Pagine
▼
Targa in memoria di Marie Riegova Palacka
La targa in questione si trova in Via Marianna Dionigi, nel Rione Prati, e ricorda la filantropa ceca Marie Riegova-Palacka (Praga 1833 - Roma 1891), che presso questa casa visse.
Fontana della Carlotta
Le sue origini risalgono al 1927 quando l'architetto Giovanni Battista Trotta, costruendo il quartiere dei baraccati, decise di realizzare una fontana che fosse iconica della nuova zona della Garbatella, come luogo in cui sgorgasse l'acqua che già dal decennio precedente serviva l'area.
Questa fontana rappresenta, come tutto il quartiere, il segno della qualità architettonica di altissimo livello raggiunta dall'architettura romana negli anni Venti, che, nonostante la povertà dei mezzi e dei materiali, è caratterizzata da un'estrema cura e raffinatezza, non solo nella progettazione degli edifici, ma anche nelle relazioni tra questi e le preesistenze naturali, nell'attenzione all'arredo urbano e all'armonia complessiva dell'intervento architettonico.
Questa testa di fanciulla rappresenterebbe, da tradizione, Carlotta, l'ostessa "garbata e bella" da cui, si dice, prenda il nome la Garbatella.
La fontana, infatti, consta in un pilastro in calcestruzzo, con copertura in cementino bugnato, in mezzo al quale una testa femminile, in marmo rosa, che sarebbe appunto Carlotta, lascia cadere l'acqua in una vasca sottostante. Il pilastro è sormontato da una grande olla.
La fontana divenne ben presto un punto di riferimento della quartiere.
Accanto ad essa parte la scalinata di Via Angelo Orsucci, molto caratteristica nonché considerata un luogo frequentato dagli innamorati, in quanto cornice romantica e pittoresca.
Proprio su Via Angelo Orsucci si trovano due targhe commemorative che ricordano i lavori per il ripristino della fontana: una risalente al restauro del 1998, l'altra a Momo Pertica, promotore del restauro.
La fontana, infatti, negli anni è stata danneggiata diverse volte, e per questo fino al 1998 si trovò in uno stato di forte degrado.
Proprio su Via Angelo Orsucci si trovano due targhe commemorative che ricordano i lavori per il ripristino della fontana: una risalente al restauro del 1998, l'altra a Momo Pertica, promotore del restauro.
La fontana, infatti, negli anni è stata danneggiata diverse volte, e per questo fino al 1998 si trovò in uno stato di forte degrado.
Via della Travicella
Via della Travicella è una strada situata nel Quartiere Ardeatino, una traversa senza uscita di Via Appia Antica.
La strada ha sicuramente origini antiche, ed era una delle prime traverse dell'Appia Antica lasciando Roma, che collegava la storica via Consolare all'inizio della Via Ostiense. Il suo nome originario era Vicolo del Cretaccio, probabilmente per un deposito di creta e detriti venutovisi a formare per la presenza di una marrana nella zona.
Un antico pozzo un tempo esistente in Via della Travicella |
Vicolo della Travicella nella mappa dell'Istituto Geografico Militare del 1924 |
Il tratto di Via della Travicella nei pressi di Porta San Paolo nella mappa di Marino-Gigli del 1930 |
Il tratto di Via della Travicella verso l'Appia Antica nella mappa di Marino-Gigli del 1930 |
La sua nuova delimitazione fu tra Piazza Cuma - una piazza istituita nel 1940 lungo l'Appia Antica, ed esistita fino al 1950 - a Piazza Giovanni da Verrazzano. Nel 1950 i confini della strada cambiarono di nuovo, e vennero compresi tra Via Appia Antica e Via Cristoforo Colombo, dal momento che il tratto oltre questa strada prese il nome di Via Capitan Bavastro, per poi cambiare di nuovo nel 1995 e divenire da Via Appia Antica, senza uscita.
La targa stradale di Via della Travicella con la sigla del Quartiere X Ostiense |
Targa in memoria del restauro delle Mura Gianicolensi
La targa in questione si trova in Viale delle Mura Gianicolensi, nel Quartiere Gianicolense, e ricorda il restauro delle mura avvenuto nel 1850 dopo la battaglia che qui si svolse nell'ambito degli scontri relativi alla proclamazione della Repubblica Romana. Il restauro, come scritto sulla targa, è stato voluto dal Papa Beato Pio IX Mastai Ferretti (1846-1878) ed effettuato dall'architetto Aloisio Poletti, citato in basso a destra nella targa, che qui è stata posta nel 1850.
Targa in memoria dei caduti della Repubblica Romana
La targa in questione si trova in Viale delle Mura Gianicolensi, nel Quartiere Gianicolense, e ricorda i caduti nell'ambito della difesa della Repubblica Romana nel 1849.
La targa è stata qui posta dal Comune di Roma nel 1871.
Targa in memoria di George Wurts
La targa in questione si trova in Viale Adolfo Leducq, nel Rione Trastevere, e ricorda il diplomatico statunitense George Wurts (Filadelfia 1843 - Roma 1928), che presso Villa Sciarra visse e la cui vedova Henriette Wurts Tower, dopo la morte del marito donò la villa a Benito Mussolini, che decise di aprirla al pubblico e vi aprì, nel 1931, l'Istituto di Studi Germanici (come si può notare nella targa dalla citazione relativa a Wolfgang Goethe).
La targa reca una particolarità: alcune parole sono state cancellate, nello specifico "Duce" e "Benito Mussolini", un fatto non raro per le targhe che contengono chiari riferimenti al Fascismo. Qualcuno, successivamente, ha aggiunto nuovamente le parole.
Statua del Cavallino
La scultura in questione si trova nell'area all'angolo tra Via Leon Pancaldo e Via Antonio Malfante, nel Quartiere Ardeatino, e raffigura un cavallino. L'opera è stata realizzata ne 2002 dallo scultore Alfiero Nena in occasione della riqualificazione dell'area successivamente alla costruzione di un parcheggio interrato su progetto di Giorgio Nena.
Vicolo del Leopardo
Vicolo del Leopardo si trova nel Rione Trastevere, situato tra Vicolo del Cedro e Vicolo della Scala.
Il vicolo originariamente si chiamava Vicolo del Leoncino, per via di un'insegna di osteria, ma nel 1871, i Piemontesi, appena arrivati a Roma, nel riordinare la toponomastica cittadina gli cambiarono il nome per evitare l'omonimia con il Vicolo del Leoncino situato nel Rione Campo Marzio.
Nel vicolo è presente un edicola su un edificio Settecentesco raffigurante la Madonna col Bambino.
Diverse abitazioni presenti nella strada hanno subito modifiche successive all'Unità d'Italia. Il civico 29, ad esempio, è stato rifatto nel 1883 dall'architetto Domenico Pierani, e successivamente sopraelevato dall'ingegnere Oreste Rossi nel 1886.
L'edificio al numero 4, invece, è stato sopraelevato dall'architetto Gramiccia.
Nel vicolo ha avuto sede il teatro sperimentale "Il Leopardo".
Piazza dei Navigatori
Il progetto originario di Piazza dei Navigatori |
Piazza dei Navigatori si trova lungo Via Cristoforo Colombo, al confine tra il Quartiere Ostiense ed il Quartiere Ardeatino.
Nel 1940 il Governatorato di Roma iniziò a tracciare la Via Imperiale, l'odierna Via Cristoforo Colombo che dal centro raggiungeva l'Esposizione Universale per poi proseguire fino al mare.
Nel 1940 il Governatorato di Roma iniziò a tracciare la Via Imperiale, l'odierna Via Cristoforo Colombo che dal centro raggiungeva l'Esposizione Universale per poi proseguire fino al mare.
Nel tragitto di essa compreso tra le Mura Aureliane e l'Esposizione, vennero pensate quattro piazze: Piazza IX Maggio, Piazza delle Legioni Romane, Piazza degli Imperatori e Piazza dei Consoli.
L'odierna Piazza dei Navigatori era esattamente Piazza delle Legioni Romane, la seconda lasciando il centro di Roma, grosso modo all'altezza di Via delle Sette Chiese e Tor Marancia.
Lo slargo fu previsto di forma trapezioidale, sul luogo di una curva della Via Imperiale, con due grandi edifici per abitazioni intensive, detti alberghi di massa, simmetrici, progettati dall'architetto Cesare Pascoletti.
L'odierna Piazza dei Navigatori era esattamente Piazza delle Legioni Romane, la seconda lasciando il centro di Roma, grosso modo all'altezza di Via delle Sette Chiese e Tor Marancia.
Lo slargo fu previsto di forma trapezioidale, sul luogo di una curva della Via Imperiale, con due grandi edifici per abitazioni intensive, detti alberghi di massa, simmetrici, progettati dall'architetto Cesare Pascoletti.
Durante la guerra iniziò la costruzione di uno dei due edifici, che fu l'unico ad essere completato.
Piazza delle Legioni Romane, in una mappa del 1944 |
Il conflitto, infatti, portò a un notevole ridimensionamento di quello che fu il progetto mussoliniano di espansione verso il mare, che negli anni fu sostituito da un'edilizia differente e ben meno monumentale.
Il palazzo costruito ha una pianta a forma di doppia "M", connessa ad un corpo longitudinale, come spesso accade nei palazzi progettati durante il Fascismo, per celebrare Benito Mussolini attraverso l'iniziale del suo cognome.
Nel 1948 la piazza prese il nome di Piazza dei Navigatori, compresa tra Via Cristoforo Colombo e Via delle Sette Chiese.
Il palazzo costruito ha una pianta a forma di doppia "M", connessa ad un corpo longitudinale, come spesso accade nei palazzi progettati durante il Fascismo, per celebrare Benito Mussolini attraverso l'iniziale del suo cognome.
Nel 1948 la piazza prese il nome di Piazza dei Navigatori, compresa tra Via Cristoforo Colombo e Via delle Sette Chiese.
Il retro di uno degli edifici monumentali di Piazza dei Navigatori visto da Via Leon Pancaldo |
La Piazza è rimasta così da un lato con gli edifici monumentali progettati durante il fascismo, dall'altra, invece, spoglia, con al posto del grande edificio che avrebbe dovuto fare pendant a quello esistente, di cui erano state gettate le fondamenta, una casupola che da decenni ospita il ristorante L'Ardito.
Piazza dei Navigatori in una mappa del 1950 |
La zona è principalmente un'area di grande scorrimento nel mezzo di un quartiere essenzialmente residenziale, ma fa anche da punto di raccordo tra l'arteria della Colombo ed il Quartiere Ardeatino.
Negli anni successivi al 2000, quasi a voler risolvere la mancata realizzazione del grande edificio nel lato Nord, è iniziata la costruzione del Navigatori Civic Center, un grande palazzo polifunzionale da realizzare nello spazio vuoto tra Piazza dei Navigatori e Viale di Tor Marancia.
Nel 2011 lo scultore Gheno ha collocato al centro della piazza una scultura raffigurante una vela, che richiama i navigatori cui la piazza è dedicata.
La vela occupa lo spazio in cui, nel progetto originale della piazza, era prevista appunto la realizzazione di un monumento.
Targa della sottosezione Testaccio del Partito Repubblicano Italiano
Targa in memoria di Duilio, Marcello e Pietro Favola
La targa in questione si trova in Via dei Vestini, nella parte del Quartiere Tiburtino nota come San Lorenzo, e ricorda Duilio Favola, Marcello Favola e Pietro Favola, tre antifascisti uccisi dalle truppe nazifasciste a Leonessa, in provincia di Rieti, il 7 Aprile 1944.
La targa è stata qui posta il 24 Aprile 1945.
Colonna in memoria della sistemazione del Campidoglio
La colonna in questione si trova in Piazza della Consolazione, nel Rione Campitelli e ricorda come nel 1933, questo lato del Campidoglio venne sistemato.
La colonna è stata qui posta su iniziativa dell'allora Governatore di Roma, Francesco Boncompagni Ludovisi.
Targa in memoria di Momo Pertica
La targa in questione si trova in Via Angelo Orsucci, nella parte del Quartiere Ostiense nota come Garbatella, e ricorda Domenico Pertica, detto Momo Pertica (Palombara Sabina 1921 - Roma 2000), grazie al cui contributo venne ripristinata l'acqua corrente presso la limitrofa Fontana della Carlotta.
La targa è stata qui posta dal Comune di Roma il 16 Settembre del 2000.
Targa in memoria del ripristino dell'Acqua della Carlotta
La targa in questione si trova in Via Angelo Orsucci, nella parte del Quartiere Ostiense nota come Garbatella, e ricorda il restauro avvenuto nel 1998 che ha portato l'acqua a scorrere nuovamente presso la limitrofa Fontana della Carlotta.
La targa è stata qui posta dal Comune di Roma e dall'ACEA il 23 Luglio del 1998.
Targa in memoria di Alvaro Amici
La targa in questione si trova in Via Angelo Orsucci, nella parte del Quartiere Ostiense nota come Garbatella, e ricorda il cantautore Alvaro Amici (Roma 1936-Roma 2003), tra i massimi esponenti della canzone Romana, che qui abitava.
La targa è stata qui posta dall'XI Municipio (oggi VIII) e dal suo presidente Andrea Catarci.
Targa della sottosezione Garbatella del Partito Repubblicano Italiano
La targa in questione si trova in Via Edgardo Ferrati, nella zona del Quartiere Ostiense nota come Garbatella, e segnala la sottosezione Garbatella del Partito Repubblicano Italiano che qui si trovava.
Targa in memoria dei partigiani socialisti della Garbatella
La targa in questione si trova in Via Edgardo Ferrati, nella parte del Quartiere Ostiense della Garbatella, e ricorda i partigiani socialisti della zona in prossimità della storica sezione locale del Partito Socialista Italiano.
La targa è stata qui posta dall'VIII Municipio il 4 Giugno del 2015.
Targa della sezione dell'Associazione Nazionale Combattenti della Garbatella
La targa in questione si trova in Via Luigi Orlando, nella parte del Quartiere Ostiense nota come Garbatella, ed indica la vecchia Sezione Garbatella dell'Associazione Nazionale Combattenti che un tempo qui si trovava.
Targa in memoria dei 90 anni della Garbatella
La targa in questione si trova in Piazza Benedetto Brin, nella parte del Quartiere Ostiense nota come Garbatella, e ricorda i 90 anni della Garbatella, la cui prima pietra fu posta il 18 Febbraio del 1920.
Sull'altro lato della piazza, infatti, si trova un'altra targa che ricorda la posa della prima pietra della zona.
La targa è stata qui posta dall'XI Municipio (oggi VIII Municipio) il 18 Febbraio del 2010, in occasione appunto dei 90 anni dalla fondazione della Garbatella.
Targa in memoria di Iole Zedde
La targa in questione si trova in Viale Guglielmo Massaia, nella zona del Quartiere Ostiense nota come Garbatella e ricorda Iole Zedde (1927-1943), ragazza uccisa a 16 anni da alcuni colpi di mitra sparati da un soldato tedesco presso la Stazione Ostiense e che qui viveva.
La targa è stata qui posta dall'XI Municipio (oggi VIII) nel 2007.
Monumento in memoria di Enrico Riziero Galvaligi
Il monumento in questione si trova in Largo Enrico Riziero Galvaligi, nel Quartiere Ardeatino, e ricorda il Generale Enrico Riziero Galvaligi (Solbiate Arno 1920 - Roma 1980), militare insignito di numerose decorazioni per la sua attività nella Seconda Guerra Mondiale, ucciso dalle Brigate Rosse nel 1980.
Il monumento consta in una semplice stele su cui sono presenti alcune semplici frasi che ricordano il generale.
Targa in memoria dei morti dell'Azienda Elettrica Municipale nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale
La targa in questione si trova in Via Ostiense, nella parte compresa nel Quartiere Ostiense, nel cortile di fronte alla Centrale Montemartini, e ricorda i dipendenti dell'Azienda Elettrica Municipale (oggi Acea) morti durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale.
Mausoleo delle Fosse Ardeatine
Il Mausoleo delle Fosse Ardeatine si trova in Largo Martiri delle Fosse Ardeatine, nel Quartiere Ardeatino, ed è il monumentale luogo in cui sono state sepolte le 335 vittime della strage delle Fosse Ardeatine, compiuta il 24 Marzo del 1944 dai soldati della Germania nazista che occupavano Roma.
Il 23 Marzo del 1944 alcuni partigiani dei GAP fecero esplodere una bomba in Via Rasella, nel Rione Trevi, nel momento in cui passava la brigata SS Bozen, uccidendo 33 militari nazisti e due civili che si trovavano sul posto.
Come rappresaglia, i tedeschi decisero di uccidere 10 italiani per ogni militare tedesco morto: scelsero così 335 uomini - cinque in più rispetto alla rappresaglia stessa - tra prigionieri, partigiani, antifascisti, ebrei e criminali comuni - ed il giorno successivo li condussero in alcune cave di pozzolana inutilizzate lungo la Via Ardeatina, conosciute come Fosse Ardeatine.
Tra le 335 persone furono presenti persone di ogni strato sociale di Roma, ed è considerata infatti l'unica strage di questa portata che colpisce un tessuto urbano in Italia nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Quando la strage venne compiuta, i tedeschi non resero noto il luogo della rappresaglia, e fecero saltare il soffitto delle cave di pozzolana in modo da lasciare i 335 corpi nascosti. Si limitarono a rendere noto che "l'ordine era stato eseguito".
Una delle prime preoccupazioni delle famiglie dei morti nella strage fu quella di poter trovare i corpi dei loro parenti per dare loro una degna sepoltura. Dopo la Liberazione di Roma avvenuta il 4 Giugno del 1944, le cave di pozzolana sull'Ardeatina vennero liberate dai detriti lasciati dall'esplosione successiva all'eccidio, e i corpi delle vittime tornarono così alla luce.
Nel Luglio del 1944 alcune vedove di alcune vittime, tra cui Lucia Zauli (vedova di Nicola Stame), Maria Giannandrea (vedova di Arturo D'Aspro) ed Elvira Senesi (vedova di Alberto Giacchini), chiesero al Comune di iniziare a lavorare per la memoria dei morti delle Fosse Ardeatine e di dare loro una degna sepoltura.
Nacque così l'ANFIM (Associazione Nazionale Famiglie Italiane Martiri Caduti per la Libertà della Patria), che si preoccupò della memoria dei morti delle Fosse Ardeatine, ma anche della Storta, di Forte Bravetta e di tutte le vittime dell'occupazione tedesca dell'Italia.
Plastico del progetto vincitore |
Nel settembre del 1944 lo Stato Italiano, appena uscito dalla guerra, bandì il primo concorso d'architettura successivo alla caduta del fascismo, per la costruzione del Mausoleo delle Fosse Ardeatine. Parteciparono dodici studi che presentarono altrettanti progetti, di cui quattro furono giudicati idonei. Alla fine del 1945 venne bandito il concorso di secondo grado.
A vincere il concorso furono, nel settembre del 1946, i due gruppi degli architetti Nello Aprile, Cino Calcaprina, Aldo Cardelli, Mario Fiorentino, lo scultore Francesco Coccia, l'architetto Giuseppe Perugini, lo scultore ed architetto Mirko Basaldella ed Uga De Plaisant.
Il mausoleo in costruzione nel 1948 |
Il progetto fu quello di consolidare le gallerie delle cave di pozzolana in cui fu compiuta la strage, creare un grande piazzale di fronte ad esse e costruire un grande sacrario dove seppellire i morti della strage. Di fianco, inoltre, si decise di realizzare un piccolo museo.
I lavori iniziarono il 22 novembre 1947, e durarono due anni. La cancellata e la statua furono realizzate solamente nel 1950.
La messa in posa della cancellata nel 1950 |
L'ingresso del mausoleo consiste in una cancellata, opera in bronzo di Mirko Basaldella, rappresentante un groviglio di corpi stilizzati.
Oltre la cancellata si apre il piazzale, delimitato da un lato dall'ingresso alle gallerie, e dall'altro dal sacrario, preceduto da un gruppo scultoreo in travertino realizzato da Francesco Coccia, rappresentante 'le tre età'.
All'interno delle gallerie, è ancora visibile il foro sul soffitto causato dall'esplosione con cui si tentarono di nascondere i corpi delle vittime. Prima della grotta in cui la strage fu compiuta, è stato realizzato un altro cancello, opera anch'essa di Mirko Basaldella.
Il sacrario, invece, è molto lontano dai monumenti retorici, e consiste in un blocco geometrico in cemento armato sotto il quale sono presenti le tombe delle 335 vittime, ricordate con una Croce sulla bara con l'eccezione dei numerosi ebrei, ricordati invece con una Stella di David.
Il blocco massiccio del sacrario è opera dell'architetto Mario Fiorentino, che pochi decenni dopo realizzò l'edificio per alloggi popolari del Corviale, anch'esso un blocco massiccio, più articolato ma di dimensioni ben più notevoli, oltre un chilometro di lunghezza, e che si possono in qualche modo collocare in continuità nell'opera artistica di Fiorentino.
Più nascosto, nel complesso c'è anche un piccolo museo, opera di Giuseppe Perugini, in cui sono presenti ricordi e documenti della strage e della Resistenza Romana in generale.
Il monumento venne inaugurato il 24 Marzo del 1949 dal Presidente del Consiglio Alcide de Gasperi e dal ministro Tupini, in occasione del quinto anniversario della strage.
Nel 2015, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, appena eletto ha voluto come primo atto recarsi in visita presso il mausoleo.
A seguire, l'elenco delle 335 vittime della strage, sepolte nel Mausoleo:
2 - Teodato Albanese
3 - Pilo Albertelli
4 - Ivanoe Amoretti
5 - Aldo Angelai
6 - Virgilio Angeli
7 - Paolo Angelini
8 - Giovanni Angelucci
9 - Bruno Annarummi
10 - Lazzaro Anticoli
11 - Vito Artale
12 - Cesare Astrologo
13 - Raffaele Aveersa
14 - Carlo Avolio
15 - Antonio Ayroldi
16 - Manfredi Azzarita
17 - Ugo Baglivo
18 - Giovanni Ballina
19 - Aldo Banzi
20 - Silvio Barbieri
21 - Nino Benati
22 - Donato Bendicenti
23 - Lallo Berardi
24 - Elio Bernabei
25 - Secondo Bernardini
26 - Tito Bernardini
27 - Aldo Berolsheimer
28 - Giorgio Leone Blumstein
29 - Michele Bolgia
30 - Luigi Bonanni
31 - Manlio Bordoni
32 - Luigi Bruno Di Belmonte
33 - Marcello Bucchi
34 - Bruno Bucci
35 - Umberto Bucci
36 - Francesco Bucciano
37 - Armando Bussi
38 - Gaetano Butera
39 - Vittorio Buttarono
40 - Leonardo Butticé
41 - Giuseppe Calderari
42 - Carlo Camisotti
43 - Silvio Campanile
44 - Ilario Canacci
45 - Salvatore Canalis
46 - Renato Cantalamessa
47 - Alfredo Capecci
48 - Ottavio Capozio
49 - Ferruccio Caputo
50 - Emanuele Caracciolo
51 - Francesco Carioli
52 - Federico Carola
53 - Mario Carola
54 - Andrea Casadei
55 - Adolfo Caviglia
56 - Giuseppe Celani
57 - Oreste Cerroni
58 - Egidio Checchi
59 - Romualdo Chiesa
60 - Aldo Francesco Chiricozzi
61 - Francesco Ciavarella
62 - Duilio Cibei
63 - Gino Cibei
64 - Francesco Cinelli
65 - Giuseppe Cinelli
66 - Pasquale Cocco
67 - Saverio Coen
68 - Giorgio Conti
69 - Orazio Corsi
70 - Guido Costanzi
71 - Alberto Cozzi
72 - Cosimo D'Amico
73 - Giuseppe D'Amico
74 - Mario D'Andrea
75 - Arturo D'Aspro
76 - Gerardo De Angelis
77 - Ugo De Carolis
78 - Carlo De Giorgio
79 - Filippo De Grenet
80 - Odoardo Della Torre
81 - Giuseppe Del Monte
82 - Raoul De Marchia
83 - Gastone De Nicolò
84 - Fidardo De Simoni
85 - Zaccaria Di Capua
86 - Angelo Di Castro
87 - Cesare Di Consiglio
88 - Franco Di Consiglio
89 - Marco Di Consiglio
90 - Mosè Di Consiglio
91 - Salomone Di Consiglio
92 - Santoro Di Consiglio
93 - Alberto Di Nepi
94 - Giorgio Di Nepi
95 - Samuele Di Nepi
96 - Ugo Di Nola
97 - Pier Domenico Diociajuti
98 - Otello Di Peppe
99 - Angelo Di Porto
100 - Giacomo Di Porto
101 - Giacomo Di Porto
102 - Gioacchino Di Salvo
103 - Armando Di Segni
104 - Pacifico Di Segni
105 - Attilio Di Veroli
106 - Michele Di Veroli
107 - Salomone Drucker
108 - Lido Durantini
109 - Marco Efrati
110 - Fernando Elena
111 - Aldo Eluisi
112 - Giorgio Ercolani
113 - Aldo Ercoli
114 - Renato Fabri
115 - Antonio Fabrini
116 - Giorgio Fano
117 - Alberto Fantacone
118 - Vittorio Fantini
119 - Sabato Amadio Fatucci
120 - Mario Felicioli
121 - Dardano Fenulli
122 - Enrico Ferola
123 - Loreto Finamonti
124 - Arnaldo Finocchiaro
125 - Aldo Finzi
126 - Valerio Fiorentini
127 - Fiorino Fiorini
128 - Angelo Fochetti
129 - Edmondo Fondi
130 - Genserico Fontana
131 - Raffaele Fornari
132 - Leone Fornaro
133- Gaetano Forte
134 - Carlo Foschi
135 - Celestino Frasca
136 - Paolo Frascà
137 - Angelo Frascati
138 - Giovanni Frignani
139 - Alberto Funaro
140 - Mosè Funaro
141 - Pacifico Funaro
142 - Settimio Gunaro
143 - Angelo Galafati
144 - Antonio Gallarello
145 - Luigi Gavioli
146 - Manlio Gelsomini
147 - Gioacchino Gesmundo
148 - Alberto Gioacchini
149 - Maurizio Giglio
150 - Romolo Gigliozzi
151 - Calcedonio Giordano
152 - Giorgio Giorgi
153 - Renzo Giorgini
154 - Antonio Giustiniani
155 - Giorgio Gorgolini
156 - Gastone Gori
157 - Aladino Govoni
158 - Umberto Grani
159 - Ennio Grieco
160 - Unico Guidoni
161 - Mario Haipel
162 - Domenico Iaforte
163 - Sebastiano Ialuna
164 - Costantino Imperiali
165 - Mario Intreccialagli
166 - Sandor Kereszti
167 - Boris Landesman
168 - Gaetano La Vecchia
169 - Ornello Leonardi
170 - Cesare Leonelli
171 - Epidemio Liberi
172 - Amedeo Lidonnici
173 - Davide Limentani
174 - Giovanni Limentani
175 - Settimio Limentani
176 - Ezio Lombardi
177 - Giuseppe Lo Presti
178 - Roberto Lordi
179 - Giuseppe Lotti
180 - Armando Lucarelli
181 - Carlo Luchetti
182 - Gavino Luna
183 - Pietro Ermalindo Lungaro
184 - Ambrogio Lunghi
185 - Umberto Lusena
186 - Everardo Luzzi
187 - Mario Magri
188 - Candido Manca
189 - Enrico Mancini
190 - Alberto Marghesi
191 - Duilio Marchetti
192 - Antonio Margioni
193 - Vittorio Marimpietri
194 - Angelo Marino
195 - Angelo Martella
196 - Sabato Martelli Castaldi
197 - Placido Martini
198 - Fulvio Mastrangeli
199 - Luigi Mastrogiacomo
200 - Giuseppe Medas
201 - Umberto Menasci
202 - Ernesto Micheli
203 - Emidio Micozzi
204 - Cesare Mieli
205 - Mario Mieli
206 - Renato Mieli
207 - Raffaele Milano
208 - Tullio Milano
209 - Ugo Milano
210 - Sisinnio Mocci
211 - Giuseppe Montezemolo
212 - Augusto Moretti
213 - Pio Moretti
214 - Santo Morgano
215 - Alfredo Mosca
216 - Emanuele Moscati
217 - Pace Moscati
218 - Vito Moscati
219 - Carlo Mosciatti
220 - Agostino Napoleone
221 - Celestino Natili
222 - Mariano Natili
223 - Giuseppe Navarra
224 - Sestilio Ninci
225 - Edoardo Nobili
226 - Fernanrdo Norma
227 - Orlando Orlandi Posti
228 - Armando Ottaviano
229 - Attilio Paliani
230 - Don Pietro Pappagallo
231 - Alfredo Pasqualucci
232 - Mario Passarella
233 - Ulderico Pelliccia
234 - Renzo Pensuti
235 - Francesco Peppicelli
236 - Remo Perpetua
237 - Angelo Perugia
238 - Amedeo Petrocchi
239 - Paolo Petrucci
240 - Ambrogio Pettorini
241 - Renzo Piasco
242 - Cesare Piattelli
243 - Franco Piettelli
244 - Giacomo Piattelli
245 - Luigi Perantoni
246 - Romolo Pierleoni
247 - Angelo Pignotti
248 - Umberto Pignotti
249 - Claudio Piperno
250 - Ignazio Piras
251 - Vincenzo Pirozzi
252 - Antonio Pisino
253 - Antonio Pistonesi
254 - Rosario Pitrelli
255 - Domenico Polli
256 - Domenico Portieri
257 - Erminio Portinari
258 - Pietro Primavera
259 - Antonio Prosperi
260 - Italo Pula
261 - Spartaco Pula
262 - Beniamino Raffaeli
263 - Giovanni Rmapulla
264 - Roberto Rendina
265 - Egidio Renzi
266 - Augusto Renzini
267 - Domenico Ricci
268 - Nuncio Rindone
269 - Ottorino Rizzo
270 - Antonio Roazzi
271 - Filippo Rocchi
272 - Bruno Rodella
273 - Romeo Rodriguez Pereira
274 - Goffredo Romagnoli
275 - Giulio Roncacci
276 - Ronconi Ettore
277 - Saccotelli Vincenzo
278 - Salemme Felice
279 - Salvatori Giovanni
280 - Sansolini Adolfo
281 - Sansolini Alfredo
282 - Savelli Francesco
283 - Scarioli Ivano
284 - Scattoni Umberto
285 - Sciunnach Dattilo
286 - Semini Fiorenzo
287 - Senesi Giovanni
288 - Sepe Gaetano
289 - Sergi Gerardo
290 - Sermoneta Benedetto
291 - Silvestri Sebastiano
292 - Simoni Simone
293 - Sonnino Angelo
294 - Sonnino Gabriele
295 - Sonnino Mosè
296 - Sonnino Pacifico
297 - Spunticchia Antonino
298 - Stame Nicola Ugo
299 - Talamo Manfredi
300 - Tapparelli Mario
301 - Tedesco Cesare
302 - Terracina Sergio
303 - Testa Settimio
304 - Trentini Giulio
305 - Troiani Eusebio
306 - Troiani Pietro
307 - Ugolini Nino
308 - Unghetti Antonio
309 - Valesani Otello
310 - Vercillo Giovanni
311 - Villoresi Renato
312 - Viotti Pietro
313 - Vivanti Angelo
314 - Vivanti Giacomo
315 - Vivenzio Gennaro
316 - Volponi Guido
317 - Wald Pesach Paul
318 - Wald Schra
319 - Zaccagnini Carlo
320 - Zambelli Ilario
321 - Zarfati Alessandro
322 - Zicconi Raffaele
323 - Zironi Augusto
Negli anni sono state identificate le salme anche di:
- Salvatore La Rosa
- Marco Moscati
- Michele Partito
Si conoscono inoltre i nomi (che ancora non sono stati identificati in salme specifiche):
- Cesare Calò
- Cosimo De Micco
- Danilo Lodolo
- Alfredo Maggini
- Remo Monti
- Marian Reicher
- Bernard Soike
- Heinz Erich Tuchman
Torre della Scimmia
La Torre della Scimmia si trova all'incrocio tra Via dei Portoghesi, Via dei Pianellari e Via dell'Orso, nel Rione Ponte. Inizialmente di proprietà della nobile famiglia dei Frangipane, la torre ha origini antichissime, sicuramente precedenti all'anno 1040, quando vi nacque il Beato Oddone Frangipane.
Nel Medioevo la torre fu anche di proprietà della nobile ed influente famiglia Crescenzi.
Successivamente, tra i proprietari della torre vi fu anche la Confraternita del Gonfalone, di quella della Carità e degli Scapucci.
Nel XVI Secolo gli Scapucci vi costruirono il proprio palazzo, inglobandovi così la torre.
L'edificio, seppur inglobato, è ancora ben distinto dal successivo palazzo e ben individuabile in una forma quadrangolare in laterizi a vista.
Il nome della torre, Torre della Scimmia, è estremamente singolare. A spiegarcelo è lo scrittore statunitense Nathaniel Hawthorne (Salem 1804 - Plymouth 1864) nel suo romanzo Il fauno di marmo (di cui vi invitiamo a leggere la recensione sul sito Like Zelda).
Secondo Hawthorne, i proprietari della torre tenevano in casa una piccola scimmia di nome Hilda. Un giorno questa scimmia prese la figlia neonata dei coniugi e la portò con sé in cima alla torre. Presto una folla preoccupata si riunì sotto la torre, e il padre della bambina, in preda al panico, pregò la Vergine Maria perché sua figlia si salvasse, quindi tentò di richiamare questa scimmia a sé con il fischio con cui la chiamava tradizionalmente. La scimmia tornò dunque in casa, portando con sé la bambina.
In seguito a questo episodio, il padre della neonata volle realizzare una statua della Vergine Maria in cima alla torre, come ex-voto per la salvezza della figlia. La statua è ancora oggi esistente e ben visibile.
In virtù del nome della scimmia, Hawthorne chiama la torre anche Hilda's Tower.
Parco dei Granatieri di Sardegna
Il Parco dei Granatieri di Sardegna è un parco dalla storia estremamente singolare. I Granatieri di Sardegna sono un corpo dell'Esercito Italiano estremamente noto ed importante, a tal punto che in Piazza Santa Croce in Gerusalemme, nel Rione Esquilino.
Proprio per questa ragione, il Comune di Roma, nel 1966, decise di dedicare ai Granatieri di Sardegna un parco, da destinarsi nell'area del comprensorio della ex Caserma dei Granatieri di Sardegna di Piazza di Santa Croce in Gerusalemme, nel Rione Esquilino, e delegando a un successivo provvedimento l'assegnazione dell'area di questo nuovo parco.
Questo successivo provvedimento, tuttavia, non arrivò mai, per cui il Parco dei Granatieri di Sardegna rimase in un'insolita situazione normativa, esistente de iure, ma non de facto, poiché privo del requisito essenziale per cui una strada esista: il territorio.
Solamente nel 2014, il Comune di Roma, per ovviare all'insolita situazione, decise di sopprimere dalle denominazioni ufficiali il Parco dei Granatieri di Sardegna.
Una storia che ricorda in parte quella, anch'essa travagliata, di Via dei Granatieri, nel Quartiere Giuliano-Dalmata.
Proprio per questa ragione, il Comune di Roma, nel 1966, decise di dedicare ai Granatieri di Sardegna un parco, da destinarsi nell'area del comprensorio della ex Caserma dei Granatieri di Sardegna di Piazza di Santa Croce in Gerusalemme, nel Rione Esquilino, e delegando a un successivo provvedimento l'assegnazione dell'area di questo nuovo parco.
Questo successivo provvedimento, tuttavia, non arrivò mai, per cui il Parco dei Granatieri di Sardegna rimase in un'insolita situazione normativa, esistente de iure, ma non de facto, poiché privo del requisito essenziale per cui una strada esista: il territorio.
Solamente nel 2014, il Comune di Roma, per ovviare all'insolita situazione, decise di sopprimere dalle denominazioni ufficiali il Parco dei Granatieri di Sardegna.
Una storia che ricorda in parte quella, anch'essa travagliata, di Via dei Granatieri, nel Quartiere Giuliano-Dalmata.
Via dei Granatieri
Via dei Granatieri attualmente si trova nel Quartiere Giuliano-Dalmata, compresa tra la Via Laurentina e Via Canzone del Piave, ma la sua storia è ben più lunga e la sua collocazione ben più tormentata.
I granatieri sono i soldati di fanteria specializzati - almeno in origine - nel lancio delle granate, diffusi a partire dal XVI Secolo e molto robusti, dal momento che il loro obiettivo era quello di lanciare la propria arma il più lontano possibile.
Nel caso dell'Italia, il più noto corpo di granatieri è quella attualmente nota come Brigata meccanizzata Granatieri di Sardegna, una grande unità che affonda le proprie origini al 1659 e tra i più noti corpi dell'Esercito Italiano, a tal punto da essere quello che in occasione della parata del 2 Giugno rende gli omaggi al Presidente della Repubblica.
Nel 1931, per rendere omaggio a questo corpo, il Governatore di Roma decise di riservare una strada con il nome Via dei Granatieri da far sorgere da Piazza Santa Croce in Gerusalemme e Viale Castrense - tra il Rione Esquilino ed il Quartiere Tuscolano -, in prossimità del Museo Storico dei Granatieri di Sardegna, realizzato proprio in quell'area nel 1922.
Nel 1942, con la nascita della Città Militare della Cecchignola - nell'allora Suburbi Ostiense -, si decise di dedicare la strada - che mai era stata costruita - nell'area, in cui diverse strade furono dedicate a corpi dell'esercito. Via dei Granatieri fu quindi collocata tra Via dei Genieri e la campagna.
Nel 1952, con l'istituzione di Via dei Pontieri, la strada cambiò confini: da Via dei Genieri a Via dei Pontieri.
Nel 1961 la strada, entrata a far parte del nuovo Quartiere Giuliano-Dalmata, fu nuovamente spostata e inserita tra Via Laurentina e Via Canzone del Piave.
Una storia travagliata, quasi come quella del Parco dei Granatieri di Sardegna, istituito nel 1966 ma mai assegnato ad un'area specifica, e per questa ragione soppresso solamente nel 2014.
I granatieri sono i soldati di fanteria specializzati - almeno in origine - nel lancio delle granate, diffusi a partire dal XVI Secolo e molto robusti, dal momento che il loro obiettivo era quello di lanciare la propria arma il più lontano possibile.
Nel caso dell'Italia, il più noto corpo di granatieri è quella attualmente nota come Brigata meccanizzata Granatieri di Sardegna, una grande unità che affonda le proprie origini al 1659 e tra i più noti corpi dell'Esercito Italiano, a tal punto da essere quello che in occasione della parata del 2 Giugno rende gli omaggi al Presidente della Repubblica.
Granatieri di Sardegna durante una parata |
Nel 1942, con la nascita della Città Militare della Cecchignola - nell'allora Suburbi Ostiense -, si decise di dedicare la strada - che mai era stata costruita - nell'area, in cui diverse strade furono dedicate a corpi dell'esercito. Via dei Granatieri fu quindi collocata tra Via dei Genieri e la campagna.
Nel 1952, con l'istituzione di Via dei Pontieri, la strada cambiò confini: da Via dei Genieri a Via dei Pontieri.
Nel 1961 la strada, entrata a far parte del nuovo Quartiere Giuliano-Dalmata, fu nuovamente spostata e inserita tra Via Laurentina e Via Canzone del Piave.
Una storia travagliata, quasi come quella del Parco dei Granatieri di Sardegna, istituito nel 1966 ma mai assegnato ad un'area specifica, e per questa ragione soppresso solamente nel 2014.
Targa in memoria degli Ebrei Romani morti in guerra
La targa in questione si trova in Lungotevere de' Cenci, nel Rione Sant'Angelo, su un muro del Tempio Maggiore, la principale Sinagoga di Roma, e ricorda tutti gli Ebrei Romani morti in guerra tra il 1866 ed il 1939.
Targa in memoria degli Ebrei morti durante l'Olocausto
La targa in questione si trova in Lungotevere de' Cenci, nel Rione San'Angelo, su un muro del Tempio Maggiore, la principale Sinagoga di Roma, e ricorda i 6 milioni di Ebrei morti durante l'Olocausto, uccisi per mano dei nazifascisti in tutta Europa.
Nella targa sono ricordati anche gli 8.000 Ebrei Italiani morti nel corso dell'Olocausto.
Targa in memoria degli Ebrei morti alle Fosse Ardeatine
La targa in questione si trova in Lungotevere de' Cenci, nel Rione Sant'Angelo, sul muro del Tempio Maggiore, la principale Sinagoga di Roma, e ricorda tutti gli Ebrei morti il 24 Marzo del 1943 nella strage delle Fosse Ardeatine.
Pietra d'inciampo in memoria di Costanza Sonnino
La pietra d'inciampo in questione si trova in Via del Portico d'Ottavia, nel Rione Sant'Angelo, e ricorda Costanza Sonnino (1909-data ignota), arrestata dalle truppe naziste durante il rastrellamento del Ghetto di Roma del 16 Ottobre del 1943, deportata ad Auschwitz e morta in data ignota.