Pagine

Pietre d'inciampo del Quartiere Aurelio

A seguire, suddivise per strada (elencate in ordine alfabetico), trovate l'elenco delle pietre d'inciampo presenti nel Quartiere Aurelio.

Via Niccolò III
- Pietra d'inciampo in memoria di Galliano Tabarini

Via di Valle Aurelia
- Pietra d'inciampo in memoria di Alberto Di Giacomo

Le fontane della Zona Ostia Antica

A seguire un elenco delle fontane presenti nella Zona Ostia Antica, elencate in ordine alfabetico.

Fontana del Principe Aldobrandini, in Piazza della Rocca

Statue e monumenti del Rione Testaccio

A seguire un elenco in ordine alfabetico relativo alle statue e i monumenti del Rione Testaccio.

Monumento ai caduti del Rione Testaccio nella Prima Guerra Mondiale, in Piazza Santa Maria Liberatrice

Statue e monumenti della Zona Ostia Antica

A seguire un elenco in ordine alfabetico relativo alle statue e i monumenti attualmente esistenti nella Zona Ostia Antica.

Busto di Nullo Baldini, in Piazza Ravenna
Monumento ai caduti di Ostia Antica nella Prima Guerra Mondiale, nella Guerra d'Etiopia e nella Seconda Guerra Mondiale, in Piazza Umberto I
Busto di Andrea Costa, in Piazza Ravenna
Monumento agli Scariolanti, in Piazza Ravenna

Mappa di Roma del Touring Club Italiano del 1925

Clicca per vedere la mappa in dimensioni normali
Questa mappa del Touring Club Italiano mostra Roma nel 1925, in un periodo di importante espansione urbanistica per la Capitale.

Targa in memoria di Francesco Formigli


La targa in questione si trova in Piazza Cola di Rienzo, nel Rione Prati, sul Villino Allievi, e ricorda il Generale Francesco Formigli, sportivo e dirigente nel campo dell'equitazione che in questo villino visse.

Formigli al Concorso Ippico di Varsavia 


Pietre d'inciampo del Quartiere Della Vittoria

A seguire, suddivise per strada (elencate in ordine alfabetico), trovate l'elenco delle pietre d'inciampo presenti nel Quartiere Della Vittoria.

Largo della Gancia
- Pietra d'inciampo in memoria di Maurizio Giglio

Targa in memoria di Franco Bucciano


La targa in questione si trova in Via Ipponio, nel Quartiere Appio-Latino, e ricorda Franco Bucciano, partigiano del Movimento Comunista d'Italia (noto anche come Bandiera Rossa) che venne ucciso alle Fosse Ardeatine il 24 Marzo 1944.

Viale dei Parioli


Viale dei Parioli nella pianta del Genio Militare del 1900, a sinistra la strada si inserisce nel Viale Flaminio, oggi Viale Tiziano, a destra si incrocia con la Salaria e prosegue in Viale della Regina

Nel 1877 il sindaco Venturi propose per la prima volta l'idea della Passeggiata Flaminia, una monumentale strada circondata da parchi che portava da Porta del Popolo a Ponte Milvio, poi lambiva i Parioli e giungeva fino all'Acqua Acetosa. La mancanza di fondi non permise subito a realizzazione dell'ambizioso progetto, che si sviluppò molto lentamente. La commissione si riunì nel 1881 ed approvò il piano del Viviani, ma raccomandò che il nuovo piano regolatore contenesse l'indicazione dei confini della futura passeggiata. Approvato il piano nel 1883, furono stanziate nel 1884 delle somme per l'esproprio dei terreni.

La Passeggiata Flaminia, progetto di massima del 1883

Nel giugno del 1885 Nicola Giorgi ed Angelo Filonardi proposero la costruzione di viale dei Parioli, in associazione alla Banca Tiberina e al principe Ladislao Odescalchi. La motivazione della costruzione del viale era quella di collegare la Passeggiata Flaminia, cui si poteva accedere solo da Porta del Popolo, ai quartieri alti allora in costruzione su Nomentana e Salaria, in cui la Banca Tiberina aveva molti terreni, e a quelli di recente costruzione dentro le mura, Esquilino e Macao.

Pianta degli espropri effettuati per la costruzione di viale dei Parioli

Il Viale aveva origine dalla Via Salaria, proseguiva pressappoco dritto, tratto oggi denominato Viale Liegi, fino al Vicolo di S Filippo, odierna Piazza Ungheria, poi piegava lungo il crinale del Monticello, a metà circa di questo tratto si apriva in una piazza rotonda, odierna Piazza Santiago del Cile, poi terminava con una stretta curva fino al Vicolo dell'Acqua Acetosa.
Avrebbe avuto una larghezza di 40 metri e sarebbe stato fiancheggiato da quattro file di alberi. Secondo i costruttori avrebbe eguagliato per amenità il Viale dei Colli di Firenze.

Sezione di viale dei Parioli, 1885

Sarebbe stato collegato a Porta Pia da Viale della Regina, che avrebbe subito un allargamento fino a 40 metri.
Giorgi e Filonardi si impegnavano all'acquisizione dei terreni su cui sarebbe sorto il viale, con i fondi della Banca Tiberina, per permettere al Comune di costruire la strada. Il Municipio non fu però in grado di iniziare i lavori che furono quindi avviati a spese della Banca Tiberina e terminarono nel 1888.

Cantiere per la costruzione di Viale dei Parioli a Villa Glori, 1888
Intanto proprio in quell'anno la Passeggiata Flaminia cominciò a vedere la luce con la costruzione da parte del Comune del viale che da Via Flaminia arrivava, lambendo Villa Glori, all'Acqua Acetosa. Scavando sotto la collina dei Parioli, tra le Vigne Cardelli e Tanlongo vennero alla luce la Basilica di S.Valentino e le catacombe adiacenti, che furono scavate dall'archeologo Orazio Marucchi.

Lavori nella Vigna Cardelli lungo la collina dei Parioli per la costruzione del viale, 1888

Fu deciso che il grande Viale costruito dal Municipio che si sarebbe fuso con Viale dei Parioli all'Acqua Acetosa avrebbe portato lo stesso nome.
Nel nuovo Viale dei Parioli furono piantate quattro file di platani, la carreggiata fu sistemata nel tratto centrale mentre i tratti laterali fra gli alberi furno sistemati a passeggiata pedonale.
Il 9 Novembre 1888 il Viale veniva ceduto al Comune di Roma dalla Banca Tiberina per 54.000 lire, 266.000 lire furono il pagate invece per l'impianto di distribuzione dell'Acqua Marcia, il pomerio di Porta Salaria, di Porta Pia e l'allargamento di Viale della Regina.

Viale dei Parioli all'altezza di Villa Glori ai primi del Novecento

In cambio alla costruzione del viale il Comune permetteva alla Banca Tiberina il diritto a costruire nei terreni che possedeva tra Salaria a Nomentana, il cosiddetto quartiere della Società Tiberina. Le lottizzazioni iniziarono nel 1887 e si concentrarono attorno alle due nuove grandi piazze quadrangolari che si trovavano lungo il Viale della Regina: Piazza della Regina, odierna Piazza Regina Margherita e Piazza Principe di Napoli, oggi Piazza Alessandria, la crisi edilizia del 1887 rallentò però la costruzione degli edifici.
Il Viale rimase per molti anni privo di abitazioni, vista la lontananza dal centro abitato, il primo edificio ad essere costruito fu Villa Villegas nel 1887 di Ernesto Basile.

Targa in memoria dello spostamento di una fontana in Via della Tribuna di San Carlo


La targa in questione si trova in Via della Tribuna di San Carlo, nel Rione Campo Marzio, e ricorda lo spostamento della fontana semipubblica presente nella strada dai civici 441 e 442 di Via del Corso al civico 15 di Via della Tribuna di San Carlo, avvenuto nel 1872.
La fontana è sparita in circostanze non chiarite nel Luglio 2018.

Fontanella di Via della Tribuna di San Carlo


Lungo Via della Tribuna di San Carlo, nel Rione Campo Marzio, era presente fino al 2018 una semplice fontana dalle forme graziose e baroccheggianti risalente al XVIII secolo. Essa originariamente era addossata alla facciata di Palazzo Vitelli - che ricade nello stesso isolato - su Via del Corso, ma nel 1872 fu spostata nella sua sede attuale, probabilmente per ragioni di viabilità. Il trasferimento è ricordato da una targa.
Nel luglio 2018, in seguito a un restauro dell'edificio su cui la fontana poggia, i residenti hanno denunciato l'improvvisa scomparsa della fontana: le ragioni attualmente non sono note.

Mappa di Roma Ettling - Day & Son - 1860

Clicca sulla mappa per ingrandirla

Questa mappa risale al 1860 quando venne incisa da T. Ettling e pubblicata da Day & Son. Essa mostra Roma come si presentava appena dieci anni prima che venisse annessa al Regno d'Italia.

Strade scomparse del Quartiere Flaminio

A seguire un elenco delle strade del Quartiere Flaminio oggi non più esistenti. Per le strade attualmente esistenti del quartiere, rimandiamo a quest'altro elenco.

Via dell'Albero Bello
Vicolo dell'Ammazzatora

Le fontane del Quartiere Tiburtino

A seguire un elenco delle fontane presenti nel Quartiere Tiburtino, elencate in ordine alfabetico.

- Fontanella delle Mura Aureliane, in Via delle Mura Labicane
- Fontana delle Teste di Lupo, dentro il Palazzo dei Ferrovieri, in Piazza Tommaso De Cristoforis

Statue e monumenti del Quartiere Tiburtino

A seguire un elenco in ordine alfabetico relativo alle statue e i monumenti non più esistenti del Quartiere Tiburtino.

- Colonna di San Lorenzo, in Piazzale del Verano
- Statua di Pio XII, in Piazzale del Verano

Targa in memoria dei caduti di tutte le guerre


La targa in questione si trova in Piazzale Metronio, nel Quartiere Appio-Latino, e ricorda i caduti di tutte le guerre. Tale targa è stata qui posta nel 1964 dal Comune di Roma.

Cosa mangiavano gli schiavi nell'Antica Roma?

Il mercato degli schiavi, dipinto del pittore Jean Leon Gerome
Gli schiavi nell'Antica Roma rappresentavano un'importante parte della popolazione, che secondo diversi storici varierebbe tra il 15 e addirittura il 30 per cento degli abitanti dell'Impero Romano. Nonostante questo di loro si sa meno e sulla loro vita si tende spesso a fare confusione.

Per quanto generalmente sono considerati per antonomasia persone prive di diritti, gli schiavi nell'Antica Roma rappresentavano un importante forza economica per l'Impero, vista anche l'ampia porzione di popolazione che rappresentavano, e per questa ragione avevano anche precisi inquadramenti giuridici.

Per quanto spesso sia capitato nella storia dell'Impero che i trattamenti da loro subiti siano stati disumani e brutali, era nell'interesse dei loro proprietari fare in modo che potessero rendere al meglio. Andiamo dunque a vedere cosa mangiavano gli schiavi dell'Antica Roma.

Per le ragioni che abbiamo detto, affamare gli schiavi fino allo stremo come apparentemente si potrebbe pensare (ed è verosimilmente successo, visto che gli Antichi Romani erano noti per le loro punizioni particolarmente crudeli), dal momento che questo era contro il loro interesse.

Dall'altra parte, se gli schiavi romani dovevano preparare il cibo dei loro padroni, quello che finiva sulla loro tavola era sicuramente meno curato.

Diversamente da un cittadino povero, uno schiavo romano aveva il cibo giornaliero garantito. Esso, tuttavia, era fatto da alimenti economici, come pane e vino di qualità abbastanza comune, zuppe di verdure, uova e frutta. Diversa era invece la dieta dei gladiatori, che avevano la necessità di mantenere un fisico adatto al combattimento nelle arene e che, diversamente da quanto si possa apparentemente pensare, avevano la necessità di sviluppare uno strato di adipe in modo da poter subire un maggior numero di ferite.

Una cosa che gli schiavi mangiavano sicuramente con poca frequenza - e soprattutto con meno frequenza dei loro proprietari - era la carne, più costosa e ritenuta maggiormente prelibata. Le carni che maggiormente venivano consumate dagli schiavi erano quelle di cavallo e asino, considerate meno pregiate.

Schiava romana in un dipinto di Oscar Pereira da Silva del 1894
Il trattamento degli schiavi, che come abbiamo visto erano un numero molto alto, poteva essere molto differente in base all'atteggiamento dei proprietari. Alcuni, ad esempio, potevano andare a caccia da soli e consumare ciò che riuscivano a ottenere. Molti, inoltre, potevano uscire e utilizzare i soldi che eventualmente ricevevano per consumare cibi nei termopolium e nelle taverne.

In generale, gli schiavi non venivano affamati fino allo stremo perché ciò rischiava di diventare controproducente per i loro padroni, ma poteva capitare di frequente che i proprietari li affamassero in maniera regolare, in modo da evitare che divenissero golosi e si adagiassero eccessivamente.

Possiamo comunque dire che dal punto di vista dell'alimentazione uno schiavo mangiava probabilmente di più e con più regolarità di un cittadino romano povero, dal momento che era nell'interesse dei padroni nutrirli a dovere in modo da garantire da parte loro una certa produttività.

Targa in memoria del bombardamento del Palazzo dei Ferrovieri


La targa in questione si trova in Via degli Stradivari, nel Quartiere Portuense, e ricorda il bombardamento alleato che il 7 Marzo 1944 colpì il Palazzo dei Ferrovieri, su cui la targa è posta. Tale targa è stata qui messa il 25 Aprile 2015, a cento anni dalla costruzione dell'edificio. Sotto ad essa è posta una seconda targa, traduzione in lingua inglese della prima.
La targa è stata qui posta dal XII Municipio e dalla comunità del Palazzo dei Ferrovieri.

Ponti di Roma sul Tevere

A seguire un elenco, da monte a valle, dei ponti di Roma lungo il fiume Tevere attualmente esistenti

Ponte di Castel Giubileo
Ponte del GRA - corsie complanari
Ponte del GRA - carreggiate centrali
Ponte canale sul Tevere
Ponte ferroviario Roma Nord
Ponte di Tor di Quinto
Ponte Flaminio
Ponte Milvio
Ponte Duca d'Aosta
Ponte della Musica - Armando Trovajoli
Ponte del Risorgimento
Ponte Matteotti
Ponte Nenni
Ponte Regina Margherita
Ponte Cavour
Ponte Umberto I
Ponte Sant'Angelo
Ponte Vittorio Emanuele II
Ponte Principe Amedeo
Ponte Mazzini
Ponte Sisto
Ponte Garibaldi
Ponte San Bartolomeo o Cestio (Isola Tiberina)
Ponte Fabricio o Quattro Capi (Isola Tiberina)
Resti del Ponte Rotto
Ponte Palatino
Ponte Aventino o Sublicio
Ponte Testaccio
Ponte ferroviario di San Paolo
Ponte dell'Industria
Ponte della Scienza
Ponte Marconi
Viadotto della Magliana
Ponte Monumentale di Mezzocammino
Ponte del GRA - corsia interna
Ponte del GRA - corsie esterne
Ponte di Tor Boacciana o della Scafa

Architetture civili nel Quartiere Tiburtino

A seguire, in ordine alfabetico, una serie di architetture civili comprese nel Quartiere Tiburtino

Palazzo dei Ferrovieri, in Piazza Tommaso De Cristoforis

Architetture civili nella Zona Lunghezza

A seguire, in ordine alfabetico, una serie di architetture civili comprese nella Zona Lunghezza.

Case ATER di Ponte di Nona, in Via Caterina Usai

Chiese del Rione Monti

A seguire un elenco relativo alle Chiese del Rione Monti, elencate in ordine alfabetico. In questa lista riteniamo inserire tutte le Chiese la cui struttura è ancora esistente, anche se sconsacrata. Per quanto riguarda le Chiese non più esistenti o di cui restano avanzi particolarmente ridotti, abbiamo realizzato una lista apposita che trovate anche qui sotto.

Sant'Agata dei Goti
Sant'Andrea al Quirinale
Santi Andrea e Bartolomeo
Sant'Anna in Laterano
San Bernardino in Panisperna
San Carlo alle Quattro Fontane
Santa Caterina a Magnanapoli
San Clemente
Santi Domenico e Sisto
San Filippo Neri all'Esquilino
San Francesco di Paola
Gesù Bambino all'Esquilino
Santi Gioacchino e Anna ai Monti
Santi Gioacchino e Anna alle Quattro Fontane
San Giovanni in Fonte
San Giovanni in Laterano
San Giovanni Battista dei Cavalieri di Rodi
San Giuseppe di Cluny
San Lorenzo in Fonte
San Lorenzo in Panisperna
Santa Lucia in Selci
Santi Marcellino e Pietro
Santa Maria Annunziata delle Turchine
Santa Maria dei Monti
Santa Maria del Buon Consiglio (già San Pantaleo ai Monti), Via del Buon Consiglio
Santa Maria della Neve al Colosseo, Via del Cardello angolo Via del Colosseo
Santa Maria in Carinis, Via del Colosseo angolo Via Frangipane
Santa Maria Maggiore, Piazza di Santa Maria Maggiore
San Martino ai Monti
Cappella della Mater Boini Consilii
San Paolo Primo Eremita
Santa Prassede
San Pietro in Vincoli
Preziosissimo Sangue
Santa Pudenziana
Santi Quirico e Giulitta
San Salvatore ai Monti, Via della Madonna dei Monti
Santi Sergio e Bacco degli Ucraini
Santo Stefano Rotondo
Santissima Vergine Addolorata, Via Baccina
San Vitale

Via Umbertide

Un'immagine di Via Umbertide tratta dallo Street View di Google Maps
Via Umbertide è una strada del Quartiere Tuscolano, compresa tra Piazza di Santa Maria Ausiliatrice e Via Deruta. 
Questa strada venne istituita nel 1965, e in linea con la toponomastica locale venne dedicata ad una città dell'Umbria, in questo caso Umbertide, cittadina di 16mila abitanti della Provincia di Perugia situata nella Val Tiberina, chiamata Fratta fino al 1863, anno in cui prese l'attuale nome in onore del Principe Umberto di Savoia, futuro Re Umberto I.
Lungo la strada si trovano il Centro di Formazione Professionale Salesiano Pio XI, un tipico esempio di scuola di formazione Salesiana (la strada costeggia infatti il grande complesso Salesiano di Santa Maria Ausiliatrice) e il Teatro Roma, edificio teatrale di circa 300 posti che un tempo fungeva da sala parrocchiale del complesso Salesiano.

Targhe commemorative della Zona La Storta

A seguire, suddivise per strada (elencate in ordine alfabetico), trovate l'elenco delle targhe commemorative presenti nella Zona La Storta:

Via Cassia
- Targa in memoria dei martiri della Storta

Via Giulio Galli
- Targa in memoria dei martiri della Storta

Architetture civili nella Zona Tor Sapienza

A seguire, in ordine alfabetico, una serie di architetture civili comprese nella Zona Tor Sapienza.

Complesso IACP di Tor Sapienza, in Viale Giorgio Morandi

Architetture civili a Roma

A seguire una serie di elenchi, per suddivisione toponomastica, delle architetture civili presenti a Roma.

Architetture civili nel Rione Monti
Architetture civili nel Rione Trevi
Architetture civili nel Rione Colonna
Architetture civili nel Rione Regola
Architetture civili nel Rione Sant'Angelo
Architetture civili nel Rione Ripa
Architetture civili nel Rione Trastevere
Architetture civili nel Rione Borgo
Architetture civili nel Rione Esquilino
Architetture civili nel Rione Sallustiano
Architetture civili nel Rione Sallustiano
Architetture civili nel Rione Castro Pretorio

Architetture civili nel Quartiere Flaminio

Architetture civili nel Quartiere Parioli
Architetture civili nel Quartiere Pinciano
Architetture civili nel Quartiere Salario

Targa in memoria di Luigi Amilcare Fracchia


La targa in questione si trova in Via del Porto Fluviale, nel Quartiere Ostiense, e ricorda Luigi Amilcare Fracchia (Rivarone 1872-Rivarone 1922), agronomo che ebbe importanti incarichi nel Consorzio Agrario di Roma, che qui sorgeva. La targa è stata qui posta dai soci del consorzio nell'anniversario della morte di Fracchia il 24 Aprile 1924.

Targa in memoria di Tito Franchini


La targa in questione si trova in Via del Porto Fluviale, nel Quartiere Ostiense, e ricorda Tito Franchini, che fu direttore del Consorzio Agrario di Roma, la cui sede sorgeva dove è posta la targa e dove oggi è un moderno complesso residenziale.
La targa è stata qui posta dai soci, gli amministratori e il personale del consorzio agrario nell'anniversario della morte del Franceschini il 3 Gennaio 1950.

Targa in memoria delle vittime del bombardamento del 13 Agosto 1943


La targa in questione si trova in Largo Andrea Santoro, all'interno di Piazza di Villa Fiorelli, nel Quartiere Tuscolano, e ricorda le vittime del bombardamento alleato che colpì la zona il 13 Agosto 1943.

La storia delle foto di Pio XII dopo il bombardamento di San Lorenzo

La storica foto di Pio XII ritenuta per decenni essere stata scatta a San Lorenzo
Il 19 Luglio 1943 Roma, e nello specifico il quartiere popolare di San Lorenzo, vennero colpite da un bombardamento alleato che aveva come obiettivo lo scalo merci e che causò la distruzione di numerosi edifici, il danneggiamento della Basilica di San Lorenzo e del cimitero del Verano e la morte di oltre 3mila persone.
Immediatamente, Papa Pio XII, accompagnato dal sostituto Segretario di Stato Giovanni Battista Montini (futuro Papa Beato Paolo VI) raggiunse il quartiere dove, diversamente dal Re e da Mussolini, fu acclamato dalla folla. Il Papa, infatti, consapevole di essere in quel momento il solo possibile punto di riferimento per la popolazione di Roma che per la prima volta veniva colpita dagli aerei Alleati, mentre la Seconda Guerra Mondiale iniziava a volgere in maniera sempre più negativa per l'Italia - nove giorni prima le truppe anglo-americane erano sbarcate in Sicilia e pochi giorni dopo il Gran Consiglio del Fascismo avrebbe sfiduciato Mussolini -, diversamente da Vittorio Emanuele III e Benito Mussolini, che la popolazione iniziava a vedere come i responsabili dell'ingresso dell'Italia in una guerra che stava costando vite umane e distruzione e stava prendendo una piega sempre più negativa.
Fino al Pontificato di Papa San Giovanni XXIII le uscite del Papa dal Vaticano erano particolarmente rare e venivano preparate per tempo. Per esse andavano preparate le misure di sicurezza, il cerimoniale, ed era naturale che chiunque avesse voluto prendere parte all'evento si sarebbe potuto organizzare per esserci.
Quando gli Alleati bombardarono Roma il 19 Luglio 1943 i cittadini furono colti di sorpresa, dal momento che mentre numerose città italiane erano state bombardate più volte fino a quel momento, si pensava che Roma, capitale del Cattolicesimo, sede del Vaticano, che oltre a essere sede religiosa rappresentava anche uno stato neutrale nel conflitto mondiale, godesse di una sorta di immunità. Si sbagliavano. Roma subì meno attacchi aerei rispetto ad altre città italiane, ma comunque subì 51 incursioni aeree durante la Seconda Guerra Mondiale, e quella su San Lorenzo fu la prima e la più drammatica.
Come i Romani furono colti di sorpresa dall'attacco, il Papa capì che in quel momento, con il Re e Mussolini così impopolari e visti come i responsabili di una simile disfatta, solo lui sarebbe potuto essere il punto di riferimento per tante persone. E fu così che senza pensarci più di tanto e senza mettere in campo la macchina della sicurezza e del cerimoniale, insieme a Giovanni Battista Montini andò a San Lorenzo, praticamente privo di scorta, a benedire e dare conforto alla popolazione che lo acclamò, invocando la pace.
A testimonianza di tutto questo si è pensato per decenni che ci fossero alcune storiche fotografie, ma una serie di recenti studi hanno mostrato che si tratta di immagini relative ad un'altra rara uscita del Papa, avvenuta sempre nei giorni difficili della guerra: quella in seguito al bombardamento del 13 Agosto 1943, neanche un mese dopo.
Il primo a far notare la cosa è stato il giornalista Cesare De Simone nel libro Venti Angeli Sopra Roma in cui, in una nota a piè di pagina sotto le celebri foto ritenute di San Lorenzo, nota come da alcuni dettagli si noti che dietro al Papa si vede la Basilica di San Giovanni in Laterano e che, per questo, si tratta dell'uscita del Papa dopo il bombardamento del 13 Agosto che colpì i quartieri Tuscolano e Prenestino.
Nel 2001 questa notizia, che era passata in sordina, divenne di dominio pubblico grazie al giornalista Lorenzo Grassi che la diffuse sul quotidiano Metro (qui il link).
La foto di Pio XII a San Lorenzo pubblicata dal Messaggero
Nell'edizione successiva al bombardamento del 19 Luglio, infatti, il quotidiano romano Il Messaggero riporta la notizia della visita del Papa e ne riporta una foto, particolarmente sfocata, che non ha nulla a che fare con quelle che erano storicamente collegate all'evento, fatto che contribuisce a provare come esse facciano riferimento ad un altro episodio.
Ma allora cosa sarebbe successo con le foto in questione? Con tutta probabilità la visita del Papa a San Lorenzo, avvenuta come abbiamo detto senza preavviso e in un giorno in cui Roma aveva subito per la prima volta un attacco aereo, aveva colto tutti di sorpresa, compresi i giornalisti e i fotografi, che evidentemente non erano riusciti ad arrivare in tempo, a partire da quelli dell'Istituto Luce che hanno documentato quel periodo. Il 13 Agosto, invece, i fotografi dell'Istituto Luce c'erano e nel passare del tempo i due eventi si sono sovrapposti, rendendo le foto di San Giovanni - qualitativamente migliori - come quelle che rappresentano la visita a San Lorenzo - storicamente più importante. In questo modo sono finite nel dimenticatoio sia le rare immagini di Pio XII a San Lorenzo, sia la visita fatta dal Pontefice a San Giovanni dopo il bombardamento del 13 Agosto.
La copertina del numero del 29 Luglio di La Semaine, in cui si vede Papa Pio XII a San Lorenzo
Un'altra importante testimonianza su questa vicenda è arrivata nel Febbraio 2017 da Carlo Galeazzi, collezionista e appassionato di Roma nel periodo bellico, che ha trovato un numero del settimanale francese La Semaine uscito il 29 Luglio 1943, appena dieci giorni dopo il bombardamento di San Lorenzo. La copertina del settimanale è dedicata proprio alla visita del Papa nel quartiere bombardato, cui all'interno è dedicato un più approfondito documentario ricco di immagini. La foto che si vede in copertina rappresenta proprio il Papa a San Lorenzo, è simile e perfettamente compatibile con quella del Messaggero, ma di qualità superiore: questo può far pensare che alcuni fotografi, anche se non dell'Istituto Luce, fossero presenti. Tale foto è stata in passato in vendita sul sito Alamy, e riportava come fonte "The Cronicle". In ogni caso, tale scatto è stato diffuso il 29 Luglio, prima quindi del 13 Agosto, fatto che mostra a maggior ragione come quelle che nella storia sono state ritenute le foto del Papa a San Lorenzo facciano riferimento ad un altro episodio.

Targa in memoria di Gioacchino Gesmundo


La targa in questione si trova in Via Licia, nel Quartiere Appio-Latino, e ricorda Gioacchino Gesmundo (Terlizzi 1908-Roma 1944), antifascista ed insegnante membro del PCI che contribuì all'organizzazione dei partigiani di Roma. Catturato dai nazisti, venne ucciso il 24 Marzo 1944 nella strage delle Fosse Ardeatine.
A Gesmundo è dedicata anche una scuola nella Zona Tor Sapienza.

Via Gaetano Sacchi


Via Gaetano Sacchi è una strada del Rione Trastevere, compresa tra Via Angelo Tittoni e Viale Glorioso. Essa si trova nel cosiddetto Quartiere di San Cosimato, la zona di Trastevere realizzata alla fine del XIX Secolo, e come molte strade della zona venne istituita nel 1887 e dedicata ad un patriota, in questo caso Gaetano Sacchi (Pavia 1824-Roma 1886), generale che seguì Garibaldi prima in Sudamerica, poi nella Repubblica Romana e quindi nello Sbarco dei Mille.


Via Emilio Morosini


Via Emilio Morosini è una strada del Rione Trastevere compresa tra Viale Trastevere e Via Goffredo Mameli. Essa fa parte del cosiddetto Quartiere di San Cosimato, la zona di Trastevere realizzata alla fine del XIX Secolo, e come molte strade di questa zona venne istituita nel 1887 e dedicata a un patriota, in questo caso Emilio Morosini (Varese 1830-Roma 1849), che morì nella difesa della Repubblica Romana.
La strada costeggia il Ministero dell'Istruzione e l'Ospedale Nuovo Regina Margherita.

Via Carlo Tavolacci


Via Carlo Tavolacci è una strada del Rione Trastevere, compresa tra Viale Trastevere e Via Jacopa de' Settesoli
Le origini di questa strada risalgono al 1887, quando il Consiglio Comunale deliberò di dedicare i nomi del Quartiere di San Cosimato che si apprestava ad essere costruito ad una serie di patrioti tra cui Carlo Tavolacci, caduto nel 1849 nella difesa della Repubblica Romana. La crisi edilizia che di lì a poco colpì Roma portò tuttavia numerose strade a non essere realizzate, tra cui appunto Via Carlo Tavolacci.

Via Tavolacci nel suo tracciato previsto nel 1887

Nel 1920, mentre questa zona si andava urbanizzando, il Comune di Roma decise di assegnare il nome di Via Carlo Tavolacci in una strada dal percorso simile - ma non identico - a quella pensata nel 1887. Questo perché in quell'area era stato costruito, nel 1912, il Palazzo degli Esami, a fianco al quale si estende la strada.


L'effettiva intitolazione al Tavolacci, infatti, arrivò nel 1920 insieme a quella della vicina Via Induno.

Piazza Mastai


Piazza Mastai si trova nel Rione Trastevere, compresa tra Viale Trastevere e Via della Luce, e rappresenta il centro del Quartiere Mastai, la zona di Trastevere realizzata tra il 1859 ed il 1863 per volontà di Papa Beato Pio IX Mastai Ferretti (1846-1878), dal cui cognome prese nome.
La piazza venne realizzata in questo contesto e prese dunque il nome della famiglia del Pontefice, come il quartiere in generale, di cui divenne il centro principale.
Prima del quartiere, la zona della piazza era adibita ad orti, come diversi toponimi della zona, Santa Maria dell'Orto e Via delle Fratte di Trastevere, ad esempio, dimostrano.

Piazza Mastai nella pianta del Marrè del 1876

Sulla piazza sorge l'edificio principale del Quartiere Mastai, la Manifattura dei Tabacchi, opera di Antonio Sarti, e una fontana opera di Andrea Busiri Vici.
Dalla strada partiva la Via Mastai, oggi Via Cardinale Merry del Val, lungo la quale sorgevano alloggi per i lavoratori della manifattura. Alla fine del XIX Secolo, tuttavia, la realizzazione del Viale del Re, oggi Viale Trastevere, portò alla demolizione di parte di questi edifici: gran parte dei palazzi su Piazza Mastai, oggi, risultano infatti essere stati costruiti a partire dagli anni '20 del XX Secolo.

La fontana di Andrea Busiri Vici in Piazza Mastai

La sede della Manifattura dei Tabacchi è oggi sede dei Monopoli di Stato. Un altro edificio è invece sede dell'agenzia giornalistica Adnkronos.
Sulla piazza una targa ricorda la nascita avvenuta in un edificio oggi non più esistente ma che si trovava in quest'area del poeta francese Guillaume Apollinaire. All'angolo con Viale Trastevere un'altra targa ricorda i caduti di Trastevere nella Prima Guerra Mondiale.

Via Goffredo Mameli



Via Goffredo Mameli è un strada del Rione Trastevere, compresa tra Via Emilio Morosini e Via Garibaldi. Essa fa parte del cosiddetto Quartiere di San Cosimato, nato alla fine del XIX Secolo, e come gran parte di esso venne istituita nel 1887 e venne dedicata a una figura importante per il patriottismo italiano del XIX Secolo.


Nello specifico per questa strada, una delle più importanti della zona, venne scelto il nome di Goffredo Mameli (Genova 1827-Roma 1849), autore dei versi dell'attuale Inno Italiano e che si unì alla Repubblica Romana. Proprio in difesa di questa morì, nel 1849, nella battaglia di Villa Corsini, neanche 22enne.

Via Mameli in una mappa del 1888

La strada si presenta come un viale alberato che sale verso il Gianicolo, formato da due tratti uno rettilineo e circondato da edifici abitativi, l'altro più sinuoso che, costeggiando l'altura su cui si trova San Pietro in Montorio, sale congiungendosi a Via Garibaldi. 

La Fontana del Prigione in Via Mameli

In mezzo a questi due tratti, nel 1928 è stata collocata la Fontana del Prigione, che fa da sfondo alla vicina Via Luciano Manara. Tale fontana si trovava originariamente nel giardino di Villa Montalto: inizialmente essa fu sistemata presso Via Genova, per poi essere trasferita nel 1928 nella sua attuale collocazione.

Lo slargo con la fontana prese il nome, durante il Fascismo, di Piazza Duilio Guardabassi

Lo slargo della strada in cui si trova la fontana venne chiamato, durante il Fascismo, Piazza Duilio Guardabassi, in memoria del 17enne fascista trasteverino ucciso in un agguato nel 1923 e cui, durante il Ventennio, vennero dedicati molti luoghi tra cui lo Stadio delle Terme di Caracalla. 
Nel 1945, in seguito alla caduta del Fascismo, questo tratto di strada cambiò nome, venendo assorbito nuovamente da Via Mameli.
Tra il 1942 e il 1943, sotto al Gianicolo venne realizzato un bunker antiaereo: uno dei suoi accessi si trovava proprio su Via Goffredo Mameli, dove oggi si trova la moto-officina Trastevere Moto.