La Chiesa di San Salvatore in Campo si trova in Piazza San Salvatore in Campo, nel Rione Regola. L'origine della Chiesa, secondo alcuni studiosi, risale al X Secolo, quando sorse per iniziativa dell'Abate Campone, da cui sarebbe nato l'appellativo "in Campo", anche se alcuni ritengono esso sia dovuto al fatto che la piazza non era lastricata e vi era dell'erba. Originariamente era officiata dai Benedettini dell'Abbazia di Farfa.
La pianta originale dell'edificio era in forma Basilicale, e viene citata sia in una Bolla di Papa Urbano III (1185-1187) del 1186, che ne parla come di una Chiesa subordinata alla Basilica di San Lorenzo in Damaso, sia nel catalogo di Cencio Camerario del 1192.
Nel 1550 la Chiesa venne concessa alla Confraternita della Santissima Trinità fondata da San Filippo Neri e Persiano Rosa, che qui rimasero fino al 1563, quando si spostarono nella vicina Chiesa di San Benedetto alla Regola (oggi Trinità dei Pellegrini).
Nel 1638 il Monte di Pietà chiese a Papa Urbano VIII Barberini (1623-1644) di poter ampliare il proprio edificio: per farlo avrebbe dovuto demolire la Chiesa di San Salvatore in Campo. Il Pontefice acconsentì alla richiesta, a patto che la Chiesa venisse ricostruita in tempi brevi, cosa che avvenne e che portò al lieve spostamento del luogo dove la Chiesa sorge.
La nuova Chiesa venne consacrata già il 24 Aprile 1639, alla presenza del Cardinale Francesco Barberini. A realizzarla fu l'architetto Francesco Peparelli, che stava lavorando anche all'ampliamento del Palazzo del Monte di Pietà. La facciata realizzata da questo architetto secentesco ma ancora molto legato alla tradizione manierista, richiama la facciata della Chiesa del Gesù di Giacomo Della Porta.
La Chiesa diventò allora una Parrocchia, e mantenne questo status fino al 1824, quando venne soppressa da Papa Leone XII Della Genga (1823-1829). Nel 1768 vi si era inoltre sposato Giuseppe Balsamo, Conte di Cagliostro, con Lorenza Feliciani.
Successivamente al 1824 la Chiesa viene affidata all'Arciconfraternita del Sacramento e Congregazione di Santa Maria della Neve.
Nel 1837, nell'ambito di alcuni lavori, sotto la Chiesa venne rinvenuto il basamento del Tempio di Nettuno (ritenuto da alcuni di Marte), risalente al II Secolo avanti Cristo.
Nel 1841 la Chiesa passò ai Missionari del Preziosissimo Sangue, che la ressero fino al 1856. Subentrò allora il Collegio del Cappellani Caudatari, che vi svolsero alcuni restauri.
All'inizio del XX Secolo, tuttavia, la Chiesa venne dichiarata inagibile ed abbandonata.
Nel 1968 San Salvatore in Campo fu concessa all'associazione "Una Voce", che la restaurò, ma nel 1978 rimase nuovamente abbandonata, finché negli anni '80 il Vicariato non la assegnò al Centro Neocatecumenale "Servo di Javè" che si era occupato del recupero dell'edificio.
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