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Progetto di riqualificazione di Tor Bella Monaca di Leon Krier


Il progetto di riqualificazione in questione venne redatto dall'architetto lussemburghese Leon Krier ed aveva come obiettivo la ricostruzione completa della maggior parte della zona di Tor Bella Monaca, dal punto di vista toponomastico parte della zona di Torre Angela. 
Esso venne proposto ufficialmente nel 2010 ed ebbe tra i principali promotori il Sindaco dell'epoca Gianni Alemanno, ma non venne mai portato avanti in maniera concreta né inserito in piani ufficiali, ed attualmente risulta accantonato, complice anche l'elevata difficoltà pratica di realizzazione, dal momento che porterebbe alla demolizione e ricostruzione di un quartiere abitato da 28mila abitanti.


Il progetto coinvolge un quartiere, Tor Bella Monaca, attualmente costituito principalmente da unità abitative, talvolta alte anche decine di piani. 
L'obiettivo di Leon Krier era quello di abbatterlo per ricostruirlo in una dimensione diversa, simile a quella di un borgo urbano, con edifici più bassi  (al massimo di tre piani circa) ed in stile neostorico che rompesse con l'architettura tipica dell'edilizia popolare anni Settanta (venne realizzato a partire dal 1981) che attualmente domina il quartiere.


La premessa urbanistica fatta da Krier è che Tor Bella Monaca è attualmente un quartiere la cui delimitazione urbanistica è molto chiara, essendo circondato da aree verdi e strade ad alto scorrimento che ne rappresentano i confini. Tuttavia, mancano quasi completamente gli spazi di aggregazione.

Mappa della Tor Bella Monaca pensata da Leon Krier
Tutto questo, in un contesto che nel 2010, ancor più che oggi, si presentava in un momento di particolare rinnovamento urbanistico: la realizzazione della vicina centralità della Romanina, la metro C che avrebbe collegato la zona al centro, la metro leggera fino ad Anagnina (non pervenuta) e i lavori per il campus di Tor Vergata e la Città dello Sport di Calatrava (quest'ultima da anni incompiuta). In quest'ottica il progetto di Krier avrebbe colto l'occasione di riqualificazione del quadrante Sud-Est per rinnovare completamente Tor Bella Monaca.

In rosso i palazzi da costruire ex novo progettati da Krier, in grigio quelli esistenti da mantenere

Il progetto avrebbe portato dunque all'abbattimento di una gran parte della zona, a partire dalle caratteristiche torri, salvando tuttavia diversi edifici, a partire dalla Chiesa di Santa Maria Madre del Redentore e del Teatro di Tor Bella Monaca, oltre che di altri edifici ad uso abitativo. I nuovi palazzi previsti sarebbero stati realizzati in maniera estensiva e non intensiva, alti principalmente non più di tre piani, in architettura neostorica, con tetti n coppi alla romana, in modo da voler assomigliare a un borgo e creare maggiori spazi di aggregazione.



Il progetto ha avuto sostanziali critiche, dal momento che per quanto la maggior parte degli architetti e degli amministratori concordi sulla presenza di problemi di natura urbanistica a Tor Bella Monaca che favoriscono i problemi di aggregazione, è tecnicamente complesso ed invasivo, oltre che molto oneroso, andare a demolire e ricostruire un intero quartiere di 28mila abitanti. Il tutto, soprattutto, con il rischio di una mancanza di tempi certi che potrebbe lasciare gli abitanti lontani dal loro quartiere per molto tempo con tutti i disagi del caso. Il tutto, inoltre, in un quartiere con un'identità molto forte.

Il progetto, di fatto, oltre alle presentazioni e a un masterplan, non è mai completamente stato portato avanti. Nel 2016, in occasione della campagna elettorale per le elezioni amministrative, la candidata di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni ha fatto proprio questo progetto proponendolo in campagna elettorale.

Targa in memoria dello spostamento del portale di Villa Massimo al Laterano


La targa in questione si trova in Via della Navicella, nel Rione Celio, al fianco del portale di Villa Celimontana, e ricorda come tale portale fosse un tempo quello d'ingresso della Villa Massimo al Laterano e che, demolito nel 1885, venne ricostruito dal Governatorato di Roma nel 1931 dopo essere stato donato alla città dalla famiglia Lancellotti.

Targa in memoria degli Ebrei partigiani


La targa in questione si trova all'esterno del Tempio Maggiore, la principale sinagoga di Roma, in Lungotevere Cenci, nel Rione Sant'Angelo, e ricorda gli Ebrei di Roma che, durante l'occupazione nazista della Capitale, combatterono come partigiani e morirono.
Nello specifico sono ricordati:
Cesare Astrologo
Eugenio Colorni
Elena Di Porto
Emanuele Di Segni
Marco Efrati
Eugenio Elfer
Silvia Elfer
Aldo Finzi
Franco Cesana
Claudio Fiorentini
Leone Ginzburg
Marco Moscati
Mosè Pace
Cesare Piattelli
Enzo Sereni

Targa in memoria di Ernesto Biondi


La targa in questione si trova in Via degli Scipioni, nel Rione Prati, e ricorda lo scultore Ernesto Biondi (Morolo 1854 - Roma 1917), che in questa casa visse. La targa è stata qui posta dal Comune di Roma nel 2017.

Cascata della Mola


La Cascata della Mola si trova nella Zona Isola Farnese, all'interno del Parco di Veio, in Via della Riserva Campetti.
La cascata si forma lungo il Fosso Piordo, un corso d'acqua che cinge la zona dove sorgeva l'antica Veio. La cascata si getta in due parti, una prima più piccola che, dopo alcuni metri, si getta nuovamente da un'altezza di circa 20 metri.

Vicolo del Cefalo


Vicolo del Cefalo si trova nel Rione Ponte, compreso tra Via Giulia e Lungotevere dei Sangallo. Il nome di questa strada che costeggia Palazzo Sacchetti non ha nulla a che vedere con il pesce di nome cefalo: essa, infatti, è una correzione popolare del nome "Cevoli", o "Ceoli" o "Ceuli", ovvero la famiglia pisana che per un certo periodo fu proprietaria del vicino palazzo.
Nel 1574, infatti, il banchiere Tiberio Ceuli acquistò il Palazzo Sacchetti, opera del Sangallo. Questa stradina, che prima dei lungotevere arrivava al Fiume, in precedenza si era chiamata Vicolo della Catena o Vicolo delle Catene, per via delle catene che limitavano l'accesso al Palazzo Sacchetti.
In precedenza, nel 1508, sarebbe dovuto sorgere proprio tra questo vicolo e Via del Gonfalone, affacciandosi su Via Giulia, il Palazzo dei Tribunali, progettato da Donato Bramante.
Nel vicolo è inoltre presente un'Edicola Sacra.
Su Via Giulia, ma proprio all'angolo con Vicolo del Cefalo, è poi presente la Fontana del Putto, opera cinquecentesca che attualmente giace in uno stato di abbandono.
Con la realizzazione dei lungotevere alla fine del XIX Secolo, l'aspetto della strada cambiò in parte volto, immettendosi così sulla nuova arteria.
Il nome insolito di Vicolo del Cefalo, che come abbiamo visto nulla ha a che vedere con l'omonimo pesce, ha evidentemente incuriosito numerose persone al punto che è una delle poche strade di Roma che vede spiegata nella sua stessa targa l'etimologia del nome. La scelta di inserire questa didascalia nella targa è avvenuta per volontà del Comune di Roma nel 1951 e fu deliberata dal Consiglio Comunale.


Come abbiamo detto, il vicolo non ha nulla a che vedere con il pesce comunemente noto come "cefalo". Questa specie ittica, nota anche con il nome di muggine e con il nome scientifico di Mugil cephalus (Linnaeus 1758) è diffusa in Europa soprattutto nel Golfo di Biscaglia, dunque nell'Oceano Atlantico, mentre in Italia è diffuso soprattutto in Sardegna e in Toscana ed usato dal punto di vista alimentare principalmente per la bottarga di muggine. Come vediamo, è molto difficile pensare che il cefalo potesse abitare il Tevere al punto da dare nome ad un vicolo che - prima della costruzione dei Lungotevere - si affacciava sul Fiume.

Un cefalo (o muggine), che nulla ha a che vedere con il nome del vicolo

Targa in memoria di Giuseppe Mantellini


La targa in questione si trova in Via della Fontanella di Borghese, nel Rione Campo Marzio, e ricorda Giuseppe Mantellini (Firenze 1816 - Roma 1885), avvocato e uomo politico che qui visse.

Targa in memoria del restauro del Centro Ecumenico dell'Abbazia delle Tre Fontane


La targa in questione si trova nel complesso dell'Abbazia delle Tre Fontane, in Via di Acque Salvie, nel Quartiere Ardeatino, e ricorda il restauro del Centro Ecumenico, qui avvenuto nel 1995. Essendo un Centro Ecumenico, pur trovandosi in un complesso Cattolico, la targa ricorda il Vescovo di Karlstadt Bengst Wadensjo ed i membri del consiglio di tale Diocesi della Chiesa Luterana di Svezia.

Perché Roma è detta vedova e sola?

Nel VI canto del Purgatorio della Divina Commedia, Dante Alighieri scrive: "Vieni a veder la tua Roma che piange, vedova e sola, e dì e notte chiama: 'Cesare mio, perché non m'accompagne?'". Ma perché Roma è detta vedova e sola?

Per sapere perché Roma è detta vedova e sola in quel passo della Divina Commedia, dobbiamo intanto ricordare che i VI canti di tutte e tre le cantiche del poema di Dante rappresentano canti politici. Nello specifico, il VI canto del Purgatorio contiene una lunga apostrofe sull'Italia e sulla sua situazione politica, divisa da lotte intestine, campanilismi e definita per questo un celebre verso "Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincie ma bordello!".


Ma nell'ambito di questo ragionamento politico e di questa descrizione delle divisioni d'Italia, perché Roma è detta vedova e sola?

Se vogliamo sapere con cognizione di causa perché Roma è detta vedova e sola, dobbiamo intanto ricordare che a partire dal 1309 il Papa era stato trasferito ad Avignone e non era più a Roma, dando inizio alla cosiddetta Cattività Avignonese.

Ma questa non è l'unica premessa da fare per sapere perché Roma è detta vedova e sola da Dante, e per conoscere anche l'altra dobbiamo andare qualche verso indietro, quando Dante accusa "Alberto tedesco", ovvero l'imperatore del Sacro Romano Impero Alberto I, di aver abbandonato l'Italia, di cui sarebbe la naturale guida ma che, vista anche la singolare frammentazione dell'Impero in feudi e principati, non era interessato a governare, abbandonandola alle lotte intestine, citate nei versi successivi: Montecchi e Capuleti, Monaldi e Filippeschi, la Contea di Santa Fiora.

In quel momento, dunque, né il Papa ne l'Imperatore si trovavano a Roma, che era quindi abbandonata alle sue lotte intestine tra fazioni. E se volevate sapere perché Roma è detta vedova e sola da Dante nella Divina Commedia, la ragione è questa.

Targa in memoria dell'intitolazione della piazza a Pio XII


La targa in questione si trova in Piazza Pio XII, nel Rione Borgo, e ricorda l'intitolazione di tale piazza a Papa Pio XII Pacelli (1939-1958), avvenuta peraltro nel 1950, quando il Papa era ancora in vita, come omaggio verso il rapporto avuto con la città nel 1944 in occasione del voto dei Romani per la salvezza di Roma quando gli Alleati liberarono la città.
La targa è stata qui posta dal Circolo San Pietro nel Giugno 1969.

Targa in memoria dei caduti del Fascio Laurentino nelle guerre


La targa in questione si trova in Via Trisulti, nel Quartiere Ostiense, nello specifico nella ex Borgata Laurentina, ed è una targa molto particolare. Si tratta di una delle poche targhe di Roma di epoca fascista, dai toni marcatamente fascisti e rimasta intatta ed inalterata, seppur molto rovinata.
La targa, nello specifico, ricorda i morti della zona nelle "guerre per la grandezza della Patria Fascista". Nello specifico, il Fascio Laurentino, che ha posto la targa, ricorda i morti nella Rivoluzione Fascista, nella Guerra 1915-1918 ed in terra di Spagna.

Targa in memoria della protezione degli Ebrei perseguitati da parte dell'Abbazia delle Tre Fontane


La targa in questione si trova in Via di Acque Salvie, nel Quartiere Ardeatino, all'ingresso del complesso dell'Abbazia delle Tre Fontane, e ricorda la protezione data dall'Abbazia al tempo delle leggi razziali e della persecuzione degli Ebrei durante l'occupazione tedesca di Roma da parte dei monaci trappisti di quest complesso. A porre la targa, nel 1944, sono stati nello specifico Giuseppe Sonnino, Angelo, Settimio ed Alberto Di Porto, qui protetti durante la persecuzione.

Targa in memoria di Andrea Casadei e Vittorio Fantini


La targa in questione si trova in Via Baldo degli Ubaldi, nel Quartiere Aurelio, e ricorda Andrea Casadei e Vittorio Fantini, due antifascisti di Valle Aurelia che, arrestati dai tedeschi, vennero uccisi alle Fosse Ardeatine.
La targa è stata qui posta dal Comune di Roma il 24 Marzo 1982.

Targa in memoria della costruzione del primo quartiere INCIS a Roma


La targa in questione si trova all'angolo tra Via Topino e Via Volsinio, nel Quartiere Trieste, e ricorda la costruzione dei primi edifici ad opera dell'INCIS (Istituto Nazionale Case Impiegati Statali) a Roma.
La targa è stata qui posta nel 1926.

Le strade del Rione Campo Marzio

A seguire, un elenco di tutte le strade esistenti nel Rione Campo Marzio.

L'elenco delle strade soppresse o non più esistenti del rione è invece consultabile qui.

Le strade del Rione Campo Marzio:

Viale Vittoria Aganoor Pompili
Via Alibert
Via dell'Ara Pacis
Via dell'Arancio
Lungotevere Arnaldo da Brescia
Via d'Ascanio
Lungotevere in Augusta
Piazza Augusto Imperatore

Via del Babuino
Vicolo del Babuino
Viale dei Bambini
Via Belsiana
Vicolo Belsiana
Viale del Belvedere
Via Bocca di Leone
Piazza Borghese
Via Borghese
Vicolo del Borghetto
Via Borgognona
Vicolo del Bottino
Via Angelo Brunetti
Piazza Bucarest

Vicolo della Campana
Piazza in Campo Marzio
Via di Campo Marzio
Via del Cancello
Via Antonio Canova
Via di Capo le Case
Piazza Cardelli
Via delle Carrozze
Largo Amleto Cataldi
Ponte Cavour
Via del Clementino
Via delle Colonnette
Via dei Condotti
Via del Corea
Via del Corso
Via Francesco Crispi
Via della Croce

Viale Gabriele d'Annunzio
Vicolo del Divino Amore
Via dei Due Macelli

Via Ferdinando di Savoia
Piazza del Ferro di Cavallo
Piazza di Firenze
Via della Fontanella
Largo della Fontanella di Borghese
Via della Fontanella di Borghese
Via del Fiume
Via Frattina
Via della Frezza

Via di Gesù e Maria
Largo Carlo Goldoni
Via dei Greci
Via Gregoriana
Vicolo del Grottino

Viale dell'Ippocastani

Via Laurina
Via Leccosa
Via del Leoncino
Via del Leone
Vicolo del Leonetto
Viale Oreste Lionello
Largo dei Lombardi
Via Luisa di Savoia
Via della Lupa
Vicolo del Lupo

Via Margutta
Via Maria Adelaide
Via Maria Cristina
Via Mario de Fiori
Lungotevere Marzio
Via Metastasio
Viale Adamo Mickievicz
Piazza Mignanelli
Rampa Mignanelli
Via di Monte Brianzo
Piazza di Monte d'Oro
Via di Monte d'Oro

Piazzale Napoleone I
Piazza Nicosia

Viale dell'Obelisco
Via dell'Oca
Viale dell'Orologio
Via dell'Orso
Vicolo dell'Orso
Vicolo delle Orsoline
Via dell'Orto di Napoli

Via di Pallacorda
Via della Penna
Porta Pinciana
Salita del Pincio
Via dei Pontefici
Via di Porta Pinciana
Via dei Portoghesi
Porta del Popolo
Via dei Prefetti
Via Principessa Clotilde

Ponte Regina Margherita
Passeggiata di Ripetta
Via di Ripetta
Vicolo Rosini

Vicolo di San Biagio
Largo San Carlo al Corso
Via di San Giacomo
Piazza di San Lorenzo in Lucina
Largo San Rocco
Rampa di San Sebastianello
Via di San Sebastianello
Largo degli Schiavoni
Via Sistina
Via Soderini
Via dei Somaschi
Piazza di Spagna
Via della Stelletta

Vicolo della Tinta
Via Tomacelli
Piazza della Torretta
Via della Torretta
Vicolo della Torretta
Via della Tribuna di San Carlo
Piazza Trinità dei Monti
Scalinata della Trinità dei Monti
Viale della Trinità dei Monti

Via degli Uffici del Vicario

Viale Valadier
Vicolo Valdina
Via del Vantaggio
Viale di Villa Medici
Via Vittoria

Targa in memoria di Pier Paolo Pasolini


La targa in questione si trova in Via Abate Ugone, nel Quartiere Gianicolense, e ricorda lo scrittore Pier Paolo Pasolini (Bologna 1922 - Roma 1975), che abitò in diverse case della zona di Monteverde, in cui la targa si trova, per diversi anni. La targa è stata qui posta dal XVI Municipio nel 2005, in occasione dei 50 anni dalla pubblicazione del suo celebre romanzo Ragazzi di vita.

Nikiforos Lytras


Autoritratto di Nikiforos Lytras

Nikiforos Lytras, o Nikiphoros Lytras (Pirgos, isola di Tinos 1832 - Atene 1904) è stato un pittore greco dai toni romantici e realisti, tra coloro che più di altri hanno raccontato la ritrovata indipendenza della Grecia nel XIX Secolo e molto vicine alle radici ed alla cultura del suo paese, come tipico della cultura romantica. I suoi dipinti, di orientamento principalmente storico, ripercorrono soprattutto alcuni passaggi della storia greca moderna. Si tratta dunque di un pittore molto influenzato dalla cultura del Grand Tour, anche se meno di altri suoi contemporanei ha avuto a che fare con Roma e con l'Italia, che lo hanno comunque influenzato pur se meno direttamente.

L'esecuzione del Patriarca Gregorio V di Costantinopoli
Figlio di uno scultore, Lytras si dedica però alla pittura, iscrivendosi alla Scuola d'Arte di Atene, dove ebbe come compagni Ludwig Thiersch e Raffaello Ceccoli. In questi anni, grazie ad una borsa di studio dovuta al fatto che il re di Grecia era Ottone di Baviera, molti studenti d'arte greci venivano inviati per alcuni anni all'Accademia di Belle Arti di Monaco: nel 1856 toccò a Lytras, che si trasferì così in Baviera dove poté assistere alle lezioni di Karl von Piloty ed entrare in contatto con il fiorente movimento artistico tedesco.
Il Re Ottone di Grecia con il decreto fondato della Banca di Grecia

Fu proprio per questa ragione che tra i pittori greci del XIX Secolo se ne distinguono alcuni che vengono detti "Scuola greca di Monaco", e non a caso fu proprio in Baviera che Lytras entrò in contatto con uno dei massimi pittori greci dell'epoca, Nikolaus Gyzis. Quando nel 1862 il Re Ottone venne esiliato dalla Grecia, però, la borsa di studio venne meno e Lytras fu quindi mantenuto dall'ambasciatore greco a Vienna Simon Sinas.

La regina Amalia di Grecia in abiti tradizionali
A Monaco Lytras rimase fino al 1865, anno in cui fece ritorno in Grecia, dove iniziò a dedicarsi a immagini di vita quotidiana, mettendo in disparte le opere dai temi storici cui si era principalmente dedicato.
Qui divenne inoltre professore presso la Scuola di Belle Arti di Atene, incarico mantenuto per 38 anni e che gli permise di avere tra gli allievi Spyridon Vikatos. Nel 1873 Lytras ebbe occasione di svolgere un lungo viaggio che lo portò a Smirne, Monaco e in Egitto insieme al pittore Gyzis.
Nel 1879 sposò invece Irene Kyriakidi, da cui ebbe sei figli, tra cui Nikolaos Lytras, che come il padre scelse di fare il pittore.
Lytras morì ad Atene nel 1904 all'età di 72 anni.

Antigone di fronte al corpo senza vita di Polinice
In generale, Lytras fu uno dei più importanti pittori greci del XIX Secolo, in particolare tra i più noti della città di Atene. La sua arte venne infatti esposta presso la capitale greca allo Zappeion, ben cinque volte a Parigi ed una volta anche a Vienna.

Le sue opere furono sempre influenzate dal realismo ed anche dai toni romantici e storici, ma mai vennero in alcun modo toccate dalla nascente pittura impressionista. Come detto, le opere di Lytras possono dividersi in due categorie: le opere storiche e quelle di vita quotidiana. Proprio in questo senso possiamo prendere ad esempio due opere particolarmente significative dell'artista.

La bandiera di Nasuh Ali Pascià strappata da Kanaris
 La bandiera di Nasuh Ali Pascià strappata da Kanaris è un'opera che fa riferimento a un fatto realmente accaduto nel 1822, quando Konstantinos Kanaris (che più tardi diverrà primo ministro greco), per vendicare la Grecia per i massacri di Chio compiuti quell'anno dai turchi (e peraltro magistralmente raffigurati in un dipinto di Eugene Delacroix) riuscì a strappare la bandiera ottomana dalla nave ammiraglia di Nasuh Ali Pascià. Si tratta di un'opera dal tema strettamente vicino alla pittura romantica, e che nella composizione richiama in parte La Zattera della Medusa di Theodore Gericault. Nella barca, infatti, le persone sono disposte in maniera ascendente, con un brandello del vessillo ottomano a fare da apice a tale composizione dando drammaticità ai toni. L'opera è attualmente conservata presso la Galleria Averoff di Metsevo, nell'Epiro.

L'attesa
L'attesa è invece un'opera ben diversa da quella appena citata. Essa raffigura un immagine di vita quotidiana, una ragazza in attesa di qualcosa. La resa di questo sentimento è data dalla naturale posa della ragazza che in punta di piedi guarda fuori dalla finestra porta così ad un aumento della tensione dell'attesa attraverso la tensione del corpo stesso della fanciulla. L'ambiente spoglio, il vestito bianco, con panni legati in vita, la piccola finestra, i piedi scalzi e gli oggetti posti in maniera disordinata  danno un'idea di semplicità e naturalezza ed aumentano il realismo della vita quotidiana che si evince da questo dipinto.
Il bacio

Rimorchiare a Roma Sud

La guerra mediatica tra Roma Nord e Roma Sud e tra le loro differenze, i loro stereotipi, le loro abitudini, continua ad essere protagonista di un video, stavolta realizzato dagli Actual, dal titolo "Rimorchiare a Roma Sud".


Come sempre, la nostra analisi di questo genere di video vuole prendere in esame ciò che si vede di Roma, dei suoi monumenti, delle sue zone, delle sue abitudini. Perciò, se non avete visto il video, potreste trovare alcuni spoiler nel nostro testo.


Il video inizia con i due protagonisti, Lorenzo Tiberia e Leonardo Bocci, nei panni di un ragazzo di Roma Nord il primo e di uno di Roma Sud il secondo, mentre si trovano in un locale di Roma Sud con la musica ad alto volume. Dopo aver detto di trovarsi meglio a Ponte Milvio, il ragazzo di Roma Nord si vede rispondere (in maniera leggermente più colorita) che le ragazze di quella zona sono più ingessate, direttamente da quelle più passionali di Roma Sud. Dopo questo episodio, però, il giovane in camicia e maglioncino sulle spalle di Roma Nord rimane sorprendentemente folgorato dalla bellezza della sboccata barista di Roma Sud.


Innamoratosi della ragazza, il ragazzo di Roma Nord si deve far spiegare come comportarsi per rimorchiare una ragazza di Roma Sud dal fratello, che incontra in Lungotevere Testaccio, nell'omonimo Rione, nel tratto di fianco al Mattatoio all'ombra del Gazometro. Per l'occasione, cambia look, mettendo una maglietta nera attillata, il gel sui capelli e facendosi persino un tatuaggio sul collo, ma il lessico, a base di "mezzo che si innamora" e "top", resta quello di Roma Nord, al punto da dover usare uno stratagemma.



Riuscito ad uscire con la ragazza di Roma Sud, il ragazzo di Roma Nord la porta in macchina all'EUR (alias Quartiere Europa), dove si fermano sotto il Colosseo Quadrato. Lì, la ragazza scopre di aver a che fare con un ragazzo di Roma Nord, e in una sfuriata gli chiede cosa abbia Fregene in già di Ostia,  cosa Ponte Milvio in più di San Paolo, concludendo che "un top è solo un date che ha fatto i soldi". Ma alla fine, l'amore vince sempre.



Intanto Leonardo Bocci non può più dare aiuti telefonici a Lorenzo Tiberia, e viene raggiunto da una ragazza che gli fa notare che lo aspetta da tre ore al Barone Rosso, noto locale dell'Ostiense situato in Via Libetta.

Il video, girato da Paul Brasco e con protagonisti Lorenzo Tiberia e Leonardo Bocci, ha visto la partecipazione di Monica Volpe, Nelson Abreo e Monica Calvani.

Ristoranti nel Rione Monti

A seguire una lista di ristoranti situati nel Rione Monti elencati in ordine alfabetico.

- Gli Angeletti, Via dell'Angoletto 3, Cucina italiana

- La Base, Via Cavour 270/272, Carne, Cucina italiana
- Hostaria al Boschetto, Via del Boschetto 30, Cucina italiana

- La Carbonara, Via Panisperna 214, Cucina romana
- Alle Carrette, Via della Madonna dei Monti 95, Pizzeria
- La Cicala e la Formica, Via Leonina 17, Cucina romana
- Città in fiore, Via Cavour 273, Cucina cinese

- Daruma Sushi, Via dei Serpenti 1, Cucina giapponese

- Il Girasole, Via del Boschetto 28, Cucina romana
- Grezzo Raw Chocolate, Via urbana 130, Pasticceria vegana
- Il Guru, Via Cimarra 4, Cucina indiana

- Hasekura, Via dei Serpenti 27, Cucina giapponese

- Maharajah, Via dei Serpenti 124, Cucina indiana
- Mother India, Via dei Serpenti 148, Cucina indiana

- La Nuova Piazzetta, Via del Buon Consiglio, 23a, Cucina italiana

- La Pace, Via della Madonna dei Monti 53, Cucina cinese

- Relazioni Culinarie, Via Panisperna 75, Cucina mediterranea
- Da Roberto, Via Panisperna 231, Cucina romana

- Sciuè Sciuè, Via Urbana 56, Cucina napoletana
- Sitar, Via Cavour 256, Cucina indiana
- Osteria della Suburra, Via urbana 67, Cucina romana
- Suburra 1930 Liquori e cucina, Piazza della Suburra 13/15, Cucina mediterranea

- Taverna Romana, Via della Madonna dei Monti 79, Cucina italiana
- Le Tavernelle, Via Panisperna 48, Cucina romana
- Temakinho Monti, Via dei Serpenti 16, Cucina Giapponese

- Urbana 47, Via Urbana 47, Cucina italiana

- Da Valentino, Via Cavour 293, Cucina romana
- Trattoria Valentino, Via del Boschetto 37, Cucina romana
- Vecchia Roma, Via Leonina 10, Cucina romana

- Wanted, Via Leonina 90, Pizzeria


Ristoranti di Roma

Clicca sulla suddivisione territoriale di Roma che ti interessa per conoscere i ristoranti in quella zona. Un'altra lista di ristoranti è invece quella in cui sono suddivisi per tipologia.

Ristoranti nel Rione Colonna
Ristoranti nel Rione Ponte
Ristoranti nel Rione Parione
Ristoranti nel Rione Campitelli
Ristoranti nel Rione Sant'Angelo
Ristoranti nel Rione Ripa
Ristoranti nel Rione Borgo
Ristoranti nel Rione Esquilino
Ristoranti nel Rione Ludovisi
Ristoranti nel Rione Sallustiano
Ristoranti nel Rione Castro Pretorio
Ristoranti nel Rione Celio
Ristoranti nel Rione Testaccio
Ristoranti nel Rione San Saba

Ristoranti nel Quartiere Flaminio
Ristoranti nel Quartiere Parioli
Ristoranti nel Quartiere Pinciano
Ristoranti nel Quartiere Prenestino-Labicano
Ristoranti nel Quartiere Tuscolano
Ristoranti nel Quartiere Appio-Latino