932 e il 1937 l'architetto Giuseppe Momo fu incaricato di costruire, a ridosso di questa strada, la nuova sede della Pontificia Università Lateranense.
Negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale sorsero lungo l'arteria i nuovi edifici dell'Ospedale San Giovanni - Addolorata, realizzato a partire dal 1958, e del palazzo dell'INPS, risalente al 1959.
Un'immagine di Via dell'Amba Aradam |
Proprio sotto questo palazzo è nascosto un importante complesso archeologico, la Domus Faustae, scoperta proprio durante i lavori di costruzione dell'edificio. Si tratta di due edifici di età Giulio-Claudia identificati come le case dei Laterani e dei Pisoni.
Riguardo il nome della strada, va chiarito che nel linguaggio comune italiano il termine "Amba Aradam", o, per crasi, un "Ambaradan", indica spesso una situazione confusionaria. Questo non c'entra con la strada, ma con la battaglia: le truppe italiane, infatti, erano alleate ad alcune tribù locali che, in base alle situazioni, più volte avevano cambiato fronte in vista della battaglia, creando una situazione caotica.
Da lì molti soldati che avevano combattuto in Etiopia iniziarono, tornati in patria, a usare tale termine, facendolo entrare nel linguaggio comune.
Soldati Italiani durante la battaglia dell'Amba Aradam |
Riguardo il nome della strada, va chiarito che nel linguaggio comune italiano il termine "Amba Aradam", o, per crasi, un "Ambaradan", indica spesso una situazione confusionaria. Questo non c'entra con la strada, ma con la battaglia: le truppe italiane, infatti, erano alleate ad alcune tribù locali che, in base alle situazioni, più volte avevano cambiato fronte in vista della battaglia, creando una situazione caotica.
Da lì molti soldati che avevano combattuto in Etiopia iniziarono, tornati in patria, a usare tale termine, facendolo entrare nel linguaggio comune.
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