Agosto 1943
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1 Agosto - L'orario di inizio del coprifuoco, pochi giorni prima fissato per le 21:30, viene posticipato di un'ora alle 22:30. Per il termine del coprifuoco è invece stabilito l'orario delle 5 del mattino.
Come nuovo direttore de Il Messaggero, dopo alcuni giorni in cui l'incarico era stato mantenuto pro tempore dall'editore Pio Perrone, viene nominato Tomaso Smith, giornalista di idee socialiste che, per questa ragione, durante il fascismo non aveva potuto lavorare.
2 Agosto - Il Presidente del Consiglio Pietro Badoglio incontra Ivanoe Bonomi quale rappresentante delle opposizioni. Nell'incontro Badoglio illustra lo stato della situazione bellica e dei rapporti dell'Italia con le potenze impegnate nel conflitto. Successivamente, il Comitato Centrale delle Opposizioni si riunisce e delibera di chiedere al Presidente del Consiglio l'uscita dell'Italia dalla guerra.
3 Agosto - Il Comitato Centrale delle Opposizione comunica a Badoglio di aver stabilito di chiedere la fine della guerra e di non essere disposti a trattare a riguardo.
4 Agosto - Complice l'indisponibilità a scendere a compromessi da parte delle opposizioni, il governo inizia in segreto a sondare il terreno con gli Alleati per una resa. Tuttavia, Hitler non sembra fidarsi del nuovo governo italiano ed aumenta progressivamente la presenza militare tedesca in Italia.
Dopo la notizia dell'ingiustificato aumento dei prezzi in molte aree, il governo istituisce una commissione contro gli illeciti arricchimenti.
Il Gruppo di Ricostruzione Liberale torna a riunirsi per discutere riguardo l'atteggiamento da tenere verso il governo Badoglio: da parte di numerosi giovani del movimento arriva la richiesta perentoria di un armistizio, che rappresenterebbe la condicio sine qua non per poter sostenere il governo.
5 Agosto - Viene confermata da parte del governo Badoglio la gestione bellica della distribuzione alimentare, con gli ammassi che vengono gestiti in prima persona de personale militare.
9 Agosto - Il governo inizia la messa a punto di un sistema di difesa di Roma basato su una difesa interna ed una esterna.
Il prefetto Umberto Ricci sostituisce Bruno Fornaciari al ministero dell'Interno. Il governo decide inoltre di commissariare - e non sciogliere - le confederazioni sindacali. A sorpresa vengono nominati a capo di esse diversi esponenti antifascisti, tra cui i comunisti Di Vittorio e Roveda ed i socialisti Buozzi e Lizzardi.
10 Agosto - Il governo continua la messa a punto della difesa di Roma.
Il Partito d'Azione riunisce il proprio direttivo, che denuncia la mancanza di reattività del governo, accusato di non aver ripristinato la libertà di stampa, essere rimasto inerme di fronte all'occupazione tedesca e non aver firmato un armistizio con gli Alleati.
11 Agosto - Si riunisce il Comitato centrale dei partiti per la libertà.
12 Agosto - Il Comitato centrale dei partiti per la libertà approva un odg in cui nota come l'appello per la fine della guerra sia stato fatto cadere nel vuoto dal governo, accusato anche di non aver smantellato il fascismo e non essersi opposto all'invasione dell'Italia da parte delle truppe tedesche, ancora formalmente alleate.
Socialisti e Comunisti firmano un patto di unità d'azione.
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