Villa Massimo è una villa, di cui oggi rimangono una piccola parte e il casino, situata nel Quartiere Nomentano, lungo Via di Villa Massimo. Essa non va confusa con altre due ville di Roma, Villa Massimo Colonna, che sorgeva in Vicolo di San Basilio, nel Rione Ludovisi, Villa Giustiniani Massimo, che si trova invece in Via Matteo Boiardo, nel Rione Esquilino, e Villa Massimo, ex Villa Montalto, nel Rione Castro Pretorio.
Le origini della villa risalgono al XVI Secolo quando la famiglia Massimo acquistò una serie di canneti e vigneti lungo il primo tratto del Vicolo di Pietralata, attuale Via Giovanni Battista De Rossi, l'area attualmente compresa nel Quartiere Nomentano verso Piazza Bologna.
Nello specifico, la vasta proprietà che andò a formarsi, era compresa proprio tra il già citato Vicolo di Pietralata, attuale Via Giovanni Battista De Rossi, ed il Vicolo di Sant'Agnese, oggi ricalcato dalle vie Viale XXI Aprile, Piazza Bologna, Via Ravenna, Via Catanzaro, e, successivamente, Villa Torlonia.
In questa mappa della Congregazione del Censo del 1832 è possibile vedere il lungo viale che dalla Via Nomentana conduceva alla villa |
L'accesso alla Villa era lungo Via Nomentana, su cui era presente un grande portone, poco prima di Villa Torlonia, e da cui iniziava un lungo viale che passava nel mezzo delle proprietà dei Colonna e dei Bolognetti, costeggiava Villa Torlonia raggiungendo poi l'area principale della villa dopo un lungo percorso contenente una curva a gomito. Questo percorso è oggi riconoscibile nelle attuali Via Spallanzani, Via Siracusa e Via di Villa Massimo.
Il casino principale, ancora esistente, visibile in Via di Villa Ricotti, risale al XVIII Secolo.
Pianta catastale della villa allegata all'atto di vendita, 1887 |
Un gruppo di banchieri del Nord Italia, guidato dal costruttore ticinese Enrico Maraini, acquistò la striscia di appezzamenti meridionali, che partivano dalla Via Nomentana, dove fece costruire una serie di villini che si svilupparono intorno all'attuale Via Spallanzani, mentre l'altro imprenditore, il torinese Giulio Ricotti, acquistò il resto dei terreni, molto più estesi, che tuttavia non venne immediatamente edificato a causa della crisi immobiliare.
L'ingresso della Villa Ricotti intorno al 1910 |
Nel 1908 anche questo appezzamento venne diviso a sua volta tra un lotto di proprietà del Ricotti, che divenne villa Ricotti, ed uno controllato dal politico Sidney Sonnino, dalla ditta Rodocanacchi di Livorno e dal banchiere Eduard Arnhold. Questo lotto settentrionale fu rilevato nel 1910 dall'Arnhold, deciso a costruire un'accademia per giovani artisti tedeschi.
Il pittore svizzero Massimiliano Zurcher fu inaricato di progettare un nuovo casino e gli atelier per gli artisti, inoltre il giardino storico fu arricchito di reperti archeologici, fontane e rovine. I lavori terminarono nel 1913, anno in cui l'accademia fu aperta.
Il nuovo casino dell'Accademia Tedesca si sviluppa su un piano, è caratterizzato da un portale bugnato al pianterreno, mentre al piano superiore si apre una loggia con parapetto a balaustri compresa fra due coppie di colonne con capitello ionico. Finestre architravate occupano il piano terra e il primo piano. Il fregio del cornicione contiene una scritta in latino, il tetto è in coppi alla romana. Ai lati dell'edificio si aprono due portici simmetrici ad arcate su colonne, sormontati da un pergolato.
Fu inoltre realizzato anche il nuovo grande portale d'ingresso su Largo di Villa Massimo, costituito da quattro pilastri ricoperti di bugne di peperino sul cui capitello è posto un olle di terracotta. Soltanto fra i due pilastri centrali si apre la cancellata d'ingresso.
Accanto all'ingresso si trova il casino del custode, di forme rustiche con il tetto in coppi alla romana, progettato sempre da Zurcher.
Uno splendido viale di Villa Massimo oggi contenuto nell'Accademia Tedesca |
Il casino di Villa Massimo in una foto dei primi del Novecento |
Il casino principale, ormai facente parte di Villa Ricotti, nel 1914 divenne di una casa di cultura dove venivano aiutate le giovani artiste emergenti grazie all'impulso di Eleonora Duse. Negli anni venti vi abitò il diplomatico e politico Carlo Sforza e negli anni trenta vennero effettuati una serie di lavori, condotti dall'architetto Michele Busiri Vici, dopo aver realizzato le lottizzazioni residenziali nella zona.
Proprio nel 1930, infatti, venne istituita e resa transitabile la Via di Villa Ricotti.
Di fronte al casino era inoltre presente una fontana romana, che è stata trasferita presso Villa Abamelek.
Negli anni sessanta il casino Ricotti divenne sede dell'ambasciata algerina, e vi rimase fino agli anni settanta. Proprio nel 1974 fu colpita da un attentato compiuto da membri fuoriusciti dall'OAS (Organisation Armeé Secrete).
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