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Piazzale 12 Ottobre 1492

Piazzale 12 Ottobre 1492 negli anni '90

Piazzale 12 Ottobre 1492 si trova nel Quartiere Ostiense, alla confluenza di Via Giovanni Benzoni, Via Pellegrino Matteucci e Piazza Giovanni da Verrazzano. Questa piazza ha origine quando nel 1990 viene realizzato al lato sud dei binari della Stazione Ostiense l'Air Terminal, ovvero uno scalo ferroviario per i treni diretti all'Aeroporto di Fiumicino, progettato da Julio Lafuente e Giulio Sanrocchi in occasione dei Mondiali di Calcio del 1990.
A completare la piazza l'edificio a silos, anch'esso parte del progetto di Lafuente, che oggi ospita il negozio Decathlon, mentre in origine era sede del negozio di giocattoli Rocco Balocco.

Progetto dell'area della piazza

La costruzione di questa struttura, i cui progetti avevano avuto origine già nel 1985, portò alla nascita di un grande piazzale di fronte a essa che nel 1992 prese il nome di Piazzale 12 Ottobre 1492, in onore della data in cui Cristoforo Colombo scoprì l'America: una scelta toponomastica che gradualmente porterà la zona a vedere le strade chiamate in onore di fatti, luoghi e persone legati alla scoperta dell'America.
Negli anni a seguire, il Terminal cadde in decadenza dal momento che non fu considerato sufficientemente vicino né alla Via Ostiense né alla Via Cristoforo Colombo per essere valorizzato ed usato a pieno: le corse dei treni quindi cessarono ed il luogo si trasformò in un rifugio per i senzatetto. Nel 2012, tuttavia, esso venne rilevato dall'azienda Eataly che vi fece uno dei suoi principali spazi commerciali d'Italia.
Il 12 Ottobre 1492 il navigatore genovese Cristoforo Colombo, partito il 4 Agosto dal porto spagnolo di Palos, raggiunse le Isole Lucaie (attuali Bahamas), scoprendo così l'America.

Altri siti che ne parlano:
Air Terminal Ostiense - in ArchiDiap

Via Abate di Tivoli

Via Abate di Tivoli è una strada della Zona Settecamini, compresa tra Via Quintiliolo e Via Lanfranco Cigala ed oltre. La strada fu istituita nel 1992, quando alle vie di quest'area si decise di attribuire nomi legati alla storia della vicina città di Tivoli. Per questa strada si decise il nome dell'Abate di Tivoli, poeta attivo nel XIII Secolo.

Via Abate Ugone

Via Abate Ugone è una strada situata nella parte del Quartiere Gianicolense nota come Monteverde, compresa tra Via Fonteiana e Piazza di Donna Olimpia. Questa strada venne istituita nel 1929, e ricorda l'Abate Benedettino che fece realizzare i due pulpiti in marmo della vicina Basilica di San Pancrazio nel XIII Secolo.
La strada venne tracciata negli anni in cui venne realizzato il vicino complesso di case popolari di Donna Olimpia.
Una targa lungo la strada ricorda Pier Paolo Pasolini, che visse nella zona di Monteverde.
Lungo la strada si trova anche la storica Osteria Palmira.

Via Abascanto

Via Abascanto è una strada del Quartiere Appio-Pignatelli, compresa tra Via Atimeto e Via Crasso. La strada venne istituita nel 1953 e dedicata ad Abascanto, liberto dell'Imperatore Domiziano, divenuto molto potente al punto da diventarne segretario e da vedersi dedicato da Stazio il quinto libro delle Silvae. Abascanto è qui ricordato perché sull'Appia Antica volle costruire un sepolcro per la moglie Priscilla.

Via Abano Terme

Via Abano Terme è una strada situata nel Suburbio Della Vittoria, che parte da Via Brunate senza uscita. Essa è dedicata al comune della Provincia di Padova noto per essere una località termale. La strada è stata istituita nel 1965.

Via Emilia



Via Emilia è una strada del Rione Ludovisi compresa tra Via Vittorio Veneto e Via Lazio. Essa venne istituita nel 1887, quando vennero ufficialmente create le nuove strade dell'area un tempo occupata da Villa Ludovisi e furono attribuiti loro i nomi delle regioni d'Italia.


Questa strada fu quindi chiamata come la regione dell'Emilia.
Lungo la strada si trovano diverse Edicole Sacre raffiguranti la Madonna col Bambino, una risalente al XIX Secolo, un'altra sempre del XIX Secolo ed una terza del XX Secolo.
Fra le Vie Lazio e Lombardia si trova il Palazzo Signorini, proprietario dell'Albergo Flora.
Come gran parte delle strade limitrofe a Via Veneto, è ricca di ristoranti, bar e dancing che erano molto frequentati ai tempi della Dolce Vita, negli anni Sessanta, quando Via Veneto era il centro della mondanità di Roma.

Antico Caffè Greco



L'Antico Caffè Greco è un caffè situato in Via Condotti, nel Rione Campo Marzio. Fondato nel 1760, esso è il terzo più antico esercizio commerciale al mondo ad essere ancora attivo. Le prime notizie, risalenti a quell'anno, parlano di questo caffè come gestito da Nicola di Madalena, probabilmente un levantino, da cui fu preso il nome di Caffè Greco.
All'inizio del XIX Secolo la zona nei dintorni di Piazza di Spagna risultava abitava da numerosi artisti e letterati stranieri che si recavano a Roma per il Grand Tour: il Caffè Greco divenne perciò un loro punto di riferimento. A tale riguardo, esistono diversi schizzi del pittore tedesco Carl Philipp Fohr in cui si vedono diverse personalità del XIX Secolo all'interno dello storico caffè.
Fu frequentato anche dal Cardinale Gioacchino Pecci prima di diventare Papa Leone XIII, da Silvio Pellico, Giacomo Leopardi, Friedrich Overbeck, Hans Christian Adersen e numerosi altri artisti, letterati e personaggi celebri, di molti dei quali sono custoditi i ricordi nella Sala Omnibus del Caffè.

Dal 1940 ogni mese nel Caffè si riunisce il Gruppo dei Romanisti, un esclusivo gruppo di studiosi di Roma che pubblica ogni anno, il 21 Aprile, la Strenna dei Romanisti, in cui raccoglie i propri studi.
Il Caffè Greco mantiene al suo interno una vastissima collezione fatta di oltre 300 opere esposte nelle sale.
Nel 1953 il Ministero della Pubblica Istruzione ha dichiarato il Caffè Greco luogo di particolare interesse, come ricorda una targa posta fuori del locale.

Altri siti che ne parlano:
Antico Caffè Greco - Sito ufficiale
Antico Caffè Greco - in Wikipedia

Largo Antonio Sarti


Largo Antonio Sarti si trova nel Quartiere Flaminio, compreso tra Via Donatello e Lungotevere Flaminio. Tale slargo lungo il lungotevere venne dedicato nel 1930 all'architetto Antonio Sarti (Budrio 1797 - Roma 1880), in linea con la toponomastica della zona.
Da questo largo sarebbe dovuto partire un ponte che però non è mai stato realizzato.

Mappa di Roma del Touring Club Italiano del 1939

Clicca sulla mappa per ingrandirla

La mappa di Roma del 1939 realizzata da Touring Club Italiano lascia un'interessante fotografia di come si presentava la Capitale allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

Via Flavia Tiziana


Via Flavia Tiziana è una strada della parte del Quartiere Ardeatino nota come Tor Marancia, compresa tra Viale Carlo Tommaso Odescalchi e Via di Santa Petronilla. 
Essa venne istituita formalmente nel 1938 quando furono dati i nomi alle strade dell'allora borgata di Tor Marancia. La scelta toponomastica fu di dare alle strade nomi legati alle diverse catacombe presenti nella zona: questa strada fu dedicata a Flavia Tiziana, patrizia romana convertitasi al Cristianesimo e per questo martirizzata e, successivamente, sepolta nelle vicine Catacombe di Domitilla.


La zona successivamente subì alcuni cambiamenti urbanistici,a partire dal passaggio della Via Cristoforo Colombo e il risanamento della borgata e, di conseguenza, toponomastici, ma questa strada non cambiò nome. 

Via Flavia Tiziana nel 1950, sopra al numero 38

Dalla mappa del 1950 si vede che ha avuto un riassetto parallelo agli edifici, mentre prima aveva un andamento diagonale.
Oggi dalla strada si può ancora accedere ai lotti popolari della vecchia Tor Marancia, rimasti conservati anche in seguito a questi cambiamenti.
Una curiosità: la targa stradale della strada riporta la scritta "Q. X" anziché "Q. XX" come sarebbe corretto per una strada che fa parte dell'Ardeatino. Non si tratta di un errore, ma del fatto che quando venne istituita essa era parte del Quartiere Ostiense.

Il Peso della Storia di Jaz


Il Peso della Storia è un'opera di streetart dell'artista argentino di origini italiane Jaz situata in Via di Tor Marancia, nella parte del Quartiere Ardeatino nota come Tor Marancia. Quest'opera fa parte del progetto di streetart Big City Life, con cui le facciate dei palazzi popolari della strada sono state rivitalizzate grazie ad una serie di 22 opere realizzate da 20 diversi artisti.
Quella di Jaz è stata l'opera pilota del progetto e rappresenta un lottatore che ne tiene un altro sulle spalle.

Altri siti che ne parlano:
JAZ for Avanguardie Urbane - in Il Gorgo

Piazza di Sant'Eurosia


Piazza di Sant'Eurosia è una piazza situata nella parte del Quartiere Ostiense nota come Garbatella, lungo Via delle Sette Chiese alla confluenza tra Via Giustino De Jacobis, Via Antonio Rubino, Via Lorenzo Da Brindisi e Via Filippo Tolli.
Tale piazza fu istituita nel 1925 e prese il nome dalla vicina Chiesa di Sant'Eurosia, una piccola chiesa di campagna inglobata dalla città con la costruzione della Garbatella, che si affaccia su Via delle Sette Chiese. Lo slargo, inquadra da quest'ultima strada l'ingresso al quartiere dei baraccati, progettato da Giovanni Battista Trotta e realizzato fra il 1925 e il 1927.


La Piazza è dominata, proprio all'ingresso del quartiere dei baraccati, da un caratteristico e scenografico arco in stile barocchetto risalente al 1930 ed opera dell'architetto Giovanni Battista Trotta che unisce il Lotto XXXII al Lotto XXXVII.
Questo luogo compare nel film Caro Diario di Nanni Moretti del 1993, nello specifico quando il regista/protagonista gira Roma in vespa e, tra i numerosi luoghi da cui passa, c'è anche questa caratteristica piazza.

Viale Indro Montanelli


Viale Indro Montanelli è una strada situata nella parte del Suburbio Trionfale nota anche come Torresina, e parte da prima di Via Ruggero Orlando per terminare oltre Via Maria Grazia Cutuli. Tale strada rappresenta l'asse portante del nucleo principale di Torresina, area costruita a partire dai primi anni 2000.
Il quartiere intero venne dedicato a grandi giornalisti italiani, e questa strada, la più importante, fu dedicata al celebre Indro Montanelli (Fucecchio 1909 - Milano 2001). Tale strada è stata dedicata ad Indro Montanelli grazie ad una deroga del prefetto alla legge 1188 del 23 Giugno 1927 secondo cui non possono essere dedicate strade a persone morte da meno di 10 anni, a meno che non sia autorizzato dal prefetto.

Targa in memoria dello spostamento di sede dell'Accademia di San Luca


La targa in questione si trova all'interno di Palazzo Carpegna, sede dell'Accademia di San Luca, in Piazza dell'Accademia di San Luca, nel Rione Trevi, e ricorda come nel 1934 la sede della prestigiosa accademia venne spostata in questo palazzo, dove si trova ancora oggi. Nella targa sono citati il Re Vittorio Emanuele III, Benito Mussolini, l'allora Governatore di Roma Francesco Boncompagni Ludovisi e l'allora capo dell'Accademia Gustavo Giovannoni.

Monumento al Leone di Giuda



Il Monumento al Leone di Giuda attualmente si trova ad Addis Abeba, in Etiopia, nel Museo Nazionale d'Etiopia, originariamente si trovava nel piazzale della Stazione Ferroviaria, ma per circa 33 anni questo monumento è stato a Roma.
Il Leone di Giuda, simbolo della tribù ebraica di Giuda, è anche il simbolo degli imperatori d'Etiopia, poichè un'antichissima tradizione fa discendere la monarchia Etiope dalla stirpe originata dalla Regina di Saba e Salomone, membro della tribù di Giuda.
Il reggente negus neghesti Tafarì Makonnèn, futuro imperatore Hailé Selassiè, si occupò, negli anni venti, di modernizzare l'Etiopia, in questo piano di sviluppo essenziale era il completamento della ferrovia Gibuti Addis Abeba, iniziato nel 1894 dai Francesi e terminato nel 1917, con la costruzione di una grande stazione ferroviaria nella capitale, al posto di quella provvisoria realizzata in legno.
Il dibattito sulla stazione centrale di Addis Abeba si protrasse per molti anni con la volontà del governo Etiope di una grande stazione imperiale, appoggiato dalla Compagnia Ferroviaria Franco Etiope, che aveva realizzato la linea ferroviaria da Dire Dawa ad Addis Abeba a partire dal 1908, mentre il Ministero delle Colonie Francese voleva realizzare una stazione più più semplice, con un'architettura in stile coloniale.
Fu così che solo il 13 febbraio 1928 fu posta dal Ras Taffari la prima pietra della stazione ferroviaria, progettata dall'architetto francese Paul Barrias.
Nel piazzale della stazione fu commissionata, dalla compagnia ferroviaria, la costruzione di un monumento, sormontato da una statua del Leone di Giuda, dedicato ai Sovrani d'Etiopia, per commemorare il completamento definitivo della linea ferroviaria, dopo trentacinque anni di lavori.
Intanto, dopo aver sventato un colpo di stato, ras Taffari fu incoronato Negus dall'imperatrice Zauditté il 7 ottobre 1928.



La statua del Leone di Giuda venne realizzata dallo scultore francese Georges Gardet, nel 1929, in bronzo dorato e posta su un piedistallo di granito nero con i ritratti a rilievo del negus neghesti Menelik II, dell'imperatrice Zauditté, sua figlia, del negus Tafarì Makonnèn, futuro Selassiè, e del ras MaKonnen Uoldamicael, suo padre.

Oggi la statua originale si trova al Museo Nazionale d'Etiopia

Il monumento riflette il sostegno del Governo Francese e della Compagnia Ferroviaria al nuovo Negus, che già era stato ampiamente aiutato nella presa di potere del 1916, e fu dunque dedicato ufficialmente a Tafarì Makonnèn, in ricordo della sua recente incoronazione a Negus.
La nuova Stazione Ferroviaria e il monumento al Leone di Giuda furono infine inaugurati solennemente il 3 dicembre 1929.

Inaugurazione della stazione ferroviaria nel 1929

Nel 1936 l'Italia in seguito alla Guerra d'Etiopia occupò militarmente il paese e con esso la città di Addis Abeba, proclamando l'Impero e creando la colonia dell'Africa Orientale Italiana, di cui l'Etiopia divenne parte.
In questa occasione il governo italiano volle trasportare a Roma l'Obelisco di Axum, che venne collocato di fronte all'allora Ministero delle Colonie, oggi sede della FAO, ed il Monumento al Leone di Giuda. La statua fu portata a Roma il 3 marzo 1937 ed esposta provvisoriamente in Via dell'Impero.

Il Monumento al Leone di Giuda a Roma sotto l'Obelisco ai caduti di Dogali

L'8 Maggio 1937, primo anniversario della proclamazione dell'Impero, il Leone di Giuda fu posto sotto l'Obelisco di Dogali, nel Rione Castro Pretorio, con un gesto simbolico: si voleva così simboleggiare la vendetta dei cinquecento militari italiani caduti nella Battaglia di Dogali con la conquista dell'Etiopia.
Il 15 Giugno 1938 Zerai Deres, interprete eritreo, improvvisò una protesta contro l'occupazione italiana dell'Etiopia di fronte a questo monumento: interrotto, accoltellò diverse persone. Per questa ragione venne internato presso l'Ospedale psichiatrico di Barcellona Pozzo di Gotto, dove morì nel 1945.  In Etiopia Deres è oggi considerato un eroe nazionale.



Finita la Seconda Guerra Mondiale l'Etiopia, tornata indipendente, chiese la restituzione del Monumento al Leone di Giuda, che avvenne soltanto il 4 aprile 1969, e fu nuovamente collocato di fronte alla Stazione.
Nel 1974 il Negus fu rovesciato da un colpo di stato filocomunista. Il nuovo regime pensò inizialmente di rimuovere il Monumento al Leone di Giuda, considerato simbolo del passato regime, ma molti veterani della guerra contro l'Italia riuscirono a far pressioni per mantenerlo come simbolo della resistenza etiope.

Oggi sul monumento sorge una copia della statua

Targa in memoria di Mario Riva


La targa in questione si trova all'interno del Teatro Sistina, nel Rione Colonna, e ricorda il conduttore televisivo ed attore Mario Riva (Roma 1913 - Verona 1960), che nel 1950 inaugurò il teatro dove si trova. La targa è stata qui posta dal Teatro Sistina il 13 Febbraio 1961.

Targa in memoria di Alberto Di Battista


La targa in questione si trova in Viale Regina Margherita, nel tratto compreso nel Quartiere Salario, e ricorda Alberto Di Battista (Roma 1922 - Poggio Mirteto 1944), partigiano morto durante la Guerra di Liberazione. La targa è stata qui posta da "i compagni a ricordo".

Targa in memoria di Vittorio Fattori


La targa in questione si trova in Viale Regina Margherita, nella parte compresa nel Quartiere Salario, e ricorda Vittorio Fattori (1900-1944), antifascista morto durante la Guerra di Liberazione che qui visse.
La targa è stata qui posta da "i compagni".

Targa in memoria di Nello Donnini


La targa in questione si trova in Viale Regina Margherita, nella parte compresa nel Quartiere Salario, e ricorda Nello Donnini (Roma 1923 - Poggio Mirteto 1944), partigiano caduto in Sabina durante la Guerra di Liberazione che qui visse.
La targa è stata qui posta da "i compagni a ricordo".

Targa in memoria di Federico Mistral


La targa in questione si trova in Via San Nicola da Tolentino, nel Rione Trevi, e ricorda il pittore francese in lingua occitana Federico Mistral (Maillane 1830 - Maillane 1914), Premio Nobel per la Letteratura nel 1904, che qui visse nel 1891.
La targa è stata qui posta dalla Reale Accademia d'Italia e dal Comitato Mitragliano il 26 Ottobre 1930.

Targa in memoria di Augustus Saint-Gaudens


La targa in questione si trova in Via San Nicola da Tolentino, nel Rione Trevi, e ricorda lo scultore statunitense nativo di Dublino Augustus Saint-Gaudens (Dublino 1848 - Cornish 1903), che qui ebbe il proprio studio tra il 1871 ed il 1875.

Space Invader di Piazza Bartolomeo Romano


Lo Space Invader in questione si trova in Piazza Bartolomeo Romano, nella parte del Quartiere Ostiense nota come Garbatella, ed è stato realizzato dall'artista francese Invader.

Via di Bravetta



Via di Bravetta è una strada del Suburbio Gianicolense, compresa tra Largo Don Luigi Guanella e Via della Casetta Mattei. 

Via di Bravetta all'altezza di Via Silvestri

Si tratta di una strada di origini molto antiche, esistente già quando questa zona era campagna. Essa, come la vicina Via di Brava e come Via Bravaria, deve il proprio nome all'antica famiglia Brava (o dei Bravi), che qui aveva il proprio fundus, che arrivava fino alla vicina zona di Via di Brava. Una tenuta molto vasta ed anche importante, dal momento che qui vi fu rinvenuto un impianto di drenaggio romano con un'iscrizione in onore della Dea Diana.
Lungo questa strada nel XVII secolo Zenobio Baldinotti costruì la propria villa, passata nel XIX Secolo al Duca di York e per questo nota oggi come Villa York, il cui ingresso è attualmente però sul Vicolo di Forte Bravetta.
Tra il 1877 ed il 1883 lungo questa strada venne costruito il Forte Bravetta, uno dei forti realizzato dopo l'annessione di Roma al Regno d'Italia per la difesa della città. La storia di questo forte è tuttavia legata soprattutto al periodo tra il 1943 ed il 1944 in cui Roma fu occupata dai tedeschi. In tale periodo, il Forte Bravetta fu la sede delle esecuzioni capitali degli antifascisti, e in  tutto il periodo dell'occupazione vi vennero fucilati 68 membri di diverse organizzazioni appartenenti alla Resistenza.

Via di Bravetta, erroneamente indicata come  Via della Casetta Mattei, in una mappa del 1924

Nel primo decennio del Novecento alcuni villini sorsero in questa strada, che iniziò ad essere abitata anche senza essere inserita nel tessuto urbano dell'epoca. 

Il monumentale complesso del Buon Pastore, una delle più emblematiche architetture dell'architetto Brasini

Qui nel 1930 l'architetto Armando Brasini costruì, all'angolo con Via Silvestri, il grande complesso di Gesù Buon Pastore, nato per essere una Chiesa-Ospedale e realizzato con una maestosa e scenografica architettura neobarocca. L'opera risulta imponente, nel perfetto stile brasininano, tanto più se pensiamo che all'epoca questa zona era campagna. Tuttavia, il complesso del Buon Pastore non fu più utilizzato come Chiesa-ospedale, ed oggi è sede di diversi istituti scolastici.
Successiva, risalente al 1936, è invece la Chiesa del Santissimo Crocifisso, opera di Tullio Rossi, adiacente alla quale è anche presente il Convento dei Missionari Oblati di Maria Immacolata.
Nella strada abitò Alberto Fantacone, avvocato e tenente dei Bersaglieri che aderì alla Resistenza e fu per questo ucciso nella strage delle Fosse Ardeatine. Fantacone è per questa ragione ricordato da una targa sulla strada. 

Via dei Cavalieri del Santo Sepolcro


Via dei Cavalieri del Santo Sepolcro è una strada del Rione Borgo, compresa tra Borgo Santo Spirito e Via della Conciliazione. Originariamente questo tratto di strada era un tratto della vicina Via dei Penitenzieri, ma quando negli anni '40 la zona venne sconvolta dai cambiamenti urbanistici dovuti alla realizzazione di Via della Conciliazione, essa urbanisticamente divenne estranea a Via dei Penitenzieri.
Fu così che nel 1946 il Comune di Roma decise di dare a questa strada il nome di Via dei Cavalieri del Santo Sepolcro, per celebrare l'Ordine del Santo Sepolcro che nel vicino Palazzo dei Penitenzieri (che oggi si affaccia su Via della Conciliazione) ha una delle sue sedi.
Nella strada è presente anche la Istituto Scolastico Pio IX.

Vicolo dell'Avila


Vicolo dell'Avila è una strada situata nel Rione Ponte, compresa tra Via del Governo Vecchio e Via di Monte Giordano. Esso deve il proprio nome alla famiglia Avila, che qui - all'angolo con Via di Monte Giordano - aveva il proprio palazzetto seicentesco. La famiglia era di origine spagnola, ma a Roma nel XVI Secolo era diventata nota.

Colonna dell'Immacolata


La Colonna dell'Immacolata si trova in Piazza di Spagna, nel Rione Campo Marzio. L'origine di questo monumento affonda le proprie radici nella promulgazione da parte di Papa Beato Pio IX Mastai Ferretti del dogma dell'Immacolata Concezione, avvenuta l'8 dicembre 1854, che sancisce come Maria sia stata concepita senza alcun peccato e non ha mai commesso alcun peccato durante la sua vita. Un dogma molto importante, promulgato in anni in cui l'Immacolata Concezione fu al centro di due celebri quanto venerate apparizioni mariane: quella di Rue de Bac del 1830 e, successivamente, quella di Lourdes del 1858.
Fu così che nel 1854, quando il dogma fu approvato, il Papa decise di celebrare l'Immacolata Concezione con una colonna, che volle di far collocare nei pressi dell'ambasciata di Spagna, dal momento che questo paese era tra quelli che si erano mostrati più attivi nella sua difesa.
Fu deciso quindi di realizzare il monumento in Piazza di Spagna.


La struttura fu progettata dall'architetto Luigi Poletti e consiste in un basamento su cui poggia una colonna di marmo cipollino alta 11,81 metri con capitello corinzio, su cui si appoggia una statua in bronzo della Madonna, opera dello scultore Giuseppe Obici.


La colonna era stata rinvenuta nel 1777 durante alcuni scavi presso il monastero di Santa Maria della Concezione a Campo Marzio. L'anno successivo fu estratta e rimase adagiata in Piazza Montecitorio.
Agli angoli del basamento sono presenti quattro statue, raffiguranti David (di Adamo Tadolini), Isaia (di Salvatore Revelli), Ezechiele (di Carlo Chelli) e Mosè (di Ignazio Giacometti).
I bassorilievi del basamento raffigurano l'Annunciazione, il sogno di Giuseppe, l'Incoronazione della Vergine e la promulgazione del dogma nel 1854.
A finanziare la colonna fu il Re delle Due Sicilia Ferdinando II, come atto che pose simbolicamente fine allo scontro tra il Papa e Napoli relativo alla Chinea, la tassa che il Regno di Napoli storicamente pagava al Papa che formalmente concedeva loro il feudo.


L'inaugurazione della Colonna dell'Immacolata avvenne l'8 Settembre 1857, il lavoro venne terminato da 220 pompieri guidati dall'architetto Poletti.
Alla cerimonia il Papa dette la benedizione Urbi et Orbi da un palco costruito apposta dall'architetto Antonio Sarti sulla facciata di Palazzo di Spagna. Una storia falsa, creata in ambienti anticlericali che all'epoca stavano prendendo piede a Roma, vuole che non fosse presente Pio IX poiché era considerato un menagramo. In realtà non vi sono testimonianze che dimostrano tale fatto, anzi le foto presenti testimoniano il contrario.

Pio XI inaugura la colonna l'8 settembre 1857 dalla tribuna neoclassica costruitagli da Antonio Sarti

Ogni anno la Colonna dell'Immacolata è al centro delle celebrazioni dell'8 Dicembre per la festa dell'Immacolata Concezione. Dal 1923 i pompieri, in memoria dei loro 220 colleghi che inaugurarono il monumento, rendono un omaggio di fiori alla statua della Madonna.
Dall'8 dicembre 1953 il Papa è regolarmente presente alla cerimonia, fu Pio XII in quell'anno, proclamato Anno Mariano per il centenario della proclamazione del dogma, che omaggiò la statua della Vergine con una solenne visita.

L'ambasciata spagnola, di fronte alla Colonna dell'Immacolata, attende la visita di Papa Francesco con lo stemma Pontificale e quello di Spagna

Targa in memoria di Juri


Nel cortile situato tra i lotti della Garbatella tra Via della Garbatella e Via Luigi Fincati, nel Quartiere Ostiense, è presente una targa con scritto "A Juri", che reca in cima la scritta "Rione Garbatella" ed in basso a destra "Gli amici".

Santa Teresa in Monserrato


La Chiesa di Santa Teresa in Monserrato si trovava appunto in Via di Monserrato, nel Rione Regola. Esse venne realizzata dai Carmelitani Scalzi nel 1759, anno in cui acquistarono il Palazzo Rocci, posto grossomodo di fronte alla Chiesa di Santa Maria in Monserrato. Nel Palazzo, infatti, i Carmelitani trasferirono la Curia Generalizia, che si trovava nel Palazzo Barberini ai Giubboni.
La Chiesa era di dimensioni ridotte, tanto da essere chiamata anche Santa Teresina: del suo aspetto rimane come testimonianza un acquerello di Achille Pinelli risalente al 1835. Da esso vediamo come la facciata della Chiesa fosse inserita nella facciata del palazzo e consisteva in un portale decorato sormontato da un'immagine di San Paolo della Croce, che insieme a Santa Teresa è uno dei protettori dell'ordine.
L'interno era costituito da un'unica navata, in cui si trovavano dipinti di Gaspare Serinari e Giuseppe Peroni trasferiti dalla Chiesa di Piazza del Monte. Dopo che i Carmelitani si trasferirono presso la Chiesa di Santa maria della Vittoria, nel 1880 la Chiesa di Santa Teresa in Monserrato scomparve nell'ambito dei lavori di ristrutturazione del palazzo che aveva voluto svolgere il Principe Emilio Altieri dopo averlo acquistato.

Targa in memoria del restauro di Santa Maria della Pace


Alla confluenza tra Vicolo della Pace e Vicolo della Volpe, nel Rione Ponte, proprio sul retro della Chiesa di Santa Maria della Pace, è presente una targa che ricorda proprio il restauro di questa Chiesa voluto dal Papa Alessandro VII Chigi (1655-1667), di cui è presente anche lo stemma.

Madonna del Buon Consiglio di Via della Pace


In Via della Pace, nel tratto compreso nel Rione Ponte, è presente un immagine della Madonna del Buon Consiglio col Bambino. Questa Edicola Sacra risale al XIX Secolo.

Pizza Romana

Una pizza romana alla Pizzeria "La Montecarlo"

La pizza romana è una delle numerose varianti della pizza diffusa soprattutto a Roma. La pizza generalmente più diffusa nel mondo è quella napoletana, detta anche "verace", caratterizzata dall'impasto morbido e dai bordi alti.
La pizza romana si distingue da questa per essere decisamente più sottile, avere i bordi croccanti ed essere più salata. Essa può essere poi condita in qualsiasi modo si desideri, ma gli ingredienti più tradizionali sono pecorino, pepe, basilico tagliuzzato ma anche mozzarella, pomodoro ed alici. La variante con le alici è detta anche "Napoletana" o "Napoli", pur non essendo assolutamente nota con questo nome nel capoluogo campano. Secondo alcuni studiosi di cucina, la variante con le alici ha infatti origine prettamente romana e non sarebbe stato importato da Napoli.
In ogni caso, il condimento conta fino a un certo punto. La caratteristica della pizza romana è infatti la sua consistenza.

Pizza bianca del forno di Campo de' Fiori
Per rendere la pizza così sottile e "scrocchiarella", è necessario usare farina di tipo 0 o 00, lievito di birra o naturale, molto sale nell'impasto e olio di semi (volendo anche d'oliva, ma perde la sua croccantezza). Ma vediamo nello specifico come si fa la pizza romana:

- Intanto, il forno. Il forno a legna resta sempre il migliore possibile per realizzare una pizza, ma il forno di casa tradizionale permette ugualmente di realizzare una buona pizza romana.

- Impastare la farina, creando una pallina di circa 250 grammi per ciascuna persona. Per farle, mettete la farina in una ciotola insieme ad acqua, sale e lievito di birra.

- Lasciar lievitare per circa 6-8 ore, quindi stenderle creando quindi per ciascuna pallina un disco sottile.

- Aggiungete il condimento che desiderate e inserite i dischi nel forno già caldo a circa 200 gradi. Tenere in forno per circa 4-5 minuti, aggiungete altri eventuali condimenti, e la vostra pizza romana sarà pronta.

Dove si può mangiare la pizza romana? A Roma c'è l'imbarazzo della scelta. Pizzerie, ristoranti, pizze a taglio e forni che la propongono si trovano in tutta la città.

Via San Sotero


Via San Sotero è una strada del Quartiere Aurelio compresa tra Via Ormisda e Via Sant'Agatone. Essa è stata istituita nel 1961 dal Comune di Roma che decise, in linea con la toponomastica della zona - le strade di quest'area sono dedicate a Papi - di dedicare questa via al Papa San Sotero, Pontefice tra il 166/167 ed il 174/175.