La città di Portolago (oggi conosciuta con il nome di Lakki) si trova nell'isola greca di Lero, nel Dodecaneso. Essa venne fondata a partire dal 1932 dall'amministrazione italiana (il Dodecaneso fu un territorio italiano dal 1912 fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale), e rappresenta un perfetto esempio di città di fondazione di epoca fascista nell'Italia coloniale. Il nome di Portolago venne dato in onore di Mario Lago, governatore delle Isole Italiane dell'Egeo dal 1922 al 1936.
La principale caratteristica di Portolago rispetto alle altre città di fondazione è il linguaggio architettonico: mentre l'architettura negli altri casi è principalmente quella classicista e monumentale, in questa città del Dodecaneso prevale un linguaggio razionalista, che ne fa un modello di città in questo stile architettonico.
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Una mappa della baia di Portolago del 1943, in cui si mostra la posizione protetta dell'area |
Il golfo di Portolago risultava una delle zone più protette dell'isola di Lero, e per questa ragione la Marina Italiana vi aveva installato una base navale. Da qui nacque l'idea di fondarvi una nuova città.
Progettisti della nuova città furono gli architetti Armando Bernabiti e Rodolfo Petracco, entrambi distintisi in diverse realizzazioni di opere nelle isole del Dodecaneso di Rodi e Coo.
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L'odierna Lakki vista da Google Maps. L'impianto urbanistico è rimasto in gran parte lo stesso dai tempi della fondazione |
L'impianto urbanistico è ancora oggi riconoscibile guardando una mappa dell'odierna Lakki, caratterizzata da due piazze - una sul lungomare, l'altra all'interno - collegate da una grande arteria con la funzione di cardo. Il decumano attraversa invece la piazza interna, che rappresenta quindi l'ideale centro cittadino. Seguendo i principi funzionalismi-razionalisti, la cittadina è suddivisa in zone adibite alle diverse funzioni urbane.
Le strade della città si presentano larghe ed alberate, mentre gli isolati non sono simmetrici e sono caratterizzati da angoli tondeggianti: secondo alcuni questi elementi sono da ricondurre all'origine militare della città.
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L'hangar per idrovolanti |
Nel 1932 sull'isola - e nella protetta baia di Portolago - erano giunti numerosi militari per rafforzare la presenza italiana nell'Egeo. Questo portò dunque a porre le basi, grazie ai già citati progettisti Bernabiti e Petracco, per un nuovo insediamento, da destinare principalmente militari italiani.
Un processo edilizio che fu rafforzato dal nuovo governatore dell'Egeo Cesare De Vecchi, succeduto nel 1936 a Mario Lago, che volle intensificare la politica di italianizzazione della zona.
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La torre del Mercato di Portolago |
Vengono quindi realizzati in stile razionalista una serie di nuovi edifici pubblici: il mercato ad esempio, opera di Petracco, che ricalca in forme razionaliste l'idea neomedievale di torre civica tipica delle opere pubbliche del Ventennio. Il Cinema-Teatro rappresenta il centro della vita ricreativa, caratterizzato dall'ingresso in forme circolari ed unito all'Hotel Roma (oggi Hotel Leros), opera invece di Bernabiti.
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Il cinema |
Non mancano poi la Casa del Fascio, sede anche del Municipio, la Chiesa di San Francesco (oggi San Nicola), l'asilo e la scuola comunale, il bar-caffetteria e le diverse unità abitative per gli ufficiali.
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La Chiesa di San Francesco (oggi San Nicola) |
Durante la guerra, l'isola di Lero fu protagonista di una battaglia tra il settembre e il novembre 1943, subito dopo il passaggio del Regno d'Italia al fianco degli Alleati, che vide l'Italia, affiancata dai britannici e dai greci, sconfitta dai tedeschi. Inevitabilmente, anche la città di Portolago fu toccata.
Dopo il conflitto, la città - che prese il nome di Lakki - perse la sua rilevanza nell'isola. La vocazione turistica di questa terra non favorì le strutture già esistenti di Portolago ma preferì le zone di Agia Marina e Platanos, meglio collegate dai traghetti.
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Un'immagine di Portolago dall'alto risalente al 1940 |
Le strutture di Portolago rimasero per decenni in abbandono finché il governo greco non ha iniziato opere di riqualificazione e tutela di un patrimonio di valore storico-architettonico molto elevato, dal momento che rappresenta un esempio importante di città in forme pienamente razionaliste.
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