La nevicata a Roma del 26 Febbraio 2018


Durante le prime ore del 26 Febbraio 2018 un'ondata di gelo proveniente dalla Siberia e denominata dai meteorologi "Burian" ha raggiunto Roma. L'arrivo di questo gelo ha causato - fatto che come noto non si verifica con particolare frequenza - una copiosa nevicata sulla Capitale. L'ultima volta che a Roma si verificò una nevicata simile fu tra il 3 ed il 4 Febbraio 2012.
Le immagini della nevicata del 26 Febbraio 2018:
















Vicolo della Tinta

Vicolo della Tinta è una strada del Rione Campo Marzio compresa tra Via di Monte Brianzo e Vicolo del Leonetto. Il nome di tale strada è dato dai tintori di stoffe che un tempo abitavano in questa zona. Per questa ragione, adiacente al vicolo esiste la Chiesa di Santa Lucia della Tinta (in Via di Monte Brianzo) ed esistette in passato anche la Chiesa di San Biagio della Tinta.
Nel XV Secolo qui esistette anche l'Osteria della Tinta, molto nota all'epoca.
In precedenza la zona era detta Terento, dal verbo latino terere (corrodere), per la corrosione del terreno causata dalla vicinanza del Tevere.


Vicolo del Leonetto


Vicolo del Leonetto è una strada del Rione Campo Marzio compresa tra Vicolo della Campana e Via del Cancello. La strada deve il proprio nome alla piccola testa di Leone marmorea che compare murata sulla facciata dell'edificio al civico 25.
Fino al 1958, anno in cui con la Legge Merlin vennero abolite le case chiuse, qui aveva sede un bordello. Oggi, al suo posto, esiste l'Hotel Due Torri.

Tipografia Sallustiana


In Via della Gatta, nel Rione Pigna, una targa marmorea ricorda che nella strada esisteva la sede della Tipografia Sallustiana.

Roma Convention Center - La Nuvola


Il Roma Convention Center, La Nuvola, noto anche con il nome di Nuvola di Fuksas (dal cognome del celebre architetto che l'ha progettata) è un centro congressi situato nel Quartiere Europa, meglio noto come EUR, nell'isolato compreso tra Via Cristoforo Colombo, Viale Europa, Viale Shakespeare e Viale Asia.
L'origine dell'edificio risale al 1998, quando il Comune di Roma decise di indire un concorso internazionale per la realizzazione di un centro congressi in quest'area.




Nel 2000 la vittoria del concorso fu assegnata al progetto dell'architetto Massimiliano Fuksas da una giuria internazionale presieduta da Norman Foster.
I lavori iniziarono nel 2007 ad opera della Società Condotte. Si incontrarono subito delle difficoltà dovute alle continue modifiche al progetto esecutivo disposte dalla Direzione dei Lavori e dalla Direzione Artistica, si contano 10 varianti. 
I ritardi, hanno comportato l'allungamento dei tempi e dei costi, l'edificio è stato terminato nel 2016, con un costo finale di 467 milioni invece dei 275 milioni di euro previsti nel 2000.
L'edificio ha una struttura particolare che gli ha permesso di vincere nel 2012 il premio Best Building Site dal Royal Institute of British Architects.

Interno della Nuvola

Esso è formato da una grande teca in vetro, alta 39 metri, all'interno della quale è presente la "Nuvola" che da il nome all'intera struttura. 
La struttura è collegata alla teca tramite passerelle sospese nel vuoto. Lo scafo della nuvola è formato da un reticolo di travi in acciaio, l'involucro di rivestimento è costituito da una membrana in fibra di vetro e silicone L'Auditorium, che contiene 1850 persone, è rivestito all'interno con pannelli rettangolari di legno.


Questa suggestiva quanto complessa struttura rappresenta l'auditorium, posto all'interno della teca in cui vi sono anche altri spazi per eventi.
Da Viale Europa si può invece accedere al grattacielo La Lama, ovvero un albergo di alto livelli con 441 stanze.

Via del Macao



Via del Macao è una strada del Rione Castro Pretorio, attualmente compresa tra Via Cernaia e Via Montebello.
Nel 1575 vasti terreni furono acquistati dai Gesuiti, compresi nelle vigne occupanti tutta l'area del Castro Pretorio.
Queste tenute furono affidate nel 1615 al noviziato dei Gesuiti, ed erano utilizzate dai novizi per le vacanze estive e per i periodi di riposo, presero presto il nome della missione estera più importante instaurata nella città cinese di Macao dagli stessi Gesuiti.
Nel 1745 villa Olgiati fu comprata dalla Compagnia di Gesù per ingrandire i possedimenti del noviziato, la villa si apriva proprio su Via del Macao, mentre Vicolo del Macao partiva dall'angolo meridionale della villa e, salendo in diagonale, portava direttamente all'enorme vigna del Castro Pretorio.

La lunga Via del Macao che portava da Via Pia a Porta San Lorenzo, nella mappa del Nolli del 1748

All'epoca questa parte di Roma non era urbanizzata, ed era composta principalmente da vigne.
Via del Macao, era ben più lunga rispetto ad oggi e collegava la Via Pia, oggi Via XX Settembre, alla Piazza di Termini, poi a Porta San Lorenzo, fatto che la rendeva un'arteria molto importante per l'epoca.
Il tratto tra la Piazza di Termini e Porta San Lorenzo era stato realizzato nel 1588 da Sisto V come confine della propria villa, villa Peretti Montalto, poco dopo Porta San Lorenzo l'Acquedotto Felice sorpassava la strada attraverso il monumentale arco di Sisto V, con cui entrava nella villa e ne alimentava le fontane; il nome della strada era Via Angelica, poichè portava alla basilica di Santa Maria degli Angeli.

Via del Maccao, nel Catasto Gregoriano del 1835, all'altezza di Villa Rondinini

Nel 1798 i Gesuiti vendettero la vigna, e nel 1862 Monsignor De Merode, Protoministro per le Armi Pontificie, scelse il territorio della vigna per costruirvi alcune caserme, nello specifico nell'area del vecchio Castro Pretorio dell'Antica Roma.

Arco di Sisto V in Via del Macao nel 1864

Dopo l'Unità d'Italia, la zona di Via del Macao cambiò profondamente aspetto, con la lottizzazione di tutte le ville e le vigne presenti, la vecchia Via del Macao fu distrutta nel tratto fino a Piazza di Termini, quello successivo fu chiamato Via di Porta San Lorenzo. La nuova strada che prese questo nome fu una via breve situata grossomodo nell'area di quella precedente, la cui funzione sembra essere principalmente commemorativa verso l'antica arteria.

Via del Macao nella mappa del Lanciani, in cui si nota come parte del tracciato della vecchia strada sia stato ripreso dall'attuale Via Calatafimi

Una testimonianza del suo tracciato paradossalmente non arriva dalla nuova Via del Macao, ma dall'odierna Via Calatafimi, che guardando le odierne mappe di Roma risulta infatti geometricamente estranea alle limitrofe strade regolari della zona. Come dimostra ad esempio la mappa sinottica del Lanciani, questa strada, pur se molto breve, ricalca un piccolo tratto della vecchia Via del Macao, dove si affacciava villa Massimi, poi passata ai Weil Schott dopo la presa di Roma.

Vicolo del Giglio


Vicolo del Giglio è una strada situata nel Rione Regola e compresa tra Vicolo delle Grotte e Piazza Farnese. 
Il nome del vicolo deriva con tutta probabilità dal simbolo della famiglia Farnese, dal momento che tale strada finisce sulla piazza dove si trova il celebre palazzo della nobile famiglia.
Secondo il Pietrangeli, invece, il nome deriverebbe da un'osteria "del Giglio" che qui sarebbe esistita.
Il vicolo si presenta con un'andatura irregolare, come spesso accade in questa zona, il cui impianto stradale è in gran parte quello medievale.


Lungo il vicolo sono visibili su un palazzo grandi medaglioni di forma ovale con cornice che racchiudono Immagini Mariane dipinte oggi in parte deteriorate. All'angolo con Via dei Balestrari si può invece vedere uno stemma marmoreo.
Nel vicolo aveva sede l'Osteria della Testa di Morto, così chiamata perché il gestore era un uomo secco e calvo.

Statua di Alberto da Giussano


In Viale Gabriele d'Annunzio, nel Rione Campo Marzio, alle pendici del Pincio, è presente una statua raffigurante il condottiero Alberto da Giussano, figura la cui esistenza non è mai stata certificata ma ritenuto protagonista della battaglia di Legnano del 1176, con cui i Comuni Italiani riuniti nella Lega Lombarda sconfissero l'esercito dell'Imperatore Federico Barbarossa.
Tale monumento venne donato dalla Città di Milano alla Città di Roma nel 1911, in occasione del cinquantenario del Regno d'Italia.

Palazzo per la Società la Casa Familiare in Via Flaminia



Il palazzo per la Società la Casa Familiare si trova nel Quartiere Flaminio, nell'isolato compreso tra Via Flaminia, Via Pasquale Stanislao Mancini, Via Emanuele Gianturco e Piazza della Marina.
Esso venne realizzato tra il 1928 ed il 1932 dall'ingegnere Giulio Gra per la società La Casa Familiare, con il fine di ospitarvi alti dirigenti pubblici.
L'edificio è di dimensioni imponenti, al punto da occupare un intero isolato, si sviluppa su cinque piani ed è ricco di elementi architettonici ripresi dai palazzi nobiliari della Roma manierista, quali bugnato, logge e portici. Tutte le facciate sono occupate centralmente da logge a tre archi su colonne corinzie di ordine gigante, che sono innestate su un avancorpo bugnato.

La loggia su Via Flaminia

Le finestre del pian terreno sono decorate da un bugnato a diamante e sormontate da un timpano, mentre quelle del piano nobile sono dotate di cornici modanate e architravate, l'ultimo piano è occupato da finestre quadrangolari con architrave su mensole occupato centralmente da una grande conchiglia.

La facciata di Via Mancini è dotata di un maestoso portico d'ingresso bugnato

L'ampio numero di elementi, tuttavia, non appesantisce la facciata che mantiene una leggerezza arricchita da particolari che la rendono scenografica.
L'uso del cemento armato, inoltre, coniuga gli elementi ripresi dal passato ad un'architettura moderna.

Pietra d'inciampo in memoria di Ester Mieli


La pietra d'inciampo in questione si trova in Via dei Delfini, nella parte di strada situata nel Rione Sant'Angelo, e ricorda Ester Mieli (1937-1943), bambina arrestata il 16 Ottobre 1943 durante il rastrellamento del Ghetto di Roma e deportata ad Auschwitz, dove è stata uccisa.

Piazza di San Salvatore in Campo



Piazza di San Salvatore in Campo si trova nel Rione Regola, compresa tra Via di Santa Maria in Monticelli e Via di San Salvatore in Campo. Essa deve il proprio nome dalla Chiesa di San Salvatore in Campo, che si affaccia sulla piazza. Sull'origine di questo nome gli studiosi non sono concordi: la maggior parte ritiene derivi dall'Abate Campone, che nel X Secolo ha fondato la Chiesa, mentre altri dal fatto che la piazza dove sorse la Chiesa non fosse lastricata e vi crescesse dunque l'erba.

San Salvatore in Campo (San Michele)


La Chiesa di San Salvatore in Campo si trova in Piazza San Salvatore in Campo, nel Rione Regola. L'origine della Chiesa, secondo alcuni studiosi, risale al X Secolo, quando sorse per iniziativa dell'Abate Campone, da cui sarebbe nato l'appellativo "in Campo", anche se alcuni ritengono esso sia dovuto al fatto che la piazza non era lastricata e vi era dell'erba. Originariamente era officiata dai Benedettini dell'Abbazia di Farfa.
La pianta originale dell'edificio era in forma Basilicale, e viene citata sia in una Bolla di Papa Urbano III (1185-1187) del 1186, che ne parla come di una Chiesa subordinata alla Basilica di San Lorenzo in Damaso, sia nel catalogo di Cencio Camerario del 1192.
Nel 1550 la Chiesa venne concessa alla Confraternita della Santissima Trinità fondata da San Filippo Neri e Persiano Rosa, che qui rimasero fino al 1563, quando si spostarono nella vicina Chiesa di San Benedetto alla Regola (oggi Trinità dei Pellegrini).
Nel 1638 il Monte di Pietà chiese a Papa Urbano VIII Barberini (1623-1644) di poter ampliare il proprio edificio: per farlo avrebbe dovuto demolire la Chiesa di San Salvatore in Campo. Il Pontefice acconsentì alla richiesta, a patto che la Chiesa venisse ricostruita in tempi brevi, cosa che avvenne e che portò al lieve spostamento del luogo dove la Chiesa sorge.
La nuova Chiesa venne consacrata già il 24 Aprile 1639, alla presenza del Cardinale Francesco Barberini. A realizzarla fu l'architetto Francesco Peparelli, che stava lavorando anche all'ampliamento del Palazzo del Monte di Pietà. La facciata realizzata da questo architetto secentesco ma ancora molto legato alla tradizione manierista, richiama la facciata della Chiesa del Gesù di Giacomo Della Porta.
La Chiesa diventò allora una Parrocchia, e mantenne questo status fino al 1824, quando venne soppressa da Papa Leone XII Della Genga (1823-1829). Nel 1768 vi si era inoltre sposato Giuseppe Balsamo, Conte di Cagliostro, con Lorenza Feliciani.
Successivamente al 1824 la Chiesa viene affidata all'Arciconfraternita del Sacramento e Congregazione di Santa Maria della Neve.
Nel 1837, nell'ambito di alcuni lavori, sotto la Chiesa venne rinvenuto il basamento del Tempio di Nettuno (ritenuto da alcuni di Marte), risalente al II Secolo avanti Cristo.
Nel 1841 la Chiesa passò ai Missionari del Preziosissimo Sangue, che la ressero fino al 1856. Subentrò allora il Collegio del Cappellani Caudatari, che vi svolsero alcuni restauri.
All'inizio del XX Secolo, tuttavia, la Chiesa venne dichiarata inagibile ed abbandonata.
Nel 1968 San Salvatore in Campo fu concessa all'associazione "Una Voce", che la restaurò, ma nel 1978 rimase nuovamente abbandonata, finché negli anni '80 il Vicariato non la assegnò al Centro Neocatecumenale "Servo di Javè" che si era occupato del recupero dell'edificio.

In tempi recenti, vi si sono stabiliti i Copti Eritrei, che hanno dedicato la Chiesa a San Michele. La comunità Eritrea ogni 22 Novembre svolge da questa Chiesa una processione per la festa di San Michele.

Via di Santa Maria in Monticelli



Via di Santa Maria in Monticelli si trova nel Rione Regola, compresa tra Piazza Benedetto Cairoli, Via di San Paolo alla Regola e Piazza San Salvatore in Campo. Essa deve il nome all'antichissima Chiesa di Santa Maria in Monticelli, consacrata nel 1143 da Papa Innocenzo II, che doveva il suo nome a sua volta da un'altura che qui esisteva. La strada ha cambiato notevolmente aspetto in seguito ai lavori che hanno portato, a partire del XIX Secolo, alla costruzione del Ministero di Grazia e Giustizia, di Via Arenula e dei Lungotevere. In questi lavori è stata anche assorbita la Piazza di Santa Maria in Monticelli.
La strada era detta nel Medioevo anche Contrada Pauli, perché si riteneva che qui vi fu la prima dimora di San Paolo quando giunse a Roma. Tale tradizione - che non ha alcuna conferma storica - deriva da un bassorilievo che esisteva nella Chiesa di Santa Maria in Monticelli, raffigurante probabilmente un vecchio maestro - che fu identificato dagli abitanti della zona come San Paolo. Alcune case medievali, in parte ancora esistenti ed in parte demolite per fare spazio al Ministero di Grazia e Giustizia, avevano per questa ragione il nome di Case di San Paolo.

Targa del mondezzaro di Via di San Salvatore in Campo


La targa del mondezzaro di Via di San Salvatore in Campo, nel Rione Regola, è stata affissa nel 1741 e fa riferimento ad un editto del 22 Giugno dello stesso anno. Il testo, particolarmente lungo rispetto ad altre targhe simili, recita così:

D'ordine espresso di Monsignore Illustrissimo Presidente delle Strade, si proibisce a ciascuna persona di qualsivoglia grado e condizione che non ardisca o presuma gettare né far gettare per qualsivoglia pretesto veruna specie di immondezza, calcinaccio, paglia, erbaccia, animali morti o altri simile intorno il circuito delle mura del Sacro Monte sua fabrica annessa per quanto gira il medesimo sotto pena di scudi venticinque d'oro di applicarsi la quarta parte all'accusatore che sarà tenuto segreto alla qual pena sia tenuto il padre per li figli e li padroni per li servitori e serve con procedere anche per inquisitione inherendo tanto al bando publicato li XXV  Settembre MDCLXXXVIII che all'altro rinovato per gli atti dell'Orsini Notaro del Tribunale di dette strade lì XXII Giugno MDCCXLI onde.

Il "Sacro Monte" cui si fa riferimento è il Monte di Pietà, edificio a ridosso del quale la targa si trova.

Via di San Salvatore in Campo


Via di San Salvatore in Campo è una strada del Rione Regola, compresa tra Via San Paolo alla Regola e Via degli Specchi. La strada prende il nome dalla Chiesa di San Salvatore in Campo, situata nella piazza omonima (da cui la via si divide in due bracci separati, entrambi che si concludono in Via degli Specchi).
Lungo la strada è presente la cinquecentesca Casa di Alessandro Lancia, decorata da un grande stemma dei Farnese dipinto.
E' inoltre presente una targa che vieta di fare il mondezzaro.

Madonna del Divino Amore in Via dei Pettinari


In Via dei Pettinari, nel Rione Regola, è presente un'Edicola Sacra raffigurante la Madonna del Divino Amore. Sotto di essa è presente una targa che ci parla della sua storia, con scritto: "Il Popolo del Rione di San Filippo innalza tra le sue case la Madonna del Divino Amore, Salveza di Roma nel 1944 e di tutti i Secoli dell'Era di Cristo". L'Edicola è stata dunque qui posta successivamente al voto fatto dai Romani alla Madonna del Divino Amore per la Salvezza di Roma durante la Seconda Guerra Mondiale.

Ristorante "Coso"

Il ristorante "Coso" si trova in Via in Lucina, nel Rione Campo Marzio.



San Salvatore in Onda


La Chiesa di San Salvatore in Onda si trova in Via dei Pettinari, nel Rione Regola. La prima notizia sull'esistenza di questa Chiesa risale al 1127, quando è menzionata in una Bolla di Papa Onorio II (1124-1140). Intorno a tale periodo l'edificio era diviso a tre navate con un'abside centrale: ancora oggi parte dell'antica muratura risulta visibile.
La Chiesa risultava inizialmente intitolata a San Salvatore e San Cesareo. Probabilmente rimase intitolata solo a San Salvatore perché a San Cesareo era intitolata un'altra Chiesa nella stessa zona. Il nome "in Onda" deriva invece verosimilmente dalla vicinanza con il Tevere e dalle inondazioni cui tale zona era sottoposta o, come affermato dallo studioso Giuseppe Vasi, da un dipinto raffigurante il Salvatore che cammina sulle acque un tempo esistente nella Chiesa.
La Chiesa fu affidata ai Monaci di San Paolo Eremita da Papa Innocenzo VII (1404-1406) e vi rimasero fino al 1445, quando passarono a Santo Stefano Rotondo e Papa Eugenio IV Condulmer (1431-1447) cedete questa Chiesa ai Francescani Conventuali di Santa Maria in Ara Coeli.
Nel 1684 la Chiesa venne ridotta di dimensioni in seguito ad un restauro, mentre un nuovo restauro avvenne per volontà di Papa Benedetto XIII Orsini (1724-1730) che volle far rimuovere, le botteghe che stavano occupando parte della facciata.
Nel 1844 la Chiesa venne assegnata alla Pia Società dell'Apostolato Cattolico fondata pochi anni prima da San Vincenzo Pallotti (e, per questa ragione, una vicina piazza fu dedicata nel XX Secolo al Santo).
Negli anni '60 del XIX Secolo si palesarono alcuni problemi alla struttura della Chiesa, che inizialmente fu consolidata da Gaetano Morichini, architetto della Pia Società, ma nel 1865 per precauzione l'edificio fu chiuso. Nel 1877 Antonio e Pietro Cassetta finanziarono un grande restauro portato avanti dall'architetto Luca Carimini e dal muratore e stuccatore Domenico D'Amico.
L'attuale facciata della Chiesa si presenta in forme neoclassica, ben scandita da cornici e da lesene.

Edicola Sacra della Madonna col Bambino, Sant'Antonio Abate e Santo


Lungo Via delle Zoccolette, nel Rione Regola, si può scorgere una grande Edicola Sacra, di forma rettangolare posta in orizzontale, con un dipinto risalente al XVI Secolo con la Madonna col Bambino posta tra Sant'Antonio Abate ed un altro Santo che non è possibile identificare.

Targa del Conservatorio di San Clemente


In Via delle Zoccolette, nel Rione Regola, è possibile vedere su un muro dell'edificio del Conservatorio dei Santi Clementi e Crescentino una targa che indica la proprietà dell'edificio come del "Conservatorio di San Clemente - Pie Povere Zitelle e Zoccolette".

Targa in memoria dell'ampliamento del Conservatorio dei Santi Clemente e Crescentino


La targa in questione si trova in Via delle Zoccolette, nel Rione Regola, e ricorda il restauro ed ampliamento del Conservatorio dei Santi Clemente e Crescentino avvenuto per volontà di Papa Clemente XI Albani (1700-1721) nel 1725.

Via della Trinità dei Pellegrini


Via della Trinità dei Pellegrini si trova nel Rione Regola, compresa tra Via delle Zoccolette e Via di San Paolo alla Regola. Originariamente sull'area di questa strada sorgeva l'Ospizio della Trinità dei Pellegrini, demolito nel 1927 in seguito ad alcuni ritrovamenti archeologici. Ne risultò questa strada, inizialmente chiamata Via dei Pellegrini, dal 1952 Via della Trinità dei Pellegrini, dalla vicina Chiesa tuttora esistente e dall'ospizio che vi sorgeva.
Su quest'area a partire dal 1955 sorse il complesso di case realizzato da Emanuele e Gianfranco Caniggia, che inglobò la strada che infatti oggi è di fatto un'area privata in mezzo a questo complesso di edifici.

Ristorante "Massawa"

Il ristorante "Massawa" si trova in Via Montebello, nel Rione Castro Pretorio.



Case alla Trinità dei Pellegrini


Le Case alla Trinità dei Pellegrini sono un complesso residenziale situato lungo Via della Trinità dei Pellegrini, nell'isolato che attraversa la stessa strada, compreso tra le vicine Via del Conservatorio, Via delle Zoccolette, Via dei Pettinari e Via di San Paolo alla Regola, nel Rione Regola.
Pur trattandosi di un esempio di architettura minore, è un esempio molto interessante, essendo stata realizzata dagli stessi autori in tre momenti diversi, le cui fasi sono ben distinte anche dal punto di vista stilistico ed architettonico.


Nel 1927 il regime fascista, in seguito ad alcuni ritrovamenti archeologici, decise di demolire l'Ospizio della Trinità dei Pellegrini, demolendo così questo isolato e creando un nuovo vuoto nel centro storico di Roma.
Per riempire quest'area si dovette attendere gli anni '50: nel 1955 Emanuele Caniggia, con il figlio Gianfranco, realizzarono la prima parte del complesso, affacciata su Via di San Paolo alla regola, con uno stile neoliberty, caratterizzato dall'uso del cemento armato che permette di modulare le forme.
La seconda fase, nel 1960, è ben diversa, e cerca di introdursi nel tessuto urbano esistente in maniera più affine all'esistente, mentre la terza è ancora più caratterizzata dal rapporto con la vecchia Roma, dal momento che riprende tipologie tipiche del XVIII Secolo.