Scuola di Arti Ornamentali


La Scuola di Arti Ornamentali, appartenente al Comune di Roma, si trova in Via di San Giacomo, nel Rione Campo Marzio. Quando nel 1870 Roma venne annessa dal Regno d'Italia, gran parte dell'isolato compreso tra Via del Corso, Via di San Giacomo, Via del Babuino e Via Gesù e Maria era occupato da un giardino del Convento degli Agostiniani Scalzi situato alle spalle della Chiesa di Gesù e Maria. Fu proprio in quest'area che il Comune di Roma decise di realizzare alcuni nuovi edifici per soddisfare le nuove necessità della città.
Nel 1872 fu dunque deciso di realizzare un edificio per uffici su Via di San Giacomo in seguito a un decreto del 5 Luglio di quell'anno. L'edificio fu strutturato con un piano terra ed un primo piano che sarebbero stati occupati dalla Giunta Liquidatrice dell'Asse Ecclesiastico ed un secondo piano destinato ai privati. Viste le necessità imminenti di spazi, l'edificio venne realizzato con una certa rapidità ed in uno stile semplice dai toni rinascimentali che ben si adatta al contesto in cui sorge, configurandosi in gran parte come un restauro ed ampliamento degli ambienti del preesistente Convento.
Nel 1875, quando la Giunta Liquidatrice aveva ormai compiuto il suo lavoro, l'edificio venne ceduto al Comune di Roma che nel 1887 fece nuovi lavori strutturali. Nello stesso periodo, infatti, nello stesso isolato vennero realizzati la Scuola Emanuele Ruspoli (dal 1884) e della Chiesa Anglicana di Ognissanti (dal 1882). Al termine dei lavori, nell'edificio restaurato si insediò la Scuola di Arti Ornamentali.
Questa scuola è una scuola serale di perfezionamento artistico, e negli anni ha visto passare da essa numerosi artisti e decoratori.
Per informazioni sull'attuale offerta formativa di questa istituzione, potete consultare l'apposita pagina sul sito del Comune di Roma.

Targa in memoria di Guido Baccelli nel Policlinico Umberto I


La targa in questione si trova all'interno del Policlinico Umberto I, nel Quartiere Nomentano, e ricorda Guido Baccelli (Roma 1830 - Roma 1916), che fondò l'ospedale e, come ricordato nell'epigrafe, il 19 Gennaio 1888 ne pose la prima pietra. Si tratta di una lapide presente, già all'epoca della costruzione, sulla base del grande fumaiolo delle caldaie del Policlinico, ma priva di alcuna iscrizione.

Il fumaiolo del Policlinico Umberto I nel 1904

La targa è stata quindi incisa nel 2015 per volere del direttore generale del Policlinico Domenico Alessio.
A Guido Baccelli sono dedicati anche un monumento in Piazza Salerno, una targa in Corso Vittorio Emanuele II, un Viale nel Rione San Saba e un Padiglione dell'Ospedale San Camillo.

Targa in memoria di Memo Vagaggini


La targa in questione si trova in Piazza del Maggio, a Santa Fiora, in Provincia di Grosseto, e ricorda il pittore Memo Vagheggini (Santa Fiora 1892 - Firenze 1955), che qui nacque. La targa è stata qui posta nel 1969.

Targa in memoria di Domenico Bulgarini


La targa in questione si trova in Via Carolina, a Santa Fiora, in Provincia di Grosseto, e ricorda lo scrittore ed editore Domenico Bulgarini (Santa Fiora 1887 - Santa Fiora 1967) che qui visse. La targa è stata qui posta nel 1969.

Targa in memoria di Guglielmo Marconi


La targa in questione si trova in Calata Cesare Laurenti, a Civitavecchia, e ricorda l'inventore della radio Guglielmo Marconi, che più volte attraccò nel porto di Civitavecchia con il suo radiante yacht Elettra. La targa è stata qui posta nel 2000.

Targa in memoria di Luigi Bani


La targa in questione si trova in Piazza San Michele, a Santa Fiora, in Provincia di Grosseto, e ricorda il benemerito cittadino Luigi Bani (1832-1894), che qui visse. La targa è stata qui posta il 19 Agosto 1894.

Targa in memoria della famiglia Fierli



La targa in questione si trova a Montemassi, nel Comune di Roccastrada, in Provincia di Grosseto, sotto il portico laterale della Chiesa della Madonna delle Grazie, e ricorda come una Cappella sia stata interamente restaurata dalla famiglia Fierli in memoria di Mamma Rube. La targa è stata qui posta nel 1986.

Targa in memoria di Rosa Anna Mazzini


La targa in questione si trova a Montemassi, nel comune di Roccastrada, in provincia di Grosseto, nel portico laterale della Chiesa della Madonna delle Grazie, e ricorda come i restauri della Chiesa, avvenuti nel 1986, siano stati fatti in memoria di Rosa Anna Mazzini, devota alla Madonna delle Grazie.

Targa in memoria di Oleksandr Dowschenko


La targa in questione si trova in Bismarckstrasse, nel quartiere di Charlottenburg, nel distretto di Charlottenburg-Wilmesdorf, e ricorda il regista sovietico Aleksandr Dowschenko, raffigurato anche in un busto.

Targa in memoria della visita del Vescovo Adelmo Tacconi nella Chiesa della Madonna delle Grazie


La targa in questione si trova a Montemassi, nel Comune di Roccastrada, in Provincia di Grosseto, nel portico laterale della Chiesa della Madonna delle Grazie, e ricorda la visita della Chiesa da parte del Vescovo di Grosseto Adelmo Tacconi, ivi avvenuta il 17 Ottobre 1982.

Segnale di un idrante in Piazza Francesco Fancello


In Piazza Francesco Fancello, a Dorgali, in Provincia di Nuoro, è ancora visibile una segnalazione di un idrante risalente alla Seconda Guerra Mondiale, quando gli idranti erano segnalati nelle diverse città italiane in modo da poter essere utilizzati per spegnere eventuali incendi in caso di bombardamenti.

Targa in memoria di Antonio Gramsci


La targa in questione si trova ad Orgosolo, in Provincia di Nuoro, in Via Antonio Gramsci, e ricorda l'uomo politico, segretario del Partito Comunista Italiano, Antonio Gramsci, cui la strada è dedicata.

Targa in memoria dell'istituzione del Cimitero della Misericordia


La targa in questione si trova all'interno del Cimitero della Misericordia, in Via Aurelia Nord, a Grosseto, e ricorda l'istituzione di tale cimitero e la sua assegnazione ai Fratelli di Misericordia, avvenuta nel 1978.

Targa in memoria di Giuseppe Garibaldi


La targa in questione si trova in Via della Fattoria, a Montemassi, nel comune di Roccastrada, e ricorda il condottiero italiano Giuseppe Garibaldi. La targa è stata qui posta il 13 Maggio 1883.

Targa in memoria dei combattenti di Curtatone e Montanara


La targa in questione si trova in Via della Fattoria, a Montemassi, nel comune di Roccastrada, in provincia di Grosseto, e ricorda i soldati che il 29 Maggio 1848 combatterono nella battaglia di Curtatone e Montanara. La targa è stata qui posta 32 anni dopo (quindi nel 1880) dalla Società Operaia di Montemassi.

Segnale di un idrante in Via dei Tre Pupazzi


In Via dei Tre Pupazzi, nel Rione Borgo, è ancora visibile una segnalazione di un idrante risalente alla Seconda Guerra Mondiale, quando gli idranti erano segnalati nelle diverse città italiane in modo da poter essere usati per spegnere eventuali incendi in caso di bombardamenti.

Segnale di un idrante in Borgo Pio


In Borgo Pio, nel Rione Borgo, è ancora oggi visibile una segnalazione di un idrante risalente alla Seconda Guerra Mondiale, quando gli idranti erano segnalati nelle diverse città italiane in modo da poter essere usati per spegnere eventuali incendi in caso di bombardamenti.

Targa in memoria delle prime riunioni della Provincia di Roma


La targa in questione si trova all'interno di Palazzo Sinibaldi, in Via di Torre Argentina, nel Rione Sant'Eustachio, e ricorda come in questo palazzo ebbe la prima sede la Provincia di Roma, nata nel 1870, che qui svolse le sue prime riunioni.

Via di Pallacorda


Via di Pallacorda è una strada situata nel Rione Campo Marzio, compresa tra Piazza Firenze, Piazza Cardelli e Via del Clementino, seguendo un percorso a forma di Y. Il nome della strada deriva dal gioco della pallacorda, considerato l'antenato dell'attuale tennis, particolarmente diffuso soprattutto in Francia al punto che a Parigi nel XVI Secolo ne esistevano ben 250 campi. Tale disciplina non venne meno con il successo del tennis, al punto che venne ospitata tra le discipline olimpiche ai Giochi del 1908 di Londra.
Questa strada deve questo nome ad un campo di pallacorda che vi venne adibito all'interno di un cortile di proprietà dell'Arciconfraternita di San Giuseppe dei Falegnami all'inizio del XVII Secolo. Nel 1606 in questo campo il pittore Caravaggio, durante una partita di pallacorda contro Ranuccio Tomassoni, arrivò ad uccidere il suo avversario durante un litigio. Tale campo passò poi alla famiglia Cremona ed agli Agostiniani, fino ad essere affittato intorno al 1700 ad Antonio Eroli che preferì farne un campo da bocce, finché non tornò un campo di pallacorda con il passaggio di proprietà a Giovanni Tomei. Dal 1711 questo campo ospitò, durante il Carnevale Romano, commedie di burattini.
Nel 1715 la pallacorda fu abbandonata e venne realizzato un teatro in legno su progetto di Nicolò Marchetti in cui vennero ospitate commedie, comprese alcune di Carlo Goldoni. Il successo di tale teatro fece sì che nel 1786 l'architetto Mazzoneschi lo restaurò. Nel XIX Secolo esso passò in mano a due impresari che lo presero in gestione: in questo periodo un grande pubblico giunse al teatro al punto che nel 1840 fu necessaria una nuova ricostruzione. Nacque così il Teatro Metastasio, che entrò in funzione nel 1841. Con il passare del tempo, il teatro si ridimensionò, divenendo un teatro di quartiere, fino ad essere chiuso durante la Prima Guerra Mondiale ed abbattuto nel 1936. Oggi al suo posto c'è un garage.

Corsia Agonale


La Corsia Agonale è una strada del Rione Parione, compresa tra Piazza Navona e Piazza Madama. Questa strada inizialmente era chiamata "Corsia di Piazza Navona" e già all'epoca era - caso molto particolare - l'unica strada di Roma ad avere il qualificatore di "Corsia".
Nel 1873 si decise di cambiare il suo nome in Corsia Agonale, dal termine greco agon, da cui in Agone, antico toponimo che indica i giochi che si sono tenuti nello Stadio di Domiziano prima e in Piazza Navona poi. All'inizio del X Secolo, il nome dell'intera Piazza Navona venne incredibilmente cambiato in Circo Agonale, ma nel 1926 esso tornò Piazza Navona perché i Romani continuarono a chiamarla così.
Negli anni '30, i lavori per realizzare Corso Rinascimento coinvolsero anche Corsia Agonale, dove vennero trovati alcuni resti dell'antico Stadio di Domiziano. Tale ritrovamento è ancora visibile, oltre che ricordato da una targa.

Via dei Gigli d'Oro


Via dei Gigli d'Oro è una strada del Rione Ponte compresa tra Piazza Sant'Apollinare e Via dell'Orso. Essa deve il proprio nome a un'osteria sulla cui insegna campeggiavano alcuni gigli dorati e non bianchi, colore di tale fiori e con cui in genere erano rappresentati. Tale osteria, secondo quanto ricordato da Umberto Gnoli, si sarebbe chiamata "Osteria dei Gigli d'Oro" od "Osteria dei Tre Gigli", e se ne ha notizia intorno al 1645.
In precedenza, tale strada aveva il nome di Via della Stufa delle Donne. Le stufe erano bagni terapeutici introdotti a Roma dai tedeschi nel XVI Secolo e che in breve tempo si trasformarono in luoghi malfamati dove si praticavano la prostituzione sia eterosessuale che omosessuale. In questa strada era dunque probabilmente presente una stufa riservata alle donne.
Nonostante Via dei Gigli d'Oro si chiami ufficialmente così, su una targa stradale - dal carattere lievemente diverso da quelle tradizionali in marmo - è riportata come "Via de' Gigli d'Oro".

Borgata Laurentina

La Borgata Laurentina in una mappa degli anni '20
La Borgata Laurentina sorgeva lungo la Via Laurentina, nella parte iniziale della strada, in un tratto oggi compreso in parte nel Quartiere Ostiense ed in parte nel Quartiere Ardeatino. Le origini di questa borgata risalgono al 1915, quando in seguito al terremoto della Marsica numerosi cittadini abruzzesi colpiti dal sisma si trasferirono a Roma e in quest'area realizzarono alcune baracche. Negli anni successivi furono poi raggiunti da emigranti marchigiani. Al tempo, questa zona era piena campagna: la struttura più vicina era il Forte Ostiense, realizzato intorno al 1877 nell'ambito del sistema di difesa di Roma, e per il resto bisognava arrivare all'Abbazia delle Tre Fontane o alla Basilica di San Paolo per trovare altri edifici. Il ruolo dell'Abbazia e dei monaci Trappisti fu molto importante, perché dettero assistenza alle famiglie della Borgata Laurentina e li impiegarono nel lavoro per le bonifiche della zona.
La borgata non era esclusivamente composta di alloggi provvisori, e negli anni molti edifici vennero costruiti. Girando per le strade, tra i numerosi palazzi anni '60 presenti, si possono ancora individuare edifici per abitazioni risalenti agli anni '20-'30, soprattutto nel tratto di Via Laurentina compreso tra Via Cristoforo Colombo e Via Ostiense e nelle strade limitrofe.


Nel 1924 il Comune di Roma decise di dare i nomi ad alcune strade di questa borgata. Vista la vicinanza con l'Abbazia delle Tre Fontane, si decise di dare alle strade i nomi di storiche abbazie italiane, e nacquero così Via Farfa e Via Trisulti. Si deliberò inoltre di riservare per future strade della zona i nomi di Casamari, Pomposa, Nonantola e Fossanova e di Ildebrando e Matilde di Canossa per il loro legame con la storia delle abbazie. Molti di questi nomi, negli anni, furono effettivamente dati alle abbazie e questa decisione di riservare i nomi per alcune strade ci mostra come la Borgata Laurentina negli anni '20 fosse una zona in evoluzione.


Come dicevamo, in questa zona sorsero numerosi edifici, di cui solo alcuni ancora visibili. Il più noto è forse quello noto come Casa del Fascio, probabile sede di tale istituzione durante il Fascismo, situata in Via Trisulti e su cui è visibile un raro caso di targa commemorativa dai toni marcatamente fascisti in cui si ricordano i morti della zona nella Guerra di Spagna.
La storia della Borgata Laurentina iniziò a cambiare quando Benito Mussolini scelse l'area delle Tre Fontane come sede per l'Esposizione Universale che si sarebbe dovuta svolgere nel 1942. Questo portò in primo luogo a un progetto di espansione di Roma verso il Tirreno che avrebbe probabilmente travolto la borgata. La prima opera, intanto, sarebbe stata la realizzazione della Via Imperiale, che avrebbe letteralmente spezzato in due la Borgata Laurentina.
Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale fece bruscamente interrompere i lavori ed annullare l'Esposizione del 1942, senza che la Borgata Laurentina venisse ancora toccata. Questa zona, divenne però protagonista nel 1943, soprattutto nei giorni successivi all'8 Settembre, quando con l'inizio della Guerra di Liberazione i tedeschi attaccarono Roma per prenderne possesso. Il primo scontro tra truppe tedesche e italiane ebbe luogo proprio nella Borgata Laurentina, nella notte tra l'8 e il 9 settembre. Qui, nello specifico nella zona nota come la Montagnola, si ebbe un grande scontro tra i Granatieri di Sardegna e i tedeschi, ancora noto come battaglia della Montagnola nonché la ragione per cui i militari morti in tale scontro sono noti come Caduti della Montagnola.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il progetto di espansione verso il Tirreno venne in parte ripreso. Gran parte della Borgata fu abbattuta per fare spazio alla Via Cristoforo Colombo, nome che fu assegnato a quella che sarebbe dovuta essere la Via Imperiale. Negli anni '50-'60, molte case della borgata furono abbattute per fare spazio alle nuove abitazioni, ma lungo la Laurentina molte strade ricalcano ancora le irregolari vie della borgata. A est della Colombo nacque invece il nuovo quartiere della Montagnola, così chiamato proprio per via della Montagnola sopracitata.
La Borgata Laurentina venne dunque in gran parte sopraffatta dai nuovi quartieri, ma alcuni suoi tratti caratteristici sono ancora visibili, circondati dai nuovi edifici.

Stele dell'Agricoltura


La Stele dell'Agricoltura si trova all'interno del Parco del Turismo, nel Quartiere Europa, meglio noto come EUR.
Tale opera è stata realizzata dallo scultore Ercole Drei tra il 1940 ed il 1942, e sarebbe dovuta essere collocata sulla facciata esterna del Palazzo della Mostra dell'Agricoltura nell'ambito dell'E42.
I Palazzi dell'Agricoltura e Bonifiche si trovavano sulle sponde del lago artificiale, e ne delimitavano, con le facciate ricurve, il versante occidentale.

Progetto dei Palazzi dell'Agricoltura e delle Foreste del 1940

Tuttavia, come noto, a causa dell'esplosione della Seconda Guerra Mondiale, l'Esposizione non si svolse e non tutte le strutture dove sarebbe dovuta essere ospitata vennero costruite.

La stele dell'Agricoltura doveva trovarsi sulla testata terminale del Palazzo dell'Agricoltura

Dal momento che il Padiglione dell'Agricoltura venne realizzato parzialmente, dopo la guerra si decise fatalmente di distruggerlo.

I padiglioni in costruzione nel 1941

Le opere decorative che erano invece state completate, la Stele dell'Agricoltura assieme ai bassorilievi del Padiglione delle Foreste, di Aroldo Bellini, furono collocati nel Parco del Turismo da Raffaele de Vico nel 1962.


La Stele è di dimensioni molto grandi, e nella parte frontale sono raffigurate in bassorilievo numerose attività dell'agricoltura, come la mietitura del grano, la raccolta delle olive, la vendemmia, la semina, la mungitura e l'aratura; sono presenti anche animali da pascolo nell'angolo superiore destro.


Nella parte inferiore della stele, si trova, al centro, una madre solenne con un figlioletto in braccio, con al fianco un altro bambino, simbolo della rurale Madre Italiana.
In basso invece, è presente una fontana, come nel progetto originario.








Bassorilievi del Parco del Turismo


All'interno del Parco del Turismo, nel Quartiere Europa, meglio noto come EUR, sono presenti numerosi bassorilievi sparsi lungo i sentieri del parco.
Essi sono stati realizzati dallo scultore Aroldo Bellini tra il 1940 ed il 1942 ed erano stati collocati nel Padiglione delle Foreste, progettato da Brasini, all'interno dell'E42.

Le sculture di Bellini nella collocazione originale lungo l'ingresso alla corte del Padiglione delle Foreste

Tuttavia, come noto lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale non permise a Roma di ospitare l'Esposizione, ed il Padiglione delle Foreste fu tra le strutture che non vennero ultimate.
Dopo la guerra tutto l'E42 cadde in abbandono, così avvenne anche per il gigantesco padiglione di Brasini.
Quando negli anni cinquanta furono ripresi i lavori dell'EUR, si decise di sacrificare il padiglione, che fu venduto a un ordine religioso per farne la Casa Generalizia.
Le sculture vennero allora smontate e poste all'interno del Parco del Turismo da Raffaele de Vico, inaugurato nel 1961.


I numerosi bassorilievi rappresentano tutti scene di ispirazione classica. I marmi erano parte di un ciclo che rappresentava una processione agreste, in cui erano raffigurate le allegorie della caccia, la raccolta dei frutti, la semina












Eventi sportivi internazionali a Roma

Lo studente Giancarlo Peris con in mano la Torcia Olimpica dà ufficialmente inizio alle Olimpiadi di Roma del 1960


A seguire una lista in ordine cronologico di tutti gli eventi sportivi internazionali svoltisi a Roma. Alcuni di questi si sono svolti esclusivamente a Roma, altri hanno coinvolto anche altre città.

1927 - Universiadi
1934 - Mondiali di Calcio maschili
1960 - Olimpiadi estive
1960 - Paralimpiadi estive
1968 - Europei di Calcio maschili
1977 - Finale di Coppa dei Campioni di Calcio maschile
1980 - Europei di Calcio maschili
1984 - Finale di Coppa dei Campioni di Calcio maschile
1990 - Mondiali di Calcio maschili
1991 - EuroBasket maschile
1995 - Giochi Mondiali Militari
1996 - Finale di Champions League di Calcio maschile
2001 - Giochi Olimpici silenziosi
2003 - Giochi Mondiali Interuniversitari
2009 - Finale di Champions League di Calcio maschile
2011 - Mondiali di Beach Volley
2018 - Taekwondo Roma Grand Prix

Eventi non disputati:
1908 - Olimpiadi estive

Candidature a eventi sportivi non andate in porto:

1940 - Olimpiadi estive
2004 - Olimpiadi estive
2020 - Olimpiadi estive
2024 - Olimpiadi estive