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Le fontane del Quartiere Europa

A seguire un elenco delle fontane presenti nel Quartiere Europa, elencate in ordine alfabetico.

- Fontane gemelle di Piazzale delle Nazioni Unite, Piazzale delle Nazioni Unite

Architetture civili del Quartiere Trionfale

A seguire, in ordine alfabetico, una serie di architetture civili comprese nel Quartiere Trionfale

Autoparco centrale della Pubblica Sicurezza, Via Trionfale, Via Bernardino Telesio, Via Giordano Bruno, Via Tommaso Campanella
Case per impiegati del Governatorato, in Via Andrea Doria

Chiese del Rione Campo Marzio

A seguire un elenco relativo alle Chiese del Rione Campo Marzio, elencate in ordine alfabetico. In questa lista riteniamo inserire tutte le Chiese la cui struttura è ancora esistente, anche se sconsacrata. Per quanto riguarda le Chiese non più esistenti o di cui restano avanzi particolarmente ridotti, abbiamo realizzato una lista apposita che trovate anche qui sotto.

Sant'Antonio dei Portoghesi, in Via dei Portoghesi
San Giorgio e Martiri Inglesi, in Via di San Sebastianello
San Gregorio dei Muratori, in Via Leccosa
Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, in Via di San Sebastianello
San Rocco all'Augusteo, in Via di Ripetta
Oratorio del Santissimo Sacramento in Via Belsiana, in Via Belsiana

Acquasparta

Targhe commemorative ad Acquasparta

Mappa di Roma dell'Istituto Geografico Militare (1950)

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Questa mappa realizzata dall'Istituto Geografico Militare mostra Roma come si presentava nel 1950. Tale carta permette così di focalizzare Roma come era negli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale, prima che iniziasse l'espansione degli anni '50, con molte grandi opere e progetti di espansione iniziati durante il Ventennio fascista interrotti durante il conflitto e ancora da completare.

Le strade della Zona Fregene (comune di Fiumicino)

A seguire, un elenco di tutte le strade attualmente esistenti nella Zona Fregene, oggi parte del Comune di Fiumicino.

Viale Castellammare

Via Marotta

Palazzine del Quartiere Flaminio

Palazzo per la Società La Casa Familiare, Via Flaminia, Piazza della Marina, Via Emanuele Gianturco, Via Pasquale Stanislao Mancini
Palazzina Furmanik, Lungotevere Flaminio angolo Via Luigi Canina
Palazzina Nebbiosi, Lungotevere Arnaldo da Brescia
Palazzine Venturini, Via Giuseppe Pisanelli, Via Pasquale Stanislao Mancini, Via Emanuele Gianturco

Pietre d'inciampo del Rione Campo Marzio

A seguire, suddivise per strada (elencate in ordine alfabetico), trovate l'elenco delle pietre d'inciampo presenti nel Rione Campo Marzio.

Via del Babuino
- Pietra d'inciampo in memoria di Ubaldo Veneziani

Edicole Sacre nel Quartiere Flaminio

A seguire un elenco delle Edicole Sacre situate nel Quartiere Flaminio, elencate in base all'ordine alfabetico della strada in cui si trovano.

Via Flaminia
- Manifesto di San Giovanni Paolo II in Via Flaminia

Fontane del Rione Ripa

A seguire un elenco delle fontane presenti nel Rione Ripa, elencate in ordine alfabetico.

Fontana-Abbeveratoio di Lungotevere Aventino, Lungotevere Aventino
Fontana del Mascherone di Santa Sabina, Piazza Pietro d'Illiria
Fontana dei Tritoni, Piazza Bocca della Verità

Edicole Sacre del Quartiere Collatino

A seguire un elenco delle Edicole Sacre situate nel Quartiere Collatino, elencate in base all'ordine alfabetico della strada in cui si trovano.

Via del Badile
- Crocifisso in Via del Badile

Crocifisso in Via del Badile


In Via del Badile, nella parte del Quartiere Collatino nota come Tiburtino III, è presente, su un muro laterale degli ambienti annessi alla Chiesa di Santa Maria del Soccorso, un Crocifisso. Sotto è presente una targa con un invito a fermarsi e salutare Gesù. Il testo della targa è firmato "P. Storelli".

Tiburtino III

Veduta aerea del Tiburtino III nel 1950.

Tiburtino III è una zona urbana di Roma situata all'interno del Quartiere Collatino, nata come borgata ufficiale nel 1935 e nota anche con il nome di Borgata Santa Maria del Soccorso.
Tale insediamenti prese inizialmente il nome di Pietralata II (venne infatti realizzata nello stesso periodo in cui, a nord della Via Tiburtina, nasceva la borgata di Pietralata), ed era compresa grossomodo tra la stessa Via Tiburtina, Via Grotta di Gregna e il Forte Tiburtino.
La zona al momento dell'inizio della costruzione della borgata era distante chilometri dal termine del tessuto urbano omogeneo di Roma, e questo perché all'epoca, in anni in cui la propaganda fascista puntava molto sull'aspetto rurale, si stava seguendo il modello delle borgate rurali disposte a corona intorno alla centralità urbana di Roma.


Tiburtino III nella mappa IGM del 1950, quì chiamato come Borgata Santa Maria del Soccorso.

Tuttavia, come notò l'architetto Giuseppe Nicolosi (che insieme a Nicolini lavorò alla realizzazione della borgata) in un articolo pubblicato proprio in quegli anni, non era facile seguire del tutto il principio della ruralità, anche per via delle abitudini degli abitanti delle nuove borgate, abituati alla vita cittadina, e per via anche della rapidità con cui Roma si stava espandendo, rapidità con cui l'IFACP, l'istituto per le case popolari dell'epoca, stava realizzando le borgate che lasciava intendere una volontà di espansione di Roma ben oltre la dimensione rurale di alcune sue aree.
La costruzione fu dunque iniziata nel 1935, quando vennero realizzati i primi 488 alloggi (lotti I-III). Benito Mussolini in persona, l'anno successivo, si recò presso la borgata in costruzione di sua iniziativa, apprezzandone la realizzazione. Successivamente nel 1937, 1939 e 1942 vennero realizzati nuovi lotti, rispettivamente da 550 (lotti IV-VIII), 45 (lotto IX) e 86 alloggi (lotto X, costituito di cinque fabbricati).

Pianta di progetto generale del quartiere

I primi abitanti del nuovo insediamento provenivano soprattutto da nuclei di baracche sparse per Roma, come quelle provvisorie di Porta Metronia, che vennero realizzate sotto l'amministrazione di Ernesto Nathan all'inizio del XX Secolo e che da poco erano state demolite: su un totale di 1242 assegnazioni, 331 venivano da questa sistemazione. Altri, invece, provenivano da dormitori e strutture provvisorie (157) e altri 134 venivano da edifici demoliti durante gli sventramenti di quegli anni, la maggior parte dei quali da Bocca della Verità, e casi più limitati dai Borghi e da Trastevere.

Planimetria del lotto n.8.

Il grande spazio libero a disposizione della realizzazione della nuova borgata permise una grande libertà nell'elaborare gli edifici e il loro orientamento per la loro specifica funzione. Numerosi fabbricati vennero realizzati, e quelli a C favorivano uno spazio raccolto al loro interno, dotato di panchine e alberature, permettendovi attività comunitarie.

Fabbricati di tipo M1 del lotto II nel 1937.

Vennero anche costruiti alcuni edifici a ballatoio, come quelli che in quegli anni Nicolosi stava sperimentando a Littoria, in cui l'accesso alle abitazioni avveniva attraverso balconate continue al primo piano e da portici al pianterreno, che il Governatorato però non apprezzava particolarmente per via della mancanza di intimità per i diversi alloggi.

Uno degli edifici a ballatoio del lotto VI visto da Via del Badile.

Oltre a questo, vennero sperimentate soluzioni ultra-economiche, come l'impermeabilizzazione di strati d'asfalto sottilissimi.



Il quartiere era delimitato lungo la Via Tiburtina da un lungo edificio ricurvo a ballatoio molto interessante architettonicamente, oggi demolito.

Il fabbricato all'ingresso della borgata.

La facciata della Chiesa di Santa Maria del Soccorso.

In questa borgata fu realizzata inoltre, limitrofa alla Via Tiburtina, e preceduta da una piazza, una Chiesa, Santa Maria del Soccorso, da cui deriva uno dei nomi con cui venne chiamata la borgata, costruita tra il 1937 e il 1938 da Tullio Rossi, contenente un'effigie ottocentesca conservata nella cappella privata della famiglia Pasquali.

La Casa del Fascio.

Fu realizzata anche una Casa del Fascio, dedicata al camerata Alessandro Parisi, dotata di una imponente torre con bandiere, cui faceva riferimento il gruppo rionale del PNF, dipendente dal Fascio di Pietralata, in Piazza dell'Ardimento.
Venne costruita anche una grande scuola materna gestita dall'Opera Nazionale Maternità e Infanzia (ONMI) in Via del Frantoio, dedicata al legionario Renzo Bertoni, caratterizzata da una piscina nella corte e una pineta sulla collina.


Inoltre era presente uno spazio per strutture assistenziali in Via del Badile.
I primi nomi delle strade vennero assegnati nel 1936, e vennero attribuiti a strumenti agricoli, Frantoio, Badile, Vanga, per citarne alcuni, cui nel 1941 se ne aggiunsero nuovi, nel 1941, dedicati a comuni dell'Abruzzo e dell'odierno Molise.

La vecchia targa stradale dipinta di Via del Badile.

Queste strade, tuttavia, non versavano in condizioni particolarmente buone, dal momento che nel 1942 gli abitanti sporsero un reclamo.
Durante l'occupazione nazista di Roma, la borgata fu protagonista di un episodio tristemente noto: l'uccisione di Caterina Martinelli, madre di sei figli, durante un assalto ai forni. A Caterina Martinelli è oggi dedicata una targa in Via del Badile.

Uno dei vecchi edifici anni '40 rimasti al Tiburtino III.

Dopo la guerra la borgata, isolata dal resto di Roma, iniziò ad essere raggiunta dall'espansione edilizia degli anni del boom economico.
Tra il 1974 e il 1990, tuttavia, il vecchio quartiere cambiò radicalmente volto.
Quasi tutti gli edifici, anche se non versavano in particolare degrado, vennero abbattuti dalle giunte di sinistra, si salvarono la Chiesa di Santa Maria del Soccorso e un gruppo di edifici in Via Venafro, e ne vennero realizzati di nuovi, più alti, tra i 4 e i 7 piani.

Uno degli edifici del "nuovo" Tiburtino III, realizzati negli anni '80

Anche la toponomastica ne verrà sconvolta: accanto ai nomi che richiamano le attività della vita rurale, compaiono strade dedicate a grandi compositori stranieri: Via Mozart, Piazza Brahms, Via Wagner. E proprio per la stessa ragione, nel 1981, alcuni nomi delle vecchie strade della borgata, come Piazza dell'Ardimento, Via di Santa Maria del Soccorso, Via dell'Aratro, Via Magliano de' Marsi e Via del Vomere vengono soppressi. Parallelamente, a nord della Tiburtina, un simile intervento veniva svolto nella vecchia borgata di Pietralata.
A testimonianza della vecchia borgata restano però alcuni film che vi furono in parte girati: Il dramma della gelosia (1970), di Ettore Scola e Roma, l'altra faccia della violenza (1976), di Marino Girolamo.
Nel 1990, una grande novità ha cambiato la vita della vecchia borgata: l'arrivo della Linea B della metropolitana, prolungata in occasione dei Mondiali di Italia '90. La fermata Santa Maria del Soccorso, situata sulla Tiburtina a pochi metri dall'omonima Chiesa, ha posto così fine allo storico isolamento del Tiburtino III.





Targa in memoria di Caterina Martinelli


La targa in questione si trova in Via del Badile, nel Quartiere Collatino, nello specifico nella parte di esso nota come Tiburtino III. Essa ricorda Caterina Martinelli, una donna che il 2 Maggio 1944 - quando Roma era occupata dalle truppe naziste - venne uccisa durante un'assalto ai forni nella zona.
La targa riporta poi la frase "Io non volevo che un po' di pane per i miei bambini, non potevo sentirli piangere tutti e sei insieme".
Questa targa è stata qui posta dalla V Circoscrizione (oggi IV Municipio) in occasione del cinquantacinquesimo anniversario della morte di Caterina Martinelli, quindi nel 1999.

Uomo di Saccopastore

Il cranio dell'Uomo di Saccopastore I
Con Uomo di Saccopastore si intende una tipologia di Uomo di Neanderthal risalente - secondo le ultime ricerche - a 250.000 anni fa, rinvenuta a Roma nella zona di Saccopastore, da cui il nome.
La storia di questo importante reperto preistorico risale al 1929, quando il Duca Mario Grazioli trovò nella sua cava di ghiaia, situata nella località di Saccopastore un cranio a 6 metri di profondità.
La zona di Saccopastore, che ricade nel Quartiere Monte Sacro, è situata su un'ansa del fiume Aniene, sulla riva sinistra di questo fiume, lungo la Via Nomentana, e nel 1929 ancora non era stata urbanizzata.
La scoperta portò a un successivo interesse da parte dei paleontologi verso la località di Saccopastore, e nel 1935 i paleontologi Alberto Carlo Blanc e Henri Breuil trovarono un secondo cranio, situato questa volta a soli 3 metri di profondità. Oltre al cranio, furono trovati resti di elefanti, ippopotami e rinoceronti oltre a vari oggetti litici usati dall'uomo per la caccia e altre funzioni. La presenza di animali oggi pressapoco inesistenti in Europa non deve stupirci, dal momento che durante il Pleistocene il clima di gran parte dell'Europa - e dell'Italia - era simile all'attuale clima africano, e non mancano le testimonianze di animali che oggi sono tipici dell'Africa.


La grande quantità di ritrovamenti ha fatto individuare nell'area di Saccopastore un possibile insediamento paleolitico. Diverse evidenze mostrano come lungo il corso dell'Aniene siano esistiti numerosi paloinsediamenti, come quello di Casal de' Pazzi, dove è stato realizzato un museo, ed in altre aree, quali Ponte Mammolo, Ripa Mammea, Sedia del Diavolo e Monte delle Gioie, oggi scomparsi a causa dell'intenso intervento antropico.
I due crani rinvenuti a Saccopastore sono stati chiamati Saccopastore I e Saccopastore II. Entrambi questi crani presentano caratteristiche riconducibili all'Uomo di Neanderthal: il primo appartiene a una giovane donna mentre il secondo a un uomo adulto. Del secondo restano solo parte della faccia e la base del cranio.
Inizialmente, i crani erano stati datati a 150mila anni fa, periodo nel quale si pensava fossero vissuti i primi Neanderthal italiani. Una successiva analisi compiuta dall'Università La Sapienza insieme a quella di Madison Wisconsin hanno datato i crani a 250mila anni fa, cosa che li renderebbe i più antichi Neanderthal vissuti in Italia di cui si ha testimonianza.
I crani sono oggi conservati presso il Museo di Antropologia "Giuseppe Sergi" nel Polo Museale della Sapienza.

Le targhe commemorative del Quartiere San Basilio

A seguire, suddivise per strada (elencate in ordine alfabetico), trovate l'elenco delle targhe commemorative presenti nel Quartiere San Basilio.

Via Fiuminata
- Targa in memoria di Fabrizio Ceruso

Targa in memoria dell'inizio dell'opera educativa delle Suore Orsoline di San Girolamo in Somasca a Val Melaina


La targa in questione si trova all'interno del grande complesso abitativo di Via Val Melaina, nella parte compresa nel Quartiere Monte Sacro, e ricorda come all'interno di tale complesso, nel Lotto II, Scala E, Interno 1/2, le Suore Orsoline di San Girolamo in Comasca iniziarono la loro opera educativa nel nascente quartiere di Val Melaina il 19 Marzo 1933.
La targa è stata qui posta il 19 Marzo 2003, in occasione del 70esimo anniversario della presenza delle Suore Orsoline di San Girolamo in Somasca da parte del Municipio Roma IV (oggi III).

Targa in memoria di Fabrizio Ceruso


La targa in questione si trova in Via Fiuminata, nel Quartiere San Basilio, e ricorda Fabrizio Ceruso, ragazzo 19enne qui ucciso nel 1974 durante alcuni scontri tra manifestanti e polizia durante una lotta per la casa.
La targa è stata qui posta da "La popolazione di San Basilio".

Archeologia industriale nel Quartiere Ostiense

A seguire un elenco alfabetico delle strutture identificabili come archeologia industriale presenti nel Quartiere Ostiense:

Gazometro Ostiense, tra Via Ostiense, Via del Commercio e Riva Ostiense
Saccheria Sonnino, in Via del Porto Fluviale
Stabilimento Luigi Salomone (distrutto), in Via Ostiense

Le strade della Zona Isola Farnese

A seguire, un elenco di tutte le strade attualmente esistenti nella Zona Isola Farnese.

Via Baronale
Vicolo Baronale

Piazza della Colonnetta

Como

Targhe commemorative a Como

Targa in memoria di Cesare e Stanislao Aurelj


La targa in questione si trova in Via Simeto, nel Quartiere Salario, e ricorda lo scultore e scrittore Cesare Aurelj e l'ingegnere e architetto Stanislao Aurelj, accademico dei Virtuosi.

Targa in memoria di Ugo Bartolomei


La targa in questione si trova in Via Ancona, nel Quartiere Salario, e ricorda Ugo Bartolomei, militare italiano insignito della Medaglia d'Oro al Valor Militare, caduto in battaglia a Conca d'Alano il 31 Ottobre 1918, qui ricordato - perché in questo edificio viveva - con la motivazione del riconoscimento ottenuto.

Targa in memoria di Leone Ginzburg


La targa in questione si trova in Via Basento, nel Quartiere Salario, e ricorda Leone Ginzburg (Odessa 1909-Roma 1944), letterato e antifascista italiano che in un agguato venne arrestato mentre si trovava in una tipografia che si trovava dove oggi è posta la targa e che, una volta in carcere, morì a causa delle torture subite.
La targa è stata qui posta il 2 Febbraio 1945.

Targa in memoria della realizzazione di un edificio dell'Accademia di Spagna


La targa in questione si trova in Via Garibaldi, nel Rione Trastevere, addossata a un edificio dell'Accademia di Spagna, e ricorda la sua costruzione avvenuta nel 1903, anno riportato con la datazione "Ab Urbe Condita" e per questo come 2656.

Targa Dust Eye del muro del Pigneto


La targa in questione si trova in Via del Pigneto, nel Quartiere Prenestino-Labicano, e fa parte del progetto Dust Eye, in cui vengono in maniera provocatoria "ricordati" eventi di un immaginario futuro distopico. Questa, nello specifico, ricorda "la prima breccia" del muro che segregò il Pigneto a partire dal 2046, poi abbattuto l'8 Luglio 2071.

Targa in memoria del Papa Beato Innocenzo XI


La targa in questione si trova in Via Volta, a Como, e ricorda Papa Beato Innocenzo XI Odescalchi (1676-1689), qui nato con il nome di Benedetto Odescalchi il 19 Maggio 1611.

Targa della Madonna del Divino Amore


La targa in questione si trova in Piazza di Porta Capena, nel Rione San Saba, e racconta la storia della Madonna del Divino Amore e del suo culto. Tale targa si trova in questa posizione perché proprio da Piazza di Porta Capena partono gran parte dei pellegrinaggi verso il Santuario della Madonna del Divino Amore.

Targa in memoria di Averardo Serristori


La targa in questione si trova in Via della Conciliazione, nel Rione Borgo, e ricorda Averardo Serristori, influente personaggio della corte del Duca di Firenze Cosimo I de' Medici, che fu plenipotenziario del Duca a Roma sotto Papa Paolo III Farnese (1534-1549) e Papa Pio IV de' Medici (1559-1565), che presso questo palazzo abitava.
La targa non è una targa commemorativa nel senso moderno del termine (anche se di fatto ne condivide la funzione), e venne realizzata nel nel XVI Secolo per indicare il palazzo di sua proprietà.

Ingresso Principale al Giardino Zoologico



L'ingresso al Giardino Zoologico si trova nel Quartiere Pinciano.
Nel 1908 Carl Hagembeck redasse il progetto del Giardino Zoologico di Roma, con i suoi nuovi criteri costruttivi applicati nel Tierpark di Stellingen.

Particolare del progetto di Carl Hagembeck dell'ingresso al Giardino Zoologico

L'ingresso principale fu previsto lungo il nuovo Viale che da Villa Borghese portava ai Parioli, avrebbe avuto due corpi laterali di forma circolare in mezzo ai quali erano previste due entrate e un'uscita, un'impostazione molto simile a quella dell'ingresso dello Zoo del Tierpark.
Quest'ultimo fu costruito nel 1907 in jugendstil ed era costituito da due biglietterie circolari, sormontate dalla statua di bronzo di un pigmeo a sinistra e di un pellerossa a destra. I pilastri del cancello erano invece decorati con statue di orsi a sinistra, e un leone e una leonessa a destra, due teste di elefanti sostenavano con le proboscidi le lanterne per illuminare l'ingresso al parco.

L'ingresso al Tierpark di Stellingen fu il modello di riferimento per il Giardino Zoologico di Roma

Nel 1908 fu bandito un concorso pubblico vinto da Giulio Barluzzi, con un progetto di impostazione barocca, in omaggio all'architettura di Villa Borghese. La costruzione durò fino al 1910.
L'uso del linguaggio seicentesco fu criticato da molti ambienti accademici ancora avversi al barocco, particolarmente aspre furono le critiche di Giulio Aristide Sartorio.

In origine la scritta GIARDINO ZOOLOGICO si trovava incisa sulla trabeazione dei due corpi circolari, GIARDINO su quello di sinistra, ZOOLOGICO su quello di destra

Si tratta di due corpi circolari in cui si apre  centralmente un'arcata affiancata da colonne binate con capitello composito, all'interno c'erano le biglietterie, un'altra arcata sul lato opposto, conduce dentro lo zoo.

La biglietteria di sinistra

La modanatura dell'arco si sdoppia superiormente e si conclude in una grande voluta su cui poggia un cartiglio che, invece di ospitare uno stemma gentilizio, sostiene una grande testa di elefante in stucco, con la proboscide che si allunga lungo l'arcata con movimenti sinuosi.

La testa di elefante nella chiave di volta protende la proboscide verso il visitatore

La trabeazione è mistilinea e le convessità si sviluppano a livello delle colonne con le sporgenze dei cornicioni, nel registro superiore è presente una balaustra sormontata da statue.


Un muro concavo raccorda i due corpi ai pilastri, decorati da due colonne, che sostengono la grande cancellata in ferro battuto da cui si accede al complesso. Sul muro fu posto nel 1928 un grande stemma del Governatorato di Roma e più in basso fu eseguita la scritta GIARDINO ZOOLOGICO.

Particolare del grande stemma del Governatorato

Le statue poste sulla balaustra furono realizzate dallo scultore Romeo e rappresentano domatori di animali.

Particolare del domatore di aquila e domatore di serpenti

Sui cornicioni sporgenti dei pilastri della cancellata, decorati da volute di stucco, conchiglie e teste di bue, sono invece presenti una tigre, a sinistra e un leone a destra, che ruggiscono contro i visitatori.
Le pregevoli decorazioni di stucco furono realizzate dal giovane Armando Brasini.

Il leone ruggente sul pilastro d'ingresso

Il leone e la tigre vegliano l'ingresso






Ristorante del Giardino Zoologico, oggi Museo Civico di Zoologia



L'edificio del Ristorante del Giardino Zoologico si trova in Via Ulisse Aldrovandi, nel Quartiere Pinciano ed oggi ospita il Museo Civico di Zoologia.

Particolare del progetto del Giardino Zoologico di Carl Hagembeck con l'edificio del Ristorante

Il progetto del Giardino Zoologico di Roma di Carl Hagembeck del 1908 prevedeva un grande ristorante annesso al complesso, che permettesse ai visitatori di mangiare o di sedersi a prendere un caffè. Il luogo prescelto era l'area ad Est su un crinale in salita che confinava con i terreni del Seminario Romano, oggi Villa Taverna. A partire dal lago artificiale si aprivano due scalinate laterali che conducevano all'ampia terrazza da cui la vista spaziava verso l'intero Zoo e Villa Borghese, sulla terrazza si affacciava l'edificio del Ristorante con una lunga facciata dotata di ampie portefinestre che conducevano nella sala da pranzo. Dietro alla sala si affacciava un cortile che ospitava l'Economato.

Il progetto vincitore dell'ingegner Serafini, le balaustre decorate da lampioni non furono realizzate

Il progetto del Ristorante fu affidato all'ingegner Serafini che lo elaborò nel 1909. 

Il Ristorante nel 1911

Si trattava di un grande edificio d'ispirazione liberty con un corpo centrale dotato di cinque grandi aperture quadrangolari al pianterreno e cinque finestre al primo piano, le tre centrali si aprivano su una lunga balconata. Sopra le due finestre laterali si innalzavano due aste portabandiera su ogni lato.
I corpi laterali erano costituiti da quattro grandi portefinestre su cui si apriva la Sala da pranzo.

Hagembeck e Nathan visitano i cantieri del Giardino Zoologico nel 1909, sullo sfondo si vede il Ristorante in costruzione

I lavori iniziarono nel 1909 e si conclusero nel novembre 1910.
Quando il Giardino Zoologico fu rilevato dal Comune di Roma il ristorante fu chiuso.
Nel 1930 il Conte Guido Suardi decise di costituire il Museo Civico di Zoologia, che nacque a seguito di una convenzione con l'Università di Roma nel 1932, la sede prescelta fu l'edificio dell'ex Ristorante, che venne appositamente restaurato nel 1932.

Il Museo Civico di Zoologia nel 1935, le facciate del Ristorante sono state spogliate degli elementi liberty e ristrutturate in stile razionalista

Scomparvero le aste portabandiera e tutti gli elementi decorativi per lasciare spazio a semplici motivi razionalisti.


Pianta del Museo di Zoologia e del Museo Coloniale nel 1933

Il museo fu ulteriormente ampliato nel 1936, e l'ingresso fu spostato in Via Aldrovandi 18, da cui si accede anche oggi.