Plastico del Forte Braschi del 1884. |
I forti di Roma sono quindici strutture difensive che componevano il campo trincerato di Roma.
Questo sistema difensivo fu costruito tra il 1877 e il 1891 dallo Stato Italiano per riparare la nuova capitale dalla minaccia di un eventuale attacco straniero, soprattutto Francese, volto a restituire la città al Papa.
Il campo trincerato era completato da quattro batterie, piccole fortificazioni composte da postazioni d'artiglieria.
I forti di Roma nel 1883. |
La vasta cintura di difesa si estendeva per circa quaranta chilometri intorno alla città, ad una distanza dal centro storico di 4/5 chilometri.
Ogni forte aveva una struttura di tipo prussiano, con la pianta trapezioidale, si trovava in una posizione strategica, o su un'altura o in corrispondenza di una via consolare, da cui molti presero il nome, e mediamente alla distanza di 2/3 chilometri l'uno dall’altro.
I primi sette forti furono costruiti tra il 1877 e il 1880, per rispondere ad un eventuale sbarco dal Mar Tirreno e furono i seguenti: Monte Mario, Braschi, Boccea, Aurelia Antica, Bravetta, Portuense e Appia Antica.
Nel 1919 furono dismessi per il superamento della loro funzione di difesa dovuto alle nuove tecnologie della guerra moderna e per l'avanzare progressivo della città.
Nonostante in origine sorgessero in aperta campagna, oggi i forti sono stati inglobati nella capitale, si configurano dunque come importanti architetture d'epoca, in quartieri inurbati nel dopoguerra e dovrebbero essere adibiti a nuove funzioni. Per alcuni di loro è attualmente così, mentre altri giacciono in disuso.
Anche se caratterizzati da un'architettura prettamente militare e funzionale, che comunque ha un suo particolare interesse, trovano maggiore monumentalità nel grande portale d'ingresso, inquadrato da lesene di vario tipo e sormontato da elaborati stemmi sabaudi.
Oggi alcuni forti sono ancora di proprietà demaniale ed utilizzati dal Ministero della Difesa, tra questi i Forti Ostiense e Pietralata sono stati alterati per la costruzione di caserme; il Forte Braschi, dal 1925 ha ospitato l'intelligence italiana, fino al 2007 il SISDE, ed oggi l'AISE.
Altri forti giacciono inutilizzati e versano in stato di abbandono, con la vegetazione spontanea che ormai ne occupa i terrapieni da anni. Il Forte Prenestino, invece, è un centro sociale occupato.
Pianta del Forte Prenestino. |
I lavori iniziarono nell’ottobre del 1877, la direzione fu affidata a Luigi Garavaglia, direttore del Genio Militare.
I successivi forti furono costruiti con i nuovi fondi del 1880 e terminati nel 1882, le batterie furono ultimate nel 1891.
I successivi forti furono costruiti con i nuovi fondi del 1880 e terminati nel 1882, le batterie furono ultimate nel 1891.
La cinta difensiva di sinistra, 1887 |
Nel 1919 furono dismessi per il superamento della loro funzione di difesa dovuto alle nuove tecnologie della guerra moderna e per l'avanzare progressivo della città.
Nonostante in origine sorgessero in aperta campagna, oggi i forti sono stati inglobati nella capitale, si configurano dunque come importanti architetture d'epoca, in quartieri inurbati nel dopoguerra e dovrebbero essere adibiti a nuove funzioni. Per alcuni di loro è attualmente così, mentre altri giacciono in disuso.
Particolare dell'interno del Forte Braschi. |
Anche se caratterizzati da un'architettura prettamente militare e funzionale, che comunque ha un suo particolare interesse, trovano maggiore monumentalità nel grande portale d'ingresso, inquadrato da lesene di vario tipo e sormontato da elaborati stemmi sabaudi.
L'ingresso bugnato di Forte Antenne. |
Oggi alcuni forti sono ancora di proprietà demaniale ed utilizzati dal Ministero della Difesa, tra questi i Forti Ostiense e Pietralata sono stati alterati per la costruzione di caserme; il Forte Braschi, dal 1925 ha ospitato l'intelligence italiana, fino al 2007 il SISDE, ed oggi l'AISE.
Forte Portuense dall'alto. |
Altri forti giacciono inutilizzati e versano in stato di abbandono, con la vegetazione spontanea che ormai ne occupa i terrapieni da anni. Il Forte Prenestino, invece, è un centro sociale occupato.
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