Ci sono delle cose che si conoscono fin da quando si è piccoli e neanche ci si chiede più la loro ragione, ma nonostante questo ci sembra giusto rispondere anche a queste domande, come ad esempio: perché Roma è stata scelta come capitale d'Italia?
Inutile raccontare come Roma sia senza dubbio la città con più storia dell'intero Paese (e in Italia non sono poche le città a poter vantare una storia millenaria ricca di successi, di cultura e di molto altro), in grado di fondare uno dei più grandi e potenti imperi di sempre, centro della religione Cattolica e sede del Papa (per quanto la sua sede sia in uno stato differente, la Città del Vaticano, all'interno di Roma), nonché città d'arte di primissimo piano su scala mondiale.
Una serie di argomentazioni che non rendono tuttavia scontata la scelta di Roma come capitale, come diversi esempi all'estero dimostrano: gli Stati Uniti, ad esempio, decisero di fondare nel 1790 una città ad hoc, Washington, per diventarne capitale, mentre la Germania, riunificatasi nello stesso periodo dell'Italia e in circostanze simili sotto molti aspetti, scelse come capitale Berlino in quanto capitale della Prussia, stato che più di tutti fu promotore dell'unificazione tedesca.
Rappresentazione allegorica delle tre Capitali d'Italia, Torino, Firenze e Roma |
L'Italia, come sappiamo, fu unificata nel XIX secolo grazie all'impulso del Regno di Sardegna che conquistò e annesse a sé diversi territori e dei volontari, in primis garibaldini, che organizzarono spedizioni e rivolte in giro per la penisola. Da un lato poteva essere Torino, perciò, la capitale d'Italia, in quanto capitale del Regno di Sardegna, e così fu inizialmente.
Il 17 Marzo 1861, infatti, il Regno di Sardegna cessò di esistere e nacque il nuovo Regno d'Italia, che controllava non solo i vecchi territori del regno sabaudo ma anche quelli conquistati con la Seconda Guerra d'Indipendenza e la spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi, territori tra i quali non figurava però Roma, ancora parte dello Stato Pontificio. Per questa ragione, la prima capitale d'Italia fu Torino, già capitale del Regno di Sardegna, ma l'intento futuro fu ben presto messo in chiaro con vari discorsi di Cavour, che invocavano Roma capitale morale dell'Italia.
Il 25 marzo 1861 Cavour fece un lungo discorso di cui riportiamo un estratto:
"La scelta della capitale è determinata da grandi ragioni morali. È il sentimento dei popoli quello che decide le questioni ad essa relative.
Ora, o signori, in Roma concorrono tutte le circostanze storiche, intellettuali, morali, che devono determinare le condizioni della capitale di un grande Stato. Roma è la sola città d'Italia che non abbia memorie esclusivamente municipali; tutta la storia di Roma dal tempo dei Cesari al giorno d'oggi è la storia di una città la cui importanza si estende infinitamente al di là del suo territorio, di una città, cioè, destinata ad essere la capitale di un grande Stato.[...]. Convinto di questa verità io mi credo in obbligo di proclamarlo nel modo più solenne davanti a voi, davanti alla nazione, e mi tengo in obbligo di fare in questa circostanza il patriottismo di tutti i cittadini d'Italia e dei rappresentanti delle più illustri sue città, onde cessi ogni discussione in proposito, affinché noi possiamo dichiarare all'Europa, affinché chi ha l'onore di rappresentare questo paese a fronte delle esteri e potenze possa dire: la necessità di avere Roma per capitale è riconosciuta e proclamata dall'intiera Nazione.[...].
Ho detto, o signori, e affermo ancora una volta che Roma, Roma sola deve essere la capitale d'Italia".
Nella seduta del 27 marzo 1861 la Camera approvò alla quasi unanimità: "che Roma, capitale acclamata dalla opinione nazionale, sia congiunta all'Italia".
Roma, infatti, in tutto il periodo risorgimentale era stata vista dai principali esponenti di questo movimento che voleva fare dell'Italia un unico stato, la naturale capitale di questo nuovo Paese, dal momento che lo avrebbe messo in diretta successione con le glorie dell'Antico Impero Romano.
Tuttavia, non sembrava vicina nel 1861 la possibilità di trasferire veramente a Roma la capitale. Lo Stato Pontificio godeva della protezione della Francia di Napoleone III e nel 1864, con la Convenzione di Settembre, lo stato italiano si impegnò a non cercare di occupare Roma, sottoscrivendo un apposito trattato con Napoleone III. Per questa ragione, l'anno successivo la capitale d'Italia venne trasferita a Firenze, con un gesto dal doppio significato: da un lato chiariva la volontà di voler fare di Roma la capitale d'Italia, spostando tale sede geograficamente verso di essa, ma dall'altro lasciava intendere di sapere che l'annessione di Roma al Regno d'Italia non sarebbe stata probabilmente una cosa rapida. Infatti, non fu un passaggio solo simbolico il trasferimento della capitale a Firenze, che nelle aspettative dell'epoca non sembrava dover essere un fatto particolarmente provvisorio: venne infatti incaricato l'architetto Giuseppe Poggi di fare un grande piano per il risanamento della città, il cosiddetto "Piano Poggi", per renderla in grado di soddisfare le nuove esigenze di Firenze.
Nel 1870, però, la Francia fu messa alle corde nella guerra Franco-Prussiana e Napoleone III fu costretto a richiamare le proprie truppe da Roma: il Regno d'Italia colse questa opportunità e il 20 Settembre 1870 entrò in città attraverso la Breccia di Porta Pia, annettendo così Roma al Regno d'Italia e proclamandola come propria Capitale l'anno successivo, il 21 Gennaio 1871.
Roma, infatti, in tutto il periodo risorgimentale era stata vista dai principali esponenti di questo movimento che voleva fare dell'Italia un unico stato, la naturale capitale di questo nuovo Paese, dal momento che lo avrebbe messo in diretta successione con le glorie dell'Antico Impero Romano.
Cartolina con i tre uomini che combatterono per Roma Capitale: Garibaldi, Vittorio Emanuele II e Mazzini |
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