La
vecchia stazione Termini, inaugurata nel 1874, si era rivelata subito inadeguata al volume di traffico della giovane Capitale d'Italia. Negli anni successivi furono dunque aggiunti progressivamente binari, nuovi padiglioni, capannoni ed edifici di servizio, soprattutto nel 1911 furono eseguiti importanti ampliamenti in occasione dell'Esposizione Internazionale. Il problema principale era dovuto al fatto che si trattasse di una stazione di testa e non di una stazione passante. Negli anni venti sorse un dibattito fra gli architetti sul destino di Termini, c'era chi voleva ingrandirla, chi volava spostarla a
Porta Maggiore, chi sopprimerla.
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La stazione Termini in una mappa del 1925 |
Nel PRG del 1931 la stazione fu praticamente cancellata così come era, con la creazione alternativa di due grandi scali ferroviari al Campo Parioli e sulla Casilina, Termini sarebbe stata soltanto una stazione di transito completamente sotterranea, al posto dei binari sarebbero sorti grandi viali circondati da palazzi monumentali.
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Il PRG del 1931 prevedeva la scomparsa della vecchia stazione ferroviaria, che veniva trasformata in una stazione passante sotterranea |
La grandiosità del progetto e l'ingente impegno di risorse da stanziare per realizzare questa soluzione urbanistica apparvero subito enormi e nel decreto di approvazione del PRG il progetto venne stralciato e subordinato ad ulteriori approfondimenti tecnici e progettuali.
Nel 1936 l'approvazione dell'Esposizione Universale comportò la rinuncia ad uno spostamento della stazione, si rese però necessaria una radicale ristrutturazione dell'antico manufatto ormai obsoleto, la
nuova Termini sarebbe stata la vetrina del fascismo per chi raggiungeva la capitale in treno, e sarebbe stata anche il capolinea della linea metropolitana che conduceva all'E42.
La progettazione fu affidata ad Angiolo Mazzoni, capo della Sezione Architettura del Servizio Lavori delle Ferrovie dello Stato. Il primo progetto fu realizzato nel 1936, ma fu presto rifiutato perchè di stile troppo razionalista e poco monumentale. La
nuova stazione avrebbe comunque avuto un lungo fronte di 232 metri, retrocesso di due isolati rispetto alla vecchia infrastruttura, questo comportava la creazione di un'immensa Piazza dei Cinquecento, al centro della quale sarebbe stata scavata la grande stazione sotterranea della metropolitana.
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La facciata della nuova stazione progettata da Mazzoni |
Il secondo progetto realizzato nel 1938 prevedeva una nuova facciata caratterizzata da un enorme porticato monumentale dotato di colonne giganti corinzie alte 18 metri che conduceva direttamente ai binari, il fabbricato partenze era previsto nel corpo laterale di Via Principe di Piemonte (attuale Via Giolitti), quello degli arrivi in Via Marsala.
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Mussolini piccona il tetto di un magazzino della stazione Termini nel febbraio del 1938 |
I lavori di costruzione dei due fabbricati laterali cominciarono il 16 febbraio 1938 con la demolizione delle strutture esistenti, capannoni e magazzini su Via Marsala, inaugurata in quello stesso giorno da parte di Mussolini in persona.
Dopo aver distrutto le costruzioni iniziarono i cantieri di fondazione delle nuove strutture lungo le due vie. In via Marsala furono anche abbattute le antiche arcate dell'acquedotto Felice, che fu ricostruito con una condotta interrata.
Il vecchio edificio del Bianchi si salvò temporaneamente solo perchè la facciata della stazione era stata retrocessa, nel 1938 fu comunque demolito il fabbricato delle ferrovie Laziali, o Viciniali, posto in Via Principe di Piemonte, l'anno successivo fu smantellato il padiglione provvisorio delle partenze. Nel 1940 fu smontata progressivamente la grande tettoia metallica, mentre la stazione rimaneva ancora in funzione.
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La grande tettoia durante lo smontaggio nel 1940
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La costruzione della galleria della metropolitana si fermò alla fine di
Via Cavour nel 1941, con il conseguente blocco di tutti i lavori per la creazione del capolinea sotterraneo di Termini; nel 1942 i lavori della nuova stazione ferroviaria furono sospesi a causa delle ristrettezze economiche dovute alla guerra, erano terminati i due grandi edifici laterali, mentre la grande facciata colonnata non era stata ancora edificata.
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Demolizione della facciata del fabbricato degli arrivi nel 1941 |
La demolizione dell'edificio del Bianchi era iniziata nel 1941, era stato sezionato in due grandi tronconi creando un varco lungo gli avancorpi del fabbricato degli arrivi e delle partenze. Questo per permettere la prosecuzione dello scavo della galleria della metropolitana, che avveniva a cielo aperto.
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Vecchio e nuovo edificio della stazione Termini si fronteggiano nel 1942, un anno dopo il padiglione quadrangolare sarà demolito |
Nel 1943 si iniziò a smantellare il padiglione quadrangolare meridionale del fabbricato degli arrivi. Poi in tracollo totale della guerra bloccò la demolizione
della vecchia Stazione Termini che fu momentaneamente sospesa.
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La stazione, sezionata, nell'estate del 1944 vista da Via Cavour |
Il 1947 con la ripresa dei lavori per la metro si dovette effettuare il grande sterro per realizzare la stazione sotterranea della metropolitana di Termini, in quell'occasione i due monconi meridionali della vecchia stazione furono demoliti, per permettere lo scavo, restava in piedi solo la vecchia facciata su Piazza dei Cinquecento, con i suoi padiglioni colonnati.
La fine dei due edifici di testata iniziò nel 1949 con la distruzione dei fastigio del padiglione delle partenze, il primo a scomparire, fra i rimpianti dei nostalgici e il disprezzo di buona parte della critica, che considerava la stazione volgare, così come tutto lo stile neorinascimentale.
Quello degli arrivi fu completamente raso al suolo mentre contemporaneamente era in stato avanzato la costruzione della
nuova facciata della stazione progettata da Vitellozzi, in vista del Giubileo del 1950.
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L'ultimo muro della vecchia stazione, e la nuova stazione in fase di completamento. |
Di famiglia di spina di borgo poi trasferiti a trastevere per fare posto alla costruenda via della conciliazione e pro zio arci prete, cardinale ed avvocato della Sacra Rota annoto racconti di famiglia dove il tetto di termini era completamente fallato ad opera delle termini importate dai soldati che tornavano dall'Africa..chissà se risulta da qualche parte..
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