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Colombario di Largo Preneste


In Largo Preneste, nel giardino al centro della piazza (e, quindi, nella parte compresa nel Quartiere Prenestino-Labicano), è presente un antico colombario, risalente al II Secolo dopo Cristo.
I colombari erano strutture funerarie situate - come stabilito da una legge del 450 avanti Cristo - fuori dalla cinta muraria. Essi erano in genere destinati a persone di estrazione medio-bassa (le classi più alte avevano appositi sepolcri e, per l'alto patriziato ed i ceti imperiali, monumentali mausolei), ed alcuni colombari erano destinati a comunità specifiche, ma nel caso di questo edificio non possiamo saperlo.
L'edificio di Largo Preneste presenta la tradizionale architettura in forme simili a quelle di un tempietto. Come molti colombari sorgeva lungo una via consolare, in questo caso lungo la Prenestina.
L'ambiente è seminterrato: i colombari prendevano questo nome perché la struttura era simile a quella di una colombaia in cui venivano allevati i volatili.

Sepolcro di Largo Eduardo Talamo


In Largo Eduardo Talamo, nella zona del Quartiere Tiburtino nota come San Lorenzo, è visibile un sepolcro di epoca Romana con diversi interventi successivi. Si tratta di una struttura rinvenuta durante alcuni scavi nel 1935 lungo il Viale dello Scalo di San Lorenzo all'angolo con Via dei Sardi, lungo quello che era il tracciato dell'antica Via Collatina e successivamente della Via di Malabarba.
Attorno all'edificio erano stati ritrovati alcuni colombari, mentre in periodi successivi vi erano stati costruiti sopra altri edifici.
Il movimento era costituito in origine da un basamento costituito di lastre di travertino, cui era sovrapposta una struttura cilindrica. Non sono noti dettagli sulla storia del sepolcro, ma stando alla struttura è analogo ad altri mausolei risalenti al I Secolo avanti Cristo. All'interno è presente una camera che conteneva due sarcofagi databili circa al II-III Secolo dopo Cristo.
Quando venne ritrovato, il mausoleo venne trasferito nel luogo dove adesso si trova.

San Valentino a Schola Graeca



La Chiesa di San Valentino a Schola Graeca è una chiesa non più esistente - e secondo alcuni mai esistita - che si sarebbe trovata nel Rione Ripa, nei pressi dell'attuale Chiesa di Santa Maria in Cosmedin.
Le notizie riguardanti questa chiesa arrivano in primis da un'epigrafe rinvenuta nel 1625 in una costruzione medievale in rovina della zona, in cui si parla dei doni fatti da un tale Tudaldus alla Chiesa dedicata al Martire Valentino e che la Chiesa di San Valentino era stata consacrata il 30 Novembre 989 sotto Papa Giovanni IX grazie al generoso contributo di Teubaldus stesso.
Tuttavia, sappiamo anche che un Abate chiamato anche lui Teubaldo - di cui non si sa altro - nel 1060 fece restaurare la Chiesa ed il Monastero di San Valentino sulla Via Flaminia. Un'altra epigrafe parla di una Chiesa di San Valentino ed è oggi visibile sotto il portico di Santa Maria in Cosmedin.
Dal momento che solo queste sono le notizie riguardo all'esistenza della Chiesa di San Valentino in Schola Graeca e che le analogie con la Chiesa di San Valentino sulla Via Flaminia sono molte, alcuni pensano che i documenti facciano esclusivamente riferimento a quest'ultima e la prima non sia mai esistita. In ogni caso, non ci sono testimonianze sufficienti per dare per certa nessuna nelle due possibilità.
In ogni caso, il lanciano nella sua mappa (si veda l'immagine) la colloca proprio vicino alla Chiesa di Santa Maria in Cosmedin, chiamandola "San Valentino de Bonumaximo".

Busti di Manuel Belgrano e Bartolomè Mitre



In Piazza dell'Esquilino, nella parte compresa nel Rione Castro Pretorio, sotto la sede dell'Ambasciata dell'Argentina, si possono notare due busti posti uno di fronte all'altro, che rappresentano i due patrioti argentini Manuel Belgrano e Bartolomé Mitre. Belgrano (Buenos Aires 1770-Buenos Aires 1820) fu generale e militare argentino e creò la bandiera del paese, mentre Mitre (Buenos Aires 1821-Buenos Aires 1906) fu presidente del paese dal 1862 al 1868.
I due busti vennero realizzati e qui posti nel 1933 dallo scultore Luigi Brizzolara su incarico della Federazione delle Società Italiane in Argentina e della Direzione Italiana all'Estero come segno della storica amicizia tra l'Italia e l'Argentina.
L'inaugurazione avvenne il 12 Ottobre 1933, alla presenza di Monsignor Bartolomasi e del presidente della Federazione delle Società Italiane in Argentina Arsenio Buffarini-Guidi.

Il busto di Manuel Belgrano

Murales della Splendida Madre della Resistenza


All'inizio di Via Ostiense, nel Quartiere Ostiense, su un muro è attaccata l'immagine di una donna in abiti da partigiana che allatta un bambino. Essa è definita "Splendida Madre della Resistenza", e vuole essere una personificazione della Resistenza italiana. Ai suoi due lati, le immagini di Argo Secondari e Guido Picelli, entrambi tra i più importanti esponenti degli Arditi del Popolo.

Via Caio Cestio


Via Caio Cestio è una strada del Rione Testaccio compresa tra Via Nicola Zabaglia e Via Marmorata. Essa costeggia il Cimitero Acattolico e per questa ragione, nel 1911, venne chiamata Via del Cimitero dei Protestanti. Nel 1912 il Consiglio Comunale decise di cambiarle nome in Via Caio Cestio, in onore septemviro dell'Antica Roma che è sepolto nella vicina Piramide Cestia.
Dalla strada si accede al Cimitero Acattolico, e costeggia anche ciò che rimane del vecchio Campo Testaccio, dove l'A.S. Roma giocò le proprie partite casalinghe tra il 1929 ed il 1940.

Via degli Argonauti


Via degli Argonauti è una strada del Quartiere Ostiense, compresa tra Via Ostiense e Largo Emma Strada. Originariamente questa strada corrispondeva al primo tratto di Via della Garbatella, ma con la costruzione terminata negli anni '20 della ferrovia Roma-Lido, essa ne venne di fatto separata. Nel 1928 il Governatorato di Roma decise dunque di dare a questo tratto di strada il nome di Via degli Argonauti, in linea con la toponomastica locale in cui sono ricordati viaggiatori e navigatori.
A partire dagli anni '90 in questa strada, come nella vicina Via Libetta, sono nati numerosi locali molto frequentati. Nello specifico, in Via degli Argonauti è presente il Rashomon Club.


Delibera sulla toponomastica dell'11 Maggio 1906

Nella delibera sulla toponomastica di Roma dell'11 Maggio 1906 (visibile qui) il Consiglio Comunale si riunisce con l'obiettivo principalmente di riordinare i nomi di numerose strade esistenti a Roma e la denominazione di alcune nuove vie.

Per prima cosa, vengono cambiati i nomi di alcune strade del "Quartiere adiacente a Via della Polveriera", dove erano avvenuti alcuni cambiamenti urbanistici in seguito all'apertura di Via Cavour. La toponomastica rimane legata alla storia della zona:
- La strada che costeggia la scuola Vittorino da Feltre ed il Convento delle Oblate prende il nome di Via delle Carine in memoria del nome della zona nell'Antica Roma.
- Il nuovo tratto di Via dei Serpenti verso il Colosseo prende il nome di Via degli Annibaldi (famiglia che qui aveva le proprie fortificazioni).
- La parallela di tale strada viene chiamata Via Vittorino da Feltre (dal nome della scuola che qui si trova).
- L'altra parallela viene chiamata Via Barnaba Tortolini (in onore di un matematico, dal momento che si trova nei pressi della Facoltà di Ingegneria). Tale strada oggi si chiama Via del Fagutale.
- La strada allo sbocco di Via degli Annibaldi viene chiamata Via Nicola Salvi (in onore di un architetto, trovandosi sempre vicino la Facoltà di Ingegneria).

Si prendono poi alcune decisioni riguardo la zona di Lungotevere dei Vallati, dove sono sorte nuove strade nel riordinare la zona.
Il Consiglio decide di considerare i tre nuovi tratti stradali quali prosecuzioni delle già esistenti Via delle Zoccolette, Via degli Strengari e Via del Melangolo.
A tale riguardo, è riportato nel verbale dell'esistenza di un ricorso firmato dall'Onorevole Pilade Mazza ed altri proprietari della zona che lamentano "il nome di oscure e luride contrade che presto dovranno scomparire" che contribuiscono al "deprezzamento della località", e chiedono di respingere tale decisione. Pur non andando nello specifico, possiamo pensare si tratti di una protesta verso il toponimo "Via delle Zoccolette".

Si danno poi i nomi alle nuove strade del Quartiere del Policlinico.
Ad un primo gruppo di strade si decide di dare i nomi di alcuni insigni uomini di scienza e medici:
- Via Giovanni Maria Lancisi (nome precedentemente assegnato ad un tratto di Via Properzio nel Rione Borgo)
- Via Giorgio Baglivi
- Via Andrea Cesalpino
- Via Giambattista Morgagni
- Via Francesco Redi
- Via Lazzaro Spallanzani
Ad un secondo gruppo di strade della zona, dalle quali è possibile scorgere in lontananza i Colli Albani, si decide di attribuire i nomi delle località dei Castelli Romani:
- Piazza Laziale (attuale Piazza Galeno)
- Via Frascati
- Via Marino
- Via Albano
- Via Rocca Priora
- Via Nemi
- Via Monteporzio
- Via Castel Gandolfo
- Via Genzano
- Via Monte Compatri
- Via Ariccia
- Via Rocca di Papa
- Via Grottaferrata
Tale gruppo di strade ha successivamente preso i nomi di medici e quelle dedicate ai Castelli Romani sono oggi al Tuscolano.

Si prendono decisioni per riordinare i numerosi tratti di strada chiamati "Paganica" nel Rione Sant'Angelo:
- Un tratto di Vicolo Paganica diventa Vicolo di Sant'Elena
- Un altro tratto di Vicolo Paganica diventa Vicolo dei Falegnami
- Un tratto di Via Paganica diventa Vicolo Paganica

Si decide poi di risistemare la zona di Via del Muro Nuovo, dando ad un tratto di questa strada il nome di Via della Gensola e cambiando il nome alla limitrofa Piazza delle Gensole in Piazza della Gensola.

Dal momento poi che si rileva l'esistenza di due Vicolo degli Spagnoli (uno in Campo Marzio ed un altro fuori Porta Portese), il primo cambia nome in Via degli Spagnoli.

Ha poi inizio il dibattito tra i Consiglieri:

Il Consigliere Facelli si associa alla richiesta di alcuni residenti di dare un nome univoco a ciascun nuovo rettifilo stradale per evitare che una sola proprietà insista su due diverse strade. Invita inoltre a dedicare una strada a Ruggero Bonghi e ricorda l'impegno preso a suo tempo di dedicare una strada allo scultore Pietro Tenerani.

Il Consigliere Acciaresi invita invece a ricordare nelle strade dedicate ai medici anche Eustachio e Bacci.

Il Consigliere Tranzi non si dice d'accordo col dedicare le strade della zona di Villa Patrizi alle località dei Castelli Romani, invitando a dedicarle agli artisti, dal momento che in questa zona alloggiarono numerosi artisti.

Il Consigliere Galli si unisce a questa richiesta di Tranzi.

Il Consigliere Carpegna dichiara di non essere favorevole con il cambiare antichi nomi di strade già esistenti, e si chiede se sia stato così necessario cambiare il nome a Vicolo Paganica.

Il Consigliere Iacovacci si dice in linea di massima d'accordo con il Carpegna, ma ritiene che alcuni cambiamenti siano necessari per alcune anomalie venutesi a creare per via dei cambiamenti urbanistici. Secondo il Consigliere, il caso di Vicolo Paganica è tra questi. Si dice poi d'accordo sulla proposta del Tranzi sul quartiere di Villa Patrizi, ma ritiene debba occuparsene la Commissione che dovrebbe poi sottoporre la proposta al Consiglio.

Il Consigliere Ferrari si dice d'accordo con la proposta del Tranzi per il quartiere di Villa Patrizi, e propone tra i nomi da ricordare anche quello dello scultore Pietro Tenerani.

Il Consigliere Trompeo si dice d'accordo con la proposta del Carpegna di non modificare i nomi di strade esistenti, onde evitare gravi inconvenienti. Una curiosità: il figlio del Consigliere Trompeo, lo scrittore Pietro Paolo Trompeo, ha vissuto "per cinquant'anni" in una casa in Piazza Paganica (oggi parte di Piazza dell'Enciclopedia Italiana), proprio nel gruppo di strade investito da uno dei cambiamenti criticati dal Carpegna. Una targa, infatti, ricorda il Trompeo su un edificio di tale piazza.

Il Consigliere Tommasini, che è un Consigliere Comunale membro anche della Commissione di Statistica, assicura il Trompeo ed il Carpegna che "la Commissione non è affatto partigiana dei cambiamenti dei nomi delle strade".

Il Presidente decide di prendere in esame la proposta dei consiglieri Tranzi, Galli e Ferrari riguardo la denominazione delle strade del quartiere dei Villini, e decide di togliere dalla proposta in votazione la parte relativa alla denominazione di tali strade con i comuni dei Castelli Romani.

Santa Margherita ad Busta Gallica


Santa Margherita ad Busta Gallica era una Chiesa che si trovava lungo l'attuale via del Colosseo, grossomodo dove oggi fa angolo con Via delle Carine, nel Rione Monti. Di questa Chiesa si sa molto poco. Viene citata in un catalogo dell'epoca di Papa San Pio V Ghislieri (1566-1572), dove viene definita come un Oratorio "ruinato". Successivamente a questa data non se ne hanno ulteriori notizie.
Il Huelsen la cita tra le Chiese di Roma Medievale, dicendo però di non essere in grado di localizzarla con precisione.
Lo Spezi, invece, sostiene che si tratti della Chiesa di Santa Maria ad Busta Gallica o de Portogallo, ovvero la Chiesa che sorgeva dove oggi è Santa Maria della Neve, a pochi metri da Santa Margherita ad Busta Gallica.
In ogni caso, il curioso toponimo "ad Busta Gallica" è molto antico, e risale al 390 avanti Cristo. In quell'anno, il Console Camillo, decise di cremare in quest'area alle pendici dell'Esquilino i corpi dei Galli morti. Dal momento che bustum in latino significa crematorio (si veda il termine italiano combustione), "ad Busta Gallica" indica dunque il luogo dove i corpi dei Galli vennero cremati.

Santa Maria in Carinis


Santa Maria in Carinis era una Cappella oggi non più esistente situata nel Rione Monti, grossomodo nei pressi dell'incrocio tra Via del Colosseo e l'attuale Via Frangipane (come confermato dalla ricostruzione dell'archeologo Rodolfo Lanciani nella sua celebre mappa). Di questa cappella si hanno notizie a partire dal XII Secolo e deve il proprio appellativo "in Carinis" al fatto che si trovava nella zona detta a partire dall'Antica Roma "delle Carine", per via di due grandi massi che qui si trovavano ed avevano forme simili a quelle di carene delle navi.


A testimonianza di questa cappella rimane anche un acquerello ottocentesco di Achille Pinelli, che la mostra priva di facciata inglobata in un monastero, riconoscibile da un'iscrizione "Santa Maria in Carinis" posta sopra una semplice porta.
In via del Colosseo, l'edificio raffigurato nell'acquerello del Pinelli è ancora facilmente riconoscibile, ma non sono noti dettagli su quando abbia cessato di essere una Cappella.


Delibera sulla toponomastica di Roma del 14 Gennaio 1901

Nella delibera sulla toponomastica di Roma del 14 Gennaio 1901 (visibile qui), il Consiglio Comunale si riunisce con il compito di deliberare riguardo i nomi di alcune nuove strade della città.

Vengono dati ad alcune strade dell'area del Rione Castro Pretorio i seguenti nomi:
Via Mentana
Via Sommacampagna
Via Villafranca
Via Sapri
I nomi delle strade sono coerenti con quelli già presenti nella zona e facenti riferimento a luoghi in cui si sono svolte battaglie ed episodi importanti nell'ambito delle guerre che hanno portato all'Unità d'Italia.

Ad alcune nuove strade dell'area del Rione Esquilino si danno i seguenti nomi, coerentemente con il vicino gruppo di strade dedicato ad importanti personalità della letteratura italiana:
Via Mecenate (in questo caso la strada fa riferimento non solo alla figura di Mecenate, ma anche agli Horti di Mecenate sulle cui vestigia la strada si trova)
Via Leonardo da Vinci (oggi Via Poliziano)
Via Guicciardini
Via Carlo Botta
Via Ludovico Muratori
Via Pietro Verri
Via Aleardi
Via Berni

Ad una nuova strada della zona dell'Esquilino in cui si ricordano fatti legati alla Casa Savoia:
Via Pietro Micca

Ad alcune strade della zona dell'Esquilino in cui si ricordano militari protagonisti delle Guerre d'Indipendenza:
Via Giacomo Durando (non più esistente in quest'area)
Via Enrico Cialdini

Ad un'altra strada sempre del Rione Esquilino:
Via San Quintino (per ricordare la battaglia del 1557 in cui gli spagnoli vinsero sui francesi ed in cui combatté Emanuele Filiberto di Savoia)

Ad una nuova strada nell'area del Rione Castro Pretorio:
Via Antonio Rosmini

A due nuove strade del Rione Monti:
Via Domenicano (in memoria del fatto che qui vicino abitò il famoso pittore, come una targa ricorda)
Via Equizia (perché vicina alla Chiesa di San Martino ai Monti, sorta nei pressi delle case della famiglia Romana degli Equizi)

Ad una strada nei pressi del Ministero delle Finanze:
Via Silvio Spaventa (nel verbale è scritto che tale strada era già nota non ufficialmente con questo nome e vi era anche un cartello di legno che la indicava così)

Ad una strada presso Porta Salaria:
Via Augusto Valenziani (in memoria di uno dei militari morti il 20 Settembre 1870 nella vicina Porta Pia)

Ad una strada della parte del Quartiere Tiburtino nota come San Lorenzo ed in cui sono ricordati i popoli dell'Italia antica:
Via dei Rutoli

Ad una strada venutasi a formare nel Rione Regola con la costruzione dei lungotevere:
Via del Conservatorio (perché vicina al Conservatorio delle Zoccolette)

Ad una nuova strada del Rione Prati nell'area in cui sono ricordati i romani illustri distintisi nel campo delle arti:
Via Benedetto Pistrucci

Ad una nuova strada del Rione Prati nell'area in cui sono ricordati i letterati dell'Antica Roma:
Via Catullo

Alle strade del nuovo quartiere nei pressi di Santa Croce in Gerusalemme, si decide di assegnare i nomi di personalità legate in qualche modo alla Casa Savoia:
Via Umberto Biancamano
Via Conte Rosso
Via Andrea Provana
Via Federico Sclopis
Via Giuseppe Siccardi
Via Federico Menabrea

Per le strade del nuovo quartiere oltre la Barriera Trionfale, il comune decide di assegnare i nomi di importanti battaglie navali in linea con alcune strade limitrofe:
Via Candia
Via Ostia
Via Tolemaide
Via Santamaura
Via Tunisi
Via La Goletta

Per quanto riguarda le strade limitrofe a queste ultime, nella stessa area, si decide di dare i nomi di ammiragli e capitani marittimi:
Via Andrea Doria
Via Mocenigo
Via Sebastiano Veniero

Si decide poi di cambiare il nome al Vicolo del Micio nel Rione Ponte in Vicolo Domizio, perché questo era il suo nome originario, e di dare ad un tratto di Via Labicana rimasto separato da quello principale per la costruzione di Viale Manzoni il nome di Via Statilia perché qui erano stati trovati nel 1871 i sepolcri della famiglia degli Statilii.

Si decide inoltre di cambiare i nomi di Via Clementi e Via Cavallini nel Rione Prati in Via Muzio Clementi e Via Pietro Cavallini.

Successivamente inizia il dibattito tra i Consiglieri Comunali, che pongono dunque diverse questioni:
Il Consigliere Torlonia parla dell'opportunità di dedicare una strada a Romolo e ricorda come il Consiglio si era in precedenza impegnato a dedicare il tratto di Lungotevere dove sorgeva un tempo il Teatro Apollo a Giuseppe Verdi.
Il presidente Colonna risponde a Torlonia che Romolo è ricordato a suo avviso dal nome stesso di Roma.
Il Consigliere Tomassetti risponde a Torlonia dicendo che la commissione di Statistica non ha ancora individuato una piazza degna ad essere dedicata a Romolo, ma dice che verrà fatto alla prima occasione possibile. E con l'occasione propone la Piazza dell'Esedra di Termini quando i lavori di sistemazione si saranno conclusi.
Il Consigliere Giordano-Apostoli pone invece un'altra questione, al tempo molto sentita: quello delle strade omonime in diverse aree della città, come Via Cavour e Piazza Cavour e Corso Vittorio e Piazza Vittorio. Invita perciò a non ripetere questo fatto per la scelta di nomi di strade in futuro.
Un'altra questione pratica è sollevata dal Consigliere Ferrari, che invita ad evitare di dare più nomi ad un unico rettifilo stradale. Nello specifico fa l'esempio di Via Flavia, Via Collina e Via Aureliana.
Inoltre, il Consigliere invita a dedicare una via o piazza di Trastevere a Giuditta Tavani Arquati.
Il Consigliere Zuccari sostiene quest'ultima proposta del Ferrari ed invita anche i consiglieri di idee diverse a sostenere tale proposta dal momento che si tratta di dare un attestato di stima a - parole sue - "una donna che viene uccisa per una grande idea".
Il Consigliere Coltellacci nota invece come la Commissione non abbia tenuto conto dei nomi stabiliti in precedenza.
A tale riguardo il presidente Colonna risponde che il cambiamento di denominazioni stradali deve essere un lavoro ordinato.
Il Consigliere Nathan elogia il lavoro della Commissione nel ricordare grandi uomini la cui memoria si era affievolita, ma invita a ricordare personalità di tutte le epoche passate.
Il Consigliere Civalleri invita a dedicare una strada al Generale Enrico Cosenz.
Il Consigliere Monaci dice di non avere nulla da osservare sui nuovi nomi, ma invita ad evitare di cambiare i nomi di strade già esistenti.

Un quartiere dedicato ai poeti romaneschi a Trastevere?


Trastevere è considerato uno dei rioni di Roma che più di tutti conserva nella propria tradizione una cultura della romanità, anche per essere stato raccontato ed aver dato i natali a numerosi poeti romaneschi ed interpreti della romanità in generale, da Checco Durante ad Alberto Sordi, come le rispettive targhe ricordano.
Forse anche per questo c'è stato un momento in cui il Comune di Roma pensò che questa zona potesse avere un gruppo di strade dedicate ai poeti romaneschi. Ma andiamo per gradi.
Nel 1936, in una serie di lavori relativi all'isolato lungo il Viale del Re (oggi Viale Trastevere) dove erano stati trovati i resti dell'Excubitorium, risultarono alcune nuove strade: una di questa venne dedicata al poeta romanesco Giggi Zanazzo.
Due anni dopo, oltretutto, sempre nello stesso Rione, il Governatorato decise di dedicare al grande poeta romanesco Giuseppe Gioachino Belli una parte della Piazza Sidney Sonnino, dove era presente un suo monumento realizzato nel 1913. Se teniamo conto che il Belli non visse mai a Trastevere (è ricordato da due targa, una in Corso Vittorio e l'altra in Via dei Redentoristi), anche questo denotò il rapporto tra il Rione ed una tradizione di romanità. Questa piazza, pur mostrando questa idea, ancora però non è legata al tema di questo articolo.
Nel 1940, invece, il Governatorato di Roma decide di riservare per una futura strada del Rione Trastevere il nome di "Via Cesare Pascarella", ricordando così anche un altro importante interprete della poesia romanesca nello stesso territorio. Nel 1953, tuttavia, il nome di questa strada sarà assegnato ad una strada del Quartiere Gianicolense, in ogni caso non distante dal Rione Trastevere e traversa di Viale Trastevere.
Nel 1952, inoltre, il Consiglio Comunale decise di dedicare una piazza al poeta Trilussa, da poco defunto, ed optò per Piazza di Ponte Sisto a Trastevere. Per quanto tale piazza non tocchi il potenziale quartiere dedicato ai poeti romaneschi di cui a breve parleremo, ciò ci fa come le istituzioni in quell'epoca promuovessero anche attraverso la toponomastica il rapporto tra Trastevere e la cultura romanesca.
Nel 1960 il Consiglio Comunale decide di ricordare i poeti romaneschi Giulio Cesare Santini ed Augusto Jandolo dedicandogli due strade. La scelta ricadde in due tratti della già esistente Via dei Genovesi, proprio vicino alla confluenza con la già esistente Via Giggi Zanazzo. Così il tratto di Via dei Genovesi tra Piazza Sidney Sonnino e Via della Luce diventa Via Giulio Cesare Santini, ed il tratto tra Via della Luce e Via Anicia diventa Via Augusto Jandolo. In pochi metri, tre strade andarono a ricordare Giggi Zanazzo, Giulio Cesare Santini ed Augusto Jandolo. Tanto più in un Rione che vede tra le "Porte d'accesso" per chi proviene dall'altra sponda del Tevere due piazze dedicate al Belli ed a Trilussa.
Probabilmente, non fu casuale la scelta del Consiglio di ricordare i due poeti in due strade vicine ed a loro volta adiacenti alla strada dedicata a Zanazzo. Non è da escludere che i consiglieri avessero immaginato, nel tempo, di dedicare altre strade ad altri poeti e custodi della cultura romanesca nella zona. Come fatto per Via dei Genovesi, nell'area esistono altre strade abbastanza lunghe da vedere un solo tratto di esse cambiare nome, tutelando così il toponimo originale. Le strade vicine sarebbero forse potute essere nel mirino per vedere una parte di esse sacrificata in favore di un poeta romanesco.
Tuttavia, questo possibile progetto fu interrotto nello stesso 1960, quando la Sovrintendenza intervenne, tutelando Via dei Genovesi: Via Giulio Cesare Santini venne conservata così come fu istituita, mentre Via Augusto Jandolo fu letteralmente spostata, divenendo quello che un tempo era un tratto del Vicolo di Santa Maria in Cappella e Via dei Genovesi vide quel tratto restituito.
In altri termini, così facendo la Soprintendenza dette un forte indirizzo verso la tutela dei toponimi storici e divise la strada dedicata a Jandolo (pur mantenendola a Trastevere) da quelle di Santini e Zanazzo.
In questo modo un possibile quartiere dei poeti romaneschi a Trastevere decadde, posto che questo progetto esistesse realmente. Non possiamo sapere se realmente vi fosse una simile volontà, ma anche se non ci fosse stata, tre poeti ricordati in tre vie limitrofe avrebbero sicuramente dato un importante indirizzo ai successivi Consigli Comunali su un possibile luogo per ricordare i poeti romaneschi.
La sacrosanta tutela dei toponimi storici (quella che non fu fatta in molte altre situazioni dell'Italia postunitaria) ha prevenuto altri cambi di nome - anche parziali - nell'area, e la linea applicata col passare degli anni da parte del Comune di non alterare i nomi delle strade in cui vi sono numeri civici e residenti hanno fatto il resto.

Via Giulio Cesare Santini


Via Giulio Cesare Santini è una strada del Rione Trastevere compresa tra Piazza Sidney Sonnino e Via della Luce.
Questa strada era originariamente un tratto di Via dei Genovesi, finché nel 1960 il Comune di Roma non decise di intitolare due strade di Trastevere ai poeti romaneschi Giulio Cesare Santini ed Augusto Jandolo, scegliendo due tratti di Via dei Genovesi.


Al Santini toccò quello compreso tra Piazza Sidney Sonnino e Via della Luce, mentre a Jandolo quello tra Via della Luce e Via Anicia. 
Lo stesso anno, tuttavia, la Sovrintendenza invitò il Consiglio Comunale a restituire a Via dei Genovesi il tratto che era stato dedicato a Jandolo, e Via Jandolo fu così trasferita in un tratto di Vicolo di Santa Maria in Cappella, rimanendo comunque nella zona. Non venne invece spostata Via Santini. A Giulio Cesare Santini è dedicata anche una targa in Piazza di San Salvatore in Lauro, nel Rione Ponte.


Le due strade erano state individuate per la loro vicinanza alla già esistente Via Giggi Zanazzo, e l'intento era con tutta probabilità quello di creare un gruppo toponomastico dedicato ai poeti e letterati romenschi nel cuore di Trastevere.

Un negozio di vernici in Via Santini

Excubitorium



L'Excubitorium è un edificio risalente all'Età Imperiale situato nel Rione Trastevere, all'angolo tra Via della VII Coorte e Via di Monte Fiore
Excubitorium è un termine latino che significa "corpo di guardia", e nello specifico era la caserma dove avevano sede i Vigiles. Questo corpo aveva la funzione di spegnere gli incendi, sorvegliare magazzini e portici e provvedere all'illuminazione delle strade. Esso era diviso in sette coorti, ciascuna delle quali aveva sede in una caserma.
Nell'Excubitorium di Trastevere aveva sede la VII Coorte, che aveva competenze sulle Regiones di Trastevere e del Circo Flaminio. Probabilmente non si trattava della caserma principale, ma di un corpo di guardia relativo a tale raggruppamento.

Porta d'ingresso alle rovine dell'Excubitorium, con lo stemma di Pio IX, in Via della VII Coorte

L'Excubitorium risale al II Secolo dopo Cristo, quando venne realizzato su un edificio privato preesistente. Esso vede il suo pavimento in una collocazione attualmente a 8 metri sotto il piano stradale moderno. L'edificio aveva un tempo il pavimento decorato a mosaici, perduti nella II Guerra Mondiale, ed al centro una fontana esagonale, ancora oggi esistente.


I resti dell'edificio vennero scoperti durante alcuni lavori tra il 1865 ed il 1866, in un giardino di Piazza Monte Fiore. 
L'elemento di spicco è l'edicola, con paraste corinzie, in laterizio, che custodiva il Genius Excubitori, con il sottarco decorato da affreschi.
Lo scavo divenne visibile solo in seguito ai lavori conclusisi negli anni Trenta del XX Secolo nei due isolati contigui lungo il Viale del Re, oggi Viale Trastevere, mentre la copertura venne realizzata soltanto nel 1966.

Targa all'ingresso dell'Excubitorium

Via Giggi Zanazzo


Via Giggi Zanazzo è una strada del Rione Trastevere, compresa tra Via Giulio Cesare Santini e Via della VII Coorte
Essa nacque nel 1936, in seguito ai lavori che portarono alla costruzione di nuovi edifici lungo il Viale del Re (oggi Viale Trastevere), e si decise di dedicarla al poeta romanesco Giggi Zanazzo (Roma 1860 - Roma 1911), cui è dedicato anche un monumento in Via dei Delfini, nel Rione Sant'Angelo.


Negli anni Cinquanta questa strada fu presa come toponimo di riferimento per dedicare ai poeti romaneschi Giulio Cesare Santini ed Augusto Jandolo due strade limitrofe. Sarebbe potuto essere l'inizio di una zona di Trastevere con strade dedicate a poeti romaneschi, ma lo spostamento di Via Augusto Jandolo interruppe un possibile seguito al progetto.
In Via Giggi Zanazzo è presente Il Puff, un celebre locale romano noto anche grazie ai concerti qui tenuti dal cantante romanesco Lando Fiorini, ed anche il Teatro La Comunità.

Via della VII Coorte


Via della VII Coorte è una strada del Rione Trastevere compresa tra Piazza Sidney Sonnino e Via di Monte Fiore


Essa venne realizzata nel 1939 nell'ambito dei lavori che hanno portato alla costruzione di alcuni edifici lungo il Viale del Re (oggi Viale Trastevere), e le fu dato il nome che ha per via della presenza lungo la strada dei ruderi dell'Excubitorium, ovvero la caserma cui faceva riferimento la VII Coorte dei Vigili dell'Antica Roma che aveva come zona di competenza Trastevere ed il Circo Flaminio.

Vicolo dell'Abate Luigi


Vicolo dell'Abate Luigi è una strada non più esistente che si trovava nel Rione Sant'Eustachio. Essa da Via Monte della Farina raggiungeva Via della Valle, costeggiando il Palazzo Vidoni. La strada doveva il proprio nome all'antica statua di un personaggio togato non meglio identificato che i Romani iniziarono a chiamare Abate Luigi e che divenne una delle statue parlanti.
A partire dal 1882 la strada venne smantellata per i lavori che portarono alla realizzazione di Corso Vittorio Emanuele II ed al rifacimento di Piazza Sant'Andrea della Valle.
La statua dell'Abate Luigi, diversamente dal Vicolo, esiste ancora in Piazza Vidoni.


Piazza del Drago


Piazza del Drago si trova nel Rione Trastevere, compresa tra Via della Lungaretta e Via di Monte Fiore. 
La piazza deve probabilmente il nome ad un'osteria che qui aveva la propria sede. Alcuni sostengono potesse prendere il nome dalla famiglia viterbese dei Del Drago, che a Roma fu sicuramente presente con l'aromataro pontificio Battista Del Drago, che dette nome ad un Vicolo del Drago nel Rione Ponte, oggi chiamato Vicolo del Curato.


L'Osteria del Drago è esistita fino al 1852.
La piazza tra la fine del XIX Secolo e gli anni Quaranta ha visto cambiare il proprio aspetto per l'apertura del Viale del Re, oggi Viale Trastevere, che ha portato alla costruzione di un palazzo più moderno.

Via della Gensola


Via della Gensola è una strada del Rione Trastevere compresa tra Piazza della Gensola, Lungotevere degli Anguillara e Vicolo della Luce. Questa strada, così come è adesso, nasce nel 1906 in seguito alla risistemazione toponomastica di una zona a ridosso del Tevere sconvolta dalla costruzione dei lungotevere, nello specifico dal Lungotevere dell'Anguillara. Questa strada ricalca in gran parte la vecchia Strada delle Due Mole. Nel 1906 essa era parte della scomparsa Via del Muro Nuovo, ma essendone divenuta una parte completamente distinta, si decise di chiamarla Via della Gensola, come la vicina piazza, che deve questo nome alle piante di giuggiole (in romanesco gensole) che un tempo vi si trovavano.
Nella strada, all'angolo con Piazza della Gensola, è ancora esistente la Trattoria la Gensola, erede dell'omonima osteria di cui si ha testimonianza fin dal XV Secolo. Nella strada era esistente la libreria Armando, dell'omonima casa editrice.


Piazza della Gensola


Piazza della Gensola si trova nel Rione Trastevere, compresa tra Lungotevere degli Anguillara e Piazza in Piscinula. 
Il nome "gensola" in romano significa "giuggiole", ed è probabile che qui si trovassero alberi di questo tipo. 

Piazza delle Gensole nella mappa del Nolli (numero 1102)

Per secoli la piazza si chiamò Piazza delle Gensole, al plurale, ma nel 1906 il Comune di Roma decise di cambiare il nome in "Gensola", ritenuto quello originario.
Nel 1482 venne aperta l'Osteria della Gensola (ancora oggi esistente), che però non ha dato nome alla piazza che, stando ai documenti, aveva già in precedenza questo nome. Questa taverna in ogni caso ha avuto un momento di grande importanza a partire dal XVIII Secolo, quando era particolarmente frequentata dagli artisti danesi, uno dei quali la raffigurò in un dipinto oggi conservato al Museo di Copenhagen.


L'aspetto di questa piazza è fortemente mutato tra la fine del XIX Secolo e l'inizio del XX con la costruzione dei Lungotevere. Prima era quasi affacciata sul fiume, in una zona ricca di mole. Qui in particolare ne era presente una molto grande di proprietà della famiglia Mattei. Per questa ragione era anche detta Piazza della Molara. Questo nome, col tempo, venne attribuito ad un'altra piazza, distante pochi metri da quella della Gensola, più vicina al Tevere ed alle sue mole.


In Piazza della Gensola, in direzione del Tevere, sorse a partire dal 1744 la Chiesa di Sant'Eligio dei Sellai, opera dell'architetto Carlo De Dominicis, che venne poi distrutta per lasciare spazio ai lungotevere.

Via di Sant'Angelo in Pescheria


Via di Sant'Angelo in Pescheria è una strada situata nel Rione Sant'Angelo, compresa tra Piazza Lovatelli e Via del Portico d'Ottavia. Essa deve il nome alla Chiesa di Sant'Angelo in Pescheria, che la strada costeggia e su cui vi si affaccia l'ingresso laterale. Essa deve a sua volta il proprio nome dal fatto che in ciò che rimaneva del Portico d'Ottavia a partire dal Medioevo si tenne il mercato del pesce, detto Forum Piscium o Foro Piscario.
I resti del Portico d'Ottavia sono ben visibili da Via di Sant'Angelo in Pescheria, che si immette in Via del Portico d'Ottavia passando attraverso un suggestivo archetto ricavato nei ruderi dell'antico portico.

Perché Roma si chiama così


È dal 753 avanti Cristo che Roma ha questo nome, e forse per questo la parola e la città si sono legate a tal punto che le persone non si chiedono facilmente perché ha assunto questa denominazione. Ma perché Roma si chiama così?

Come noto, il fondatore leggendario di Roma è Romolo, primo Re di questa città: il suo nome è sicuramente strettamente legato a quello di Roma, come tipico di quel periodo storico: si pensi ad esempio all'Italia, che deve il proprio nome al leggendario Re Italo degli Enotri. Ma ciò ancora non spiega la radice del nome Roma (ed anche, quindi, del nome Romolo).

Ma allora, perché Roma si chiama così? Secondo Servio Mario Onorato, grammatico latino vissuto tra il IV ed il V Secolo dopo Cristo, Roma o Rumon era l'antico nome del Tevere, dalla radice greca "ruo", ovvero scorrere.

Secondo il greco Plutarco, invece, il nome va trovato nel popolo preellenico dei Pelasgi che, sbarcati sulle coste laziali, hanno dato a questa terra il nome di "Rhome", "armi", per ricordare la loro presenza armata.  Altre interpretazioni di Plutarco parlano di una donna di nome Rhome arrivata nel Lazio da Troia insieme ad Enea ed una terza parla di Roma, figlia di Re Italo, andata in sposa ad Enea. Va detto che gli autori greci tendevano ad enfatizzare un ruolo della loro terra nella fondazione di Roma.

Un'altra ipotesi presa particolarmente in considerazione che spiega perché Roma si chiama così è la radice etrusca Ruma, che significa mammella ma anche altura nel terreno. Questo nome richiama sia i l Colle Palatino, dove fu fondato il primo nucleo di Roma, ed anche le mammelle della lupa con cui i gemelli Romolo e Remo vennero allattati.

Bassorilievo delle Tre Teste


Il bassorilievo delle Tre Teste si trova lungo la Via Prenestina, nella parte compresa nella Zona Tor Sapienza, al lato della Chiesa di Sant'Anna e sotto la torre nota come Tor Tre Teste, proprio per via di questo bassorilievo.
Dal bassorilievo e dalla torre prende il nome l'intera zona di Tor Tre Teste.
Questo bassorilievo con tutta probabilità proviene da un sarcofago o comunque da qualche opera funebre romana. Non c'è dato sapere chi rappresentino le tre teste, che potrebbero essere comunque defunti o persone legate al defunto nel sarcofago.

Cosa vuol dire SPQR?



Andando a Roma si legge molto spesso, compare in numerosi monumenti soprattutto dell'Antica Roma, ma cosa vuol dire SPQR? Questa sigla è fondamentale per la storia della Città Eterna e la sua diffusione è arrivata in tutto il mondo e, dal tempo degli antichi, fino ai giorni nostri, al punto che oggi compare nel simbolo del Comune di Roma.

Ma di preciso cosa vuol dire SPQR? Questa sigla vede le proprie origini ai tempi della Repubblica Romana, quando le due principali figure del potere erano il Senato - ovvero i patrizi - ed il Popolo - ovvero i plebei.

La sigla SPQR racchiude al proprio interno entrambe queste figure, dal momento che essa significa Senatus PopulusQue Romanus, ovvero "il Senato ed il Popolo Romano". Fin dai tempi della Repubblica, questa sigla è comparsa negli stemmi ufficiali di Roma, volendovi racchiudere, attraverso il Senato ed il Popolo, l'intera cittadinanza dell'Urbe.

La dedica del Senato e del Popolo Romano nell'Arco di Tito
 

In realtà, se volete sapere cosa vuol dire SPQR, è bene dire che esistono anche versioni alternative sul significato di questa sigla, che però non ne alterano la funzione di simbolo dell'intera cittadinanza. Secondo il vocabolario latino-italiano Castiglioni-Mariotti, la sigla starebbe per "Senatus Populusque Quiritium Romanum", ovvero "Il Senato ed il Popolo Romano dei Quiriti". I Quiriti erano i cittadini romani che godevano a pieno dei diritti della cittadinanza romana.

Seppur la sigla sia nata in Età Repubblicana e faccia esplicito riferimento ad istituzioni di quell'epoca, essa è rimasta un simbolo cittadino anche durante l'Età Imperiale e persino dopo la caduta dell'Impero Romano.




Per tutti i secoli successivi SPQR è rimasto un acronimo fondamentale nei simboli di Roma, comparendo praticamente sempre negli emblemi ufficiali o comunque più diffusi. Dal 1927 esso compare anche nello stemma ufficiale del Comune di Roma ancora oggi adottato.


La vasta diffusione dell'acronimo SPQR e la sua importante storia ha portato a renderlo anche parte della cultura popolare. Per questa ragione è stato talvolta riutilizzato sotto altre forme, per ragioni satiriche, creative o di altro tipo. Giuseppe Gioachino Belli, in un sonetto dal titolo appunto di SPQR, lo usa con il significato di "Soli Preti Qui Regneno".
Diverso il significato usato invece nel fumetto francese Asterix, in cui come noto viene rivisitata la guerra gallica di Cesare dal punto di vista dei galli Asterix ed Obelix (con risultati un po' diversi da come è andata realmente...), ed in questo caso il celebre acronimo è utilizzato per dire "Sono Pazzi Questi Romani".

Per la stessa ragione, molte città hanno mutuato da Roma l'acronimo SPQR: se ne contano a decine in tutta Italia, tra cui SPQA di Albano Laziale, SPQP di Palermo, SPK di Cagliari (usata solo in alcuni affreschi nel Palazzo Regio della città) ed SPQS di Siena.








Sant'Anna a Tor Tre Teste


Sant'Anna a Tor Tre Teste è una Chiesa situata in Via Prenestina, nella parte compresa nella Zona Tor Sapienza. Essa venne costruita nel XV Secolo per volontà del Capitolo della Basilica di San Giovanni in Laterano, proprio sotto la torre nota come Tor Tre Teste, per via del bassorilievo raffigurante tre figure umane posto sul muro proprio di fianco alla Chiesa.
Si trattava di una Chiesa piuttosto semplice, anche in seguito al restauro avvenuto nel XVII Secolo. La Chiesa rimase consacrata fino al 1948. Una relazione del 1950 fatta al Vicariato parla di come questa Chiesa fosse il punto di riferimento per le circa 130 famiglie, principalmente operaie, che vivevano nell'area, all'epoca ancora quasi per nulla urbanizzata.

S.P.Q.R. Tv

S.P.Q.R. Tv è stata un'emittente tv locale di Roma attiva per alcuni anni a partire dal 1976. I suoi primi studi avevano sede in Via Plotino, nella parte del Quartiere Trionfale nota come Balduina. L'acronimo S.P.Q.R. rappresentava un doppio senso, perché oltre a Senatus Popolusque Romanus significava anche Società Produzioni Quotidiane Radiotelevisive.
A fondare l'emittente fu il giovane avvocato Francesco Napoletano, che già aveva fondato Tele Latina. Su questo canale fecero il proprio esordio televisivo, tra gli altri, Milly Carlucci e Fabrizio Maffei.

Delibera sulla toponomastica di Roma del 17 Marzo 1884

Nella delibera sulla toponomastica di Roma del 17 Marzo 1884 (visibile qui), il Consiglio Comunale si riunisce con l'obiettivo di celebrare a dovere Quintino Sella, morto il 14 Marzo precedente.
Dopo una serie di interventi in cui si ricorda e si celebra il grande Ministro delle Finanze, il Consiglio Comunale delibera le seguenti cose:

1 - Che la strada del Quartiere Spithover (oggi parte del Rione Sallustiano) di fronte al Ministero delle Finanze venga denominata Via Quintino Sella.
2 - Che si ponga una targa commemorativa che ricordi Quintino Sella presso la casa in cui visse in Via Nazionale.
3 - Che si collochi nella Sala degli Arazzi al Campidoglio un busto di Quintino Sella.
4 - Che una delegazione del Consiglio Comunale di Roma si rechi a Biella per i funerali di Sella.
5 - Che tale delegazione porti una corona di fiori a nome del Consiglio Comunale.
6 - Che la spesa per tali celebrazioni sia presa dalla voce del bilancio dedicata alle spese impreviste.

Questa delibera, come vediamo, non è strettamente legata alla toponomastica di Roma, quanto alla celebrazione in generale di una figura, in questo caso Quintino Sella. In quest'ambito viene presa anche una decisione in materia di toponomastica, ovvero la dedica di una strada allo storico Ministro.

Fontana delle Tiare


La Fontana delle Tiare si trova in Largo del Colonnato, nel Rione Borgo. Essa è opera dello scultore Pietro Lombardi, autore negli anni '20 di diverse fontanelle rionali, nelle quali ha cercato di raffigurare l'identità dei diversi territori.
La Fontana delle Tiare è stata realizzata nel 1927 con l'obiettivo di raffigurare il Rione Borgo e la Città del Vaticano.
Tre Tiare Papali sono il principale elemento di questa fontana, tanto da darle il nome. Sotto di esse sono presenti le Chiavi simbolo di San Pietro ed alcune cannelle gettano acqua in tre conche a forma di conchiglia.

Via Unione Sovietica


Via Unione Sovietica è una strada situata nel Quartiere Parioli, nella parte nota come Villaggio Olimpico, compresa tra Viale XVII Olimpiade e Via Nedo Nadi. La strada si trova nell'area costruita per ospitare, durante le Olimpiadi del 1960, il Villaggio Olimpico e che, dopo i Giochi, divenne a tutti gli effetti un quartiere di Roma. Lungo la strada, all'angolo con Viale XVII Olimpiade, è stata collocata alla fine degli anni '50 la statua di Amleto Cataldi raffigurante la lotta.
Nel 1960 le strade di quest'area furono dedicate principalmente a nazioni che presero parte alle Olimpiadi, e questa divenne Via Unione Sovietica. Riguardo la dedica, nel verbale di tale deliberazione si nota come inizialmente si stesse pensando di chiamare la strada "Via Russia", ma con un asterisco è scritto che il nome va precisato in "Via Unione Sovietica".
Nonostante l'Unione Sovietica si sia sciolta nel 1991, la strada ha mantenuto il suo nome.

Fontana di Vermicino


La Fontana di Vermicino, nota anche come Fontanone di Vermicino, si trova all'angolo tra Via della Mola Cavona e Via Tuscolana Vecchia, nella parte della località di Vermicino situata nel Comune di Frascati.
Questa fontana risale al 1731, quando Papa Clemente XII Corsini (1730-1740) la fece realizzare all'architetto Luigi Vanvitelli.
La fontana è composta da una struttura in mattoncini con decorazioni in travertino, è sormontata dal grande stemma dei Corsini affiancato da cornucopie di spighe. Al centro è presente una targa incorniciata nella quale si ricorda come la fontana sia stata voluta da Clemente XII per opera di Carlo Maria Sacripante, tesoriere generale della Camera Apostolica. Sotto la lapide è incorniciato uno stemma del Cardinale Sacripante cui segue un mascherone che versa acqua in una vasca mistilinea.
Due volute laterali in mattoni e travertino raccordano la fontana lateralmente e si concludono con due cannelle da cui esce l'acqua.
Per secoli questa fontana fu una tappa costante per i viandanti che si muovevano tra Roma e Frascati e questa fontana, che si trovava in mezzo alla campagna, era uno dei maggiori luoghi di sosta e ristoro presenti lungo la Tuscolana.

Borgo di Sopra


Borgo di Sopra è una strada della Zona Cesano compresa tra Piazza Francesco Caraffa e Via Cesanese. La strada ha questo nome perché è la principale via della parte alta di questo borgo, oltre che parallela di Borgo di Sotto.