Girando per il centro di Roma è facile imbattersi in numerose targhe in maiolica che riportano un numero in colore blu. La loro funzione è apparentemente molto misteriosa: non si tratta infatti di numeri civici, come facilmente comprensibile non solo dal differente aspetto (come abbiamo detto sono di colore blu), ma anche dalla numerazione particolarmente elevata (spesso vi sono presenti numeri a quattro cifre).
Ma allora cosa sono, di preciso, queste insolite, apparentemente indecifrabili, targhe che si trovano in giro per Roma?
Ebbene, si tratta delle targhe che nel XIX Secolo identificavano i lampioni a gas.
Il 1 gennaio 1854, infatti, a Roma furono accesi i primi 44 lampioni a gas, ben più potenti delle lampade ad olio precedentemente in funzione, dalla società Anglo Romana. Questo nuovo tipo di illuminazione risultò particolarmente efficace ed il governo Papale decise di svilupparlo, costituendo una vasta rete di illuminazione a gas, che nel 1857 era arrivata a 453 lampioni e nel 1859 a 533.
Le prime strade ad essere illuminate erano quelle del tridente di Piazza del Popolo: Via del Corso, Via del Babuino e Via di Ripetta, alcune traverse tra cui Via Condotti e Via Fontanella Borghese, poi c'erano ad Est Piazza Venezia, Piazza Santi Apostoli e Piazza del Quirinale, mentre ad Ovest i lampioni seguivano Via di Monte Brianzo, Tor di Nona, Via del Governo Vecchio fino a Ponte Sant'Angelo, Borgo Vecchio e Piazza Rusticucci (area rossa nella pianta).
Mappa della rete a gas realizzata, rosso e arancione, e da realizzare, blu e verde, dicembre 1859 |
Presto la rete fu estesa a molte vie e piazze comprese nel tridente, fino ad estendersi a Piazza Barberini, inoltre vennero illuminate Via dei Coronari, Via dei Banchi Vecchi, Monserrato, Trinità dei Pellegrini, S. carlo ai Catinari, Via dei Falegnami, Piazza Campitelli, Bocca della Verità e il Campidoglio (area arancione nella mappa). L'officina del gas si trovava al Circo Massimo, all'epoca considerata periferia della città.
Nel 1870 la rete pontificia superò le 2.000 unità, ciascuna delle quali dotata di un numero seriale, scritto su queste targhe, in modo da poter essere individuato per qualsiasi necessità.
Dopo l'annessione al Regno d'Italia la gestione dell'illuminazione rimase prerogativa dell'Anglo Romana, che fu riconfermata con il contratto del 18 novembre 1870 con il Comune di Roma e i successivi contratti del 1881, 1900 e 1910. Nel 1876 i lampioni erano 4.400 e nel 1882 quasi 5000.
Con il passare del tempo, però, quest'illuminazione venne gradualmente smantellata e sostituita con quella più moderna, ad elettricità, introdotta nel 1886, ed anche i lampioni vennero pian piano sostituiti, cambiando nella quasi totalità dei casi di collocazione. Le targhe, tuttavia, sono rimaste.
Targa e lampione corrispondenti in Vicolo de'Cinque |
Esse, per quanto siano un gradito ricordo della precedente illuminazione, non mostrano alcun elemento per comprendere quale sia stata in passato la loro funzione. Sono molto rari i casi in cui ancora oggi sia presente un lampione di fianco a queste targhe.
Mi ero sempre chiesta cosa fossero. Grazie per aver soddisfatto la mia curiosità
RispondiEliminamolto, ma molto, ma molto interessante!!! ;)
RispondiEliminacome sono stati distribuit questi numeri ? un ordine c'é ? grazie .
RispondiEliminaciao, interessante, volevo chiederti se per caso mi potresti indicare un indirizzo dove sarebbe possibile trovare un lampione con il numero sulla parete?
RispondiEliminafinalmente il mistero è risolto! Me lo chiedevo da tempo, grazie mille!
RispondiEliminaMa sono tutelate? oppure quando puliscono le facciate sta alla discrezione dei muratori se lasciarle o no? Chiedo... anche perché pure le vecchie facciate dovrebbero essere SACRE, con il loro bellissimo, poetico caldo e irripetibile colore antico. Invece vengono rifatte con il triste e sciapo "giallo al quarzo dell'imbianchino" ... :-((
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